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il caimano |
Citizen
 Reg.: 12 Ago 2004 Messaggi: 210 Da: Prato (PO)
| Inviato: 09-04-2006 16:28 |
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Questo film mi ha decisamente convinto. Non sul piano politico, sul quale ero già bell'e che convinto, ma su quello prettamente cinematografico. è grottesco, al di fuori del tempo e dello spazio, nonostante gli eventi narrati siano legati a doppio filo con la realtà. L'aspetto metacinematografico è delizioso. Grande prova...
_________________ Me, I don't talk much... I just cut the hair. |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 09-04-2006 17:34 |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 09-04-2006 18:08 |
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quote: In data 2006-04-09 17:34, Petrus scrive:
eh?
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Eh si
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 10-04-2006 01:37 |
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quote: In data 2006-04-07 12:57, vietcong scrive:
io mi chiedevo solo che senso avesse quella scena e, se accettiamo l’interpretazione comune “apocalisse sulle macerie morali dell’Italia”, denunciavo semplicemente una certa incoerenza in un finale apocalittico che viene dal nulla, che non ha premesse nel mondo diegetico del film, dove queste miserie non sono rappresentate e dove non ci sono certo grandi forze antagonistiche (su questo discorso del “fuori campo” del film, dopo).
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Non so che dire. Probabilmente è solo una questione di abitudine cinematografica.
Vedere e scorgere alcune cose nei film. vederseli sfuggire dalle mani.
vederli mutare, vederli mentre si ribaltano frontalmente, quando si opacizzano,
ovvero quando smettono di solcare quella linea narrativa dove si nasconde il linguaggio (e quindi diventare opachi), ma anche il gioco e la libertà di poter fare quello che si vuole e quando lo si vuole.
Moretti non ci ha mai abituato (se non con la stanzetta del figlio) ad un cinema lineare. Se non era il linguaggio ad impazzire e a mescolarsi, ma anche a rivelarsi, allora lo era la struttura narrativa:
Un ribaltamento, la distruzione, cambiamenti di velocità e di sensi sono da sempre presenti nel cinema di Moretti.
Ed è vero, Moretti non è Godard. E' più quadrato, moralista, è anche più simpatico, non ha la potenza politica, se offende non sa farlo con le immagini, e preferisce farlo con i dialoghi.
Non riuscirei a dire che quello di Moretti è un attacco contro la narrazione classica intesa come contenitore portante del film, ma so anche benissimo che il contenitore del film è solo un oggetto che ha uno spazio che deve essere riempito e che quel pieno lo decide un autore come e quando vuole.
La narrazione, quindi la concatenazione degli eventi si articola sull’arbitrarietà del regista e non sulla necessità dell’economia della narrazione. Non è necessario quindi costruire una storia che sia nella sua divisione per sequenze una concentrazione di dati e fatti che permettono alla stessa storia di progredire coerentemente verso un finale, se poi consideriamo che lo stesso finale non ha nessuna importanza.
Arriva quando il film ha detto tutto, quindi anche senza nessun preavviso e senza nessun eclatante evento. E 'casualmente' coincide con il film dentro il film. La fine come l'inizio.
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Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 10-04-2006 alle 01:41 ] |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 10-04-2006 02:34 |
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quote: In data 2006-04-07 12:57, vietcong scrive:
Non mi basta che abbia tenuto fuori il già noto, perché questa forma di intelligenza secondo me ha poco a che fare con l’arte, che dovrebbe avere il potere di farci vedere la realtà con occhi nuovi, illuminandola, esprimendo quello che forse già sapevamo ma in modo migliore di quanto avremmo potuto sperare di fare noi stessi (questo – nella mia concezione di stampo romantico – fa la poesia; riscatta la pigrizia delle percezioni, rivelando. Se bastasse l’esercizio liricheggiante di spandere un certo stato d’animo sui vari oggetti del nostro sguardo, saremmo tutti poeti).
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No aspetta, il discorso che si faceva è ben diverso da quello che dici.
Io non volevo far intendere che Moretti ha nascosto quello che è già noto a tutti.
O che nascondendolo ci ha ricamato astutamente sopra un film capace di evocare certe cose, ma liberato dal peso delle critiche (politico-propagnadistiche e di schieramenti).
Io ho detto (o avrei voluto dire, e semmai lo dico ora) che l'intelligenza di Moretti è stata quella di limitarsi a citare.
Anzi no, scusa.
Non ha nemmeno citato, ha semplicemente raccontato in sottofondo una cosa che noi conosciamo e l'ha legata per contrapposizione (per il semplice fatto di averle unite, messe in relazione, in sequenza etc etc) ad alcune vicende umane.
Ora... per come noi conosciamo le cose, per come noi, o alcuni di noi, hanno vissuto certi cambiamenti, o certi avvenimenti sociopolitici in italia (la tv sempre più cattiva maestra, un rimbecillimento generale della cultura, incapacità di reagire, il veleno nel dolcetto etc etc) è facile immaginare che su una base così "negativizzata" che conosciamo tutti (ecco dove stanno le cose note di questa vicenda) accostare una serie di avvenimenti costruisce psicologicamente (nonchè narrativamente) un risultato unico: le colpe dei fati finzionali si imputano al costrutto reale dove questi sono ambientati.
Moretti sceglie precisamente di metterle a carico di Berlusconi e dell'Italia che con lui, tutti noi, abbiamo creato. Ma non lo fa in maniera propagandistica, lo fa da una posizione precisa. Lo fa da intellettuale, da snob, da regista elitario, da borghese.
Però lo fa. Ed è giusto che lo faccia dalla posizione che gli appartiene. Non potrebbe essere altrimenti.
Ma l'operazione morettiena è veramente semplice e crudele. Moretti non mostra, non mette in comunione retorica e quindi in allegoria diverse situazioni per creare didatticamente un parallelo, le unisce in maniera più profonda, al di là del linguaggio. Tocca a mio avviso quelle sensazioni collettive che non possiamo negare e lo fa con uno strumento che non si preoccupa di essere preciso, però capace di andare a fondo. di arpionarti come quelle fiocine a rondella che si aprono dopo avere trafitto la preda.
Entri liscio, esci strappando.
Per questo secondo me sbagli quando affermi che "non ci fa vedere la realtà con occhi nuovi, illuminandola" etc, perchè invero è quello che fa alle persone che escono dal cinema a cui il film è piaciuto.
Io dal cinema sono uscito arrabbiato, tremante, furioso ed esaltato e ci ho messo giorni a capire perchè fossero queste le reazioni avute davanti al film. Perchè se ripenso a Il Caimano mi arrabbio? Perchè non posso smettere di parlarne? Perchè non accetto un giudizio diverso dal mio su questo film?
Perchè penso che Il Caimano sia un film vero e che sia stato capace di dare una grande scossa con pochissimo dire.
Nulla viene mostrato.
Nulla viene indicato.
Si insiste su cose che sappiamo.
E la politica sfugge, sfugge davvero perchè è la vita di Bruno Bonomo che soppianta la vita in cui viviamo.
Poi questa vita inizia a farsi strada: la rai, metariflessioni, metacinema, berlusconi, moretti che è moretti o forse no.
La componente reale emerge, non prevalica. Si fa sentire.
Ma quello che di più importante viviamo sono le vicende del personaggio di Orlando... le emozioni che pensiamo possano dipendere unicamente dal narrato, in verità noi le pschiamo nel reale che corre sotto.
E sotto il film e sotto di noi.
Il contenitore finzionale è come un "mirror" che pesca altrove le informazioni di cui hai bisogno. E proprio quando sei dentro, proprio quando i meccanismi relazioni si concludono con tutti i diversi fallimenti... proprio allora Moretti alza un muro di pietra spesso 10 metri e noi ci schiantiamo contro.
E' vero non abbiamo avuto modo di creare freni adatti per frenare; non ci siamo allenati per finire in un film dentro al film.
Eppure questo gesto (visto che parlavi anche di gesto) chiude la porta al racconto, ma la spalanca alla vita (nonchè ancora di più al cinema).
E' un'acellerazione incredibile verso l'alto, distrugge un mondo, riapre a quello vero denunciando da dove il film origina e su cosa il film si costruisce.
E' come la pillola blu di Matrix. Una volta iniziata l'ultima (o l'unica?) sequenza de Il Caimano, ci risvegliamo attaccati a dei tubi in un mondo diverso.
Cosa di più bello se non la distruzione del cinema in un film. La rivelazione che questo possa dipendere veramente, non nella sua narrazione, da una realtà che non abbiamo capito fino alla fine e che nemmeno dopo la fine riusciamo a capire.
Moretti depista e non si lascia prendere.
Il finale tira le somme sulle emozioni del film. Forse è l'unica cosa che assomiglia a tutto il resto, ma unicamente perchè tutto il resto, per la prima volta, manca.
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Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 10-04-2006 alle 02:45 ] |
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Anello
 Reg.: 08 Apr 2004 Messaggi: 101 Da: Avezzano (AQ)
| Inviato: 12-04-2006 20:20 |
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grande...un film grande!Ecco tutto...l'unico film che vada contro Berlusconi,l'unico che vada contro il cinema italiano che per paura non produce niente contro il Presidente...fatto veramente bene!Nanni Moretti è stato uno dei pochi che ha fatto un film contro Berlusconi,è questo è già da apprezzare! |
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pensolo
 Reg.: 11 Gen 2004 Messaggi: 14685 Da: Genova (GE)
| Inviato: 12-04-2006 20:30 |
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Ma il film l'hai visto?
_________________ Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io" |
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Sandrino
 Reg.: 17 Mag 2004 Messaggi: 612 Da: Gavi (AL)
| Inviato: 13-04-2006 18:37 |
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_________________ Jules:<<Per caso quando sei arrivato qui hai letto "Deposito di negri morti"?>> |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 14-04-2006 09:18 |
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IL CAIMANO di Nanni Moretti (ovvero l’Italietta del XXI secolo tra orrore e folclore)
ATTENZIONE SPOILER
Che io abbia potuto vedere solo adesso, in un parlamento europeo sghignazzante e allibito, la figuraccia immane del nostro Presidente del Consiglio che incalzato dalle puntuali e precise domande del deputato Schultz, reagisce a modo suo, tra l’orrore e il folclore, dando del Kapò al malcapitato, mi fa capire come il rischio di una guerra civile in Italia, immaginato dall’amaro finale del Caimano, non sia una ipotesi così peregrina e fantascientifica. Inoltre all’indomani di elezioni democratiche sentire parlare di “brogli” e che si “deve cambiare il risultato” mi fa scorrere brividi lungo la schiena e sinceramente mi toglie il sonno, anche alla luce dell’ipotesi morettiana di rivolta contro i poteri costituiti.
Il film viaggia sul doppio binario dell’introspezione personale (il classico privato di Nanni Moretti) e lo scenario pubblico politico dentro il quale si muovono i personaggi. Mai come in questo film, Moretti riesce nell’impresa di equilibrista di dimostrare un semplice teorema: è difficile separare privato e pubblico, crisi personale (professionale e matrimoniale) e declino politico Italiano, tradimenti degli amici e senso di giustizia (giustizia che, alla maniera di Orwell della Fattoria degli animali, per qualcuno è un po’ più uguale che per altri). In fondo è difficile combattere il caimano quando in realtà un pochino lo siamo tutti noi. C’è una bellissima scena nel film che sintetizza questo mio pensiero: sulla macchina Silvio Orlando aggredisce la coppia lesbica in un rigurgito reazionario che ben rappresenta l’Italietta del post berlusconismo. Dice “…non voglio sapere come avete fatto questo figlio…” e nel frattempo è tutto rinchiuso in un provincialismo fatto di continue pressioni psicologiche sui figli (la sindrome del genitore-allenatore) e scenate di gelosie ingiustificate verso la moglie (quanto meno ridicole, si pensi alla scena del concerto). Provincialismo e ipocrisia ben incarnati da Michele Placido, l’attore che dovrebbe impersonare il Caimano, ma che preferisce per vigliaccheria abbandonare il set per fare il film su Cristoforo Colombo.La frase più vera la dice Nanni Moretti mentre è in macchina con Jasmine Trinca e Silvio Orlando negando il suo appoggio al film sul Caimano: “ i fatti sono sotto gli occhi di tutti, solo che preferiamo non vedere…..Berlusconi ha già vinto sin dagli anni 80, quando è riuscito ad affermare le sue televisioni” e a rincoglionire il pubblico (“il servizio pubblico è triste, io vi ho dato la televisione che volevate voi…”), o quando è riuscito a farsi eleggere democraticamente in parlamento, salvando il suo gruppo dalla disfatta finanziaria. La domanda ricorrente “da dove provengono tutti questi soldi” che rincorre il Caimano nella prima parte del film è chiaramente una domanda retorica. Come devastante è la stessa descrizione del vero Berlusconi dei gioielli (bracciali orecchini girocollo tutti in sequenza perfetta senza mai un doppione) regalati alle mogli dei suoi compagni di partito (ogni italiano, purtroppo, sembra avere un suo prezzo).Moretti è abile nel seguire il disorientamento pubblico e privato di Silvio Orlando in fuga perpetua per le strade di Roma. Un po’ pleonastico nell’evidenziare apertamente scene che potevano essere appena abbozzate (mi riferisco alla scena del maglione fatto a pezzi e a quella della interruzione del concerto) ma comunque portentoso negli ultimi dieci minuti di film, quando si riappropria del personaggio del Caimano e lo iperbolizza alle estreme conseguenze, agghiacciando lo spettatore in uno scenario di guerra civile angosciante perché non così lontano dalla possibilità reale.
Un film urgente e necessario (come dice Jasmine Trinca) che tutti dovrebbero vedere, gente di destra (guardate la faccia stupefatta di Fini mentre Berlusconi propone il suo show delirante al Parlamento europeo) e gente di sinistra (per parafrasare Ecce Bombo, Berlusconi ce lo siamo meritato noi), anarchici e reazionari, cattolici e comunisti, un piccolo pezzo giallo mancante in quella costruzione di LEGO che sono in fondo gli ultimi disastrati vent’anni della nostra storia, i migliori anni della nostra vita dispersi tra l’orrore e il folclore.
Avremmo voluto esclamare “Io non c’ero….”
[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 14-04-2006 alle 12:59 ] |
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JerichoOne
 Reg.: 06 Mar 2006 Messaggi: 3171 Da: Frittole (FI)
| Inviato: 14-04-2006 11:38 |
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Un altro suicida pentito... |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 14-04-2006 12:28 |
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Specificare please...
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pensolo
 Reg.: 11 Gen 2004 Messaggi: 14685 Da: Genova (GE)
| Inviato: 14-04-2006 12:53 |
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Hai spoilerato un pò troppo schizo...a mio parere.
comunque ho visto il film ieri sera..è un film sull'italia di oggi..attuale..necessario..forse irrisolto in alcuni passaggi ma sicuramente sentito e voluto...per certi tratti illuminante..e sicuramente pregno di un grande amore per il cinema.
Esci dal cinema con la consapevolezza che quello che racconta il film non è affatto lontano dalla realtà...sia ciò che si verifica nel presente sia il possibile futuro immaginato nel tanto vituperato ma ( a mio modo di vedere) azzeccato finale
_________________ Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io" |
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Silvyy87
 Reg.: 14 Mag 2005 Messaggi: 1941 Da: ehm (es)
| Inviato: 18-04-2006 14:22 |
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A prima vista, pensavo fosse un film noiosissimo, invece mi sn subito ricreduta poichè ci sn molte scene comico-grottesche e vengono toccati temi diversi che non riguardano solo la politica, ma viene affrontato il tema del divorzio (ottima la scena in cui Silvio Orlando e Margherita Buy si inseguono con la macchina) e poi c'è il metacinema e si spiegano le difficoltà del girare un film, i problemi dei soldi e degli attori da trovare...
Insomma, da vedere.
_________________ Infinita letizia della mente immacolata |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 18-04-2006 14:34 |
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Si sono 'accordissimo.
Lo considero di molto superiore alla Stanza del Figlio.
E quindi con buone possibilità di vincere Cannes... |
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Kobaiashy
 Reg.: 16 Apr 2006 Messaggi: 155 Da: Milano (MI)
| Inviato: 19-04-2006 16:41 |
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Dal punto di vista stilistico sì mi è piaciuto, i primi minuti sono veramente esileranti...forse l'ha fatto durare un po' troppo...in certi punti le vicende di silvio orlando sono un po' noiose....
Dal punto di vista politico, beh ci ha azzeccato, non ha fatto un film documentario come ce ne sono tanti o come vi sono molti libri, dove vale il discorso molto snob che fa moretti "Chi ha voluto informarsi, si è già informato", no, qua l'aspetto documentaristico è solo appena appena accennato, ammicca quasi al telespettatore che già sa queste cose... invece dà un giudizio sull'Italia...uno dei giudizi più pessimistici che si possano dare e che condivido avendo vissuto all'estero (e purtroppo in questo paese si è staccata la percezione delle cose di chi vive qua e di chi vive da altre parti) e se ci pensate moretti aveva previsto tutto, ci aveva azzeccato....Il caimano ha perso non perchè non ha preso abbastanza voti, ma solo per una legge elettorale fatta coi piedi, in un momento in cui sembravano spacciati e avevano bisogno di cambiare le regole...
Alla fine, il popolino cresciuto a pane e tv, lo sostiene, nel film, come nella realtà (infatti il risultato elettorale, al di là della sconfitta, mi ha molto inquietato anche pensando appunto al film il Caimano) |
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