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Autore la stella che non c'e'
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 10-09-2006 23:06  
La stella che non c`è

Titolo originale:
Nazione e Anno: Ita, Fra, Svi, 2006
Genere: Drammatico
Durata: 104 minuti
Regia: Gianni Amelio

Cast: Sergio Castellitto, Wang Biao, Tai Ling, Hiu Sun Ha
Distribuzione: 01 Distribuzione
Produzione: Cattleya, Rai Cinema

Trama: un altoforno di una fabbrica italiana viene smantellato per essere venduto a una azienda cinese.Il manutentore Vincenzo Buonavolonta' con pervicace coscienza vuole a tutti costi che l'impianto sia perfetto quando verra' installato nella nuova locazione cinese , e trovato il guasto ma in ritardo perche' l'altoforno e' gia' stato smantellato si imbarchera' insieme al pezzo da sostituire in un lungo viaggio in cina alla ricerca della fabbrica dove l'altoforno sta lavorando.
Durante il viaggio si trovera' di fronte un paese totalmente diverso da come se lo aspettava , e accompagnato da una giovane traduttrice comincera' per lui un illuminante viaggio di conoscenza...

Osservazioni:film nato in coproduzione italo-francese-svizzera , questo film di Amelio e' costruito su un assunto ben preciso : l'inutile per l'utile.Avvalendosi della presenza di Castellitto ( qui poco ispirato o se volete poco valorizzato ) e utilizzandolo praticamente in ogni sequenza del film , Amelio racconta questo viaggio del pezzo di ricambio
perfetto parametrato con l'uomo grezzo , inconsapevole di cio' che trovera' nel lontano paese orientale, e mentre il cammino prosegue a poco a poco si forma mentre l'oggetto diventa sempre di piu' solo un pretesto o un balocco per bambini ( letteralmente , e non e' a caso la frase " costa meno ricomprarlo che aggiustarlo " ) , ribaltando il valore dell'uno sull'altro e della gioia della manutenzione che e' la sua vita.
Il viaggio che da commerciale diventa spirituale e che si ingarbuglia ( come ovvia logica per reggere il film ) per renderlo piu' lungo e pregnante ,avrebbe pero' dovuto avere una maggiore serie di situazioni e di trovate per essere veramente interessante , qui ci troviamo di fronte molte volte a duetti tra lui e l'interprete ( mi piacerebbe dire una ottima new entry sullo schermo ma non e' cosi' , nulla di trascendentale coem attrice ) che alla fine sono citazioni e frasi ad effetto che poco emozionano e sono anche abbastanza scontate ( " tu sei un uomo buono " testimoniando che dopo l'iniziale danno arrecato alla ragazza facendola licenziare la conoscenza della cina e della vita lo hanno rigenerato, ma se analizziamo nulla di sconvolgente ol veramente inaspettato e' stato visto o provato da Buonavolonta') .
Mancando di ritmo (solo la scena del condominio alveare e' veramente emozionale )il film comincia dopo poco ad annoiare , prosegue stancamente come tutti i motivi per cui questa fabbrica non si trova.L'idea era troppo corta per poterla svolgere cosi', la dilatazione temporale senza situazioni veramente coinvolgenti ne ha ucciso lo svolgimento.
Amelio tentando questa trasferta cinese voleva farci conoscere un paese , delle abitudini e valori diversi ,ha avuto questa idea di partire ma non sapeva bene come arrivare ne come viaggiare , e infatti neppure il finale desta chissa' quale stupore.
I comparti montaggio fotografia sono onesti senza pecche o sbavature particolari ma senza neppure meriti , e dopo un po' si incomincia a scorgere piu' la noia che gli orizzonti d'arrivo del pezzo di ricambio.
Una occasione mancata da Amelio , e la frase detta dall'interprete " la canna da zucchero non e' mai dolce dalle due parti " oltre che ad adattarsi a una situazione del film ( paragonata una cosa buona costruita che fa un bene da un lato e danni dall'altro ) sembra perfetta per le due facce di questo lavoro , che poteva avere un buon impatto emotivo nel suo fascino umano ed esotico e invece trattato con troppa superficialita'e senza vero approccio nel contatto con luoghi e persone si e' arenato.
Stenderei anche un velo pietoso sulla scelta del cognome del protagonista ,anche perche' a certi concetti anche lo spettatore con la bocca piena di pop corn e distratto ci puo' arrivare-.


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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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goodgirl

Reg.: 27 Ago 2006
Messaggi: 36
Da: bologna (BO)
Inviato: 11-09-2006 21:06  

Condivido in pieno la tua opinione, alla fine è risultato troooooppo lungo!! Ma che voleva fare? Il primo tempo risultava anche abbastanza interessante ma il secondo è uno strazio. Anche a me sono piaciute moltissimo le scene del condominio e anche quelle dei bambini. Sembravano fotografie.
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Il fatto che nessuno ti capisca, non vuol dire per forza che tu sia un artista.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-09-2006 22:09  
cmq ho il libro della sceneggiatura, e motlo è stato tagliato rtiguardo l'innamoramento tra i due. Il dubbio mi è venutop intervistando Castellitto (trovate tutto su filmup) che parlava di come il viaggio serva al protagonista per cambiare dentro. Penso che Castellitto non abbia vsito la versione definitiva e che alcune scene da lui girate siano state tagliate.
Così il tutto anche se è comprensibile, non viene del tutto percepito. Era una tematica imprtanate, peccato.
Se poi ho modo vi posto alcuni pezzi di dialogo leggeri che sono nella sceneggiatura e non nel film.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Katina

Reg.: 13 Set 2006
Messaggi: 25
Da: napoli (NA)
Inviato: 14-09-2006 14:51  
I difetti che sottolineate ci stanno tutti, ma nonostante ció secondo me é un buon film.
Ho apprezzato il fatto che non venga spiegato il passato del protagonista (cosa che purtroppo fanno con lei) e la volontá di parlare di qualcosa di attuale ma in modo non troppo scontato.
Peccato perché con qualche taglio e dialoghi migliori (la piaga del cinema italiano!) sarebbe stato piú che buono.

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 16-09-2006 14:58  
Tornano due tematiche fondamentali di Amelio:Incomunicabilità - Rapporto tra due figure che ribaltano i loro ruoli.A differenz delle Chiavi di casa però mancano quei toni che rendono grande un film,l'occhio etico sulla Cina è troppo scontato e il viaggio senza mordente.Resta una buona prova,ma ofrse è ora che Amelio cambi registro
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"tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio

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mookie

Reg.: 03 Mag 2006
Messaggi: 166
Da: Sezze (RM)
Inviato: 18-09-2006 14:21  
...ciao a tutti voialtri.
e che questo film qua lasciasse interdetti non che non lo si sapesse...nèvvero?
eppure eccoci qua, devoti, al commento di quanto popò si potesse raccontare...
io credo fermamante che la parte del leono l'abbia, sffatta, fatta l'autore del titolo in itlaiano che lascia solo intuirei il richiamo alla più famosa, per altro, canzo di bennato.


l'isola non c'è, apputno, ma c'è, nèvvero, solo per i bambini, a quanto sembra, ma anche per i più grandi, che non dimenticano l'esser nèvvero.

...e la stella? direste voi, com'io, del resto. non so, farebbe lui, che ha ideato il titolo.

arrivederci.
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...e non saprai mai se un ricordo è qualcosa che hai, o che hai, invece, perduto per sempre...

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 21-09-2006 19:39  
Il cinema di Amelio risponde sempre, e soddisfacentemente, alla richiesta di un pubblico amante dell’avventura. Pare strano a dirsi, può stonare nel contesto solito in cui lo si intende, ma, sui generis, è proprio così, e c’è un perché ben preciso che in troppi tendono a trascurare quando si tratta di erogare giudizi sui suoi film. Il perché riguarda principalmente ognuno di noi, la voglia di evasione che alberga nella nostra indole naturale, e che talvolta ci chiamerebbe a superare le barriere e gli ostacoli dell’avventura/vita se solo ce li ponessimo come tali: draghi di scale grigie da valicare e mostri marini che attraversano le acque sornioni, con noi sopra il loro dorso. La vita è un’incognita e come tale va intrapresa, senza troppe certezze presunte, zavorre, pronte ad infrangersi sotto il peso di un “qualcosa è andato storto”, ma al contrario, quel qualcosa potrebbe rivelarsi il segno di un nuovo inizio. Così è stato per Antonio, carabiniere ne Il ladro di bambini, Gianni, padre felicemente risposato in Le chiavi di casa, e così è oggi per Vincenzo Buonavolontà, manutentore abbandonato dalla sua ditta. Tre figure umane dignitosissime per il loro basso profilo stimato dalla società, un parapiglia che non permette più la dissonanza fra “brava persona” e “ladro di bambini, figli, ideali”. Ogni minima differenza dall’immagine conformizzata e stereotipata di un uomo lo riguarda nell’intimo, in quella sfera privata alla quale siamo beatamente indifferenti. Del resto le più belle avventure della storia dell’umanità e della letteratura sono state intraprese da uomini soli, come malcapitati di troppo larghe o piccole dimensioni, fra i nani od i giganti, o dentro intricati labirinti da cui è difficile uscire senza grandi insegnamenti e gratificazioni. Come un Gulliver postmoderno, Vincenzo Buonavolontà sbarca in Cina fra i cinesi, in un paese che non ripara i giochi tanti ne produce, e che sembra vivere peggio di quanto faccia trapelare l’immaginario collettivo. Questi comincia la propria avventura al fianco di una poco più che ventenne ragazza cinese, di nome Liu Hua, che gli fa da guida, Beatrice di un paradiso perduto come quello cinese, riempito dalle acque forzate di una diga che sommerge da nord a sud una lingua del paese. Vincenzo l’attraversa per tentare di giungere sulle tracce dell’acciaieria compratrice di un altoforno difettoso dalla sua ditta in Italia, e di cui lui solo possiede la centralina modificata e funzionante. Un semplice, “irrazionale” pretesto per un progetto più grande, mai pianificato, che costringe il protagonista “all’avventura”, alle insidie del futuro antiepico ed antipoetico che lo attende. E forse proprio per questo epica e poetica è l’alluvione d’insegnamenti, percettibili e impercettibili, che Vincenzo, come una spugna, assorbe e conserva nel suo bagaglio di alienata fame di mondo. Come Antonio e Gianni del resto, anche Vincenzo prende spunto dal proprio mestiere perduto, che sia di guardia, padre o manutentore di sé, per superarlo e raggiungere un nuovo equilibrio od un nuovo squilibrio capace di formare l’uomo ancor più di quello che riterremmo normalmente necessario. La pedagogia è una materia che dovrebbe durare per tutta la vita, che s’imprime sì nell’individuo in età infantile, ma che ha sfoghi continui se liberata dalla sua normale evoluzione formativa costretta fra genitore ed ente scolastico. Gianni Amelio ha dato più volte sentore di questo pensiero, forgiando personaggi/uomini nei quali ognuno di noi si può identificare, lungo i viaggi che ha intrapreso, le difficoltà incontrate e superate traendo sempre nuove pillole formative per il proprio percorso autoconoscitivo. Per intravedere qualcosa di più profondo in noi stessi occorre sradicare il nostro fusto dalla comoda vita di città, dal nostro micromondo e dalla nostra minuscola vita, per estendere i sensi come delle lunghe braccia che comprendono in sé il mondo intero, perpetuamente inumidito dalle lacrime. Per imparare a camminare occorre cadere, rialzarsi e ricominciare; anche Vincenzo Buonavolontà, manutentore quarantenne di altiforni, ha avuto il coraggio di perpetuare tale insegnamento, come prima di lui altri uomini comuni dei quali qualcuno, ancora, fortunatamente, (o)sa raccontarne le gesta.

Già pubblicata qui http://viagginellanuovacarne.splinder.com/post/9314538
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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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Silvyy87

Reg.: 14 Mag 2005
Messaggi: 1941
Da: ehm (es)
Inviato: 21-09-2006 21:58  
A me ispira tantissimo questo film. Ho visto un'intervista fatta a Castellito e vorrei vederlo!
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Infinita letizia della mente immacolata

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mookie

Reg.: 03 Mag 2006
Messaggi: 166
Da: Sezze (RM)
Inviato: 22-09-2006 13:34  
a cronemberg,
ammazza che scassamento del cazzo la tua recenzione.

e che cazzo, e sii più stringato. sennò chi tela legge.

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 22-09-2006 13:52  


e complimenti per gli stimolanti commenti nel topic de La Samaritana.
_________________
La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 22-09-2006 19:06  
quote:
In data 2006-09-22 13:34, mookie scrive:
a cronemberg,
ammazza che scassamento del cazzo la tua recenzione.

e che cazzo, e sii più stringato. sennò chi tela legge.



Visto ciò che hai scritto di sicuro non tu.
Complimenti, comunque, per i commenti sempre ragionati e interessanti.
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L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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Ahsaas

Reg.: 18 Apr 2006
Messaggi: 779
Da: Parma - India (es)
Inviato: 22-09-2006 19:18  
e ci chiedono ancora perchè abbiamo smesso di parlare seriamente di cinema in questo forum da tempo..
_________________
"E' FINITA" SI DICE ALLA FINE

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 23-09-2006 23:05  
magari non si legge la stupenda recensione di cronenberg per cazzeggiare in off topic...e non eventualmente il contrario...de gustibus e proprio utilizzo del tempo in libera scelta,ci mancherebbe.
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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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Ahsaas

Reg.: 18 Apr 2006
Messaggi: 779
Da: Parma - India (es)
Inviato: 24-09-2006 13:26  
si ma facciamo(ci) il piacere di non scrivere cazzate però
_________________
"E' FINITA" SI DICE ALLA FINE

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dario82

Reg.: 03 Giu 2006
Messaggi: 87
Da: san vito dei normanni (BR)
Inviato: 02-10-2006 13:49  
bella recensione Cronenberg!
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