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Autore The kingdom
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 08-12-2007 10:09  
The Kingdom

Trama: una squadra di supesperti dell'FBI viene inviata sotto stretta copertura politica in Arabia Saudita per investigare su un terribile attentato che si è consumato su un centinaio di civili Americani che risiedevano lì per lavoro. Arrivati sul luogo trovano da parte delle autorità competenti una diffidenza unita a una voglia di non coinvolgerli più di tanto anche da parte dello stesso consolato americano. Trovare i colpevoli sarà durissima, ma hanno dalla loro un alleato fidato e inaspettato ...

Commento: Il buon attore Peter Berg (pupillo del grande regista Michael Mann, che invece qui è produttore, ed autore come regista della commedia del 1998 Cose molto cattive con Cameron Diaz) dirige questo action movie dalle forti tinte terroristico investigative che si lascia andare a dei botti roboanti solo nell'ultimo quarto di pellicola.
La trama è semplicissima:in Arabia Saudita, (accusata di forti collusioni con il terrorismo dopo che si seppe che 15 su 19 dirottatori dell'11 Settembre erano figli suoi), numerose famiglie di tecnici americani sono presenti sul suolo per supervisionare l'estrazione del petrolio ed aiutare i tecnici locali. Un giorno durante una partita di softball un terribile attentato sconvolge l'opinione pubblica americana come quella saudita, il cui giovane principe è deciso a tutti i costi di dimostrare che il suo paese con i terroristi ha solo da perderci e non ne è il mandante. Però dato che gli investigatori mediorientali non sono per nulla all'altezza, per non far perdere la faccia al sultanato viene mandata in gran segreto una task force di abilissimi investigatori dell'FBI dal grande fiuto. Peccato che quando arrivano siano troppo bravi ed iniziano addirittura a essere degli incomodi per tutte e due le nazioni.
Il film cerca di darsi da subito un tono cronachistico con l'inizio esplicativo della situazione sui titoli di testa (abbiamo anche una suggestiva animazione di un aereo che sta per schiantarsi contro le torri), per continuare poi man mano a presentare i protagonisti sullo schermo con sovrascritte che ci indicano nome, grado e corpo di appartenenza (sia per i Sauditi che per gli americani).
Il film non è un puro action movie convenzionale, la vendetta dopo il delitto è più ragionata del solito, la squadra investigativa (capitanata da un arcigno Jamie Foxx, altro pupillo di Mann e premio oscar per Ray, affezionato padre e chioccia per i devoti pulcini che comanda) per lungo tempo non spara un solo colpo, tutto si muove cercando il particolare che potrebbe portare al colpevole, in un ambiente diffidente e con lo stesso consolato americano che preme perchè i Boys se ne tornino a casa al più presto con un premio di consolazione ma non quello vero, credendo di aver assolto ai compiti e vendicato i due colleghi scomparsi. Purtroppo Berg non è certo un gran regista, e l'investigazione tra battibecchi e mugugni prosegue vacua e monotona sia nelle meccaniche che nella scoperta dei nuovi pezzi del puzzle, con frasi altisonanti ("Noi americani non siamo senza peccati, sono io il primo a dirlo, ma il nostro lavoro lo sappiamo fare bene") e la continua esposizione delle idee del leale e bravo collega saudita (Ashraf Barhoum) che con quei cattivoni proprio il suo paese non c'entra nulla.
Dopo un po' vedere questa squadra di omaccioni e superdonna (che deve mettere una coperta per coprire le castissime tette) che si contiene per dare un tono artistico di plusvalore al film stanca, gente come la Garner (bella e brava protagonista del serial Tv Alias) oppure Chris Cooper (indimenticabile il suo padre marine in American Beauty), sono fatti per il movimento, e difatto tutto sembra bollire sotto la trama pretesto per dire allo spettatore in cerca di piogge di proiettili (da far invidia a Black Hawk Down) che presto l'azione arriverà.
E che azione, dopo un patetico colpo di scena quanto mai telefonato, l'ultima parte del film è praticamente priva di parole, coperta di soli urli, spari, botti e guerriglia urbana con le pallottole che, come da buona tradizione cinematografica non finiscono mai. Utilizzando anche una buona fotografia che esplode letteralemnte in quel momento, opera tanto per cambiare di un italiano, Mario Fiori, la mano registica cambia completamente, da insicura e piena di incertezze e minusvalori si trova ad essere valida e competente, e viene il forte dubbio che Michael Mann sia intervenuto pesantemente ad aiutare il suo pupillo lasciato fino a quel momento orfano.
Si chiude con un messaggio bilaterale farneticante, dove la soluzione del problema sembra davvero estrema.
Comunque affidare un tale pastrocchio action/political/investigativo a un regista praticamente esordiente è stato un grande azzardo, e i difetti di una pellicola che alla fine non è ne carne ne pesce vengono confermati pure dal reclutamento in una parte secondaria importante di Jason Bateman, bravo caratterista sopratutto di commedie ma completamente fuori parte qui.
in definitiva un film che voleva darsi un tono e ha fallito il bersaglio, risultando monotono per il troppo girare intorno al vero momento e motivazione per cui è stato concepito. Lo spettacolo d'azione comunque alla fine non manca, il problema è che bisogna attenderlo troppo ma sopratutto senza senso.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 18-12-2007 18:54  
quanti commenti per questo film
riporto cosa ne penso io:

Questo film, apparentemente inutile, mi ha aiutato invece a capire che il nome di un famoso regista accompagnato alla scritta "Producer" non ha lo stesso valore che accompagnato alla scritta "Director". Bella scoperta, potrebbe dire qualcuno.
In realtà io mi illudevo che uno come Michael Mann potesse garantire un certo livello di qualità anche se non girava lui personalmente qualcosa, ma evidentemente mi sbagliavo.
Questo The Kingdom è un film che non significa nulla e non comunica nulla e, tanto per concludere il quadro negativo, è anche girato con una dubbiosa tecnica di macchina da presa a mano che non fa altro che incasinare le cose. La mdp a mano fa molto "action", d'altra parte tutti abbiamo visto l'ultimo Greengrass/The bourne ultimatum (e se non l'avete visto, vergognatevi) quindi Berg avrà pensato "Se l'ha fatto Greengrass e tutti inneggiano al capolavoro, cazzo allora lo faccio anche io!". Laddove però l'opera del terzo e ultimo capito della serie di Bourne aveva un senso diegetico (l'essere continuamente spiati da qualcuno, il non poter stare mai fermo nello stesso punto per troppo tempo, la frenesia dell'azione che scoppia fulminea senza preavviso, ecc ecc) qua non corrisponde a nessun significato. Anzi, Berg arriva ad usarla anche quando i protagonisti stanno semplicemente parlando fra loro sdraiati comodamente su un letto, rompendo così il legame significante-messa in scena che è invece basilare per una forma d'arte visiva quale è il Cinema.
Tralasciando l'aspetto tecnico che lascia a desiderare, ci si potrebbe occupare del soggetto e del cast, ma anche qua ci sarebbe molto da ridire. Gli attori sono pressapoco tutti nella parte, ma vedere una Jennifer Garner così "timida" ad imbracciare un'arma e sparare a qualcuno stride peggio che le unghie sulla lavagna. Nella serie televisiva Alias ne combinava di tutti i colori (una sorta di james bond al femminile capace di usare le più moderne armi e tecnologie) e anche nel film Elektra non risparmiava certo scene d'azione notevoli, qua invece si ritrova impacciata, quasi inesperta e impaurita dal dover spare a qualcuno. Insomma, è credibile tanto quanto mettere Silvester Stallone a fare una parte di un pacifista, non regge proprio. La trama del film poi è assai povera e gira tutto attorno a una squadra dell'FBI inviata a indagare su chi possa essere il colpevole di un attentato a Riyadh in Arabia Saudita. Il 90% del film è tutto in chiave investigativa, l'ultimo 10% è formato dalle scene d'azione finali che sono sì girate bene, ma ormai è troppo tardi per cercare di risollevare un prodotto che per tutto il resto del tempo non ha mai decollato. Stendiamo un velo pietoso poi sulla battuta di chiusura del film.
Niente all'interno di questo film è veramente fatto male, a parte i movimenti della mdp come prima già accennato, quindi non credo sia da stroncare completamente. E' anche vero però che considerando il produttore e alcuni attori, forse con un regista più capace si sarebbe potuto fare molto di più.
(tratto da qui )
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"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."

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