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Io non sono qui |
kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 09-09-2007 08:02 |
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Trama: La vita di Bob Dylan raccontata in un ottica molto particolare, attraverso le sue canzoni che ripercorrono dei fatti e delle emozioni senza instradarsi e rimettersi in una chiave documentaristica.
Sentendo spezzoni di Hurricane e altri suoi capolavori vediamo come le sue parole possano diventare immagini intervallate da sequenze in bianco e nero non di repertorio, se non alcune brevissime, che interpretano la sua vita.
Commento: Omaggio a Bob Dylan, in un esperimento davvero curioso questo operato dal regista Todd Haynes (cimentatosi con un film musicale come Velvet Goldmine), che abbandona tutti i canoni del racconto formale di una star (nascita, sviluppo della sua arte, splendore, poi creazione del nucleo familiare e cerchia di amici fidati, declino e morte) per affidarsi a un caleidoscopio iconografico del tutto surreale che traspone in immagini il significato delle sue canzoni, abbandonandosi a citazioni della vita vissuta solo quando vediamo con delle inserzioni il personaggio di Dylan , che si innestano sulle sei storie che compongono il film (che gode della sentita interpretazione di Cate Blanchett, ultimo film Intrigo a Berlino, in un personaggio estremo chiamato Miss Queen), alcune virate al bianco e nero.
Un lavoro di costruzione progressiva e laterale davvero azzardato, dove la storia informale delle canzoni del personaggio (perchè di questo si tratta) si muove rispetto allo spettatore con una necessità di conoscenza pressochè totale di eventi, testi delle canzoni e riferimenti alla vita del cantante autore, oltre che degli avvenimenti del momento.
Si parla di Vietnam, si parla di politica, si parla di giovani adolescenti neri vogliosi di mostrare le proprie capacità artistiche, tutte cose che sono presenti nelle sue canzoni a livello di racconto o di sensazioni, mettendo tutto in una sorta di calmo videoclip a comparti, si parla anche di Pat Garrett (spezzone interpretato da Richard Gere) ma non viene minimamente introdotto un concetto di correlazione spiegata, destinando questo film a un pubblico di super appassionati e con un notevole background dell'argomento ignorando le necessità di coloro che magari Bob Dylan e la sua opera l'hanno solo sfiorata con la conoscenza.
A quel punto se non si appartiene alla prima cerchia, (che probabilmente di questo film ne sarà entusiasta perchè ha potuto vedere una sentita interpretazione delle sensazioni che la musica che hanno amato forniva, definendo oltretutto l'artista come un Astronauta, un relatore di arte fuori dal tempo e dalla altra schiera di colleghi tanto era innovatore), si rimane del tutto straniti, vedendo uno pseudo docufilm incomprensibile, difficile da assimilare, se non impossibile, pieno di momenti in cui l'attenzione scema per cercare il torpore e il senso del tutto.
Sono purtroppo davvero illogici questi lavori che vengono a colmare una serata dedicata al cinema, in quanto non è fattibile che tutti possano avere una conoscenza così profonda del personaggio e del suo status di crescita per capire un film, sono prodotti cellebrativi per soddisfare i fan che comunque, soprattutto fuori dall'America, non vedranno oltre a loro nessuno che si sofferma a sentire la splendida canzone con ritornello “No direction home” vedendo il resto del pubblico alzarsi subito, appena l'ultima immagine di repertorio di Dylan che suona si dissolve, per raggiungere l'uscita.
Il lavoro è comunque tecnicamente pregevole, il montaggio è ottimo, la fotografia di buona fattura (grande il bianco e nero) e ci sono alcune scene oniriche molto suggestive, aggiungendo a questo un cast di stelle oltre ai già citati Gere e Blanchett come Leadger, Juliette Moore e Christian Bale, tutti arrivati per onorare un maestro della musica che è nel loro apprezzamento.
Un film in definitiva tutt'altro che morbido, sperimentale e straniante, a cui bisogna avvicinarsi con una logica diversa da quella del godimento subitaneo che esiste solo per i fan, ma come un istinto ad andare in rete o in biblioteca dopo a curiosare cose che non si sono capite la prima volta che lo schermo le ha proposte. Dura anche 135 minuti, per cui se volete rischiare un prodotto tanto alternativo sappiate che il cammino non sarà dei più corti e metterà a dura prova la vostra presenza in sala. Al cinema certe volte io non sono qui, certe volte purtroppo c'ero e altre meno male che ci sono stato. Questo film dà di partenza certezza solo con la prima ipotesi.
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 09-09-2007 18:24 |
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Assolutamente da sconsigliare a tutti coloro che non conoscono bene Dylan,una sua sommaria biografia e soprattutto le sue canzoni,per chi poi lo odia tanto di soldi del biglietto risparmiati.Vi ho trovato diverse analogie con Velvet goldmine,anche li si potevano riconoscere sotto altro nome musicisti strafamosi (Bowie,Marc Bolan,Iggy Pop...).Il titolo è azzeccatissimo,Io non sono qui,ed infatti di Bob Dylan nessuna traccia,i vari attori che lo "impersonano" usano pseudonimi,grandiosa Cate Blanchet che ricalca in modo stupefacente il Dylan di Don't look back,famoso documentario di Pannebacker del 66 (credo...)girato durante un famoso tour in Inghilterra del menestrello di Duluth...GIUDA!!! gli gridano mentre prende in mano la chitarra elettrica,sicuramente la parte migliore di tutto il film.Noiosa e poco comprensibile la parte con Richard Gere,richiami indiscussi a Pat Garrett & Billy the kid,alle copertine di John Wesley Harding e The beasement tapes,al bestiario della Rolling thunder revue (tutta quella gente truccata e mascherata,quell'atmosfera vagamente circense)...boh?!
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Perchè non gli hai sparato? Perchè?..Perchè è un mio amico
[ Questo messaggio è stato modificato da: eltonjohn il 09-09-2007 alle 22:57 ] |
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Brunocat
 Reg.: 21 Set 2007 Messaggi: 2 Da: Roma (RM)
| Inviato: 21-09-2007 17:32 |
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Sono fan di Dylan da una vita e vi assicuro che il film è un'accozzaglia di stereotipi e frasi famose inserite spesso a sproposito. L'immagine di Dylan che se ne ricava è ridicola. Un artista degno del Nobel viene rigettato nella spazzatura dello star-system. Si potrebbe definire una visione onirica di Dylan vissuta da parte di un suo fan tredicenne, ma manca anche della carica emotiva. Le uniche emozioni sgorgano dalle canzoni di Dylan, tanto più quando vengono cantate da lui. L'idea di fare un film su Dylan alla maniera di Dylan è velleitaria, Renaldo e Clara era molto più criptico e per il fan era una vera manna. Su Dylan servirebbe un film biografico, vecchio stile, con un attore che abbia un carisma paragonabile e la regia di Scorsese.
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 21-09-2007 19:08 |
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quote: In data 2007-09-21 17:32, Brunocat scrive:
Sono fan di Dylan da una vita e vi assicuro che il film è un'accozzaglia di stereotipi e frasi famose inserite spesso a sproposito. L'immagine di Dylan che se ne ricava è ridicola. Un artista degno del Nobel viene rigettato nella spazzatura dello star-system. Si potrebbe definire una visione onirica di Dylan vissuta da parte di un suo fan tredicenne, ma manca anche della carica emotiva. Le uniche emozioni sgorgano dalle canzoni di Dylan, tanto più quando vengono cantate da lui. L'idea di fare un film su Dylan alla maniera di Dylan è velleitaria, Renaldo e Clara era molto più criptico e per il fan era una vera manna. Su Dylan servirebbe un film biografico, vecchio stile, con un attore che abbia un carisma paragonabile e la regia di Scorsese.
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Considera però che è l'unico film biografico tra quelli proposti che lo stesso Dylan ha autorizzato a realizzare
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Perchè non gli hai sparato? Perchè?..Perchè è un mio amico
[ Questo messaggio è stato modificato da: eltonjohn il 21-09-2007 alle 19:09 ] |
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Brunocat
 Reg.: 21 Set 2007 Messaggi: 2 Da: Roma (RM)
| Inviato: 24-09-2007 21:56 |
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[/quote]
Considera però che è l'unico film biografico tra quelli proposti che lo stesso Dylan ha autorizzato a realizzare
[/quote]
E' notorio che Dylan di cinema non capisce un tubo
A parte scherzi: credo che Dylan abbia soltanto autorizzato l'uso delle sue canzoni dopo aver visto la sceneggiatura.
Un suo parere sul film come è stato realizzato ancora non c'è...
Ad ogni modo, qualsiasi cosa ne pensi Dylan
non potrebbe farmi cambiare idea.
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AnnieHall
 Reg.: 04 Nov 2005 Messaggi: 2375 Da: Firenze (FI)
| Inviato: 26-09-2007 15:02 |
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Molto criptico. Non conosco alla perfezione la biografia di Bob Dylan, per questo non ho colto tutte le citazioni e le visioni oniriche che il regista ha sciorinato alla grande. Ho trovato fantastica l'interpretazione di Cate Blanchett, ma la parte di Richard Gere, lo spezzone alla Pat Garret and Billy the Kid, quella l'ho trovata alquanto incomprensibile. Nonostante le mie (profonde e inaccettabili!) lacune, sono uscita dal cinema con la sensazione di avre visto un buon film, con un'ottima colonna sonora e bravi interpreti. Un film che va seguito col cuore e non con la testa.
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-09-2007 16:22 |
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quote: In data 2007-09-21 17:32, Brunocat scrive:
Su Dylan servirebbe un film biografico, vecchio stile, con un attore che abbia un carisma paragonabile e la regia di Scorsese.
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"servirebbe" a cosa, a chi? A fare un ennesimo biopic-illustrazione per edorre gli ignoranti ("ma guarda te che bel tipo questo Dylan") e compiacere gli edotti ("ah, qui è quando..")?
Mah, Haynes ha cercato di fare l'unica cosa sensata da fare: non raccontare la musica e il mito di Dylan, ma viverli, dal di dentro. Non un film su Dylan, ma un film dylaniano: straniante, camaleontico, aggressivo e rivoluzionario, e potrei proseguire molto in là con gli aggettivi ma ci siamo capiti. Che poi l'operazione sia riuscita o meno, se ne può discutere, ma il progetto è geniale.
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 28-09-2007 17:40 |
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joey080
 Reg.: 24 Mar 2004 Messaggi: 3595 Da: turi (BA)
| Inviato: 29-09-2007 19:46 |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 29-09-2007 21:16 |
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quote: In data 2007-09-26 16:22, vietcong scrive:
quote: In data 2007-09-21 17:32, Brunocat scrive:
Su Dylan servirebbe un film biografico, vecchio stile, con un attore che abbia un carisma paragonabile e la regia di Scorsese.
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"servirebbe" a cosa, a chi? A fare un ennesimo biopic-illustrazione per edorre gli ignoranti ("ma guarda te che bel tipo questo Dylan") e compiacere gli edotti ("ah, qui è quando..")?
Mah, Haynes ha cercato di fare l'unica cosa sensata da fare: non raccontare la musica e il mito di Dylan, ma viverli, dal di dentro. Non un film su Dylan, ma un film dylaniano: straniante, camaleontico, aggressivo e rivoluzionario, e potrei proseguire molto in là con gli aggettivi ma ci siamo capiti. Che poi l'operazione sia riuscita o meno, se ne può discutere, ma il progetto è geniale.
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Sono abbastanza daccordo
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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liliangish
 Reg.: 23 Giu 2002 Messaggi: 10879 Da: Matera (MT)
| Inviato: 17-11-2007 13:34 |
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quote: In data 2007-09-26 16:22, vietcong scrive:
quote: In data 2007-09-21 17:32, Brunocat scrive:
Su Dylan servirebbe un film biografico, vecchio stile, con un attore che abbia un carisma paragonabile e la regia di Scorsese.
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"servirebbe" a cosa, a chi? A fare un ennesimo biopic-illustrazione per edorre gli ignoranti ("ma guarda te che bel tipo questo Dylan") e compiacere gli edotti ("ah, qui è quando..")?
Mah, Haynes ha cercato di fare l'unica cosa sensata da fare: non raccontare la musica e il mito di Dylan, ma viverli, dal di dentro. Non un film su Dylan, ma un film dylaniano: straniante, camaleontico, aggressivo e rivoluzionario, e potrei proseguire molto in là con gli aggettivi ma ci siamo capiti. Che poi l'operazione sia riuscita o meno, se ne può discutere, ma il progetto è geniale.
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Concordo con Viet. Adoro Haynes dai tempi di Velvet Goldmine, basato sulla stessa idea di parlare delle star raccontandone l'atmosfera.
un film non è un documentario e Io Non Sono Qui è un grande film. Che tra gli altri meriti ha quello di integrare finalmente elevare il videoclip nella storia senza sbavature narrative.
_________________ ...You could be the next. |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 17-11-2007 19:47 |
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quote: In data 2007-09-29 19:46, joey080 scrive:
ma va...dovevo vederlo ma l'hanno tenuto in programmazione davvero poco...uff!
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Saresti scappata via a metà primo tempo
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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Jourdain
 Reg.: 21 Set 2007 Messaggi: 179 Da: Vignate (MI)
| Inviato: 24-02-2008 09:28 |
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Dopo aver cercato e non aver trovato nulla, ho deciso di aprire la discussione su "Io non sono qui".
"Io non sono qui" potrebbe essere definito il "Mulholland Drive" che, ispirato dalle note di una chitarra e dai testi delle canzoni, Todd Haynes ha tributato a Bob Dylan.
Un amabile ed espressivo caos delle complementari sfaccettature, più o meno veritiere e più o meno amplificate e più o meno enfatizzate, della vita del grande artista americano.
Nel film Bob Dylan non è nessuno dei personaggi che lo interpretano ma allo stesso tempo vive in tutti loro.
Ciò che più rimane, di quest'opera, è la sensazione di una "prolifera schizofrenia", non in senso clinico, che ha "tormentato" Bob Dylan nel corso della sua vita, permettendogli di "non essere qui", ma garantendogli il privilegio (o forse il sacrificio) di esserci sempre ed ovunque con la sua musica e nelle sue parole.
Probabilmente questo film, dopo più visioni, può essere apprezzato maggiormente dal punto di vista logico, narrativo e crononologico. Credo, però, che "lo spirito" che il regista voleva riversare nell'opera fosse quello della mescolanza di stati d'animo, di cambiamenti, di personalità, di evoluzioni musicali e di tempi, che hanno fatto di Bob Dylan un'icona per tutti gli ammiratori ed anche per i detrattori.
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Hegel77
 Reg.: 20 Gen 2008 Messaggi: 298 Da: Roma (RM)
| Inviato: 22-07-2008 23:09 |
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Un film sperimentale, una scomposizione futurista, un ritratto cubista.
L'idea di partenza è geniale ma il film si avvolge a spirale su sè stesso e trasmette una distanza algida dalla materia trattata. So che qualcuno griderà all'eresia, ma se non fosse stato per Cate Blanchett, avrei interrotto la visione.
Mi ha profondamente annoiato pur rispettando l'originalità dell'approccio
_________________ Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio |
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HaroldKid
 Reg.: 11 Gen 2009 Messaggi: 4589 Da: milano (MI)
| Inviato: 14-03-2009 04:00 |
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E' un film davvero imperfetto nella sua eversività concettuale, quasi filosofica, di una visione del mondo e dei mille mondi che da esso primo derivano e conseguono, attraverso il pensiero, le parole le azioni e le imitazioni di un mito assoluto della storia e della Cultura contemporanee.
Dunque sì, è come se alla lunga si ingolfasse sul proprio stesso terreno, cercando di dipanare (tessere?) una matassa non biografica nè sociale ma che vorrebbe essere un'abile sintesi dei due aspetti, laddove la Cultura e i suoi protagonisti starebbero a significatre il fulcro, lo strumento ultimo per un cambiamento epocale. Tutto questo non riesce credo per la mancanza di equilibrio tra le parti, intese come ruoli drammatici, che rispecchiano o dovrebbero rispecchiare i segmenti di realtà che si desidera, si vorrebbe far collidere.
Ma lo straniamento provocato dall'accostamento temporale del Passato con il Futuro, della SStoria con la Finzione, del Reale con il Mito non rimane confinato soltanto all'universo diegetico del film ma tracima oltre il confine fino ad arrivare allo spettatore che ne viene travolto e stordito, trasformando così quella stessa astratta distanza che tanto è necessaria per un'analisi ficcante di fenomeni complessi, in un confuso turbinio d'immagini profondamente scollate tragicamente separate, come due gemelli siamesi malamente divisi, dalla loro stessa scaturigine, ovvero le canzoni di Bob Dylan; inizialmente comprese e comprensibili nel tessuto polìvoco del film, ma che alla lunga finiscono per costituire un momento diegetico a se stante, insensato e immotivato.
Ambizioni troppo grandi per un solo regista?
[ Questo messaggio è stato modificato da: HaroldKid il 14-03-2009 alle 04:02 ] |
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