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Il giardino dei limoni di Eran Riklis |
oronzocana
 Reg.: 30 Mag 2004 Messaggi: 6056 Da: camerino (MC)
| Inviato: 18-01-2009 18:03 |
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Cosa succederebbe se il ministro della difesa venisse ad abitare vicino casa vostra? Salvo qualche litigio bagatellare da condominio, penso proprio nulla. La situazione cambia radicalmente se proviamo a traslare quest’ambientazione in Palestina.
I fatti sono questi: casa palestinese da un lato, casa israeliana dall’altro. Divise da un nulla che diventerà, con il passare dei giorni e con il crescere delle ostilità un muro antiterroristi. A dividere le due abitazione c’è un frutteto di limoni, pomo della discordia (anche legale), in quanto pericoloso luogo di fuga o nascondiglio per terroristi.
A parte la drammaticità della storia, che non ha alcunché di particolarmente innovativo, è interessante valutare due aspetti centrali. Da un lato il regista è doverosamente propenso ad individuare un’aura opprimente sia dal lato israeliano che da quello palestinese. Da quest’ultimo nasce la figura dei rappresentanti dell’ANP (presumo), quali signorotti locali della peggior specie che, approssimativamente e troppo marginalmente, vengono dipinti come macchiette bigotte e misoneiste. Sembra un colpetto, mal assestato (insieme alla critica visione del velo “indossato” dalla protagonista) ai canoni culturali autoctoni.
Sul versante opposto invece l’analisi diventa più produttiva e sensata, in particolare nel definire la figura dell’esercito onnipresente. Quella che maldestramente viene definita come l’unica democrazia del Medio Oriente è, in realtà, un mero governo militarista. Oltre al Mossad (sempre presente), l’esercito è lo stato, è la madre di Israele, cioè che surclassa l’individuo, opprimendolo e oscurandolo. Due scene risultano particolarmente illuminanti. La prima è relativa al processo che la donna intenta contro l’esercito: in aula, durante il dibattimento, viene sempre inquadrato l’interno, dalla corte verso le parti. In primo piano rimane un ufficiale, mentre in secondo piano la donna, con il suo avvocato, perfettamente a fuoco onde evitare un montaggio altrimenti impertinente. Una seconda scena è quella finale dove, qui con una serie di piuttosto concitata e montata di inquadrature, l’osservazione si sposta dall’interno della casa del ministro all’esterno fino a concludere con un dolly che, con un movimento prima in avanzamento e poi ascendente, cerca di scrutare la vita al di là del “muro” ormai arrivato a compiutezza.
Il film cavalca senza dubbio l’attualità di una tragedia umanitaria che si protrae da ormai mezzo secolo, ma lo fa con una certa accuratezza che sconfina solo raramente nell’approssimazione.
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[ Questo messaggio è stato modificato da: oronzocana il 18-01-2009 alle 18:05 ] |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 18-01-2009 23:42 |
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bravo oronzo. mi piace questa tua rece. mi hai incuriosito e quindi lo vedrò.
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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 18-01-2009 alle 23:42 ] |
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oronzocana
 Reg.: 30 Mag 2004 Messaggi: 6056 Da: camerino (MC)
| Inviato: 19-01-2009 01:17 |
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grazie, speriamo ti piaccia.
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Tenenbaum
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 20-01-2009 20:06 |
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si molto interessante
un bel riassuntino, di quelli che piacciono a Tristam, molto più lungo di quelli che si trovano in giro sui giornali
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