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La trilogia dell'omicidio borghese di Woody Allen: Sogni e delitti |
gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 12-02-2008 13:01 |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 14-02-2008 13:33 |
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LA TERZA FACCIA DELLA MEDAGLIA
Due anni fa, parlando di Matchpoint su queste stesse pagine, scrivevo che “il delitto perfetto può esistere, se si ha fortuna”; il detective Banner è sulle tracce di Chris Wilton, e lo prenderebbe se non fosse per una diabolica macchinazione del destino. Dieci mesi dopo, con Scoop, Allen ribaltava completamente il discorso, non solo nei toni (dal giallo alla commedia, anzi, da una commedia truccata da thriller a un thriller truccato da commedia) ma soprattutto nella tesi portata avanti: il colpo di fortuna può essere anche quello che mette gli investigatori, anche quelli più sgangherati, sulle tracce del vero colpevole (nel caso specifico, il fatto che Peter Lyman smarrisca il gemello nella stanza di una delle vittime del serial killer).
Con il terzo capitolo di questa sorprendente trilogia, Allen si piazza non tanto a metà strada tra i due estremi, quanto prima del bivio che li separa.
In Sogni e delitti, gli investigatori appaiono soltanto alla fine e di sfuggita: li vediamo, nella penultima scena del film, al molo, che hanno evidentemente appena effettuato i primi accertamenti sul luogo del delitto, e iniziano a formulare le prime ipotesi su cosa e come possa essere successo. Nell’ultima sequenza, vediamo Angela e Kate che continuano tranquille a fare shopping, nessuno le ha ancora avvertite. Stacco netto e titoli di coda, con tutto il suo cinismo Allen se ne va e ci lascia soli di fronte a due donne certe di un felice futuro che non vivranno, ci fa quasi calare nei difficili panni di chi deve avvertirle della tragedia. Il film si chiude lasciando in sospeso tutto quello che sarà (che potrà essere) sulle indagini e sulle ricostruzioni di quello che è stato, ricostruzioni affidate non solo alla polizia ma anche e soprattutto alle due ragazze, come ci suggerisce quella disturbante ultima scena. I poliziotti infatti sembrano aver già superficialmente bollato il caso come una sorta di incidente dovuto all’alcol e alla droga; le due ragazze sapranno fare maggiore chiarezza? Quanto sapevano dei loro fidanzati (ennesima digressione alleniana sull’incomunicabilità)?
Sono numerosi gli interrogativi aperti da Allen con quel finale, ma il suo vero senso forse non è tanto una domanda quanto una risposta. Chiudendo sulle due ragazze, facendoci dunque immaginare quello che sarà in confronto a quello che avrebbe potuto essere, Allen dà forse la risposta definitiva alla domanda motrice di questo intero trittico sull’omicidio: «esiste il delitto perfetto?». Ebbene, dopo aver esplorato l’argomento, Allen dà l’unica risposta possibile: il delitto perfetto non può esistere, per definizione, semplicemente perché è sbagliato. Lo diceva del resto già in Matchpoint, con i fantasmi che Chris continua a vedere alla fine oltre lo schermo, oltre il film; lo diceva in Scoop, dove la variabile aleatoria da probabilità di successo diventa la probabilità di fallimento. Lo diceva in Misterioso omicidio a Manhattan, in Pallottole su Broadway, in Crimini e misfatti, ne La maledizione dello scorpione di giada. Lo dice, quanto mai chiaramente, in Cassandra’s dream, dove gli stessi protagonisti se ne rendono conto e parlano in continuazione di punto di non ritorno. Il delitto perfetto è quello di cui non rimane traccia, ma Allen chiarisce che traccia non è solo un’impronta digitale o l’arma del delitto: la traccia è soprattutto quella che resta dentro, sulla propria coscienza, e quella non si può né cancellare né bruciare o buttare in una fogna. Quella è la traccia che rimarrà sempre, negando la perfezione a qualsiasi delitto: la dimostrazione del teorema avviene per assurdo.
Non c’è bisogno di colpi di fortuna né c’è da sperarci, da una parte e dall’altra, e questo Allen ce lo fa capire bene già nella prima parte del film. Terry è schiavo del gioco. Lo vediamo sempre mentre sta perdendo soldi e ricorre agli strozzini, lo vediamo in questi momenti perché questa è la sua realtà. Poco importa che poi per un momento la fortuna giri e lui azzecchi un cane alle corse o un paio di mani a poker – e infatti Allen questi momenti li taglia saltando subito alla scena successiva, facendoci anche dubitare che le vincite che Terry annuncia siano effettivamente avvenute – tanto sappiamo che è condannato, e infatti non avremo nessun dubbio quando Terry annuncerà invece al fratello Ian la disastrosa perdita di novantamila sterline, perdita nascosta all’occhio dello spettatore con un’ellissi esattamente come le vincite precedenti.
Vincite e perdite parimenti tagliate via. Tagliate via come il delitto (nascosto dietro una siepe) e come la morte proprio di Terry, l’unico modo in cui poteva andare a finire, come la lezione del gioco d’azzardo avrebbe dovuto fargli capire. Non è questione di fortuna o di sfortuna: si perde nel momento stesso in cui si inizia a giocare. Giocare con i soldi, o giocare con la vita.
http://www.positifcinema.com/sogniedelitti.htm
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[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 16-02-2008 alle 16:13 ] |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 14-02-2008 14:56 |
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Ma qui si parla solamente della trama, sembra che stiate descrivendo un libro. In realtà Sogni e delitti è un filmetto che si mantiene sulla sufficienza, un ordinario esercizio senza alcun sussulto cinematografico. |
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kagemusha
 Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-02-2008 15:33 |
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non dubito che anche stavolta allen abbia girato l'abitudinario inutile film fatto solo di mestiere ripetitivo e di un paio di arguzie |
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Chenoa
 Reg.: 16 Mag 2004 Messaggi: 11104 Da: Vittorio Veneto (TV)
| Inviato: 14-02-2008 15:43 |
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quote: In data 2008-02-14 13:33, sandrix81 scrive:
LA TERZA FACCIA DELLA MEDAGLIA
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penny68
 Reg.: 14 Nov 2005 Messaggi: 3100 Da: palermo (PA)
| Inviato: 14-02-2008 20:47 |
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quote: In data 2008-02-14 15:33, kagemusha scrive:
non dubito che anche stavolta allen abbia girato l'abitudinario inutile film fatto solo di mestiere ripetitivo e di un paio di arguzie
| La sintesi mi sembra azzeccatissima.
Woody Allen con Match Point ci aveva stupiti, intrigati, segnando una svolta nella sua ampia cinematografia.
Adesso con quest'ultimo lavoro dimostra di averci preso troppo la mano con un clichè ripetitivo, scontato e oltretutto interpretato da un cast attoriale spento e sempre uguale a se stesso.
Un ritorno, tuttavia, alla commedia da lettino psicanalitico tutto battute e aforismi non appare più ipotizzabile, i pruriti da climaterio in avanzato stato degenerativo la fanno da padrona. |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 15-02-2008 19:23 |
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quindi hitchcock su 60 film poteva risparmiarsene almeno 58
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Nietzsche
 Reg.: 03 Ago 2007 Messaggi: 2264 Da: smaramaust (BZ)
| Inviato: 15-02-2008 20:37 |
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quote: In data 2008-02-15 19:23, sandrix81 scrive:
quindi hitchcock su 60 film poteva risparmiarsene almeno 58
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ma falla finita!
amo woody quanto te, non è il caso di difenderlo cosi spudoratamente. |
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Chenoa
 Reg.: 16 Mag 2004 Messaggi: 11104 Da: Vittorio Veneto (TV)
| Inviato: 22-02-2008 11:05 |
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quote: In data 2008-02-14 13:33, sandrix81 scrive:
Ebbene, dopo aver esplorato l’argomento, Allen dà l’unica risposta possibile: il delitto perfetto non può esistere, per definizione, semplicemente perché è sbagliato. Lo diceva del resto già in Matchpoint, con i fantasmi che Chris continua a vedere alla fine oltre lo schermo, oltre il film; lo diceva in Scoop, dove la variabile aleatoria da probabilità di successo diventa la probabilità di fallimento. Lo diceva in Misterioso omicidio a Manhattan, in Pallottole su Broadway, in Crimini e misfatti, ne La maledizione dello scorpione di giada. Lo dice, quanto mai chiaramente, in Cassandra’s dream, dove gli stessi protagonisti se ne rendono conto e parlano in continuazione di punto di non ritorno. Il delitto perfetto è quello di cui non rimane traccia, ma Allen chiarisce che traccia non è solo un’impronta digitale o l’arma del delitto: la traccia è soprattutto quella che resta dentro, sulla propria coscienza, e quella non si può né cancellare né bruciare o buttare in una fogna.
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Ma infatti relazionando tra loro Crimini e Misfatti, Match Point e Sogni e Delitti secondo me non si può non notare come Allen analizzi lo stesso tipo di crimine a diversi livelli sociali, secondo una involuzione che vede nell'oculista Judah Rosenthal un uomo ormai affermato e arricchito, in Chris Wilton colui che sta muovendo i primi passi all'interno di una vita agiata grazie alla famiglia della sposina e infine nei fratelli Ian e Terry due spiantati disposti a qualunque cosa per migliorare le proprie condizioni di vita, invidiando e ammirando lo zio per il suo potere e la sua ricchezza.
I tre omicidi coinvolgono tutte persone che minano l'equilibrio di questi arricchiti o aspiranti tali. E Allen dimostra come il risultato di queste azioni non cambia in nessun grado sociale, sia se il crimine viene effettuato in prima persona che tramite sicari. Anche se in Sogni e delitti i sicari sono gli stessi protagonisti. Ma d'altra parte hanno talmente voglia e bisogno di quei soldi, di cambiare, di riparare ai loro sbagli, che il loro ruolo è alla pari con quello dei personaggi delle altre pellicole.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Chenoa il 22-02-2008 alle 11:05 ] |
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ines49
 Reg.: 15 Mag 2004 Messaggi: 376 Da: PADOVA (PD)
| Inviato: 01-03-2008 23:10 |
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Mi spiace proprio, ma forse Allen dovrebbe smettere un pochetto di far film ed attendere momenti migliori (ovviamente per quanto mi riguarda) Non sono riuscita a trovare in quest'ultimo lavoro niente di pressocchè interessante o originale: Ok qualche battuta c'era ma poi che altro?
Boh! |
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Jourdain
 Reg.: 21 Set 2007 Messaggi: 179 Da: Vignate (MI)
| Inviato: 08-03-2008 15:43 |
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Certo, "Sogni e delitti" non è un capolavoro; però mi è sembrato comunque un buon film, ben architettato e, soprattutto, una spanna sopra alla media dei film che escono nelle sale.
Sinceramente non lo ho trovato per niente lento; anzi, col procedere del film ero sempre più incuriosito dalle vicende, dagli intrighi, etc.
Il finale lascia un po' così, però nel suo essere "un po' così" credo sia tollerabile...
Tra le tematiche affrontate, ne ho notate moltissime affini a "I fratelli Karamazov"; e forse la volontà di Woody Allen di voler restare appigliato al capolavoro di Dostoevskij l'ha un pochino limitato.
Nel complesso credo sia un buon film.
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badlands
 Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 21-03-2010 19:08 |
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visto ieri,non mi è dispiaciuto ma nemmeno rapito,forse il peggiore,pur nella sua validità,della trilogia londinese.e confermo che farrel non lo posso proprio vedere,anche se mi fa tanta tenerezza
ciao! |
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