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Autore Sussurri e grida, meravigliosa lezione di Bergman
Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 16-11-2005 16:25  
quote:
In data 2005-11-16 02:15, AlZayd scrive:
Ottimo!

Solo 3 minuti di film.., hai voglia ad analizzare i restanti 87 circa!

Vorrei tornare sulle musiche, elemento molto importante. Dicevo che i brani musicali sono due: la Mazurka in la minore di Chopin e la Sarabanda da una suite per violoncello solo di Bach, in do minore. La tonalità in minore, più sensibile, più "femminile" (soprattutto se è in "la"), non è per caso. Con la Mazurka (non pensiamo a quella della nonna.., è un brano di indicibile poesia), Bergman fa da eco all'elegiaco momento in cui Agnese ricorda, evoca,la figura della madre: "le volevo bene perchè era dolce, bella, viva, perchè faceva sentire la sua presenza". Qui riaffiora il tema della "añoranza", della nostalgia di ciò di cui la mente viene privata (Brenan). Con le note profonde ed avvolgenti del violoncello il regista esprime invece il silenzio colmo di affetti che si instaura tra Maria e Karin dopo il temporaneo riappacificamento/chiarimento. La musica è dunque usata a fini espressivi, in due scene fondamentali, e si fa carico mettere a nudo le emozioni più profonde ed istintive. E'il potere catartico della musica (ve n'è più di uno di momenti catartici in Sussurri e Grida), la più astratta ed immateriale delle arti, e per questo capace di evocare meglio delle altre arti gli affetti, il sentimento, la pietas.




Analisi molto efficace.
E perchè non parlare allora della scena figurativa che riprende "La pietà" di Michelangelo? E' un film che può essere squadrato, interpretato e ricomposto all'infinito
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 16-11-2005 17:02  
quote:
In data 2005-11-16 16:25, Kieslowski scrive:

Analisi molto efficace.
E perchè non parlare allora della scena figurativa che riprende "La pietà" di Michelangelo? E' un film che può essere squadrato, interpretato e ricomposto all'infinito




Una delle più belle e strazianti icone filmiche di sempre.

Non sono riuscito a trovare un'immagine migliore

http://img209.imageshack.us/img209/596/sussurriegrida1ew.jpg




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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 16-11-2005 18:15  
quote:
In data 2005-11-16 17:02, AlZayd scrive:
Una delle più belle e strazianti icone filmiche di sempre.

Non sono riuscito a trovare un'immagine migliore

http://img209.imageshack.us/img209/596/sussurriegrida1ew.jpg



In effetti rende bene l'idea


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"Copulare è una faccenda molto seria, i risultati sono pochi a parte le malattie e la tristezza"

[ Questo messaggio è stato modificato da: Kieslowski il 16-11-2005 alle 18:26 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 16-11-2005 18:32  
In questi abbracci ed abbandoni c'è anche una sorta di sensualità ..
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 17-11-2005 17:24  
quote:
In data 2005-11-16 18:32, AlZayd scrive:
In questi abbracci ed abbandoni c'è anche una sorta di sensualità ..




In che senso? Spiegati meglio la sensualità di questo film è una cosa che ho sempre condiviso in parte
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2005 18:49  
quote:
In data 2005-11-17 17:24, Kieslowski scrive:
quote:
In data 2005-11-16 18:32, AlZayd scrive:
In questi abbracci ed abbandoni c'è anche una sorta di sensualità ..




In che senso? Spiegati meglio la sensualità di questo film è una cosa che ho sempre condiviso in parte




La vicinanza anche corporea, il contatto carnale, fisico, dei sensi, oltre che spirituale. Bergman mette spesso in risalto nei suoi film il corpo, la nudità, in alcune scene con risultati anche puramente erotici. E' un regista molto carnale. Ne Il Silenzio (film misconosciuto e sottovalutato, ed anche massacrato nella versione italiana) vi sono alcune scene di sesso che, sebbene non volgarmente esplicitate, sono davvero forti. Soprattutto a fronte della tensione psicologia intorno alla quale sono costruite e che coinvolgono visceralmente, sensualmente, lo spettatore.

"Non voglio avere nulla a che fare con la tua morte" risponde Karin alla sorella morta che invoca il suo abbraccio. Stessa cosa capita a Maria che ci prova per poi fuggire inorridita. Scavando più a fondo, anche in altre sequenze in cui si evince l'indifferenza delle due sorelle verso la moribonda, oltre ciò che appare ad una prima lettura, tali scene sottendono presumibilmente alla autonegazione della "sensualità" da parte delle due figure femminili distrutte dall'egoismo, dal cinismo, dall'indifferenza, accompagnate a "mariti ciechi", altrettanto "frigidi" e biechi. Esse temono ogni sorta di contatto fisico (in Karin si manifestano con forme di masochismo, quando si ferisce proprio nella parte del corpo che rappresenta la fecondità, estremo espediente per negarsi alle avance del marito) e provano ripugnanza, orrore per qualcosa che trovano insopportabile, operando una tragica separazione tra il corpo e lo spirito, da cui il loro sfaldamento esistenziale, morale e psichico. Queste figure di persone vive pur essendo spiritualmente e "sensualmente" morte, sono più morte della sorella che morta lo è realmente... A differenza di Anna, la generosa e coraggiosa cameriera, in cui convivono in perfetto equilibrio le pulsioni della carne e dello spirito, e che dunque riesce a provare il sentimento della Pietas, anche "sensuale".., a cui abbiamo già fatto cenno. Questo film è un pozzo inesauribile di collegamenti, rimandi, suggestioni, significati. E' profondamente "religioso" ma anche laico, terreno, trascendente ed immanente. Enorme Bergman!
Questa cosa dei morti viventi, di borghesi "putrefatti", sbandati, chiusi in se stessi, persi in se stessi e negli altri, impossibilitati a compiere il "gesto", rimanda inesorabilmente al cinema di Luis Bunuel. Le ultime scene di Sussurri e Grida (1973), prima che quei borghesi dal "fascino discreto" e perverso abbandonino la casa, nel modo in cui si congedano dalla realtà, dal dramma che si è appena consumato, dalle memorie, da se stessi, dalla docile Anna, come fantasmi costretti ad incamminarsi senza meta per una lunga strada bianca che non conduce in nessun posto.., evocano, anche per certe atmosfere, le penultime opere di Bunuel, soprattutto Il Facino discreto della borghesia (1972). C'è una scena, che nella sua tragicità finisce per apparire comica, di una comicità sommessamente triste e sconfortante, desolante, che ricorda lo humor al vetriolo e surreale del vecchio aragonese. E' quando Anna, la cameriera, rifiuta il "ricordo" promesso di Agnese, con grande dignità ed umiltà, e l'arcigno marito di Karin le rinfaccia compiaciuto: "molti hanno la vocazione per il martirio, e restano con un pugno di mosche". Frase a cui fa da tempestiva eco il ghigno sprezzante, isterico, maligno e compiaciuto - sorta di sorriso ienesco, tragico, motale - della di lui consorte. Inquadrature geniali! Impossibile non correre con la mente a Viridiana, quando il marito di Maria elargisce infine la "carità" pelosa ed ipocrita alla cameriera, giusto per rendere meno mordaci i propri sensi di colpa. Sul volto di Maria, mentre consegna fisicamente il denaro ad Anna, con un'espressione di finta pietà, espressione di quella malcelata deriva spirituale che il dottore amante le aveva fatto notare, riflessa nello specchio (il tema del poppio ricorrente in Bergman: Come in uno specchio), all'inizio del film.

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 18-11-2005 alle 18:56 ]

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 02-03-2008 22:47  
L'ho visto oggi, mi ha colpito moltissimo per l'espressività dei primi piani a cui, del resto, Bergman ci ha sempre abituato.
E poi la fotografia di Sven Nykvist e le scenografie di Marik Vos con quel perfetto contrasto cromatico certamente simbolico tra rosso, bianco e nero (in rosso sono pure le dissolvenze).

Una storia crudele, dolorosa cupa e violenta (sconvolgenti le scene di agonia di Agnes e la "masturbazione" col pezzo di vetro di Karin) che Bergman narra, al solito, con grande rigore.
Toccante poi il rapporto materno-sensuale che si instaura tra la governante Anna e Agnes: quei momenti in cui Anna avvicina Agnes al suo seno..
Ingmar si sta confermando uno dei miei registi preferiti.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 03-03-2008 alle 00:14 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 02-03-2008 23:49  
Che hai ritirato fuori.., mi manca il buon Kies, ed altri utenti, quelle discussioni "accorate", tipo questa, ora sempre più rare.


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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 03-03-2008 00:15  
quote:
In data 2008-03-02 23:49, AlZayd scrive:
Che hai ritirato fuori.., mi manca il buon Kies, ed altri utenti, quelle discussioni "accorate", tipo questa, ora sempre più rare.



In effetti ho dato un' occhiata ai vostri post e avete fatto delle riflessioni interessanti.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-03-2008 11:58  
quote:
In data 2008-03-03 00:15, quentin84 scrive:
quote:
In data 2008-03-02 23:49, AlZayd scrive:
Che hai ritirato fuori.., mi manca il buon Kies, ed altri utenti, quelle discussioni "accorate", tipo questa, ora sempre più rare.



In effetti ho dato un' occhiata ai vostri post e avete fatto delle riflessioni interessanti.



Più che altro, nel rileggere questo topic di cui mi ero quasi dimenticato, mi sono reso maggiormente conto di come - a parte alcuni utenti più interessati a parlare di cinema, tra cui te, piuttosto che "scontrarsi" sul cinema, nell'assunto forse improduttivo del termine - non si vada oltre il giudizio sommario, "bello o brutto", con commenti troppo spesso chiusi, distratti, nel senso che, oltre la mera esposizione, e l'approccio polemico, non esprimono intenzioni di "condivisione", pur nel disaccordo sui specifici film, o autori, in cui sia tuttavia presente quel gusto frizzante e partecipativo della polemica appassionata.
Se così è, così evidentemente dev'essere, però spesso la cosa mi annoia e dunque tendo ad evitare molte discussioni, anche su film che conosco e su cui avrei da dire qualcosa. Quando qualcuno prova a (ri)animare.., a spostare l'attenzione dal solito cinema mainstreams, o blockbuster, il cinem di gran moda, insomma, la risposta è pressochè nulla.., dunque si ha la sensazione di perdere tempo.

Non riesco a capire, ad esempio, che senso abbia postare in "Agenda dei film" un interminabile elenco di titoli visti privi di commenti che potrebbero innescare degli scambi di idee non limitati al solito: "bello o brutto", ecc (anche perchè non si possono aprire topic specifici su tutti i film che vediamo, sull'enorme quantità di film, vecchi e nuovi, prodotti, dunque quello spazio tornerebbe utile per sopperire a questo dato di fatto), dove raramente il commento esula dalla battutella sostanzialmente fine a se stessa. Fossero, quei topic che si alternano, finalizzati, non so.., a creare delle statistiche, indici di maggior gradimento, ecc, potrei anche capire, ma così finsce tutto in inutili calderoni di cui si perde memoria in attesa che se ne apra un altro destinto a finire nello stesso modo... La proliferazione di topic "gossippari" (le più belle tette, la più bona, il più bello, chi ti tromberesti.. e altra roba simile), è in aumento, dove il dato "preoccupante" non è il gossip un sè, ma l'enorme scarto qualitativo e quantitativo che esiste tra l'intrattenimento più inconsistente ed inutile e i tentativi posti in essere nel tentativo di tornare finalmente a palare di cinena!

E ciò non capita solo in cinema.

Ragione per cui (mi) mancano molti utenti, ancor attivi o desaparecidos (forse anche per i motivi di cui alle mie "esternazioni"), che animavano questi spazi allo stato francamente ridotti al lumicino.
Quanto sopra, pur con tutte le buone eccezioni del caso, dove utenti di buona volontà non mancano, ci tengo a risottolinearlo.

Solo una riflessione, forse scioperata, sicuramente inutile, ma tant'è...

Scusate l'off-topic forse, ma mi scappava qui.., e qui l'ho fatta!

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 03-03-2008 alle 12:02 ]

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Hegel77

Reg.: 20 Gen 2008
Messaggi: 298
Da: Roma (RM)
Inviato: 03-03-2008 18:40  
Mi associo ai vostri bei commenti, davvero molto profondi.
Questo film riesce a dare forma visiva all'angoscia della morte e nello stesso tempo riesce a comunicare una sorta di spiritualità laica che si esprime nella solidarietà e nella condivisione di momenti felici.
E' incredibile come alla fine della visione, ti alzi dalla sedia con una forza e consapevolezza uniche, come se il cinema avesse per qualche momento esorcizzato il fantasma della morte.
La tensione non scende mai di livello, la fotografia sembra quella di una endoscopia, i primi piani insistiti sono retti benissimo da attori formidabili.
Un film eccezionale, un patrimonio per l'umanità
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Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2010 22:45  
rivisto ieri
meraviglioso concordo con tutto quanto detto in questo topic

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Moreschi


Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 2038
Da: Milano (MI)
Inviato: 15-01-2010 23:10  
Che film.
Uno dei prodotti umani più alti che ricordi.
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“Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida ... ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima” (I. Bergman).

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