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Autore il panteismo in new world di terrence malick.chi mi aiuta?
badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 12-04-2009 13:51  
riporto un messaggio di un utente bisognoso di aiuto su una questione non certo semplicissima.sperando che gli utnti più esperti e preparati diano una mano

cmq sto facendo la mia tesi d laurea su The New World d TM e visto ke sn anni ormai ke bazzico su qst forum, m sembra d aver capito ke tu sia un grande esperto.. e allora t kiedo un piccolo aiuto: vorrei fare un pezzo d tesi sul panteismo del film in questione, solo ke pur avendo leggo su internet qualcosina, nn sn riuscito a capirci molto..
vorrei farti qlc domanda
1) in cs consiste il panteismo d The New World?
2) quando sento parlare d qlcs d panico, c s sta riferendo sempre al pantesimo? (x es, il teatro panico di arrabal e jodorowsky)
3) nel caso la risposta d prima fosse si, posso parlare di amore panico tra Smith e Pocahontas?
4) posso fare qlc collegamento tra malick e jodorowsky?

ciao!


[ Questo messaggio è stato modificato da: badlands il 12-04-2009 alle 14:22 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 13-04-2009 01:21  
Forse la questione (nel caso esistesse una questione "panica" progettuale nel film di Malick) è più complessa, ma non ci avevo mai pensato, quindi, facendo ora mente locale, provo a scrivere alcune suggestioni spicciole che butto giù all'impronta.
Già in La sottile linea rossa Malick "esplora" (inutile ricordare con quale forza espressiva puramente cinematografica, nonostante la voce narrante) la natura nelle sue risultanze metafisiche, anti sceno/coreogra_fiche, naturaliste. Si assiste infatti alla trasfigurazione della mera "location" dove la natura, con il suo respiro lirico, impassibile, imprescutabile, diventa entità vivente (panica) che resta tuttavia imperturbabile, estranea e indifferente(fino ad apparire, per contrasto, con la sua bellezza altera e inattacabile, maggiormente "crudele", proprio come vengono definiti, ora e sempre, gli dei, o alcuni.., delle religioni "normali") al destino umano, alle sue ambizioni sbagliate, all'istinto distruttivo dell'uomo/soldato, alla guerra disumanizzante, oltre che ai momenti di catarsi, morte, pietas, ecc. La natura è sacra in quanto entità anche "separata" e, come accade nelle religioni "normali", vige il principio di autodeterminazione dell'uomo.
Cazzi loro se si massacrano.., sembra voler dire con il suo immutabile "incedere", a volte crudele, devastante, altre ... più sereno, protettivo.
Stessa cosa è riscontrabile ne Il nuovo mondo, dove il rapporto simbiotico/armonico, di profondo, religioso rispetto, vissuto dalle popolazioni indigene con la sacralità della natura, è del tutto evidente, tutt'altro che simbolica, anche nelle allegorie più o meno esplicite. E' un contatto spirituale, fisico, materiale: la natura viene toccata, respirata, ascoltata, nella totale immersione dei sensi e dei corpi. Basti pensare all'abbraccio "placentare" degli indigeni con le acque marine nella folgorante panoramica iniziale che termina sui tre galeoni degli inglesi invasori. L'uomo "civile" non è più a contatto diretto con l'elemento naturale, se ne distanzia, si pone sopra, oltre.., con il suo illusorio e superbo istinto di conquista.., anche nei vestimenti, così bardati, stretti nelle armature, maglie, calzari, ecc, mentre gli indigeni si coprono appena con materiali naturali e si adornano ad imitazione delle forme e colori della natura stessa. L'uomo "panico" fatto ad immagine e somiglianza della natura...
Ricordo le sequenza in cui Pocaontas mima il canto e le movenze degli uccelli, dove "gioca" ma anche esprime la sua appartenenza a quell'entità che è fonte di vita, di cultura, di anelito religioso. Non a caso Malick ci piazza lì quell'"adagio" mozartiano, che non sembra corrispondere ad un preciso momento temporale, nè spaziale, nè geografico, che suona mirabilmente "moderno" ed insieme arcano - la cui melodia può invariabilmente risuonare nelle corde del sentimento amoroso terreno e in quelle ancora più profonde e segrete della trascendenza. (Panica, in questo caso...).
Considerazioni che potranno sembrare banali, ma, ripeto, al momento non vedo altro oltre a ciò che ho cercato di riassumere.

Non conosco il teatro panico di Arrabal e Jodorowsky, ma conosco tutti i film di Jodo (di Arrabal solo L'Albero di Guernica), e non riesco a scorgere dei collegamenti diretti e "visibili" tra il cinema di Malick e quello di Jodo - il cui cinema, e quello di Arrabal, è semmai anarco-mistico-surrelista, tra iper-realismo e visionarismo, per dirla in breve -, a meno che (se parliamo di "amore panico"), non c'entri qualcosa con l'amore che sboccia (tra tanti orrori), nel bellissimo Santa Sangre di Jodo (film di crudezze "metropolitane": sottosviluppo, fanatismo religioso, follia, morte, brutture, "poesia della disperazione".., ecc), tra la ragazzina muta che mima il volo di una colomba e Fenix, e l'amore tra Smith e Pocahontas, dove quest'ultima imita il volo di uccelli selvatici.
Forse viaggio troppo con l'immaginazione, ma tale analogia c'è.., potrebbe essere uno spunto di partenza per avvicinarci di più, con altri contributi, a questi interessanti quesiti.


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Onlypippo

Reg.: 01 Gen 2002
Messaggi: 704
Da: Lecco (LC)
Inviato: 13-04-2009 11:56  
ringrazio badlands x aver pubblicato il mio messaggio privato
ringrazio AlZayd x la spiegazione

aveco già fatto un capitolo riguardante l'incapacità del personaggio malickiano d vivere in simbiosi e in pace con e nella natura, posso quindi ricollegarmi.. nn credi?
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c'è una cosa che.. odio sempre più..
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-04-2009 11:09  
Non mi assumo la reponsabilità di una "spiegazione", prendilo come un suggerimento aperto.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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