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Flags of our fathers-La bandiera sulla collina di cartapesta |
sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 12-11-2006 18:46 |
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quote: In data 2006-11-12 17:03, gatsby scrive:
ma davvero mi sà che il troppo amore di Easwood ti abbia impedito di esser chiaro nella tua esposizione.
| beh ma di questo se ne poteva esser certi sin da quando eastwood ha firmato il contratto.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Cronenberg
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 12-11-2006 18:55 |
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Già allora lui aveva firmato il papiro
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 12-11-2006 22:11 |
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quote: In data 2006-11-12 17:29, Petrus scrive:
tra l'altro io, dopo la proiezione stampa, non ho affatto detto di aver trovato indubitabilmente il film "grandioso" o non avrei scritto nell'agenda:
quote: In data 2006-11-07 21:44, Petrus scrive:
esteticamente non è fenomenale, narrativamente sfiora il didascalico, visivamente presenta momenti altissimi come fasi di stanca. Contenutisticamente affronta temi molto complessi e articolati, e presenta una stratificazione notevolissima nella costruzione del linguaggio filmico.
D'altra parte potrebbe essere riduttivo giudicarlo tout court senza aver ancora visto Iwo Jima
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no, ma infatti quello sul giudizio era un appunto rivolto soprtatutto a Nancy. Comunque non avevo letto l'agenda.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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kagemusha
 Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 13-11-2006 09:39 |
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quote: In data 2006-11-12 16:48, Petrus scrive:
Frequente è l’accostamento che si azzarda tra il “Salvate il soldato Ryan” di Spielberg e “Flags of our fathers” di Eastwood. Accostamento che si può tranquillamente lasciare agli appassionati del dibattito tecnico/estetico sul testo cinematografico (tra i quali pure noi ci inseriamo di frequente e volentieri), perché si arena alla superflua querelle su quale sia la miglior scena di sbarco militare, quale più appassionante, quale più avvolgente.
Bisogna anzitutto far notare che tra gli emozionali (Spielberg) e i puristi (Eastwood) si inserisce, pietra miliare del genere, “Il giorno più lungo”, datato 1962. Non c’è nessuno che abbia inventato nulla, non esiste sostanzialmente nessuna innovazione nel cinema di guerra moderno rispetto a quel che è già stato codificato dalle pellicole maccartiste degli anni ’60.
qui
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falso
petrus non esssere così facilone
come dire che un caravaggista non si rifa a caravaggio perchè anche prima di caravaggio c'era gente che usava il chiaroscuro in maniera così decisa
ci sono artisti che, usando elementi non nuovi (in arte nulla si crea dal nulla), danno vita a qualcosa di così significativo e importante da diventare modello di qualsiasi artista venga dopo e voglia trattare temi simili
è il caso della prima mezz'ora del soldato Ryan con la quale chiunque voglia oggi filmare scene di guerra (e ancora di più di sbarco) deve per forza confrontarsi
e nella sua scena Eastwood ha guardato a Spilberg in maniera evidente
[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 13-11-2006 alle 09:48 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 13-11-2006 alle 12:25 ] |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 13-11-2006 15:02 |
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Non male, ma è un film didascalico.
Lo sbarco sull'isola è magnificamente narrato e ricorda molto il Soldato Ryan, ma il paragone tra queste due pellicole finisce qui. Questa di Eastwood è infatti priva di retorica ( ma non soffermiamoci sul contenuto perchè non c'è veramente nulla di nuovo) mentre il film di Spielberg è un nauseante polpettone propagandistico che sfocia nel ridicolo. |
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NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 13-11-2006 15:13 |
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quote: In data 2006-11-12 17:03, gatsby scrive:
quote: In data 2006-11-11 23:19, Ahsaas scrive:
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Ti ho leto con l'idea di apprendere qualcosa, ma a parte tutti i riferimenti e analogie con gli altri film di Eastwood, non c'è una sola spiegazione che tu esponi per cui questo film possa essere definito, ocme fai alla fine, un capolavoro.
A parte che la sceneggiatura è di Haggis, e così' si spiega il ricorso, a mio avviso spesso non proprio funzionale, dei flashback e dei più piani temporali, ma tutti i riferimenti che fai non sono (tranne in un caso, quello del "piano sequenza") mai riferiti alla regia.
Inoltre non tratti affatto del contenuto del film, che è il nocciolo da cui partono alcune scelte(tranne appunto il caso del piano sequenza che hai citato) di cui non parli. Bah, ti voglio bene Pierre, e aver letto tuttoquesto popò di roba lo dimostra, ma davvero mi sà che il troppo amore di Easwood ti abbia impedito di esser chiaro nella tua esposizione.
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E io ti dico che hai letto male. O non compreso.
Ma tornerò, a delucidare (ora sono a torino). |
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 13-11-2006 19:55 |
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quote: In data 2006-11-12 17:03, gatsby scrive:
quote: In data 2006-11-11 23:19, Ahsaas scrive:
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Ti ho leto con l'idea di apprendere qualcosa, ma a parte tutti i riferimenti e analogie con gli altri film di Eastwood, non c'è una sola spiegazione che tu esponi per cui questo film possa essere definito, ocme fai alla fine, un capolavoro.
A parte che la sceneggiatura è di Haggis, e così' si spiega il ricorso, a mio avviso spesso non proprio funzionale, dei flashback e dei più piani temporali, ma tutti i riferimenti che fai non sono (tranne in un caso, quello del "piano sequenza") mai riferiti alla regia.
Inoltre non tratti affatto del contenuto del film, che è il nocciolo da cui partono alcune scelte(tranne appunto il caso del piano sequenza che hai citato) di cui non parli. Bah, ti voglio bene Pierre, e aver letto tuttoquesto popò di roba lo dimostra, ma davvero mi sà che il troppo amore di Easwood ti abbia impedito di esser chiaro nella tua esposizione.
| mi sto mettendo paura perchè il tuo commento iniziale era l'analogia perfetta dei miei pensieri e dopo aver letto Ahsaas ciò che stavo per andare a scrivere è ciò che te hai messo sopra
quindi per farla breve,andatevi a rivedere GLI SPIETATI,lì c è già tutto,notevolmente in forma migliore
questo è un film che dura due ore e qualcosa che poteva benissimo durare una mezz ora,troppe reiterazioni inutili.
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-11-2006 00:06 |
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quote: In data 2006-11-13 09:39, kagemusha scrive:
quote: In data 2006-11-12 16:48, Petrus scrive:
Frequente è l’accostamento che si azzarda tra il “Salvate il soldato Ryan” di Spielberg e “Flags of our fathers” di Eastwood. Accostamento che si può tranquillamente lasciare agli appassionati del dibattito tecnico/estetico sul testo cinematografico (tra i quali pure noi ci inseriamo di frequente e volentieri), perché si arena alla superflua querelle su quale sia la miglior scena di sbarco militare, quale più appassionante, quale più avvolgente.
Bisogna anzitutto far notare che tra gli emozionali (Spielberg) e i puristi (Eastwood) si inserisce, pietra miliare del genere, “Il giorno più lungo”, datato 1962. Non c’è nessuno che abbia inventato nulla, non esiste sostanzialmente nessuna innovazione nel cinema di guerra moderno rispetto a quel che è già stato codificato dalle pellicole maccartiste degli anni ’60.
qui
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falso
petrus non esssere così facilone
come dire che un caravaggista non si rifa a caravaggio perchè anche prima di caravaggio c'era gente che usava il chiaroscuro in maniera così decisa
ci sono artisti che, usando elementi non nuovi (in arte nulla si crea dal nulla), danno vita a qualcosa di così significativo e importante da diventare modello di qualsiasi artista venga dopo e voglia trattare temi simili
è il caso della prima mezz'ora del soldato Ryan con la quale chiunque voglia oggi filmare scene di guerra (e ancora di più di sbarco) deve per forza confrontarsi
e nella sua scena Eastwood ha guardato a Spilberg in maniera evidente
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certo, il cinema si stratifica, si innova di volta in volta. E anche Spielberg l'ha fatto, nel soldato Ryan, con tutti i mezzi e i virtuosismi che la tecnica gli ha messo a disposizione. Ma non ha sostanzialmente scardinato uno schema visivo/narrativo che esisteva da ben prima
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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Kermunos
 Reg.: 19 Nov 2004 Messaggi: 2306 Da: Gorizia (GO)
| Inviato: 14-11-2006 00:48 |
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Torno adesso dal cinema. Non è una pietra migliare del cinema, o anche solo del genere, ma è bello, ben fatto davvero. Dovendo fare un paragone con Salvate il soldato Ryan, posso dire che questo mi è piaciuto di più.
_________________ "Fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido, per mantenere la mente diciamo... flessibile"
"Questo non é il Vietnam. E' FilmUp, ci sono delle regole" |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-11-2006 08:14 |
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GionUein
 Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 4779 Da: taranto (TA)
| Inviato: 14-11-2006 09:12 |
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quote: In data 2006-11-14 08:14, Petrus scrive:
quote: In data 2006-11-14 00:48, Kermunos scrive:
Non è una pietra migliare del cinema
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ah vabbè, allora...
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Perchè , non hai mai visto Il Milio verde ???
_________________ U N I T A C I N E F I L A |
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 18-11-2006 14:39 |
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Io invece non ci credo alla proporzione per cui Flags starebbe al genere bellico come Unforgiven al western.
Perchè Unforgiven non è tanto una critica ai valori portati avanti dal cinema western (critica che sostanzialmente comincia a partire dagli anni '50; in realtà buona parte dei western che abbiamo modo di vedere sono già "post"), quanto del suo mito, o meglio ancora del suo alone mitico (Unforgiven effettua soprattutto uno stupendo lavoro sui timbri e toni del racconto).
Un'operazione affine, in Flags of our Fathers, viene compiuta sul mito della foto di Iwo Jima: sono quello scatto, e l'ondata di entusiasmo che suscita, a essere oggetto di una revisione demitizzante e, se vogliamo usare un termine in voga, a essere decostruiti (la montagna di cartapesta, i finti riconoscimenti dei soldati all'interno dell'immagine..). Devo dire che la scena in cui viene fotografata la bandiera, così prosaicamente casuale, mi ha ricordato immediatamente Gli Spietati, dove viene spiegato come molti episodi leggendari del west siano siano di una banalità sconfortante. Questo è l'assunto ideologico di Unforgiven, spiegato esplicitamente nella scena della cella (Hackman racconta la verità sulle gesta dell'Inglese al basito scrittore), ma anche messo in pratica nel film, con la sua successione di squallidi omicidi.
In Flags dunque, c'è la demistificazione di un evento e di un immagine, ma non della "aura" del genere affrontato, come avviene invece in Unforgiven, e la ragione è abbastanza ovvia: da secoli ormai la grande maggioranza del cinema bellico mostra la guerra come orrore e non come esaltazione. Abbiamo invece quello che Unforgiven ci risparmia, la critica dei valori, cioè l'eroismo. Ma appunto, essendo ormai il cinema bellico da anni sostanzialmente contro la guerra, la portata del sermone contro il concetto di eroe è tutt'altro che innovatrice. Forse, rispetto al sentimento nazionale americano lo è, ma non rispetto al genere di riferimento (di cui accetta anche l'aggiornamento delle convenzioni visive post-Rayan). Anzi, tutto sommato, nel suo esaltare la solidarietà (se non vogliamo parlare di cameratismo) fra soldati, individua un valore positivo nella mattanza, situandosi in un'orbita tutto sommato abbastanza tradizionale, rispetto ad esempio al cinismo e alla furia anti establishment dei maestri Fuller e Peckinpah. Non che ci sia nulla di male, del resto Eastwood è un noto classicista.. A tal proposito credo che il contributo di innovazione di FouF risieda nella capacità di assimilare all'interno di un'impostazione visiva e narrativa "classica" due degli stilemi più in voga nel linguaggio cinematografico di oggi: la digitalizzazione costante dell'immagine (desaturata e quasi videoludica) e il costante spostamento del racconto tramite flashback e flashforward. Benchè questi due strumenti "facciano" letteralment il film, non vengini quasi avvertiti, assimilati come sono nell'impianto e nell'ideologia classicista di Clint.
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 18-11-2006 15:10 |
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quote: In data 2006-11-12 18:46, sandrix81 scrive:
quote: In data 2006-11-12 17:03, gatsby scrive:
ma davvero mi sà che il troppo amore di Easwood ti abbia impedito di esser chiaro nella tua esposizione.
| beh ma di questo se ne poteva esser certi sin da quando eastwood ha firmato il contratto.
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il che mi ricorda una cosa che sto leggendo di Eco, non calzantissima ma affine:
Mitizzazione come simbolizzazione inconscia, identificazione dell'oggetto con un insieme di finalità non sempre razionalizzabili, proiezioni dell'immagine di tendenze, aspirazioni, timori particolarmente emergenti nell'individuo...
sembra che nancy affidi al mito eastwood un'infalibililtà soprannaturale per cui ogni singola scelta è esteticamente e eticamente vincente, perpetuandone lo status e la granitica coerenza. ho l'impressione che se Clint avesse ritmato le scene di guerra con le opere di Mozart Nancy l'avrebbe trovata un'ennesima conferma del suo genio cinematografico...
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 18-11-2006 15:25 |
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ahah, forse hai ragione viet. in questo senso quella filia è giustamente più importante della cine stessa.
comunque cercando di spiegarmi in maniera molto semplice e didascalica:
1) Appuriamo che Clint Eastwood è un Autore nel senso "classico" del termine, un grande Autore (e qua il discorso si farebbe più ampia, bisognerebbe ripercorrere seriamente ogni singolo film, e in questo senso si andrebbe off).
2) Ciò che chiedo degli Autori che amo è, riportando testualmente ciò che ho scritto: "Spingere ogni volta la proprie barriere verso nuove sfide artistiche, attraversare strade che non si sono mai battute prima, ma senza perdere quel tocco e quella poetica che rende un autore unicamente sé stesso, quell’estetica e livello di significazioni che rende Clint Eastwood unicamente Clint Eastwood"
3) Come conseguenza dei primi 2 punti, bisogna vedere se questo E' A TUTTI GLI EFFETTI un film di Eastwood, con i suoi canoni, la sua messa in scena, gli espedienti tipicamente Eastwood. Mezza recensione è praticamente dedicata ad essa. E quindi abbiamo appurato che questo E' un film di Eastwood. Ricollegandosi al punto 1) Questo è a tutti gl'effetti un film Eastwoodiano = Eastwood è un grande Autore = Flags of our fathers è un grande film.
4) Tornando al secondo punto, possiamo verificare anche la seconda valenza richiesta: "Spingere ogni volta la proprie barriere verso nuove sfide artistiche, attraversare strade che non si sono mai battute prima". Ovvero: questo è un film totalmente Eastwoodiano, ma ha anche qualcosa di nuovo, un rinnovarsi in esso. E anche di questo, ho parlato ampiamente nella recensione. Dunque: Eastwood ha svolto pienamente ciò che il sottoscritto chiede di un Autore che ama = Eastwood è un Autore = Flags of our fathers è un film autoriale di Clint Eastwood = Ma di un Eastwood che ad ogni film si rinnova, senza però perdere sè stesso e il proprio modo di fare Cinema = Flags of our fathers è un grande film.
Saprà anche di vecchia politique des auteurs. Ma è cazzutamente e sacrosanto giusto.
_________________
eh?
[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 18-11-2006 alle 15:40 ] |
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NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 18-11-2006 15:30 |
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e affidare alla sceneggiatura di Haggis un'importanza formale fondamentale è assai un insulto per qualunque autore. Tutte le sceneggiature dei film di Hitchcock sono di altre persone, eppure le scelte stilistiche formali spazio/temporali si possono ricondurre unicamente a lui, Hitchcock. La stessa medesima cosa vale per Flags of our fathers e Clint Eastwood. E ciò definisce, dà valore e significato, narrativo o meno, allo spazio e tempo concepito in Flags. Ma anche di questo, ne ho ampiamente parlato.
_________________ eh? |
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