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Autore Una pura formalità
badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 17-06-2003 21:24  
vabbeh,credo che non ci capiamo.se si vuol negare che i vanzina,pur col loro stile,han raccontato gli anni 80 di certi italiani come nessuno (gli yuppies e il rampantismo).poi,se si parla di stereotipi,chi più di sordi ha incarnato quello romano? o chi più di troisi quello napoletano? vuol forse dire che son mediocri,o di poco valore? io non sto parlando di qualità artistiche,che non son eccelse,lo so da me,in vanzina,e neppure di neorelaismo alla rossellini.ma,se magari qualcuno non se ne è accorto,non sia più nel dopoguerra,tra i partigiani o nel boom economico.siamo nel duemila,la volgarità è imperante,i telefonini son d'appertutto,aver l'amante va di moda,le ragazze sognan di essere in tv a ballare,o altre cose. questa è l'italia,se si vuole lo neghiamo.è ovvio che se si cerca di narrare una certa persona,lo stereotipo o la caratterizzazione esce sempre,alla fine,specie nella commedia. ma questo non è necessariamente un demerito. poi ognuno può vederla come vuole,per me tornatore resta un insulto ad ogni operatore di camera di soap opera.
ciao

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Willard

Reg.: 25 Mag 2004
Messaggi: 32
Da: Torre del Greco (NA)
Inviato: 01-06-2004 19:53  
Per me si tratta di un piccolo gioiellino che ho potuto ammirare solo una volta su rai3 e poi mai più. Resta il fatto che rimasi molto affascinato da questo film, per per quell'alone di mistero che avvolge la vicenda, quel sapere che il titolo è chiaramente ingannatore: non si può trattare di una semplice, banale, pura formalità.
Il rapporto di stima che lega l'investigatore Polanski allo scrittore/sospettato Depardieu, con il poliziotto che sembra avere un certo timore reverenziale nei confronti di un uomo che egli ammira, ma che è costretto a mettere sotto pressione perchè è il suo dovere. Una sottile battaglia di nervi che Tornatore ci racconta con una grazia incredibile. Non capisco perchè questo film (che ha solo 10 anni!!!) sia così poco conosciuto, eppure si tratta di un prodotto di cui il nostro (anche se credo sia una coproduzione italia/francia) cinema dovrebbe essere fiero.

Prego chiunque voglia scrivere di questo film di non cadere nello Spoiler, e lasciare intatta la trama, senza disfarla in maniera totalmente inutile al fine dell'analisi.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 19-05-2006 09:45  
UNA PURA FORMALITA’ di Giuseppe Tornatore (ricordare è come un po’ morire)

Un film che fa entrare Peppuccio nell’olimpo dei grandi, una elegia di un anima vagabonda nella selva oscura della notte, un piccolo gioiello di compattezza e rigore morale, magistralmente interpretato da Roman Polanski e Gerard Depardieu.
Lo sparo che apre il film è un gran bell’inganno, accompagnato dai violini isterici e satanici di Morricone, in una fuga forsennata e dispnoica sotto una pioggia da giudizio universale.
In un avamposto fuori dallo spazio e dal tempo, il commissario Polanski inizia una catechistica interrogazione della povera anima Depardieu per portare a livello di coscienza il senso di un delitto talmente orrendo da dover essere rimosso.
Lo scrittore Onoff (Depardieu) si spegne e si accende contemporaneamente e progressivamente, in flashback efficaci e ansiogeni, ritrova la memoria e il senso di sé stesso nel limbo delle anime perdute.
Una biografia falsa, una vita reinventata ad uso del pubblico, un plagio per coprire le crisi di ispirazione, la pagina bianca come incubo ricorrente, l’arte della scrittura come Medicina, il rapporto tra arte e potere.
Ricordare come un tuffo in fondo al mare
Ricordare, ricordare, quel che c’è da cancellare
Ricordare il maestro di geometria, un amore perduto, migliaia di facce, visi, tutti i brandelli di una vita che scorrono come granelli di clessidra troppo veloci.
Ricordare Daniela, ricordare Paola (imbarazzante il loro amore sincero).
Ricordare l’innocenza infantile, una foto scattata da un padre surrogato a cinque anni, ricordare di non dimenticare per ottenere il perdono.
Film coraggioso e difficile, spirituale e non religioso, intenso e claustrofobico.
Da segnalare un Sergio Rubini silenzioso ma con una presenza scenica notevole.
Se Tornatore avesse sviscerato meglio il passato di Onoff (per esempio i suoi rapporti con le donne) forse il film avrebbe guadagnato un più ampio respiro narrativo.
Ma avrebbe perso l’intimità e la claustrofobia che lo contraddistinguono.
Quando uscì non fu capito dalla critica e dal pubblico. Fu, come il protagonista Onoff, “dimenticato spesso”. A rivederlo oggi mi sembra, insieme a La leggenda del Pianista sull’Oceano e ai primi due terzi di Nuovo Cinema Paradiso, tra le cose più riuscite del regista bagherese.


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True love waits...

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bluprussia

Reg.: 19 Mag 2006
Messaggi: 2
Da: Palermo (PA)
Inviato: 19-05-2006 16:37  
anche io l'ho trovato molto originale e creastivo per la presenza di vari generi racchiusi in un solo film! ha un finale aperto a mille intepretazioni.......
io ne sono orgogliosa anche perchè con tornatore condivido il luogo di provenienza, palermo appunto.
grazie giuseppe

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