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Autore Mimic di G. del Toro
oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 06-08-2007 11:06  
Mimic. Uno strano titolo associato ad un ottima soprpresa.
Si parte con grande cinema: istantanee di un mondo sull'orlo della fine, mascherate da una quotidianità troppo comune. Un attacco alla natalità, al futuro, è in atto e solo l'intervento della scienza(?) può gettare un'ancora di salvezzza per il genere umano.
Un inizio fantascientifico lascia presuppurre uno sviluppo in linea con una certa filmografia post-apocalittica, alla Children of Man per fare un esempio recente, dove un nichilismo romeriano sembra fare la voce grossa.
Al più presto entra però in scena qualcosa di nuovo, che quasi stona con le premesse. Un thriller esce dal bozzolo, neanche tanto discretamente, come a voler dire “vi aspettavate un semplice fanta-horror?” e poi, subito la risposta, “neanche per idea!”
Un buon ritmo incalza, fin dalle prime battute, per dare verve al tutto. Del Toro si muove con passo deciso in un genere piuttosco complesso da rappresentare. Si fa ricorso a riprese in interni, vista la naturale essenza della storia, dove la tensione si fa avvertire in modo greve. La gestione degli spazi è, per certi versi, non canonica; il regista usa sempre, o quasi, movimenti decisi e non disdegna una sorta di voyeurismo. La macchina da presa non sta mai ferma, si muove in modo anche innaturale, come un insetto appunto.
La regia si orienta principalmente su due fronti, da un lato si percorre il terreno del mistero, dove nella prima parte del film si riesce a celare persone e fatti in una incertezza artificiale; mentre dall'altro si usa un registro da survival horror con la discesa negli inferi delle fogne; il non visto prende forma ed entra in gioco una visione phenomenica della paura dove la larva, l'insetto viscido, il disgusto quasi entofobico diventa il vero protagonista.
Quasi scontato sembra essere il messaggio del film. La scienza prevarica la religione con un alibi apparentemente condivisibile. L'evoluzionismo contro il creativismo dove la tradizione cattolica, vista la nazionalita del regista, rappresenta l'ultimo baluardo di difesa per un certo tipo di valori. Non a caso il primo a cadere sarà proprio un uomo di Dio sotto i colpi di un umanoide non umano, ma forse sarebbe più oppurtonu dire “non Uomo”, e nel finale il simbolismo religioso diventerà ancora più esplicito.
Tutto insieme ne esce un film di alto livello, dove la commistione di più generi risulta gradevole e non forzata. L'intento di produrre un'opera, con determinati connotati etico-religiosi, in modo non pedante è da lodare e il risultato è la conferma di un ottimo lavoro.

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...partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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[ Questo messaggio è stato modificato da: oronzocana il 06-08-2007 alle 11:09 ]

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