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el topo - alejandro jodorowsky |
Richmondo
 Reg.: 04 Feb 2008 Messaggi: 2533 Da: Genova (GE)
| Inviato: 30-05-2008 16:22 |
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quote: In data 2008-05-29 00:35, AlZayd scrive:
quote: In data 2008-05-26 11:22, Richmondo scrive:
Le immagini di questo film sono di una tale perfezione da indurci a pensare che Jodorowski sia servito da spunto a certi Rodriguez ma, soprattutto, Tarantino...
...Così, dal laidume e dal flaccidume imperante nel villaggio in cui va in scena l'epilogo di tutto questo delirio visivo, si manifesta l'altra faccia della deformità, il fuoriuscire di quei freaks (gli ultimi, presi in prestito, ancora una volta, da Tod Browning), del cui eccidio ci si purufica con la carneficina, con una resistenza tragica e grottesca che ha tutto un altro sapore rispetto alla bella favola di De Sica, Miracolo a Milano , in cui alla violenza si rispondeva, invece, con una sana e spensierata ingenuità...
...forsennato, emerge una tale anarchia, tanto ideologica, quanto formale, che lascia spiazzati di fronte al senso di tutto il film.
Un citazionismo estremo ed ossequioso, straripa da ogni immagine, con ossequiosa ma mai innopportuna gratitudine verso i pionieri del Cinema, in particolare quello surrealista (magari bunueliano)
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Ma no amico, mio, hai scritto cose interessantissime ma qui non ci siamo. Questo film è una summa senza soluzione di continuità di motivi legati alla surrealità, ma non è surrealista. E' semmai "simbolista", "morale" per scardinare le "moriali" costituite.., come dici bene molto legato alle "religioni", in particolare all'orientalismo mistico (che pure in La Montagna sacra Iodo cerca di smitizzare...), ma Bunuel, che se proprio volendo qualche assonanza possiamo però trovarla più nel polso anarchico che in quello filosofico, stilistico, contenutistico, formale. Bunuel mai stato così "barocco", anzi.., pochi registi sono lineari e "limpidi" come lui, pur nelle complicanze narrative e "situazioniste"
Ma forse con questo ci siamo:
"Conigli morti, pecore crocifisse, case vuote, chiese in delirio"
ci sono molti richiami, però di carattere iconografico col cinema di Bunuel. Troppo poco? Comuqnue le suggestioni ci stanno...
Credo inoltre che tu ti faccia prender4e un po' troppo la mano con le suggestioni citazioniste: Rodriguez e Tarantino non ce le vedo in El Topo, nè negli altri film di Iodo; non in maniera così diretta.., perchè altrimenti dovremmo dire che tutto assomiglia a tutto.
Non concordo neanche con l'associazione con Freaks. Due mondi diversi, Iodo ha preso in prestito gli strani dalle realtà "messicane", sudamericane, che sono prima di Browning, due immaginari diversi, e, ahinoi, le "stranezze" nella vita sono sempre esistite. Ce lo racconta anche Lynch. Le stesse "deformità" che ripropone nella Montagna Sacra e, soprattutto, con effetto maggiormente devastante, estraniente, nel meraviglioso Santa Sangre. In Il Ladro dell'arcobaleno, misconosciuto, tutt'altro che perfetto ma visionario come sempre, energetico, intrigante.., ritorna questo mondo "sommermo", però raccontato in modo particolare, protagonisti i "borghesi" che in qualche modo cercano di vivere l'esperienza delle fogne...
A prescindere da questo, El Topo, come tutto Iodorowsky, è un film epocale, bellissimo, e cazzo.., lo voglio scrivere per una volta, "necessario"!
Scusa il disordine nel quote, e le poche righe, ma non ho tempo, forse neanche voglia di dilungarmi. Però è un piacere poter parlare ancora di cinema in questo forum.
Y a quien no le gusta que tome el kiwi!
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Che dire? Solo che dal mio punto di vista l'analogia con Browning non è nemmeno superficiale, ma profonda e radicata in tutto il film, anche nei momenti che precedono la comparsa fisica dei "mostri". Vedo El topo come un film totalmente imperniato sulla deformità, prima ancora ceh dei luoghi o dei personaggi, anche della struttura scenica, inusuale, eccentrica, distorta, visionaria, discirdante e stridente, in un atroce connubio fra suono ed immagine, una musicalità ed un ritmo che anche in tal senso, a mio avviso, ispireranno Rodriguez (non per nulla, anch'egli celebre musicista) o Tarantino, in verità, il vero maestro del primo citato. Penso egli attimi di totale deflagrazione, agli spari, alle inquiadrature ferme e sicure, che sono letteralmente costruite sul concetto stesso di ordine e di "forma", a cui seguono, in un montaggio scatenato e molto tarantiniano, visioni istantanee di violenza incontrollata, deflagrazione vera e propria di una truculenza, comunque molto meno compiaciuta di quella tarantiniana. Ricordi l'omicidio di uno degli ostaggi nel film Dal tramonto all'alba ? Ricordi il primo piano di Clooney, inframezzato da riprese brevissime, ad intermittenza, psicehedeliche e quasi allucinate, sul corpo martoriato della vittima? Non vedi un'analogia con El topo ? Io sì. Ma è solo un esempio. Potrei citare anche la morbosità feticista, la stessa che traspare nel Cinema di Tarantino, l'adorazione quasi totemica e pagana del corpo, nell'atto sacrilego, come in quello ortodosso, nel bene, come nel male.
Tornando a Browning, la deformità della scena, del linguaggio, l'informalità e l'atipicità, che diviengono vera e propria ricerca dell'inconsueto o dello stravolgimento dei canoni linguistici, si tarducono anche nella rappresentazione, catartica, di una malformazione fisica, di un disordine totale, da contrapporre, sempre con la medesima anarchia di fondo, all'ordine precostituito dei ceti, delle caste, delle sette. Un ordine che suona come contaminato da uno squallore, sempre vivace, per carità, talvolta fanatico e sempre costantemente feticista, ma sempre e comunque afflitto da tale disgustosa patologia. Così il deforme prende forma fra i mormali, mettendo in crisi le convinzioni create ad arte dalle classi alte di una marcescente ed ipocrita borghesia.
Tutte tematiche che vengono ripercorse anche in Santa sangre , dove la dimensione circense rimane in primo piano, dove la stravaganza esteriore copre tematiche profonde e talvolta scomode, dove la menomazione è una premessa alla riconversione dei concetti di normale e d anormale, che secondo Jodorowski, come del resto anche secondo Browning, sono idee del tutto "relative".
Poi c'è molto di più, che è quello che abbiamo detto sia tu che io.
Su Bunuel, comunque, concordo e trovo che il citazionismo sia puù figurativo, che non prettamente concettuale.
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L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Richmondo il 30-05-2008 alle 16:24 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 31-05-2008 00:33 |
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Su Browning mi hai convinto, hai ragione, dici cose sensate e giuste. Oltre al resto che dici, il circo.., ecc, c'è in comune, con Iodo, questa idea di fondo e sostanziale, dell'"anormale" che scanadalizza e dunque mette in crisi il valori borghese della normalità spesso solo di facciata che è invero non di meno "malato". Tema universale e di stretta attualità..; la società, parte di essa, ha spostato l'oggetto delle proprie superstiziose paure; prima erano focalizzate sulle varie forme di disabilità o malformazioni, ora è l'immigrato in cui la gente vede riflesso il mostro che nasconde in se. La società, nonostante l'insegnameno dell'arte, oltre che della storia, della politica, nelle tante conquiste.., sembra tornare indietro. Non voglio fare "politica", però l'arte è anche politica.
Resto ancora perplesso su Tarantino e Rodiguez, ma ci torno magari su, ora mi aspetta un film (non so ancora quale, ma ho voglia di vedere un film).
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 31-05-2008 16:42 |
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browning? ma che ciazzecca browning?
no non lo voglio sapere, scusate l'intrusione.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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