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Pirates of the Caribbean2: Dead man's chest! |
Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 30-09-2006 01:02 |
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Mmmmh se mi tiri in ballo Keaton allora le cose cambiano radicalmente...
Cambiano perchè è la stessa identica sensazione che ho provato durante la visione, non tanto perchè questo possa dipendere dal fatto che Keaton (come Hitch) abbia attraversato ogni cinema, ma per il fatto che la sua modernità è un elemento che per caso, o per scelta, è inevitabile (proprio perchè semplice e genuina) che non torni a galleggiare nel cinema di adesso.
Che Verbinski sia uno dei più grandi è inevitabile dopo la serie di film che ha inannellato... come è inevitabile quanto dicevo nei miei primi messaggi: l'uomo è figlio del bambino...
Il cinema non ha mai smesso di ricordarsi del Cinema. Non ha mai smesso soprattutto di sapere da dove arriva.
Keaton è una di queste partenze. E chiunque ami il cinema conosce Keaton, proprio per quell'innata coincidenza che unisce il cinema ai suoi più grandi autori.
Non può che essere vera questa affermazione se l'uomo che un tempo era un bambino è il cinema di Verbinsk, in particolare il cinema messo in gioco in questa serie dei Pirati dei Caraibi.
Il punto principale è che questo autore tanto snobbato (e chi lo snobba marcisca all'inferno) è l'evidente richiamo di tutta una memoria che è sempre corsa sotto la pelle del cinema di oggi e che spesso non si è voluta vedere. O che quando vista, tacciata di essere una mera copiatura.
E allora Verbinski?
Verbinski cita. Cita capolavori nascosti (ai più), vive del cinema come ne vivevano Mann, Walsh nei loro film di azione. Viene solo più tardi. Viene soltanto in un periodo dove la forma è ancora più estrema e dove è solo l'occhio e di conseguenza lo "specifico filmico", l'immagine-movimento (per citare), è il punto di ancoraggio con la nostra vita di questo cinema di potenza...
Non è forse questo cinema, il cinema della forma, quel cinema che tanto aspettavamo di vedere e che è così difficile da trovare?
Non è il cinema di Verbinski un cinema che sfonda nel campo di azione propriamente formale - e quindi capace di genera forme
linguistiche - da cui la commedia, il cinema d'autore, il dramma,l'horror e la fantascienza pescano a piene mani...?
Per dio, Si.
E' così.
E' così proprio perchè l'uomo è figlio del bambino.
Proprio perchè Verbinski solca il cinema con una macchina da presa e non con una storia scritta e studiata... Godard diceva che scrivere un film è un errore, bisognerebbe piuttosto pensarlo e questo proprio perchè il campo di azione delle immagini, lo scatto che un film deve fare quando lo si guarda o lo si fa è nella sua messa in scena e non nella sua scrittura.
Se io mi rifaccio al cinema per fare cinema è inevitabile che esca cinema. Verbinsk attraversa Keaton, il cinema classico, l'action movie anni 70-80-90 e sfocia a bomba nel 2000 con un boato che si trascina dietro il tappo della cultura che intasava la visione di chi si permette di parlare senza vedere.
Il film di Verbinski scatta nel visivo. Scatta quando l'azione, la forma, racconta. quando Jack Sparrow è prigioniero dei cannibali quello è cinema delle immagini, cinema muto. Paleface di Keaton.
Un film nel film che si racconta soltanto e unicamente per immagini, per tempi dilatati di comicità, per richiami, cadute di tempo e riprese... senza soste..
su e giù.
proprio con quel gusto di sapere di poter fare quello che si vuole e come lo si vuole, di arrivare da grandi percorsi e di onorare questi percorsi proprio perchè ribaltati, estroflessi, amati e amati, e amati alla follia e tutti dentro a quella macchina da presa, che è un occhio, l'occhio di verbinski e poi è il nostro occhio...
esaustoi, felice, pieno. pieno di forma, di cinema, di narrazione unita alla regia, al cinema che racconta con il cinema... che non parla ma si fa soltanto vedere...
Io credo semplicemente che Verbinski sia uno degli autori più importanti di questi anni, e già da The Ring vado affermandolo....
Il problema non sta nella caratteristiche registiche che questo regista è capace di mettere in scena... nè tanto meno nelle scelte più o meno azzardate della sceneggiatura e/o eventualmente della produzione.
Il problema sta nell'occhio di chi guarda. Sta nell'occhio della persona che misconosce l'azione (la action) come paradigma della cultura moderna, tanto quanto lo era il western agli inizi del 1900...
Per questo il pubblico e la critica è incapace di giudicare un film contemporaneo, perchè il contemporaneo lo rifiuta. così come si rifiutava la "peu douce" quando uscì.
E poi collateralmente il problema sta nella drastica suddivisione tra passato e presente che similarmente si ripresenta in quella dicotomia tra infanzia e età adulta.
Ovvero: incapacità di comprendere un periodo in un unico grande blocco.
Non a caso "il bambino è figlio dell'uomo"...
Verbinski non solo è un regista di tremenda efficacia e bravura. Capace di scegliere tra poesia e azione sfrenata. ma tra ventanni, se sarete ancora vivi, rileggendo quanto scritto, vi pentirete di essere stati completamente sconnessi dal vostro tempo...
Indi per cui Pirati dei Caraibi (che sia uno o due, e la trama si fotta, come si fotta chi la usa da baluardo) è un vero film d'autore.
Scripta manent.
_________________
Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 30-09-2006 alle 01:08 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 03-10-2006 alle 11:02 ] |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 30-09-2006 01:10 |
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Ah cazzo, mi sono dimenticata di dire una cosa essenziale.
I tempi e gli spazi gestiti da Verbinski sulla terra ferma e tra le acque differiscono secondo una scelta ben precisa.
Il regista infatti in maniera geniale attribuisce all'ambiente un ruolo decisivo, modellandolo in modo che funga da spinta alle azioni e le reazioni del protagonista. Sparrow infatti non solo definisce se stesso con la sua performance e la sua abilità nel modificare il mondo in cui vive, ma è direttamente definito dall'universo del film.
A terra tutto gli è possibile, a terra non può morire, è un supereroe invincibile: corre, salta, vola, sfidando le leggi della fisica e le fatalità e ne esce sempre incolume.
Nell'acqua diversamente egli è vulnerabile, compie le medesime azioni ma dimostra che qui il rischio è alto, che qui gioca una partita ad armi pari con la morte stessa, perchè il mare non è sotto il suo controllo, e lui lo sfida come un Ulisse moderno...
Come ci arriva tutto questo?
E' ancora a Verbinski che spetta il lavoro duro: campi lunghissimi sulla terra, gli spazi si costruiscono man mano che Sparrow si sposta, proprio per permettergli di gestirli. Il campo lungo è la piena libertà offerta dal supremo regista a questo personaggio.
Campi strettissimi in alto mare, lo spazio da gestire è centellinato e angusto, pochissima libertà in questo caso viene offerta al personaggio.
Non si tratta solo di una questione di spazi però... I tempi vengono utilizzati dal regista per delineare l'atmosfera entro la quale muovere i personaggi: frammentazione breve e incalzante nel caso delle scene girate a terra per dare il senso di comicità e frenesia; dilatazione e inquadrature più lunghe per dare il senso di inquietudine e desolazione.
Straordinario.
_________________
Rubare in Sardegna è pericoloso
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 30-09-2006 alle 01:30 ] |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 30-09-2006 01:18 |
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quote: In data 2006-09-30 01:02, Tristam scrive:
Mmmmh se mi tiri in ballo Keaton allora le cose cambiano radicalmente...
Cambiano perchè è la stessa identica sensazione che ho provato durante la visione, non tanto perchè questo possa dipendere dal fatto che Keaton (come Hitch) abbia attraversato ogni cinema, ma per il fatto che la sua modernità è un elemento che per caso, o per scelta, è inevitabile (proprio perchè semplice e genuina) che non torni a galleggiare nel cinema di adesso.
Che Verbinski sia uno dei più grandi è inevitabile dopo la serie di film che ha inannellato... come è inevitabile quanto dicevo nei miei primi messaggi: l'uomo è figlio del bambino...
Il cinema non ha mai smesso di ricordarsi del Cinema. Non ha mai smesso soprattutto di sapere da dove arriva.
Keaton è una di queste partenze. E chiunque ami il cinema conosce Keaton, proprio per quell'innata coincidenza che unisce il cinema ai suoi più grandi autori.
Non può che essere vera questa affermazione se l'uomo che un tempo era un bambino è il cinema di Verbinsk, in particolare il cinema messo in gioco in questa serie dei Pirati dei Caraibi.
Il punto principale è che questo autore tanto snobbato (e chi lo snobba marcisca all'inferno) è l'evidente richiamo di tutta una memoria che è sempre corsa sotto la pelle del cinema di oggi e che spesso non si è voluta vedere. O che quando vista, tacciata di essere una mera copiatura.
E allora Verbinski?
Verbinski cita. Cita capolavori nascosti (ai più), vive del cinema come ne vivevano Mann, Walsh nei loro film di azione. Viene solo più tardi. Viene soltanto in un periodo dove la forma è ancora più estrema e dove è solo l'occhio e di conseguenza lo "specifico filmico", l'immagine-movimento (per citare), è il punto di ancoraggio con la nostra vita di questo cinema di potenza...
Non è forse questo cinema, il cinema della forma, quel cinema che tanto aspettavamo di vedere e che è così difficile da trovare?
Non è il cinema di Verbinski un cinema che sfonda nel campo di azione propriamente formale - e quindi capace di genera forme
linguistiche - da cui la commedia, il cinema d'autore, il dramma,l'horror e la fantascienza pescano a piene mani...?
Per dio, Si.
E' così.
E' così proprio perchè l'uomo è figlio del bambino.
Proprio perchè Verbinski solca il cinema con una macchina da presa e non con una storia scritta e studiata... Godard diceva che scrivere un film è un errore, bisognerebbe piuttosto pensarlo e questo proprio perchè il campo di azione delle immagini, lo scatto che un film deve fare quando lo si guarda o lo si fa è nella sua messa in scena e non nella sua scrittura.
Se io mi rifaccio al cinema per fare cinema è inevitabile che esca cinema. Verbinsk attraversa Keaton, il cinema classico, l'action movie anni 70-80-90 e sfocia a bomba nel 2000 con un boato che si trascina dietro il tappo della cultura che intasava la visione di chi si permette di parlare senza vedere.
Il film di Verbinski scatta nel visivo. Scatta quando l'azione, la forma, racconta. quando Jack Sparrow è prigioniero dei cannibali quello è cinema delle immagini, cinema muto. Paleface di Keaton.
Un film nel film che si racconta soltanto e unicamente per immagini, per tempi dilatati di comicità, per richiami, cadute di tempo e riprese... senza soste..
su e giù.
proprio con quel gusto di sapere di poter fare quello che si vuole e come lo si vuole, di arrivare da grandi percorsi e di onorare questi percorsi proprio perchè ribaltati, estroflessi, amati e amati, e amati alla follia e tutti dentro a quella macchina da presa, che è un occhio, l'occhio di verbinski e poi è il nostro occhio...
esaustoi, felice, pieno. pieno di forma, di cinema, di narrazione unita alla regia, al cinema che racconta con il cinema... che non parla ma si fa soltanto vedere...
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Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 30-09-2006 alle 01:08 ]
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Ma questo pezzo è bellissimo cazzo.
Tra l'altro mi copio questa frase perchè è geniale: "Verbinsk attraversa Keaton, il cinema classico, l'action movie anni 70-80-90 e sfocia a bomba nel 2000 con un boato che si trascina dietro il tappo della cultura che intasava la visione di chi si permette di parlare senza vedere."
Un tempo dicesti che ti mancava il dono della sintesi, direi che ti sbagliavi... Questa frase da sola rappresenta la miglior critica letta a proposito del film.
Grazie Tristam
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 30-09-2006 01:21 |
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Da rivedere. Senza dubbio...
ma ho come la sensazione che certi film siano così grandi da sfuggire sempre e comunque da ogni lato si cerchi di beccarli... questo mi affascina dei film...la loro mancanza di linearità di sguardo.
o troppo scivolosi o troppo grossi per essere visti da vicino (come la Balck Dahlia)... comunque sia ti sfuggono, c'è sempre un pezzo oltre. e lo senti come un fuoricampo in Signs, lo senti che preme, ti giri per beccarlo ed è già subito e ancora alle tue spalle...
io questo film, lo ammetto, lo amo.
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 30-09-2006 01:26 |
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Lo ammetto anch'io.
La compresenza del fuoricampo e del campo nel quadro dello schermo ti permette di capire al volo che si tratta di un film grandissimo e tostissimo, tuttavia non ti permette di inquadrarne la meccanica. Neanche in un milione di visioni.
E tu dici bene, esattamente come Signs.
Ci vorrebbe "l'occhio interminabile"...
Me lo rivedo pur'io.
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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Saeros
 Reg.: 27 Mag 2004 Messaggi: 7565 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 30-09-2006 09:59 |
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quote: In data 2006-09-30 00:19, Tristam scrive:
quote: In data 2006-09-29 18:51, Saeros scrive:
(10 a Johnny, va a parte, che senza di lui il film se ne cadrebbe nel dimenticatoio, e lo sanno tutti)
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Eppure il film?
Fanculo il film!
W Johnny Depp!
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mi sembra logico, io non posso andare al cinema e farmi venire un'ulcera sanguinante pensando che e` tutto uno schifo e io non posso farci niente, no?
questo film va visto solo per l'interpretazione di Depp, e niente altro. ma neanche per gli effetti speciali (non e` un motivo per vedere un film); poi il finale aperto che rimanda al terzo film, neanche fosse un telefilm (a questo punto, perche` non vedersi al cinema Lost che e` piu` bello?), seriamente un principio di ulcera me lo sta facendo venire, ma vabbe`...
_________________ Mizar:Sae è da interpretare stile rebus..
Un Lugubre Equivoco |
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DiTraverso
 Reg.: 02 Gen 2006 Messaggi: 409 Da: Bruino (TO)
| Inviato: 30-09-2006 10:43 |
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A me è piaciuto il finale in sospeso
_________________ Papa', tu sei come Babbo Natale e Topolino messi insieme: cosi' incantevole e cosi' finto...". (da "Big fish") |
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badlands
 Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 02-10-2006 12:53 |
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se toglievano una mezzoretta non moriva nessuno,ma il film è indubbiamente piacevole,divertente,con gran ritmo,scene memorabili,trama con poca logica,quel che ci vuole per una sera con mia figlia.molte e molto belle le scene a campo largo.
ciao! |
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superman18
 Reg.: 26 Dic 2005 Messaggi: 3231 Da: trevignano (TV)
| Inviato: 02-10-2006 23:38 |
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sono andato a vederlo sabato, diciamo che è carino come film, certe scene mi ricordavano il galeone dei pirati di gardaland!
_________________ Quando i giorni sono musica
fermiamoci a sentire.
Se sono muri salta di là
se sono amori abbracciali.
È un ballo che continua
in mille passi brevi. |
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alabamaman

 Reg.: 13 Ott 2004 Messaggi: 74 Da: rethetrh (es)
| Inviato: 03-10-2006 16:20 |
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quote: In data 2006-09-30 01:10, Marienbad scrive:
E' ancora a Verbinski che spetta il lavoro duro: campi lunghissimi sulla terra, gli spazi si costruiscono man mano che Sparrow si sposta, proprio per permettergli di gestirli. Il campo lungo è la piena libertà offerta dal supremo regista a questo personaggio.
Campi strettissimi in alto mare, lo spazio da gestire è centellinato e angusto, pochissima libertà in questo caso viene offerta al personaggio.
Non si tratta solo di una questione di spazi però... I tempi vengono utilizzati dal regista per delineare l'atmosfera entro la quale muovere i personaggi: frammentazione breve e incalzante nel caso delle scene girate a terra per dare il senso di comicità e frenesia; dilatazione e inquadrature più lunghe per dare il senso di inquietudine e desolazione.
Straordinario.
_________________
Rubare in Sardegna è pericoloso
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 30-09-2006 alle 01:30 ]
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sono un ignorante ergo chiedo: questa scelta non potrebbe esser semplicemente stata forzata dalle condizioni? In che modo avrebbe potuto usare campi lunghissimi per le scene sulla nave? |
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filippa
 Reg.: 02 Ott 2006 Messaggi: 64 Da: venezia (VE)
| Inviato: 03-10-2006 18:00 |
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non c' entra niente con il vostro discorso ma ...una curiosità per chi come me ama il cinema e non sa come sfruttare questa passione.
siete tutti solo appassionati o lavorate anche nell' ambito?
_________________ Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà. |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 03-10-2006 19:18 |
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quote: In data 2006-10-03 16:20, alabamaman scrive:
quote: In data 2006-09-30 01:10, Marienbad scrive:
E' ancora a Verbinski che spetta il lavoro duro: campi lunghissimi sulla terra, gli spazi si costruiscono man mano che Sparrow si sposta, proprio per permettergli di gestirli. Il campo lungo è la piena libertà offerta dal supremo regista a questo personaggio.
Campi strettissimi in alto mare, lo spazio da gestire è centellinato e angusto, pochissima libertà in questo caso viene offerta al personaggio.
Non si tratta solo di una questione di spazi però... I tempi vengono utilizzati dal regista per delineare l'atmosfera entro la quale muovere i personaggi: frammentazione breve e incalzante nel caso delle scene girate a terra per dare il senso di comicità e frenesia; dilatazione e inquadrature più lunghe per dare il senso di inquietudine e desolazione.
Straordinario.
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Rubare in Sardegna è pericoloso
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 30-09-2006 alle 01:30 ]
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sono un ignorante ergo chiedo: questa scelta non potrebbe esser semplicemente stata forzata dalle condizioni? In che modo avrebbe potuto usare campi lunghissimi per le scene sulla nave?
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Considerazione legittima la tua, ma non solo ciò che dico è avallato da una filmografia (quella di Verbinski) che vede continuamente reimpiegate quelle marche e quelle strategie di ripresa di cui parlavo prima, ma risulta evidente anche nelle scelte che il regista mette in atto non solo per ciò che concerne la scala dei campi, ma anche quella dei tempi.
Inoltre tale ferreo metodo non è mai messo a rischio da un utilizzo casuale ti tali scelte (come quella del campo lungo), ma sono chiaramente utilizzate a ragion veduta, reiterate secondo una logica filmica ben precisa e modulate secondo una condotta etica fissa. Insomma, Verbinski possiede un senso della drammaticità e della comicità che viene restituito al pubblico attraverso la gestione accuratissima delle inquadrature e del montaggio (sia visivo che sonoro) lungo tutto il film, e non a sprazzi.
Se si trattasse di casualità la fortuna si dimostrerebbe fin troppo sfacciata. C'è ingegno nel suo cinema, non v'è dubbio alcuno, almeno per me.
_________________
Rubare in Sardegna è pericoloso
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 03-10-2006 alle 19:21 ] |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 03-10-2006 19:22 |
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quote: In data 2006-10-03 18:00, filippa scrive:
non c' entra niente con il vostro discorso ma ...una curiosità per chi come me ama il cinema e non sa come sfruttare questa passione.
siete tutti solo appassionati o lavorate anche nell' ambito?
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Un po' e un po' direi.
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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utopia

 Reg.: 29 Mag 2004 Messaggi: 14557 Da: Smaramaust (NA)
| Inviato: 03-10-2006 19:26 |
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quote: In data 2006-09-30 10:43, DiTraverso scrive:
A me è piaciuto il finale in sospeso
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_________________ Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!
Happiness only real when shared. |
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DiTraverso
 Reg.: 02 Gen 2006 Messaggi: 409 Da: Bruino (TO)
| Inviato: 03-10-2006 21:15 |
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quote: In data 2006-10-03 19:26, utopia scrive:
quote: In data 2006-09-30 10:43, DiTraverso scrive:
A me è piaciuto il finale in sospeso
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| Dico sul serio, poi quel personaggio che scende dalle scale mi ha fatto venire la febbre da Pirati dei Caraibi asd
_________________ Papa', tu sei come Babbo Natale e Topolino messi insieme: cosi' incantevole e cosi' finto...". (da "Big fish") |
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