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Land of the dead-George Romero |
Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 04-08-2005 14:31 |
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quote: In data 2005-08-04 14:24, Tenenbaum scrive:
quote: In data 2005-08-04 14:18, Petrus scrive:
avevo scritto a lungo a proposito del messaggio socio-politico di questo film e di quelli che l'hanno preceduto
Il topic chissà dov'è, al solito risultava con due-tre risposte scarse
Linko lo stesso saggio breve sul blog
| del resto se non ci metti in mezzo questi discorsi , che sono molte parole e poco cinema, non rimane niente altro da dire
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il cinema imprime su di sè e sulle sue letture una polisemia di sensi per la quale risulta abbastanza difficile individuare una "mancanza di cinema" in un qualsivoglia tentativo di lettura. I piani interpretativi e la loro consistenza e rilevanza variano poi a seconda dell'opera in questione e, in maniera minore, del suo fruitore.
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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royearle ex "meskal"
 Reg.: 06 Mag 2005 Messaggi: 6294 Da: napoli (NA)
| Inviato: 04-08-2005 14:35 |
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"Parlare di cinema significa necessariamente parlare d'altro" (più o meno)cfr. i brani di Ghezzi che ho linkato in CineInfo. |
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Deeproad
 Reg.: 08 Lug 2002 Messaggi: 25368 Da: Capocity (CA)
| Inviato: 05-08-2005 13:43 |
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quote: In data 2005-08-04 11:34, 70gn3z scrive:
quote: In data 2005-07-19 02:27, Deeproad scrive:
Mengo13 è tornato a farsi propaganda.
Vabbeh, comunque ho visto il film in questione e l'ho trovato decisamente ottimo, finalmente un horror come si deve! Ora però ho sonno e vado a letto, scriverò le mie impressioni in seguito.
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Ahhh ma RayFerrier è Mengo!?!?
Nn lo sapevo ...ricordo che aveva promosso alla grande anke T3 (...la rovina della saga, nnkè copia del 2 cn spruzzatine del primo capitolo) e qualche altro blockbuster orripilante.
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Si, ma i film che promuove Mengo son quasi sempre rovinosamente orripilanti. E se non lo sono è solo un caso.
_________________ Le opinioni espresse da questo utente non riflettono necessariamente la loro immagine allo specchio. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 13-08-2005 15:56 |
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La mia opinione
"Potremmo tranquillamente ipotizzare che l’ultimo film di George A. Romero rappresenti una sorta di remake di L’ultimo uomo della terra, ottima e misconosciuta pellicola italiana diretta da Ubaldo Ragona, nel 1963 - cinque anni prima di La Notte dei morti viventi -, con un Vincent Pice in grandissima forma, ispirata al romanzo di Richard Matheson, Io sono leggenda, pubblicato nel 1954. E’ del tutto evidente che il soggetto di Land of the dead sia anch’esso tratto dalla stessa fonte letteraria, come buona parte dei film sugli zombi, inclusa la famosa e giustamente celebrata trilogia romeriana: il già citato La notte dei morti viventi, Zombie e Il giorno degli Zombi. Salvo rare eccezioni, tra cui il peculiare e paradigmatico Ho camminato con uno zombi di Jacques Tourneur, datato 1943, alla base di Il serpente e l’arcobaleno di Wes Crawen - per ragioni di carattere etno/antropologiche applicate all’horror e per l’identico, apparente, approccio semidocumentaristico -, il “genere” deve molto a quel desolato, angosciante, agghiacciante, magnifico romanzo di Matheson. Con alcune variazioni sul tema, ricorrendo a novelli artifici narrativi, Romero insiste e si ripete con una rappresentazione che è anche una stereotipata e retorica metafora del potere corrotto ed arrogante. Nel racconto di Matheson e nella pellicola di Ragona si tratta per l’esattezza di vampiri, pur sempre di morti viventi con difficoltà di deambulazione.., che assediano i pochi esseri umani sopravvissuti – “leggende” che si raccontano, che siano uno, tre, o mille, non sposta di molto la questione -, assetati del loro sangue, pronti a lacerarne le carni. Uno zombie di colore a capo delle dilaganti orde sanguinarie, invero vittime di un mondo crudele ed ingiusto, “biblicamente” condannato alla dannazione (messaggio morale, in linea con le ansie, le paure, più o meno legittime, con le superstizioni che il mondo contemporaneo sembra riscoprire – la storia si ripete, anche il cinema seguita a copiare e/o riecheggiare se stesso), ci è sembrato, fuori tempo massimo, un facile, scontato e demagogico ammiccamento alla diversità e al razzismo. Naturalmente le intenzioni sono buone e nobili, ma l’idea di una vittima sacrificale incarnata da un nero fu prospettata, circa quarant’anni or sono, in La notte dei morti viventi. Avremmo pertanto gradito una rilettura più coraggiosa e meno stucchevole del “mito”. La novità vera e rilevante di Land of the dead va dunque ricercata nel fatto che gli zombi imparano a comunicare, ad organizzarsi, ad usare armi e strategie d’attacco contro gli “umani” asserragliati in un improbabile e macchinoso baluardo offensivo/difensivo, conservate le ultime, vane, misere ambizioni ed avidità, invero ridotti in un patetico ed orrido stato di pre-morte, da morti viventi essi stessi (ma lo sapevamo già). Dopo quella artificiale, in uno scenario apocalittico, nasce così la “zombesca intelligenza” che prelude ad una sorta di umanizzazione del “mostro”; idea peraltro già prospettata dallo stesso Matheson in maniera sottesa, suggerita, ma decisamente più inquietante e perfino poetico/patetica, pietistica, rispetto alla spettacolare pellicola di Romero. Attendiamoci dunque una fioritura di remake, sequel.., basati sulla gesta della nuova genia di sub umani “pensanti” alla riscossa. Nella trilogia, soprattutto nel suo primo capolavoro, Romero introduce elementi di assoluta novità, autenticamente orrorifici, in piena libertà espressiva, sebbene ispirati al già citato testo letterario. Scarnificati all’osso soggetto e scrittura, in assenza di messaggi, significati e metafore scontati e da imporre, che pure vi sono e che lo spettatore recepisce in prima battuta in maniera inconscia, la tensione monta di per sé a fronte di una messinscena essenziale e priva di zavorre moralistiche, affidata al potere evocativo delle immagini e delle atmosfere, piuttosto che alla parola, ai dialoghi.
Land of the dead, si avvale di un impianto figurativo e narrativo tutto sommato godibile e coinvolgente, pur restando sul piano di una rappresentazione levigata e diligente che rinuncia al visionarismo più incisivo, disturbante e spigoloso. A fronte di inquadrature ben curate, se non anche eccessivamente “studiate”, di una regia ordinata e controllata, di un montaggio dal ritmo serrato ed incalzante, forse eccessivamente frastagliato - al pari delle musiche funzionali, “da film”, niente di più, niente di meno –, si resta tuttavia a guardare con una persistente e deludente sensazione di dejà-vu. Apprezzabile il ricorso agli stilemi figurativi del post-modernismo, “neo-futurismo”.., alle livide ed estraniate ambientazioni notturne che ricordano molto da vicino le scheggiate, ellittiche, autenticamente visionarie e immaginifiche sequenze di opere quali Fuga da New York di Carpenter, Il Buio s’avvicina della Bigelow, degli stessi film romeriani, ecc. Se da una parte ciò potrebbe rappresentare il segno di una naturale continuità con il cinema di “genere”, moderno e contemporaneo, anche al fine di rintracciare le più solide coordinate del filone horror (non solo psicologico) fiaccate da tante scialbe proposte mainstreams, dall’altra ci saremmo aspettati, da un maestro dell’iconoclastia visiva, una rivisitazione meno lineare e piana, più audace e rabbrividente, dispensatrice di qualche seme di autentica innovazione formale e contenutistica. Dennis Hopper seguita ad interpretare se stesso, il suo ambiguo e cinico maledettismo; bravo e come sempre “caratteristico” John Leguizamo; sotto circa tre quarti di tono Asia Argento, perfettamente il linea con i suoi standard interpretativi.
http://www.cinemaplus.it/leggi-recensione.asp?id=1463
ed anche nel mio bog
http://f4fake.splinder.com/post/5341198
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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McMurphy
 Reg.: 27 Dic 2002 Messaggi: 7223 Da: Verano Brianza (MI)
| Inviato: 13-08-2005 18:14 |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 14-08-2005 21:48 |
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Finalmente, sono tornati.
Sono tornati i morti viventi (a voler essere precisi, non sarebbe corretto chiamarli zombi), da sempre e sempre di più metafora delle genti e delle categorie oppresse e sfruttate. E' tornato l'Horror (occidentale) con l'H maiuscola, quello che non si vergogna di essere "di serie B", quello che da sempre ha una innata capacità di attaccare al cuore tutti i difetti della società, quello degli attori (semi-)sconosciuti, quello delle grandi idee, quello dei grandi registi. Sì, perché - quello che più conta - è tornato George Andrew Romero, padre dei morti viventi e del magnifico cinema horror degli anni Settanta e Ottanta.
Land of the dead, quarto capitolo della storica saga battezzata nel 1968 con l'intramontabile La notte dei morti viventi, potrebbe sì essere visto senza aver prima dato un'occhiata ai suoi tre predecessori - appunto La notte dei morti viventi, Zombi (1978), Il giorno degli zombi (1985) - mantenendo comunque buona parte dei messaggi e dei significati, ma è una pellicola che non prescinde assolutamente dal discorso portato avanti da Romero fin dal suo primo lungometraggio (e lasciato in sospeso per quasi 20 anni), anzi, ne è la perfetta continuazione, e si inserisce spontaneamente sulla scia evolutiva di quel discorso stesso. Gli appestati hanno compiuto il grande passo iniziato in Day of the dead proprio sotto la spinta degli uomini: ora tutti gli zombi cominciano a ricordare, e, come viene esplicitato in un dialogo nelle scene iniziali, stanno cercando di rifarsi una vita "normale", di riprendere le vecchie abitudini, sempre seguendo quella sorta di istinto che li aveva portati prima a caccia di cibo (nel primo capitolo della saga), poi nel centro commerciale di Dawn of the dead ("era un luogo importante, quando erano vivi"), infine a ricordare e a riconoscere man mano diversi oggetti ed utensili, fino alle armi. L'evoluzione "antropo"logica dei morti viventi raggiunge uno stadio superiore, e Romero lo sottolinea attraverso la scelta forte di piazzare un attore di colore non più nel ruolo di eroe umano "buono", ma in quello (forse ancora più carismatico) di leader della rivolta dei morti. Big Daddy, erede diretto dello zombi-cavia Bub e sempre in prima linea nell'insurrezione degli appestati e nell'assalto alla città fino al grattacielo-fortezza, è la figura su cui Romero imposta tutta una complessa riflessione psico-sociologica: i morti viventi, nei primi tre capitoli, costituivano una società ugualitaria, un gruppo in cui non spiccavano figure più rilevanti di altre; ora, dopo il contatto ravvicinato con l'uomo, che nel bunker sotterraneo di Day of the dead ha tentato addirittura di addomesticarli, qualcosa cambia e nel gruppo prendono il via una piuttosto accentuata gerarchizzazione e una centralizzazione del potere, seppure, almeno per ora, si tratti di un potere solo carismatico e non ancora politico (ce lo dobbiamo aspettare per il prossimo capitolo?).
Ben diversa è invece la situazione del gruppo degli uomini, ormai arroccati in una Manhattan ridotta a città-fortezza medievale, con l'interruzione delle vie di comunicazione, e con tanto di signore del feudo e struttura gerarchica in tutto e per tutto simile a quella tipica dell medioevo europeo, con corte, servi domestici e servi della gleba. E poi gli zombi, ossia i nullatenenti, i quali si ribelleranno all'uomo stufi delle interminabili angherie subite durante le escursioni notturne delle milizie (un altro carattere tipico del medioevo) costituite proprio per volontà ed ordine del potere centrale localistico. Dunque se la società dei morti viventi si evolve di capitolo in capitolo, quella degli uomini clamorosamente retrocede sui suoi stessi passi.
Ma La terra dei morti viventi è - naturalmente - anche un attacco deciso contro la politica estera statunitense dell'attuale periodo storico, contro l'uomo che non sa accontentarsi del proprio territorio, contro l'uomo che prima spara all'antagonista e poi si chiede se fosse pericoloso, contro l'uomo che si arroga il diritto di decidere per sè e per gli altri, che tirannizza il suo popolo e pretende di dettare ordini anche agli altri, in nome di un diritto trasceso dalla presunzione di un maggior grado di civiltà. Si dipana in tutto il film, questa polemica contro la civiltà occidentale capitalistica, ma è anche racchiusa in un'unica - e breve - battuta, in quel "Voi non avete diritto!" affidato all'ottimo caratterista Dennis Hopper.
Romero esce dal claustrofobico bunker militare di Day of the dead per ambientare praticamente tutta l'azione in esterni, ma è ancora in interni che costruisce le migliori scene di tensione (in particolare nei piccoli magazzini del lungofiume), inserendo all'inizio della sequenza (ossia poco dopo l'ingresso dei protagonisti nell'ambiente scenico) una inquadratura volta a creare subito dubbio e suspense, una soggettiva, da un angolo nascosto, di qualcuno che osserva i protagonisti ma che i protagonisti non vedono, così che per tutta la scena lo spettatore sarà ben attento e desideroso di sapere chi si cela nell'ombra.
Le scene di massa sono le migliori, gli appestati sono appunto una massa, informe, una classe che si sente e agisce unita; gli oppressi si rivoltano all'ideologia degli oppressori, le teorie marxiste sono ancora una volta nel pieno fulcro contenutistico dello script e del film; il leader è tale solo quando c'è da incoraggiare a fare dei passi importanti (come attraversare il fiume, o irrompere nel grattacielo), in uno schema visivo che richiama quasi alla mente Il quarto stato di Pellizza da Volpedo.
Il montaggio contribuisce a rendere incalzante il ritmo e a dare credibilità ad alcune sequenze difficili da riprendere (magistrale la decapitazione dello zombi usando il ponte levatoio); ancora una volta, dunque, nonostante l'alto budget, è la ricchezza d'idee a permettere di riprendere qualsiasi cosa e a rendere ottima la pellicola.
La scelta del finale, in parte dettata da esigenze di produzione (la saga non finisce certo qui), potrebbe sembrare esclusivamente accomodante, potrebbe addirittura sembrare buonista, mentre rivela l'assoluta coerenza di un Autore qual è Romero, che propone una soluzione pacifica a costo di essere non completamente razionale o verosimile, ma tremendamente (o utopisticamente?) umano.
Ah, a proposito di idee, è tornato anche Tom Savini, stavolta in un (quasi commovente, di certo malinconico) cameo, nella parte dello zombi col machete.
Bentornati, dunque, e a presto.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-08-2005 22:35 |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 14-08-2005 23:26 |
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a rileggermi, mi sono contraddetto da solo. fortuna che c'è la firma di alo.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 14-08-2005 23:51 |
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quote: In data 2005-08-14 22:35, Petrus scrive:
io sti camei di Savini me li perdo sempre
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voilà
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Claymore
 Reg.: 29 Ago 2003 Messaggi: 1129 Da: detroit (es)
| Inviato: 15-08-2005 00:30 |
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quote: In data 2005-08-14 21:48, sandrix81 scrive:
E' tornato l'Horror (occidentale) con l'H maiuscola, quello che non si vergogna di essere "di serie B",
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a me pare di serie A, come quasi ogni film diretto da questo regista.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Claymore il 15-08-2005 alle 00:31 ] |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 15-08-2005 00:36 |
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certo, per cinema "di serie B" non si intende un cinema minore, ormai è un espressione che semplicemente indica un certo tipo di cinema. tipo che ormai non dipende neanche più da fattori di budget, come dimostra proprio La terra dei morti viventi, film a budget abbastanza elevato ma con un'identità culturale molto forte.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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70gn3z

 Reg.: 31 Mag 2003 Messaggi: 1669 Da: italia (VR)
| Inviato: 15-08-2005 14:10 |
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quote: In data 2005-08-14 22:35, Petrus scrive:
io sti camei di Savini me li perdo sempre
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aiaAia.. lo inquandrano bene anke |
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RayFerrier
 Reg.: 05 Giu 2005 Messaggi: 276 Da: Roma (RM)
| Inviato: 16-08-2005 23:28 |
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quote: In data 2005-08-05 13:43, Deeproad scrive:
quote: In data 2005-08-04 11:34, 70gn3z scrive:
quote: In data 2005-07-19 02:27, Deeproad scrive:
Mengo13 è tornato a farsi propaganda.
Vabbeh, comunque ho visto il film in questione e l'ho trovato decisamente ottimo, finalmente un horror come si deve! Ora però ho sonno e vado a letto, scriverò le mie impressioni in seguito.
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Ahhh ma RayFerrier è Mengo!?!?
Nn lo sapevo ...ricordo che aveva promosso alla grande anke T3 (...la rovina della saga, nnkè copia del 2 cn spruzzatine del primo capitolo) e qualche altro blockbuster orripilante.
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Si, ma i film che promuove Mengo son quasi sempre rovinosamente orripilanti. E se non lo sono è solo un caso.
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Hehe ancora con questa storia!
Comunque mi associo a costui.
Vedo che il ""mio" film dell'anno non ha riscosso successo.
da: "la mamma degli asini e' sempre in "cinta". Toto'
hehe
_________________ As Earth is invaded by alien tripod fighting machines, one family fights for survival.
EVENTO 2005!!! |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 18-08-2005 16:42 |
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ora che ci penso, ho dimenticato di dire la cosa più importante, e cioè che Asia Argento mi arrazza assai.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Ladyanne ex "ladyann2"
 Reg.: 02 Lug 2004 Messaggi: 8834 Da: vicenza (VI)
| Inviato: 18-08-2005 16:44 |
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quote: In data 2005-08-18 16:42, sandrix81 scrive:
ora che ci penso, ho dimenticato di dire la cosa più importante, e cioè che Asia Argento mi arrazza assai.
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quando ho letto della sua partecipazione mi è venuto un brivido, ma effettivamente era proprio in ruolo
_________________ Tzè |
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