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I Robinson una famiglia spaziale |
kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 10-06-2007 14:04 |
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I Robinson - Una famiglia spaziale
Trama: Lewis è un ragazzino dodicenne che vive in un orfanatrofio in quanto abbandonato piccolissimo dalla mamma sulle scale dell'istituto. Con il pallino delle invenzioni, cerca di convincere, fallendo, di conquistare ogni nuova coppia che si propone di adottarlo. Un giorno con l'intenzione di rivedere la sua vera madre costruisce un macchinario che scopre i ricordi del cervello. Ma la cosa rischia di avere delle propaggini veramente inaspettate...il tenebroso uomo con la bombetta è dietro l'angolo!
Commento: Una volta la Disney era sinonimo di grande capacità creativa, di vento delle novità e di fondamenta per delle concezioni, stili e paragoni che sforavano anche la sfera del puro pianeta cartone animato.
I suoi meravigliosi classici hanno fatto sognare generazioni intere, canzoni sublimi e musiche eccelse si accompagnavano a immagini indimenticabili (a questo proposito Fantasia, il primo, ne era il summa e la catarsi).
Con l'arrivo della Computer Graphics la casa di Burbank si trovò come in uno stato di compressione, impreparata al nuovo vento come una casetta di carta, e difatti per avere riscontro e successo dovette diventare distributrice dei film della Pixar di John Lassiter, capo di un team di menti creative di ben altro spessore rispetto a quelli che ormai sfornavano solo prodottini di routine (fino ad arrivare alla sconfitta estrema dello scorso Natale dove la Disney abbandonò la lotta contro gli altri film natalizi). Questo I Robinson, una famiglia spaziale, segue la corrente del valore medio basso degli ultimi prodotti, dove la vera innovazione è pari a zero e si cerca di sopravvivere dando un risultato di puro vivacchiamento per tirare in lungo (e dove gadget e merchandising sono inesistenti rispetto al passato per dare spinta a l film, segno di stanchezza e mancata penetrazione). Gli autori, capeggiati da uno svogliato Stephen J. Anderson (opera prima da regista), hanno costruito attorno al ragazzo inventore un colossale circo di citazioni, e per renderlo più appetibile hanno usato anche humus di film che sono propri di ben altro genere che il cartone animato, film maturi e duri per interessare platee di età più alta.
Si passa da quello base di Ritorno al futuro e Terminator, a Tarantino (nell'ordine :Kill Bill, con la scena del tavolo lungo e la spunta della lista, Pulp Fiction, con la scena del bagagliaio), a Guerre Stellari con il design dei robot (D3Bo, nel droide domestico, e C1p8 nell'occhio meccanico di Doris). Tutto viene preso e frullato con una grondante dose di buonismo che permea tutto il fim, che si segnala per il design assolutamente banale delle case del futuro (una R ripresa in tutte le salse) e per una mancata caratterizzazione precisa dei personaggi che sono troppi e dispersivi della famiglia (e alcuni del tutto anonimi e presenti solo per fare numero). Se contiamo che la motivazione di base della storia è banalissima, che tutto è stereotipato e scontato, ecco che viene servito il film cotto a puntino per vivere 80 minuti circa di noia.
Da salvare comunque qualcosa c'è: la bombetta Doris. Il lavoro fatto per renderla viva ed emozionale è fatto benissimo, parla senza dire una parola, i suoi tentacoli meccanici si muovono sinuosi per rendere vivo quello che sarebbe solo un copricapo (la filosofia del coprire e dominare la testa con le invenzioni permea tutto il film, in una sorta di commento sul fatto che il cervello deve essere indipendente, ed è lui il motore che deve essere principe delle scelte), e la storia sopravvive decentemente solo attendendo le sue scelte. Ma è troppo poco essersi concentrati sul vero cattivo del film per dare risultato. Nel settore animazione le scelte grafiche sono per una fisionomia morbida curva antropomorfa dei personaggi, pochissimo accentuata per i due ragazzi protagonisti e invece più caricaturale per gli altri componenti della famiglia, senza particolari pregi se non nelle scene scure dell'abbandono di Lewis (veramente belle).
Nel settore doppiaggio in Italia si è deciso per protagonisti della nostra televisione (Carlo Conti, Tiberio Timperi e Giovanni Muciaccia che addirittura appare nel film con una foto) e un allenatore di calcio (Serse Cosmi), per doppiare particine secondarie.
In definitiva un film che soddisfa solo un'ottica di passatempo leggero, senza emozionare particolarmente e senza lasciare particolari tracce, continuando il trend monotono delle pellicole solamente di presenza nelle sale e non nelle nostre emozioni, prodotte per vivere solo un discorso economico.
Nel film si continua dire che bisogna guardare avanti, riprendendo una frase di Walt Disney (citata alla fine del film), ma qui hanno guardato sopratutto agli altri. Attendiamo con ansia ora il nuovo Pixar con la storia del topo francese esperto di cucina per avere qualcosa di meglio.
Allegato al film un cartone old Style immortale di Topolino, Pippo e Paperino sulle difficoltà di costruire una barca divertentissimo.
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QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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Marcos
 Reg.: 10 Lug 2003 Messaggi: 3463 Da: Tarquinia (VT)
| Inviato: 11-06-2007 16:46 |
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E' il flop di questo fine-settimana...Sarà per il doppiaggio italiano (che si serve, ancora una volta, di doppiatori non professionisti ma di presentatori tv e Vip trash), o perché in estate, in Italia si preferisce andare al mare che passare una serata al cinema...Come dare torto a questi ultimi ?
Marcos
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