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Autore IN THE MOOD FOR LOVE di Wong Kar Wai
Quaid1982

Reg.: 18 Apr 2006
Messaggi: 68
Da: Reggio Emilia (RE)
Inviato: 24-04-2006 10:23  
quote:
In data 2005-06-19 18:41, Goose76 scrive:
Nell'immaginario collettivo immagianiamo gli orientali (cinesi , giapponesi , coreani..) come tante formichine con la mania della fotografia e del lavoro. Poi ci incantiamo davanti alle immagini di Kar wai , Kitano e Kim ki duk ...
che popolo strano .. (il nostro).




Concordo pienamente con te.

Riguardo al film avete già detto molto, ad ogni modo a mio parere il migliore rimane Hong Kong Express.
Ma i film di Kar Wai mi piacciono tutti.
E Tony Leung è un attore eccezionale....è incredibile come qui vengano sbandierati decine di attori americani che valgono la metà di lui.

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Arwen1

Reg.: 29 Apr 2006
Messaggi: 218
Da: pescara (AQ)
Inviato: 05-05-2006 14:55  
questo film è molto bello,e ha una delle migliori colonne sonore che io abbia mai sentito.
_________________
Una mattina a sangue freddo le infilai un cappio al collo e la appesi al ramo di un albero;l'impiccai con gli occhi pieni di lacrime e col + amaro rimorso nel cuore;l'impiccai perchè sapevo che mi aveva amato...
Edgar Allan Poe

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mookie

Reg.: 03 Mag 2006
Messaggi: 166
Da: Sezze (RM)
Inviato: 05-05-2006 22:30  
Buonasero.

in effetti l'analisi del film è di fatto poco soggettiva, direi, forse se mi passaste il termine, quella che le attribuiresti di volta in volta, con un finale mozzafiato, stavolta. Perlomeno piuttosto approssimativa la scenografia e poco innovativo il titolo, ma i giapponesi anno già nomi innovativi, nel contesto occidentale, mica possonopure innovare il titolo,sennò chi ci capisce. Se poi li fanno pure in lingua originale, e non se li vede più. Nel mezzo tanto amrcord e voglia di ritrovarsi, amanti ed amati.

Sufficiente il risultato.
Hong King Boh nella scena della riva sul fiume kong. King sul Kong. ce l'hanno nel sangue, l'incubo del mostro che un giorno divorerà tokio.

Arrivederci.

Messaggio Promozionale

"Peppe Risa ricambi per tutte le auto di tutte le marche anche modifica centraline motozappette a zolla da vero amatore. Tivoly (- legge tivolai - Waioming, USA).

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 06-05-2006 00:29  
quote:
In data 2006-05-05 22:30, mookie scrive:
Waioming, USA



Lo pronunci ruttando?
_________________
Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io"

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Ilaria83

Reg.: 03 Mag 2006
Messaggi: 330
Da: porto torres (SS)
Inviato: 23-05-2006 16:54  
Non posso che unirmi agli elogi fatti nei confronti di un capolavoro come questo,reso tale dalla come sempre elegante regia di Wong Kar Wai,dal cast eccezionale,su tutti Cheung e Leung e dalla strepitosa colonna sonora,tre costanti nel cinema di questo grandissimo regista..

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 16-08-2006 07:30  
IN THE MOOD FOR LOVE di Wong Kar Wai 2000 (amarcord alla cinese, quizas, quizas, quizas)

Tuffo nel passato di Wong Kar Wai, regista cinese trapiantato ad Hong Kong dall’età di 5 anni, e narrazione che copre l’arco temporale di 4 anni dal 1962 al 1966 (anno molto importante perché segna l’inizio della rivoluzione culturale ad Hong Kong e del dissolvimento della storia coloniale).
La storia personale di Mr Chow giornalista (un perfetto Tony Leung) e Mrs Chan impiegata (una gigantesca Maggie Cheung) che inizia con un doppio trasloco (che ne evidenzia le affinità elettive culturali) e poi prosegue con la scoperta simultanea del tradimento dei rispettivi coniugi. Cosa fare? Reagire e cambiare vita, abbandonando i due traditori?Capire il perchè , le motivazioni del tradimento, cercando in una finzione teatrale l’immedesimazione con i due fedigrafi? Oppure abbandonarsi alla passione e vivere nella clandestinità? Per tutto il film riecheggia questa frase “Non dobbiamo essere come loro…”.
Il film si basa su questo concetto di negazione: Non voglio essere come loro, non dobbiamo farci scoprire, non dobbiamo più vederci, non credevo mi sarei innamorato. Ma continuando con la negazione i due lasciano che il potere coercitivo e il super-io morale della società (rappresentato in maniera geniale da un vicinato che continua a fare domande di tipo investigativo e, in barba al concetto di privacy, si permette pure di dare dei consigli di dignitoso comportamento) schiacci ogni piccola possibilità di ritornare veramente a vivere, affermando, con il nascente sentimento, la loro personalità. Prendere in mano la penna e riscrivere il romanzo della propria vita: quanti sono veramente capaci di farlo, sfidando convenzioni e dettami morali?
Non dobbiamo essere come loro e allora ci accontentiamo di recitare una parte, assumiamo altre identità per una prova d’attore che diventa sempre più convincente fino a sfiorare l’aderenza al reale. E infatti quando, recitando, Tony Leung inscena l’addio tra gli amanti, è talmente perfetto da suscitare un pianto irrefrenabile e disperato nella apparentemente fredda Maggie Cheung.
Tantissimi sono i punti di forza di questo film che lo rendono unico e con un posto definitivo nella storia del Cinema: la cura certosina degli ambienti, la descrizione del cibo (e l’importanza culturale di esso), il vestiario dei protagonisti (soprattutto notate il guardaroba fornitissimo e variopinto di Maggie Cheung con i vestitini aderenti a collo alto e maniche cortissime) e soprattutto la musica (e la radio) di quegli anni che rappresenta una colonna sonora azzeccatissima. Il tema musicale principale (non è però originale ma ripreso da un altro film) è di una dolcezza sconvolgente e con la sua forza emotiva ferma il tempo (quello che forse desidererebbero i due protagonisti) e rallenta le immagini creando uno stupendo effetto poetico. Ma la forza principale del film è proprio nell’aderire alla discrezione (a al “Mood” ) dei due protagonisti: Kar-Wai aveva girato la scena dell’amplesso amoroso nella camera 2046 (vi ricorda qualcosa questo numero?) dell’albergo in cui i due traditi si incontrano. Si accorse che strideva con il tono di tutto il film e decise di toglierla (c’è solo una frase sibillina di Maggie Cheung che dice:”Stanotte non voglio dormire a casa”). Rimane il grande segreto (un figlio frutto di quella notte galeotta? il sorriso abbozzato di Tony Leung che ritorna nel’appartamento sembra confermarlo) che viene sussurrato (e imbalsamato contro il potere corruttivo del tempo) dentro il buco di un albero, tra le rovine di un antico tempio buddista. Ma ne valeva veramente la pena? Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Una negazione alla Antonioni chiude il film, ma questa opera è caldissima affascinante perfetta nella costruzione,più in linea con il romanticismo appena sussurrato e la discrezione orientale di Kim Ki Duk (Primavera,,,,Ferro 3) e Kitano (Dolls).
Capolavoro da collezione.

“Quando ripensa a quegli anni lontani è come se li guardasse attraverso un vetro impolverato…il passato è qualcosa che può vedere, ma non può toccare….e tutto ciò che vede è sfocato, indistinto…”



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