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Il papà di Giovanna |
AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 19-09-2008 21:12 |
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Bad, con tutta la stima ma se non fai capire che l'avviso di garanzia non era rivolto anche me che stavo parlando del film non vale. Visto che posti sotto il post di Rich che si rivolgeva a me. Ma è un dettaglio.., una giusta precisazione. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 19-09-2008 21:13 |
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quote: In data 2008-09-19 20:45, Richmondo scrive:
quote: In data 2008-09-19 20:38, AlZayd scrive:
Vabbè che Avati è una merda....
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Ma no.., era una battuta retorica. Ho parlato bene del film.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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badlands
 Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 19-09-2008 21:32 |
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quote: In data 2008-09-19 21:12, AlZayd scrive:
Bad, con tutta la stima ma se non fai capire che l'avviso di garanzia non era rivolto anche me che stavo parlando del film non vale. Visto che posti sotto il post di Rich che si rivolgeva a me. Ma è un dettaglio.., una giusta precisazione.
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si certo,ho scritto di fretta,era riferito ad elton,che ha ste uscite da cavolo che potrebbe evitare,anche perchè poi provoca l'effetto domino,e da un post inutile o fuori tema,ne nascono 10 dietro.ok,ora torniamo al film.
ciao! |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 19-09-2008 22:47 |
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Non mi scandalizza una battuta, una fuorisciuta.., però cavolo, apettiamo almeno che il topic si sia un po' avviato...
Già scrive quasi nessuno, almeno su certi film, se un topic deve contenere più goliardate che quello che dovrebbe esserci, è un po' antiestetico..
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Richmondo
 Reg.: 04 Feb 2008 Messaggi: 2533 Da: Genova (GE)
| Inviato: 23-09-2008 11:48 |
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Molto interessanti, sia il commento di Kubrickfan che quello di Alzayd.
Il punti è che credo di condividere ciò che dice Bad, quando sostiene che Avati abbia una perversa predilezione per i perdenti, o comunque i personaggi in affanno per il cui successo o per la cui realizzazione sicuramente lo spettatore sia portato a fare il tifo, ma indubbiamente ooppresso fin dall'inizio da quell'aura di rassegnazione, disillusione che, come acutamente sotolinea Peppe, in questo film è superbamente comunicata dagli occhi spenti ma fulgidi e speranzosi di un Silvio Orlando in ottima veste recitativa.
Quello che come semrpe riesce meglio a Pupi Avati è, appunto, un'attenta e mai casuale ricreazione delle atmosfere. Tralasciando forse Zeder, che è l'unica sua opera che rinuncia alle cifre del linguaggio cuinematgrafico date dall'intonazione, cupa, nel comunicare le sensazioni, e cioè dalle luci, dalla fotografia, volendo anche dal suono......in quasi ogni altro suo film il regista romagnolo riesce a parlare molto più attraverso simili espedienti che non tramite una linearità narrativa.
Così fu per La casa dalle finestre che ridono, così è stato per Le strelle nel fosso , così anche per Il nascondiglio, volendo anche per Ma quando arrivano le ragazze, in cui colori smorti e decisamente poco vivaci (sicuramente in contrasto con il tema giovanilista che andava a raccontare) riuscivano ad infondere un senso di ineluttabilità e di impronta fatale di un destino ingrato sui sui protagonisti. E così è, anche, allora, per questa sua ultima fatica, Il papà di Giovanna, in cui dai luoghi e dagli spazi, e probabilmente anche dagli attori (che sa dirigere sempre al meglio) e dai loro volti, non ricava un senso odn un signiicato funzionali all'evoluzione narrativa della sua storia, bensì un senso ed un significato che rimangono immutati dal'inizio alla fine. Degli occhi spenti di Orlando o delle smorfie timide e paranoiche della Rohrwacher (davvero molto brava, fra l'altro) non ci resta un'immgine conclusiva, che possa trarsi invece da un ricordo iniziale. Tutto inizia e tutto finisce con gli stessi volti, le stesse espressioni, gli stessi sguardi, la stessa ristagnante situazione di stallo psicologico, cui una fotografia invecchiata ed inesorabilmente tarlata, ingiallita, forse cieca nei riguardi di un futuro che non c'è e probabilmemnte sorda verso le urla echeggianti di un passato che si confonde col presente, sa attribuire un suo crudele significato. Le riprese dalla finestra - vero elemento di sfogo dello sguardo cinematografico, da sempre un varco per fuoriuscire con la mente dal set e spaziare con il pensiero su un orizzonte immaginario - sono qui prontamente smentite dai titoli di giornale appiccicati sul vetro, a chiudere ogni visione estrena, a crogiolarsi nella propria prigione psichica, senza la possibilità di liberare e di ossigenare la propria anima ferita e soffocata.
L'aria che Avati colora di autunnale, ha quasi l'odore delle foglie morte autunnali, nell'inevitabile cammino verso un inverno tetro e gelido, nel continuo riciclarsi delle ambientazioni, le quali continuano a mostrarsi ora freddamente urbane, ora di una ruralità meno genuina e spensierata di quello che un tempo era.
Il gusto per la provincia, la campagna che Svati sa farci assaporare in quasi tutte le sue opere, non regge mai su di sé in senso dell'evasione positiva, ma reca casomai i segni idelebili della corruzione e del deterioramento incontrovertibile del male di vivere, tanto cittadino, quanto agreste. I casolari decadenti, le grandi case (sempre vagamente gotiche), qui, in questo film, anche le imponenti architetture squadrate di n ventennio fascista che sommessamente (più in silenzio di quanto non si vorrebbe fra credere) permane a far da sfindo alle tormennate vicende dei suoi personaggi....Non paiono tanto luoghi di ambientazione, quanto la negazione di altri paesaggi, di differenti panorami, la proibizionedi spaziare e di evadere con il corpo e con la mente verso orizonti più puliti, ma di interrompere il proprio sguardo deluso dala vita contro le barriere, i muri, le strade, i palazzi, le finestre chiuse, le luci fioche, le stanze di case che giacciono vuote per anni ed anni. Riscoprir le quali non significa altro che illudersi di poter avere ancora un barlume, seppur seminascosto, di rivincita.
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L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Richmondo il 23-09-2008 alle 11:51 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 25-09-2008 12:27 |
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Bella rece, Ric. Solo una cosa, quel "colore" di cui parli, segno distintivo del cinema avatiano, a volte però, in alcuni film, scade nel manierismo.
Altra cosa che ho apprezzato ne Il papà di Giovanna, è che ciò non accade.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Richmondo
 Reg.: 04 Feb 2008 Messaggi: 2533 Da: Genova (GE)
| Inviato: 25-09-2008 12:29 |
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Bueno.
_________________ E' meglio essere belli che essere buoni. Ma è meglio essere buoni che essere brutti. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 25-09-2008 14:16 |
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Anche in La promessa che come sai non mi ha convinto, ne abbiamo già parlato, va detto che le atmosfere, luci e colori, la fotografia, hanno una loro equilibrata bellezza.
Per tali caratteristiche, in tal senso, trovo particolarmente attraente L'Arcano incantaore. Un film più che valido sotto tutti i punti di vista.
Avati si perde a volte, spesso, nei film "normali", nelle nostalgia delle storie, dei personaggi.., ne sparge fin troppa anche nella fotografia, nell'"ambiente", a rischio di monotonomizzare il tutto.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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badlands
 Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 29-08-2010 13:32 |
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visto ieri.la prima parte non è male,diciamo fino all'arresto,poi con la guerra succede un po' di tutto in peggio,con picchi di idiozia nel fucilamento di greggio e una inutie dimostrazione di partigiani cattivoni.per non parlare del finale insensato al cinema.peccato perchè padre e figlia son davvero ottimi,meritavano un epilogo migliore
ciao! |
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