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Autore 4 minuti -
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 16-06-2007 17:32  
4 minuti di vera arte

Trama: una vecchia insegnante di pianoforte aiuta le prigioniere di un carcere ad imparare a suonare lo strumento, ma il corso da lei tenuto diventa sempre più a rischio per colpa del suicidio di una di esse.
Senza perdersi d'animo riesce a far arrivare un pianoforte nuovo in sostituzione di quello vecchio, e con esso spera di riconvertire alla musica da camera il maggior numero di persone possibili nella struttura in cui lei ormai si reca quotidianamente da anni in preda a chissà quali ricordi successi nella seconda guerra mondiale.
Durante un pestaggio di una guardia, una delle galeotte incomincia a suonare il piano sprigionando un talento irresistibile anche se con venature davvero particolari...tra l'insegnante e l'allieva incomincia a instaurarsi un rapporto di violenza e ammirazione, dove nessuna delle due parti accetta imposizioni dall'latra. Finchè un giorno...

Trama:davvero notevole questo lavoro del regista tedesco Chris Kraus (opera prima) fondamentalmente un lavoro di quasi soli interni, una storia che si svolge in due periodi alternati da un sapiente montaggio, affondando le sue radici nel passato che fanno effetto sul presente.
Due figure centrali, diversissime tra di loro, una la giovane estroversa, eccessiva esagerata e violenta Jenny (magnificamente interpretata da Hannah Herzsprung, anche per lei prima prova) una assassina che ha escluso, dalla sua vita dopo aver subito terribili abusi ogni rapporto di relazione pacifica con il mondo che sembra odiare (e la maglietta con un escremento fumante ben visibile è la testimonianza del suo pensiero), l'altra una ottantenne maestra di piano ex infermiera di guerra nazista che convive con il desiderio di purificare e purificarsi con la perfezione intoccabile della musica classica. A questo proposito è chiarificatore il suo odio per le contaminazioni hip hop che la giovane mette all'interno delle sue sonate di pianoforte (dove le manette sono un vincolo che va ben oltre il discorso fisico della costrizione) inaccettabile sfregio verso chi ha da perdonarsi e perdonare utilizzando i classici immortali.
Man mano che il racconto prosegue (dopo aver cominciato in maniera assolutamente potente con la scena iniziale dove conosciamo la mancanza di rispetto di Jenny verso tutto e convenzioni) assistiamo a un progressivo scontro/incontro di due mondi completamente diversi, dove il pianoforte nuovo che arriva simboleggia il nuovo corso, che non sia detto abbia delle qualità minori ma quanto più diverse da quello antico, mentre i crimini eseguiti e i torti subiti nel passato non possono essere lavati dalla musica, che può al limite consolare e veicolare nuovi obbiettivi e sensi di riscatto.
Significativo il personaggio del secondino ingenuo selvaggiamente picchiato, che ha una terribile delusione vedendo messe in burletta le frasi dei classici immortali che adorava nel quiz a premi. Significato di placida e confortevole auditel a discapito dell'emozione e dell'anima. Però lui grazie alla figlia crede fermamente in un futuro di pentimento e di perdono senza fare inchini dovuti e di regola che infatti la sua prole, nonostante la sprone, non esegue alla maestra. Un senso di ribellione non capito da traude, che non apprezza neppure i disegni di vero sentimento che la bimba compone. Grandissima la scena dello scambio dei vestiti, dove le due parti incominciano ad interagire mischiandosi, dove però si capisce benissimo che il disagio di apparire ed essere dove non si è consoni. E tutto si conclude con la spiegazione del titolo in un crescendo stupefacente, per poi ammutolirsi subito in quanto la vita ti offre delle opportunità che anche se non ne cambiano il senso e il corso possono offrire gioie effimere che ne illuminano il cammino, a lezione di non escludere mai nulla.
Un film incredibile, spuntato nel più assoluto silenzio e senza clamori, che emoziona e infrange delle regole rigide e aemozionali per crearne delle nuove più umane e coinvolgenti.
Non perdetevi questa sonata tragica snobbata dal consumistico mercato che offre solo giocattolini consolatori, assolutamente fruibile e lineare nello svolgimento ma assolutamente umana, densa di sentimento che supera i confini del carcere per farci volare con l'emozione sopra le convenzioni e i rigidi spartiti, sopra le manette che impediscono alle mani di muoversi ma non al cervello di pensare. E alla fine facciamo tutti un inchino...
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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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