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Rolling Stones - Shine a Light |
kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 20-04-2008 08:52 |
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Trama: Beacon Theater di New York nell'autunno del 2006. Le riprese dei due concerti della mitica band diventano un film, ad opera del grande Martin Scorsese, intervallate da piccoli spezzoni costituiti da immagini di repertorio. Due ore di musica sfrenata e brani leggendari con Mick Jagger scatenato capogruppo e mattatore della scena all'età di 63 anni, al tempo in cui si tennero i concerti.
Commento: Che incredibile esperienza che è questo docu-film (ma sarebbe più corretto definirlo cine concerto, con la sala piena ci si potrebbe alzare e ballare al ritmo delle musiche senza che nessuno protesti in quanto a tutti gli effetti una, splendida, ripresa dal vivo), che Martin Scorsese ha girato al Beacon Theatre di New York nell'autunno del 2006, tra le perplessità iniziali di Mick Jagger che riteneva il numero eccessivo di telecamere un fastidio per il pubblico presente. Ma sotto la direzione di Scorsese questi diventano dettagli, il maestro americano all'inizio della pellicola (che parte in bianco e nero) ci indica come avverranno i movimenti delle camere da presa, senza che nessuno spettatore intervenuto per godersi la band se ne accorga e gli arrechi fastidio. Di fatto il risultato finale è incredibile, le riprese sono di una perfezione cristallina in quanto ogni minimo movimento importante viene filmato con continui stacchi che il montaggio perfetto ha reso scorrevolissimo, ci godiamo le espressioni di Keith Richards (che suona imperterrito la chitarra con la fedele sigaretta tra le labbra), i riff di Ronnie Wood, l'altro chitarrista, la perfomance del più compassato del gruppo, il batterista Charlie Watts, e last but not last il grandissimo animale da palcoscenico che è il capogruppo e anima della band, quel Mick Jagger classe 1943 capace con il suo esile fisico di muoversi in maniera fluida, fulminea e indiavolata, in modo non proprio aggrazziato ma denso di una energia senza pari. Scorsese dopo l'inizio in cui ci spiega alcuni dettagli tecnici, lascia che sia il concerto a parlare da solo, fa partire il tutto e ci rende partecipi in una sala acusticamente idonea (il cinema) a un vero e proprio concerto a prezzo"biglietto ridotto" della mitica band, al tempo avversaria dei Beatles di cui sono stati la controparte meno formale e più scatenata. Brevemente le riprese dell'esibizione dei Rolling sono intervallate da brevi spezzoni con filmati di repertorio sottotitolati (vedrete un curioso Jagger in erba, senza tirare in ballo lo scandalo droga in cui lui e Richards rimasero coinvolti) in cui si raccontano aneddoti, curiosità e viene tirata in ballo la famosa frase "ma a sessant'anni pensi di fare ancora quanto fai adesso?" con risposta un laconico "Certamente!".
Vengono i brividi durante la proiezione di questo "Cineconcerto", sembra che non si sia assistendo a un film ma che noi stessi siamo presenti nella sala dove si suona, mentre le quattro sempiterne pietre rotolanti snocciolano un repertorio rock di grandisismo livello. Davvero incredibile questa idea venuta al grande Martin di girare e distribuire in film realizzato con questi canoni, siamo portati a ballare ed applaudire, a fare anche noi come il pubblico a rispondere agli incitamenti che arrivano dallo schermo, per due ore diventato una grande cassa acustica con immagini in movimento. Anche chi non ama i Rolling, ma ama la musica e comunque rispetta la band per la sua storia (e abbiamo dentro incredibilmente anche una canzone country!) non può non amare questo film che coinvolge ed entusiasma, con musiche leggendarie (anche capolavori come Apocalypse Now hanno preso a prestito una loro canzone), vediamo che l'esperimento voluto fortemente dal maestro è riuscito, non ci si strania neppure un momento di fronte all'anomalia strutturale del non-film, che tanto bene si era aperto si chiude in maniera irriverente e perfetta, con la luna sopra Manhattan che diventa la famosa linguaccia simbolo del gruppo. Le top miliari compresa "I can't get no satisfaction" sono in fondo all'esibizione, ma anche la scelta delle altre racchiude il meglio di quanto hanno realizzato.
Sono presenti vari ospiti che intervengono cantando e suonando, tra cui Christina Aguilera, che si esibisce con Jagger in un sensuale ballo corpo a corpo, e non dimentichiamo che abbiamo la possibilità di vedere Keith Richards cantare in assolo.
In definitiva un film entusiasmante, coinvolgente, una esperienza cinematografica anomala che va visto assolutamente da ogni amante della musica anche se non è un rolling fan (questi impazziranno letteralmente), in quanto comunque la confezione perfetta di Scorsese raggranella emozioni sprizzate dall'energia della band e nel contempo ci regala qualche curiosità di repertorio, tanto che alla fine del film ci sentiamo di fare una standing ovation.
Questa luce risplende davvero alla grande!
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 20-04-2008 12:31 |
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Non posso non ritornare almeno momentaneamente dal mio "eremo" per dire la mia su questo splendido film che mi sono da poco goduto fino all'orgasmo.
Stones-Scorsese, già la dice tutta, un mito della musica in simbiosi con un mito del cinema, il tributo ad una band inossidabile da parte di un grande regista fan (non dimentichiamo che le canzoni degli Stones fanno spesso capolino nella colonna sonora dei film di Scorsese, pensiamo ad esempio a Monkey man in the Goodfellas, a Let it loose in the Departed e ad altre che mi sfuggono al momento...). Come dice Kubrickfan lo spettatore cinematografico ha la netta sensazione di essere spettatore diretto ad un concerto dei Rollingstones, non c'è praticamente alcuna differenza tra noi (tapini comuni) in sala cinematografica e gli altri (privilegiati) "in prima linea" dentro il teatro di Manhattan, le sensazioni che Scorsese ci regala sono proprio quelle di "sentire" di partecipare in modo diretto ad un evento del genere, ben poche sono le pellicole del tipo che riescono a fare altrettanto, non esagero se dico che avevo voglia di alzarmi e ballare.
Tra i tanti momenti memorabili l'esecuzione di You got the silver (vecchio brano country da Let it bleed) da parte di Keith Richards accompagnato alla chitarra slide da Ron Wood, L'ingresso di Jagger dalla porta principale del teatro all'inizio di Simpaty for the davil con il pubblico in delirio, la vecchia intervista fatta a Jagger negli anni 70 "Ma a sessant'anni fareste ancora quello che fate adesso?...Certamente".
Se amate gli Stones o il rock n' roll in generale non perdetevelo, se non vi frega niente della materia in questione andateci lo stesso e convertitevi....
_________________
Perchè non gli hai sparato? Perchè?..Perchè è un mio amico
[ Questo messaggio è stato modificato da: eltonjohn il 20-04-2008 alle 12:33 ] |
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 21-04-2008 17:54 |
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Filming The Rolling Stones (storia, ginnastica)
Probabilmente non si può dire che esista un vero e proprio cinema dei Rolling Stones, così come esiste un cinema dei Beatles o di Elvis. Eppure gli Stones, nel loro mitologico attraversare la Storia tout court, si sono trascinati dietro una propria esistenza cinematografica, in cui è evidente come basti già la loro semplice presenza per fare/essere cinema. Si tratta di una cinematografia fatta anche di episodi eccentrici come l’apparizione di Mick e Keith in Umano non Umano di Mario Schifano; di opere spesso non riconciliate nel linguaggio e nel rapporto con lo spettatore, nelle quali il gruppo inglese si offre appunto come mera presenza, lasciandosi riprendere indolente e indifferente da sguardi solo nominalmente documentari. Quella degli Stones è l’indifferenza cinica di una pura forza naturale, amorale come un uragano che attraversa la storia travolgendo quello che incontra.
Pezzi di Storia dunque: il ‘68 di Godard in One Plus One, poi semplificato in Sympathy for the Devil per manomissione diretta del produttore: la genesi di uno dei più importanti pezzi rock di sempre, la rivoluzione, l’odore di zolfo che si spande sulla scena del mondo, le black panther, l’emarginazione di Brian Jones dal gruppo che emerge fra le righe di una regia impassibile. Poi la fine del sogno: il concerto di Altamont del ’69, il servizio d’ordine che uccide uno spettatore e seppellisce idealmente l’utopia di un decennio, come documentato nell’ormai classico Gimme Shelter dei fratelli Maysles. Poi ancora il famigerato Cocksucker Blues del fotografo Robert Frank, uno sguardo sporco dietro le quinte del tour di Exile on Main Street, fra groupies eroinomani, orge, e banale scazzo quotidiano; film la cui distribuzione fu bloccata dal gruppo stesso. Curiosamente, quasi altrettanto clandestino fu lo special della BBC The Rolling Stones Rock and Roll Circus, mai andato in onda e recuperato quasi trent’anni dopo nel ’96, felice esperimento di autarchia televisiva rock.
Totalmente diversa è l’operazione dell’ultimo film di Scorsese, che rinuncia a raccontare la storia dei Rolling Stones e che scantona la strada del documentario dirigendosi piuttosto verso la forma del concerto filmato, genere che appartiene sia al regista (The Last Waltz sull’ultimo concerto di The Band) che agli interpreti (fra i tanti Let’s Spend the Night Together di Hal Hashby sulla tournée dell’81). Ma in realtà non si tratta nemmeno di un vero e proprio film-concerto, poiché l’evento spettacolare è stato provocato proprio in vista della realizzazione del film, un’astrazione da esperimento scientifico. Il luogo è infatti il Beacon Theatre di New York, un ambiente infinitamente più ristretto di quelli che la band percorre nei suoi tour, ma che consente alle macchine da presa di creare un rapporto molto più intimo e ravvicinato con il gruppo. Il tutto per due serate consecutive, perfezionando il meccanismo e raccogliendo più possibilità in fase di montaggio. Shine a Light sottrae dunque gli Stones tanto alla cronaca dei trionfi spettacolari (documentati dai dvd del tour A Bigger Bang), quanto alla Storia, per celebrare appunto la resistenza degli Stones alla stessa, il che è un po’ lo scopo dei filmati di interviste d’epoca inseriti a cadenze regolari fra le canzoni.
Il film insegue allora un idealtipo di film-concerto, una dimensione ideale, i Rolling Stones allo stato puro. Questa dimensione è dominata dall’idea (etica ed estetica) della Performance, da un desiderio di esibizione/prestazione perfetta che è il cuore stesso dell’operazione. Perché in effetti siamo di fronte a una sovrapposizione di performance: l’altra band è la squadra guidata da Scorsese, ben dodici direttori della fotografia (quasi tutti candidati o vincitori di premi Oscar) in costante movimento, che si incollano agli interpreti e agli strumenti cercando di cogliere ogni gesto, ogni dettaglio normalmente inaccessibile a questo tipo di riprese. Le macchine da presa più che documentare il dinamismo e l’energia leggendaria della band, la replicano e ne partecipano, in una fusione fra forma e contenuto che trova la sua sintesi nel rock. Un rock allo stesso tempo aggressivo e scintillante, come è spesso il cinema di Scorsese, del resto da sempre nutrito della musica degli Stones come fonte di ispirazione.
E’ il film stesso ad essere performance, ed è il film stesso ad essere l’evento: Scorsese meets the Stones. Ed era inevitabile che l’incontro si giocasse sul piano di un professionismo assoluto e del linguaggio comune del rock. Un incontro fra vecchie volpi sornione, assolutamente compiaciuto, con il regista che pur impegnato in un’esibizione altrettanto spettacolare, si mette in qualche modo da parte per raccontare solo e soltanto gli Stones e la loro musica. Esaurito lo zolfo dei vecchi tempi, sono muscoli ed elettricità a dominare la scena. Poco importa lo spot per i Clinton in apertura o una platea fighetta che non sapremmo immaginare nella fanghiglia di Woodstock; come abbiamo detto la dimensione degli Stones adesso non è la Storia, ma l’incarnazione di un’energia assoluta, la testimonianza incontenibile di un’energia che emana dai corpi e dagli strumenti della band. Una vitalità mitica che passa naturalmente attraverso la musica, fra episodi inattesi, come una ciclonica apparizione del bluesman Budd Guy, e momenti classici, come una Brown Sugar trascinante poco prima dell’inevitabile chiusura con Satisfaction. Il tutto a volumi devastanti ma con una qualità del suono impeccabile, per dare la sensazione definitiva di assistere a un concerto del gruppo. E lo sguardo del regista ci colloca con precisione nella frattura fra quel che c’è di disincanto in una perfetta prestazione professionale, e la magia di trovarsi di fronte a un’entità mitica, quattro corpi sospesi sopra il tempo, ormai quasi dei segni, come la celebre linguaccia che saluta il pubblico al termine del film.
leggasi anche QUI
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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sloberi
 Reg.: 05 Feb 2003 Messaggi: 15093 Da: San Polo d'Enza (RE)
| Inviato: 21-04-2008 20:12 |
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Ho una voglia folle di vedere questo film ma purtroppo un gran timore che nessuna sala lo passi.
_________________ E' ok per me! |
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 22-04-2008 12:33 |
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quote: In data 2008-04-21 20:12, sloberi scrive:
Ho una voglia folle di vedere questo film ma purtroppo un gran timore che nessuna sala lo passi.
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Ma se è in tutti i multisala...della mia zona almeno...
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 22-04-2008 13:13 |
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Unico neo,forse, il fatto di non aver nemmeno menzionato Brian Jones e Bill Wyman.
Il primo è stato il fondatore della band e colui che ne ha dato l'indirizzo blues fin dall'inizio (e scusate se è poco), il secondo è stato il bassista della band per più di trent'anni (cosa vuoi che sia...)
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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utopia

 Reg.: 29 Mag 2004 Messaggi: 14557 Da: Smaramaust (NA)
| Inviato: 22-04-2008 13:27 |
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Bentornato, Elton!
_________________ Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!
Happiness only real when shared. |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 22-04-2008 13:34 |
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quote: In data 2008-04-22 13:27, utopia scrive:
Bentornato, Elton!
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Per gli Stones questo ed altro...
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 24-04-2008 01:35 |
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quote: In data 2008-04-21 17:54, vietcong scrive:
Filming The Rolling Stones (storia, ginnastica)...
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Ottimima rece, praticamente è la "verità" sul film!
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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lollylolly
 Reg.: 03 Mar 2008 Messaggi: 58 Da: roma (RM)
| Inviato: 24-04-2008 16:58 |
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non vedo l'ora di vederlo....speriamo bene.... |
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