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Autore LE TRE SEPOLTURE di Tommy Lee Jones
bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 04-04-2007 14:45  
quote:
In data 2007-04-03 14:03, Schizobis scrive:
Rileggendo il post che apre questi topic riesce difficile capire come si possa amare un film come Babel e contemporaneamente buttare nel cesso Le Tre Sepolture.

Stabiliamo la nostra linea di tendenza. Le Tre Sepolture è un ottimo film, nonostante i tentativi megalomani di Arriaga di appropriarsi del ruolo di regista. Tommy lee Jones riesce a tenere a bada il buon Guilliermo e riesce a mitigarne il peggior difetto: quella della perfetta circolarità degli avvenimenti e dei personaggi che si reincontrano magicamente (ma quanto è piccolo il mondo, vero Arriaga?).
21 grammi è l'esempio di un film assassinato dal suo sceneggiatore.
Le Tre sepolture invece viaggia in zone molto alte, dalla parte del bellissimo "Gli Spietati" di Eastwood, di cui ripropone viaggio di redenzione, demistificazione del genere e racconto morale.
Un grido purissimo contro l'intolleranza, un inno al rispetto della vita (in pace, come in guerra).
C'è anche una piccola stoccatina a Million Dollar Baby, quando il vecchio messicano cieco chiede di essere ucciso dai due gringos in fuga: non ci sono dubbi od esitazioni su quale decisione prendere.
La televisione colma apparentemente il vuoto di giovani vite allo sbando.
Si dimentica il proprio squallore con dispendiose cure dimagranti e con visite al tempio dell'ipermercato o alla cattadrale nel nuovo centro commerciale.
Ma il senso della vita si trova oltre il confine, in un Eldorado senza insegne pubblicitarie, dove finire i propri giorni.
Che farai adesso?
L'ultima domanda è chiaramente rivolta a sè stesso...

film bellissimo sul potere della visione
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"tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 05-04-2007 08:45  
....e anche della (tele) visione

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 05-04-2007 14:13  
quote:
In data 2007-04-05 08:45, Schizobis scrive:
....e anche della (tele) visione

c è chi vede una telenovela sciatta per sentirsi meno sola,chi gli occhi li ha completamente persi,chi disegna la propria vita su un cumulo di macerie.
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 05-04-2007 15:18  
si assolutamente d'accordo.
E poi il tema della sacralità della sepoltura che richiama echi da antica tragedia greca (la legge degli uomini vs la legge degli dei).
E ancora quella fotografia che racchiude una vita inventata: un sogno impossibile per una scelta sbagliata o la copertura di comodo di un omosessuale?
Mi piacerebbe sapere la vostra opinione.

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 05-04-2007 21:47  
quote:
In data 2007-04-05 15:18, Schizobis scrive:
si assolutamente d'accordo.
E poi il tema della sacralità della sepoltura che richiama echi da antica tragedia greca (la legge degli uomini vs la legge degli dei).
E ancora quella fotografia che racchiude una vita inventata: un sogno impossibile per una scelta sbagliata o la copertura di comodo di un omosessuale?
Mi piacerebbe sapere la vostra opinione.

penso che il songo impossibile del messicano capito dallo straniero-cowboy ormai perso in un tempo che non è più suo sia una delle vette poetiche del cinema di questi ultimi anni.la possibilità di esistere ancora una volta attraverso la propria visione che diventa l'ultima individualità possibile,mi ricorda per certi versi THE JACKET film secondo me sottovalutato
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 16-04-2007 10:50  
LE TRE SEPOLTURE

C’è una scena importante in questa traversata ai confini della Morale, ed è quella dell’incontro del vecchio cieco, che versa il vino e spezza il pane per chi dice “ho sete, ho fame”. La sua richiesta di eutanasia ed il rifiuto di Pete ad accordargliela sembra una piccola stoccata all’Eastwood di Million Dollar Baby, in una sorta di sacro rispetto di ogni vita che presuppone una ferma legge morale dentro l’individuo. Questo confine non può essere sorpassato e la legge degli uomini, in questo caso, non può sostituirsi alla Legge degli Dei. La consapevolezza di questo limite viene confermata poco più tardi quando la polizia di frontiera chiede al vecchio cieco se ha sentito passare di lì due gringos in fuga. La risposta negativa è accompagnata da una smorfia lungo il viso, come una specie di sorriso.



La musica di Marco Beltrami (allievo del compianto Jerry Goldsmith, specializzato in colonne sonore di film come Il Presagio) accompagna poeticamente questa traversata nel deserto che sembra elogiare la lentezza indolente e la pausa contemplativa. Non più televisioni o assordanti rumori, solo spazi infiniti nei quali confrontare la propria terminalità e il proprio respiro corto. Tommy Lee Jones è eccezionale nella doppia trasformazione di cowboy gradasso (e anche un po’ irriverente) e vendicatore implacabile: guardate il suo sorriso trasformarsi in smorfia dolorosa (quasi una premonizione, un presagio...), quando Melquiades gli annuncia che nel caso succedesse qualcosa di brutto, non vorrà essere sepolto in terra texana, in mezzo ai cartelloni pubblicitari. La triste parabola di Melquiades apre gli occhi anche allo stesso Pete, alla sua inutile attesa di un amore che non c'è, un sogno unilaterale che si frantuma vivendo a spizzichi e bocconi il resto di esistenze altrui (la sua bella non lascerà mai il marito).



Lo sceriffo impotente non riesce a sparare alle spalle. Ritorna al suo sesso clandestino con calzoni abbassati e orrendi calzini bianchi. Il cuoco Bob osserva la moglie fare la civetta con lo sceriffo ed anche lui trasmette un senso di sconfitta e di resa senza condizioni opportunista quanto cinica. Nel momento della prima difficoltà la giovane mogliettina di Rambo Pepper insoddisfatta, desiderosa di tornare agli ipermercati di Cincinnati, abbandona la barca che affonda e il marito colpevole di omicidio. Forse questo personaggio femminile è il meno credibile tra quelli disegnati dalla coppia Lee Jones – Arringa, ma dobbiamo anche concedere alla giovanissima attrice l’attenuante del debutto.



Questo quadro di una umanità senza speranza viene riscattato dal sacrificio di Melquiades: ci si inginocchia e si chiede perdono. Ci si rende conto dell’inutilità delle proprie misere vite. Si impara il rispetto e la tolleranza, per il diverso, per il clandestino, per il rifugiato, per il prigioniero di guerra. Si attende il giudizio della legge degli Dei con la consapevolezza di essere stati ciechi per troppo tempo. Cosa farai? Quest’ultima domanda gridata verso il cielo rimbalza e ritorna come un boomerang contro noi stessi. Cosa farai? Non lo so, so solo che ero cieco e adesso ci vedo.
ULTERIORE APPROFONDIMENTO QUI
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True love waits...

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