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"Oggi sposi" (2009), di Luca Lucini |
alessio984
Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 26-10-2009 14:37 |
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sandrix, tu che sei amante del pozzetto, cosa ne pensi della sua performance?
Ma stai scrivendo per qualcuno? |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 31-10-2009 15:14 |
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“NON SONO MAFIOSO, SONO PRECARIO!”
Dopo aver osservato da vicino gli adolescenti, i giovani, i neo-genitori, e gli adulti, Luca Lucini si butta a capofitto, grazie all’opportunità offertagli dal copione di Oggi sposi, sull’impresa di trarre una sorta di summa dell’analisi della società italiana odierna, attraverso un film in cui convergono i più disparati strati sociali e culturali, oggi ormai tutti insieme membri di un unico ambiente e sempre meno architettonicamente divisi, seppure poi ognuno stabilmente ancorato al proprio status quo. Le quattro coppie di moderni Renzo e Lucia offrono una panoramica pressoché completa di tutte le contraddizioni e i retaggi che ancora non accennano a sparire in un mondo che presume di essere civilizzato: ricchi e poveri, antichi e moderni, nobili e contadini, giovani e anziani, mammoni e emancipati, persino innamorati e non innamorati.
In particolare, combinando due di queste direttrici, le prime due che ho indicato, si può ancora una volta osservare come Oggi sposi proponga un’analisi multivariata della società, prendendo in esame tutte le diverse possibili situazioni socio-economiche di una papabile coppia dei giorni d’oggi: ci sono ricchi e poveri, sì, ma ci sono moderni ricchi (il broker fallito e la soubrette) e antichi ricchi (la famiglia che sembra presa di peso dall’ancien regime), antichi poveri (i contadini) e moderni poveri (i precari). E il risultato interessante, studiando le relazioni che tra queste quattro risultanti si vengono a creare, è che i legami più forti sono quelli tra le coppie dello stesso ordine temporale (il rampollo Fabio e il poliziotto Nicola si vedono e frequentano tutti i giorni sul posto di lavoro; Chiara e Salvatore lavorano nel ristorante dove Sabrina e Attilio mangiano sempre, e da questo pretesto finiscono per condividere anche il pranzo di nozze), ma sono entrambi rapporti di subordinazione. Nicola e Alopa non hanno relazioni con Chiara e Salvatore, mentre Fabio (che è poi il vero sposo – anche se forse non oggi – di Giada) è ossessionato da Attilio ma ha con lui contatti solo filtrati e nascosti. Come a dire, insomma, che ricchi e poveri sono sempre ricchi e poveri, oggi come ieri.
Ma Oggi sposi non è interessante solo per l’analisi sociale, come il cinema italiano ci ha fin troppo abituati. Il fatto è che Oggi sposi è anche un film ricchissimo dal punto di vista visivo e della messa in scena. Affidandosi principalmente ad una figura classica della retorica cinematografica come il montaggio parallelo (per farla breve, è la figura in cui vengono accostate due scene legate non necessariamente dalla contemporaneità ma generalmente per metterle in relazione dal punto di vista simbolico o di senso), Lucini riesce ad offrire una serie continua di soluzioni nuove ed efficaci, con cui mette tutti i personaggi sullo stesso piano, osservando e mai giudicando, lasciando che le situazioni parlino da sé ed offrano l’unico giudizio sensato possibile, ossia quello offerto dall’accettare i punti di vista di tutte le parti in causa. In questo senso, è straordinariamente lucida la fotografia scattata alla realtà tramite la vicenda di Nicola e Alopa, il poliziotto figlio di contadini della campagna pugliese e la figlia dell’ambasciatore indiano a Roma. Solo in questa vicenda, si vengono a creare almeno sei nitide relazioni di contrasto tra i personaggi (i due sposi tra loro, ognuno dei due con il proprio padre, ognuno dei due padri con la propria moglie, e i due padri tra loro) che offrono una serie infinita di gag, sia visive (il contrasto tra i due ambienti fattoria/ambasciata, la sublime prova di deliscaggio in cui Placido e Pannofino spazzolano il pesce con tutte le lische e la coda nell’attimo in cui Alopa si gira,…) che verbali (gli slittamenti di senso tra indiani d’India e indiani d’America, e quello reciproco dell’ambasciatore verso gli italiani: «In Italia si parla solo di casta!»; gli equivoci linguistici indiano-italiano e pugliese-italiano, con l’esilarante scena, ancora affidata alla sorprendente accoppiata Placido/Pannofino, dell’interpretazione della ricetta dei “purcelluzzi”), ma che alla fine, dopo aver capito che la “soluzione” sta semplicemente nell’accettare ognuno per quello che è, si sciolgono tutte nella commovente formula – ancora un’invenzione linguistica – con cui Sabino etichetta infine l’ambasciatore: «È nu brav’ cristian’. Nu cristian’ indù», ponendo il suo benestare alle nozze e alla felicità del figlio.
E tutto il film è giocato su una lunga fila di trovate ed espedienti che, come il montaggio parallelo (valga per tutti l’accostamento della scena nel covo della famiglia mafiosa con quella a casa dei Di Caio in cui Renato pranza con le sorelle e il prete di famiglia), fondano la propria efficacia sui contrasti e le contraddizioni, tra gli elementi filmici più disparati. Così funzionano le gag verbali (anche negli altri episodi), ma parlo soprattutto di contrasti tra elementi visivi (la mamma siciliana old style in videochat; il ciak durante la cerimonia nuziale,…) o tra elementi visivi ed elementi sonori (la colonna sonora di Sandokan, o ancora di più, una vera chicca, quella dell’A-Team sull’arrivo dei Nocs in taxi), fino all’uso quasi depauperizzante della citazione filmica (i parenti che vengono da un paese vicino Corleone, o il cattivo che se la prende col nuovo eroe dandogli del «Porchetta e distintivo»), e con la ciliegina sulla torta che è la doppia confessione di Attilio e Sabrina, tutta del mondo odierno, in cui al posto del prete c’è la macchina da presa e dunque lo spettatore, una sorta di mix tra un’intervista doppia stile Iene e un confessionale del Grande fratello.
Oggi sposi è dunque al tempo stesso una lucida ed ispirata fotografia dell’Italia di oggi, ed un film ricco di trovate e di buon cinema.
Fino all’esplosione finale, dove la scena di danze nella piazza di Morticola è un piccolo commovente capolavoro di messa in scena e di montaggio, un tripudio di luci, suoni, musiche e colori, di movimenti, di culture, di storie, di mondi. E di cinema, insomma.
prossimamente su http://www.positifcinema.com/oggisposi.htm
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Quando mia madre la sera mi porta un bicchiere di latte, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.
[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 31-10-2009 alle 15:15 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 01-11-2009 alle 14:21 ] |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 31-10-2009 15:17 |
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quote: In data 2009-10-26 14:37, alessio984 scrive:
sandrix, tu che sei amante del pozzetto, cosa ne pensi della sua performance?
| è un pozzetto in versione compassata, stile cochi&renato insomma. non servo io per dire che è bravo.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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alessio984
Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 01-11-2009 14:16 |
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Comunque il cognome esatto è Pannofino!
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 01-11-2009 14:19 |
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ahahahhhahaha cristo maledetta correzione automatica di word!
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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edward08
Reg.: 12 Ott 2008 Messaggi: 34 Da: roma (RM)
| Inviato: 04-11-2009 14:17 |
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MA SECONDO ME NON VA OLTRE IL 5.5---
SEMBRA VOGLIANO FAR PER FORZA RIDERE SENZA TANTO SUCCESSO...RUBA QUALCHE SORRISO QUA E Là! |
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