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Autore HERO di Zhang Yimou
MaratSafin

Reg.: 17 Ott 2004
Messaggi: 831
Da: trafalmadore (CO)
Inviato: 22-11-2004 20:42  
Ma infatti io non voglio mica convincere nessuno.

Secondo me il film è bello. STOP.

Secondo voi è brutto. STOP.

Poi, si può parlare del film senza essere d'accordo su tutta la linea.

Per esempio, quello che tu dici lo trovo interessante, e spero che sia altrettanto per te.

Il problema è che qualcuno dice che questo non è possibile

quote:
In data 2004-11-22 14:57, ilaria78 scrive:

(..) per rispondere a marat.
Credo, ormai come al solito, di non essere d’accordo con lui quando parla di certi film (il discorso su eternal appena mi ritorna in forze il pc lo affronteremo ancora), perché a me sembra che dopo le tue analisi precisissime, ti nascondi sempre dietro al de gustibus quando si parla di dati oggettivi che interpreti a tuo modo travisandoli un po’ e quindi negando le evidenze.
(..)



Oltre alla concordanza sbagliata non capisco perchè non si possono individuare degli elementi senza essere d'accordo sulla valutazione estetica del film.

Tutto sommato i criteri estetici sono una cosa molto labile e continuamente ridefinita. Per non dire il gradimento personale.

E a me non sembrava di andare come i gamberi, anzi per carità. Rispetto solo il tuo punto di vista e quello altrui. Purtroppo non credo che si possano raggiungere evidenze su base estetica. Mentre cavolo si può parlare di tante altre cose.

Oppure se vuoi ti dico che il film fa schifo, ma non lo trovo molto utile.

Piuttosto Marien, secondo te mi sbaglio sulla forma dinamica Langhiana? No perchè parlavo di Metropolis su Messenger e sarà che avevo appena visto Hero, però a me ha allacciato proprio quella connessione.


[ Questo messaggio è stato modificato da: MaratSafin il 22-11-2004 alle 20:43 ]

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 22-11-2004 22:51  
quote:
[i]In data 2004-11-22 20:42,
Piuttosto Marien, secondo te mi sbaglio sulla forma dinamica Langhiana? No perchè parlavo di Metropolis su Messenger e sarà che avevo appena visto Hero, però a me ha allacciato proprio quella connessione.



Ahaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
No scusa, mi è parso per un attimo di precipitare nel vuoto...

Tralasciando il quote, che sinceramente non mi sento di affrontare, ritornerei al discorso sulla dicotomia soggettività/oggettività.
Dunque, da buona bacchettona ancorata alle ideologie truffautiane sulla politica degli autori, dico che aldilà del famoso e inflazionato "de gustibus", si debba per forza di cose affrontare i concetti esposti su un piano prettamente oggettivo.
Chiaramente il film può piacere o meno, addirittura secondo le medesime motivazioni, ma a prescindere dalla bellezza degli elementi messi in scena, bisogna necessariamente distinguere la loro compresenza dalla loro interfunzionalità, cosa che a mio avviso, in Hero non ritroviamo assolutamente.
Il film è visivamente molto affascinante, e non solo per l'utilizzo dei cromatismi, ma anche per la costruzione delle inquadrature stesse: la disposizione spaziotemporale degli elementi che la compongono, i tagli che la rappresentano e tutto ciò che è definito all'interno di quello che viene chiamato micromontaggio.
Un tizio che stimo assai, diceva un tempo che "un film è il suo montaggio", e dicendo questo, non si è mai riferito alla funzionalità meccanica che questo potesse rappresentare, bensì alla funzionalità etica che i vari elementi (micromontaggio, tempi, spazi, raccordi musicali e visivi...) concorrono a realizzare, solo nel momento in cui vengono sommati all'armonia di una lingua che ha qualcosa da dire; la lingua del cinema e il pensiero di un regista.
Per questo confido ancora (magari non proprio nella sua interezza) con quella politica che Truffaut difese fino alla sua morte, perchè nel momento in cui un autore ha la facoltà di mettere in ballo mediante il mezzo filmico, i suoi pensieri e le sue emozioni, poco importa che questi siano di lieve o abnorme intensità, ciò che importa è che riesca a trasferirli nel mondo nella loro integrità.
In questo compito, registi come Truffaut, Godard, Murnau o Hitchcock, si sono rivelati magnificamente abili, per questo, realizzandosi come artisti, divenendo autori immortali perchè vivi nei loro stessi film...
Oddio tra poco mi commuovo, torniamo ad Hero.
Ebbene, Hero appare come un film che si ferma ad un punto preciso di questo processo, che è la costruzione. Il film, certamente molto ben costruito, non si sposa affatto con l'etica del montaggio, con un pensiero che vive a monte della sua realizzazione. Hero è lettera morta, è magnificenza formale, e di certo è prova di dote, una dote che però non è quella del realizzatore di settima arte, ma dell'arredatore filmico...
Hero è bellissimo nel momento in cui non viene considerato un film, ma una sequela ben ripartita di quadri esteticamente mirabolanti.

Volendo fare un paragone letterario, un qualunque film di Jean-Luc Godard potrebbe essere accostato ad un'opera del grande Niccolò Machiavelli, questo Hero di Zhang Yimou invece, ad un qualsivoglia sonetto stilnovista dalla metrica perfetta.

Ho sonno ora.
_________________
Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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MaratSafin

Reg.: 17 Ott 2004
Messaggi: 831
Da: trafalmadore (CO)
Inviato: 23-11-2004 00:09  
Guarda un po' cosa mi hai fatto venire in mente. Sartre. Mi è anche venuto voglia di ricopiartelo, ma guarda un po' quanto ti voglio bene.

- Sì sì..devi avermi parlato di questa Storia di Francia.. non la leggevi in soffitta? Vedi che ricordo. Vedi che eri ingiusta poco fa, quando mi accusavi d'aver dimenticato tutto.

- Sta' zitto. Dunque mi portavo, come tu ti sei ricordato così bene, quegli enormi volumi in soffitta. Avevano pochissime figure, forse tre o quattro ogni volume. Ma ciascuna occupava da sola tutta una pagina, una pagina il cui retro era rimasto in bianco. E ciò mi faceva tanto più effetto in quanto, sulle altre pagine, il testo era stato disposto su due colonne per guadagnare spazio. Per quelle incisioni io avevo un amore straordinario; le conoscevo quasi a memoria, e quando rileggevo un libro di Michelet, le attendevo 50 pagine prima, e il ritrovarle mi pareva sempre un miracolo. E poi c'era una raffinatezza: la scena che rappresentavano non si riferiva mai al testo delle pagine vicine, bisognava andare a cercare l'avvenimento una trentina di pagine più in là.

- Ti supplico, parlami dei momenti perfetti.

- Ti parlo delle situazioni privilegiate. Erano quelle che erano rappresentate nelle incisioni. Sono io che le chiamo privilegiate, mi dicevo che dovevano avere un'importanza ben considerevole perchè si fosse acconsentito a farne il soggetto di quelle figure così rare. Erano state scelte tra tutte, capisci? e tuttavia, c'erano tanti episodi che avevano un valore plastico maggiore, e altri che avevano maggiore interesse storico. Per esempio per tutto il XVI secolo c'erano solo tre figure (..), allora mi ero immaginata che questi avvenimenti fossero d'una natura particolare. D'altra parte le incisioni mi confermavano questa idea: il disegno (..) era pieno di grandezza. Quando il duca di Guisa viene assassinato, per esempio, gli astanti manifestano il loro stupore e la loro indignazione tendendo tutti le palme in avanti e voltando la testa; era molto bello, si sarebbe detto un coro.
(..) Ebbene sono nate da lì.

- Le situazioni privilegiate?

- Insomma l'idea che me ne facevo. Erano situazioni che avevano un'essenza del tutto rara e preziosa, stile se vuoi. Essere re, per esempio (..). Oppure morire. (..) Quando morì mio padre mi fecero salire nella sua stanza per vederlo un'ultima volta. Salendo le scale mi sentivo molto infelice ma ero anche inebriata d'una sorta di gioia religiosa; finalmente entravo in una situazione privilegiata. Mi appoggiai al muro, provai a fare i gesti che ci volevano.Ma c'erano mia zia e mia madre inginocchiate ai lati del letto, che guastavano tutti coi loro singhiozzi.

(La nausea, pg.197-198, ed. Einaudi Tascabili)

Insomma può sembrare che non centri nulla ma centra molto invece. Del resto, Sartre centra sempre. Per il mio gusto personale, Hero mi ha restituito quelle incisioni. Ma capisco che il cinema debba forse distruggere la distanza fra situazioni privilegiate e situazioni reali. Proprio perchè arte di movimento.

Sulla politica degli autori invece sai che sono pienamente con te. Anche se è una concezione un po' romantica, al momento.



Piccola parentesi sul concetto di Funzionalità.

Un oggetto ha uno scopo. Una volta definito univocamente lo scopo, l'oggetto e le parti che lo compongono possono definirsi Funzionali allo scopo stesso.

Il problema è: qual è lo scopo di un film?

Indubbiamente quello della autorialità è un paradigma convincente, come mostrato da Marienbad nel definire lo scopo di un film.

Il problema è che si assume una prospettiva diacronica. Volendo invece fissare l'oggetto filmico in una prospettiva sincronica che esuli dalla filmografia del regista, resta vivo il problema di riconoscere quale sia l'anima del regista, quali le corrette strategie di enunciazione filmica per esprimerla e, quindi, quali fra queste si possano definire funzionali.

In una prospettiva limitata come la mia, lo scopo del film è appagarmi. Il film mi ha appagato? S', allora gli elementi che lo compongono sono funzionali.

E' questo il motivo per cui non riesco a riconoscere le evidenze, se ce ne sono.

[ Questo messaggio è stato modificato da: MaratSafin il 23-11-2004 alle 11:21 ]

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Leonardo

Reg.: 26 Mar 2002
Messaggi: 2398
Da: Capri (NA)
Inviato: 25-11-2004 18:23  
un grande bellissimo film

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Davil89

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 6581
Da: Soliera (MO)
Inviato: 26-03-2005 17:51  
gran bel film. Storia bellissima, attori molto bravi, ambientazioni stupende e una grande regia
_________________
"Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso"

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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 26-03-2005 19:16  
Per me Hero è un gran bel film da assaporare. Ogni volta che lo vedo mi piace sempre più.

_________________
there is not way to happiness
happiness is the way

Paolo

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cipriano

Reg.: 09 Apr 2001
Messaggi: 277
Da: Padova (PD)
Inviato: 26-03-2005 19:45  
molto bello, anche se un po' lento in certe parti

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 24-04-2006 12:07  
HERO di Zhang Yimou (gli eroi dello Stato Nascente “sotto lo stesso cielo”)

Nel 2002 Zhang Yimou si rimette in discussione e decide di cimentarsi con il racconto avventuroso, dopo i controversi riscontri di critica e di pubblico de “La locanda della felicità” (sponsorizzata da Terrence Mallick). Stavolta lo sponsor è Quentin Tarantino che utilizza anche parte del cast e della troupe di Hero per girare il suo monumentale Kill Bill.
Il regista cinese si schernisce dicendo che considera Hero un suo film “sperimentale” ma onestamente ne viene fuori un prodotto che è al di sopra della media dei film di tale genere.
Perché funziona Hero? Primo per la costruzione narrativa che lega a filo doppio lo spettatore rendendolo partecipe della partita a scacchi tra Senza Nome (un superbo Jet Li) e il re in un continuo ribaltamento del punto di vista che rende la realtà cangiante e diametralmente opposta a seconda del narratore.
Secondo: per le stupende scene corali (tra eserciti a cavallo che ricordano l’incalzare delle nuvole sospinte del vento e cieli oscurati da migliaia di dardi) che evidenziano il culto di Zhang Yimou per la messa in scena e per il dettaglio storico (siamo nella Cina del III secolo Avanti Cristo).
Terzo: per la violazione delle regole del racconto d’avventura in riferimento in particolare alla assente separazione manichea tra bene e male (in realtà il miglior titolo era Heroes, perché eroi in fondo in fondo lo sono un po’ tutti), scambio continuo di ruoli e possibilità di osservare le cose dall’alto, rimpicciolendo il punto di vista individuale e ingigantendo il punto di vista etico del Bene Supremo (insomma l’opposto della Foresta dei Pugnali Volanti dove la storia d’amore individuale prevaleva sulla ragione di stato e sul concetto etico di giustizia).
L’obiettivo del regista è quello di esercitare contemporaneamente scrittura (spessore autoriale) e arte della spada (necessità di interessare un pubblico più vasto) per elevare il livello di coscienza e di dignità di un genere. In realtà esso viene centrato proprio nel momento in cui i protagonisti assumono in presa diretta la lucida coscienza di essere parte di un disegno più grande (vi ricordo la scena in cui il re osserva a lungo, di spalle, il misterioso ideogramma di Spada Spezzata).
Se mi chiedete se preferisco Hero o La Foresta dei Pugnali Volanti, vi rispondo che sono stato sempre dalla parte dell’individuo e del suo destino soggettivo, e che mi sono sempre piaciuti di più i film in cui il macroscopico travaglio personale di un uomo diventava un esempio di percorso catartico per l’umanità. In più certi combattimenti di Hero sono un po’ troppo svolazzanti e barocchi (modello La Tigre e il Dragone di Ang Lee) e il finale è alquanto prevedibile anche se logico dal punto di vista narrativo. Restano comunque i colori e la poesia di certe scene (memorabile il primo duello “pensato”sotto la pioggia tra Cielo e Senza Nome, la lotta tra le foglie tra le due donne in una foresta magica e i volteggi a pelo d’acqua tra Senza Nome e Spada Spezzata che fanno davvero venire i brividi) e l’indubbia mano ferma di un regista che riesce a fare convivere poesia d’autore e spettacolo avvincente “sotto lo stesso cielo”.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 24-04-2006 12:15  
no schizo, non farmi questo. Hero in fondo non è molto diverso dalla passione gibsoniana. anzi, a ben vedere è lo stesso (non-)cinema bidimensionale.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 24-04-2006 12:49  
E'vero è un cinema bidimensionale che sembra non separare l'etica dall'estetica.
Dal punto di vista formale hai perfettamente ragione. Ma Zhang Yimou (soprattutto nella Foresta dei Pugnali Volanti)ha la lucida consapevolezza di quello che sta facendo. Infatti corregge il tiro (rispetto ad Hero) e sposta il discorso sull'individuo. La leggerezza dei corpi, le traiettorie dei pugnali, certe rappresentazioni iperestetizzanti sono esclusivamente in funzione di contrasto con il destino pesante dei personaggi.
Dal punto di vista narrativo i presupposti sono quelli di inserire elementi che si avvicinano più al surreale che all'iperestetizzante.
Lo so tu ami un cinema diverso e sicuramente sei più coerente di me nel rifiutare in blocco una maniera antitetica di fare cinema.
Io riesco a perdonare qualche eccesso estetico se lo trovo funzionale al tipo di racconto che si vuole proporre.
Mi piace Kim, mi piace Park Chan Wook.
Mi piace chi trascende la realtà e prova a suggerire la bugia filmica come una verità più vicina alla realtà (Fellini).
Mi piace chi iperbolizza per sdrammatizzare (la demistificazione della violenza del Tarantino di Pulp Fiction)
Mi piace il surreale (Bunuel), la deformazione angosciante (Lynch).
Mi piace chi suggerisce, non chi sbatte in faccia.
Gibson sbatte in faccia ettolitri di sangue senza alcuna giustificazione.
La differenza tra te e me è che tu non giustifichi mai la violazione della regola estetica.
Io faccio qualche eccezione (a volte scendo a compromessi) in virtù del tema trattato.
Lo so che non è molto corretto, ma è così.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
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Da: roma (RM)
Inviato: 24-04-2006 12:54  
quote:
In data 2006-04-24 12:15, sandrix81 scrive:
no schizo, non farmi questo. Hero in fondo non è molto diverso dalla passione gibsoniana. anzi, a ben vedere è lo stesso (non-)cinema bidimensionale.



argh
solo che uno parla di una leggenda con uno stile epico/leggendario e l'altro parla di religione con uno stile che non c'entra una ceppa
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http://trifo.blogspot.com

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 24-04-2006 12:57  
Comunque credo che Sandrix volesse sottolineare il discorso formale, al di là del tema rappresentato.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 24-04-2006 13:18  
impossibile scinderli.
tralasciando ora l'accostamento con il film di gibson, accostamento che appunto si dipana su sole due dimensioni e quindi piuttosto inutile se non come puro indirizzamento, Hero non parla di un bel niente, non fa che scimmiottare Rashomon (un film di un regista che non amo ma che comunque ha tutto il mio rispetto) nacondendo però un vuoto clamoroso dietro una superficie accattivante. Yimou ha costruito una di quelle impalcature che si vedono nei centri storici delle grandi città, quelle che riproducono fedelmente la facciata coperta del palazzo che si sta ristrutturando (così che da lontano sembra quasi di vedere il palazzo stesso, normalmente), solo che dietro questa impalcatura il palazzo è stato smontato mattone per mattone, e non c'è rimasto più nulla.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 24-04-2006 13:38  
Mah...io invece credo che Yimou abbia voluto dire qualcosa anche in Hero.
Non ci trovo un vuoto assoluto, l'ho scritto poco sopra. Proprio il fatto che scorgo tematiche e approfondimenti psicologici mi giustifica qualche eccesso manieristico.
Eppoi come dice Kagemusha, il tema trattato è una leggenda cinese (ai confini con la magia) e qualche costruzione baroccheggiante ci può pure stare.
Preferisco La Foresta dei Pugnali Volanti ma reputo Hero un ottimo film d'avventura con risvolti etici non indifferenti.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 24-04-2006 15:45  
quote:
In data 2006-04-24 13:18, sandrix81 scrive:
impossibile scinderli.
tralasciando ora l'accostamento con il film di gibson, accostamento che appunto si dipana su sole due dimensioni e quindi piuttosto inutile se non come puro indirizzamento, Hero non parla di un bel niente, non fa che scimmiottare Rashomon (un film di un regista che non amo ma che comunque ha tutto il mio rispetto) nacondendo però un vuoto clamoroso dietro una superficie accattivante.



sicuramente è un film che ha nella forma la sua ragione d'essere
è un film talmente estetizzante che cerca di andare oltre il concetto stesso di "estetizzante" tanto che è assurdo accusarlo di essere tale

anche se dietro la forma non c'è proprio il vuoto, c'è un discorso nazionalistico invece; anche discutibile, ma c'è.


[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 24-04-2006 alle 15:47 ]

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