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Autore Complicità e sospetti di Anthony Minghella
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 13-02-2007 11:23  
riporto qui quanto già scritto velocemente sul blog , è un film a mio avviso molto interessante, vale la pena guardarlo e parlarne...

Da quando l'italo-inglese (i genitori erano degli italani emigrati a Londra finiti a fare i gelatai) Anthony Minghella fece messa di Oscar (9) con il Paziente inglese, (era il 1997), cercare di realizzare grandi film fu per lui quasi un obbligo.Non poteva abbassare l'intenistà del suo successo. I due successivi film, Il talento di Mr Ripley e Ritorno a Cold Mountain avevano così forti radici letterarie che tanto male non si sarebbe mai potuto fare. Ne uscirono due film così così, soprattutto l'ultimo realizzato quasi appositamente per presentarsi nuovamente agli Oscar (e qualcuno lo prese, tipo alla Zellwegger). Quello che mancava però er un qualsiasi sopunto autoiriale, qualcosa che rifacesse pensare a quel Minghella famoso drammaturgo inglese degli anni 80', e autore di film intimi come Mister Wonderful. ed indfatti seppur abbia continuato a scrievre sempre le sceneggiature, mai ne aveva portata sullo schermo qualcuna che avesse inventato lui di sana pianta.

Così accade invece per Complicità e sospetti, suoa prima quindi sceneggiatura originale in oltr vent'anni di carriera cinematografica. Un dramma intimista ggirato nella sua Londra, in uno di quei quartieri che segnaraono la sua infanzia e quelle di tanti altri figli di emigranti. Quelli che un tempo erano italiani, sono bosniai. Un quartiere da rivalutare, su cui vuole intervenire il novello architetto Jude Law assieme al suo socio Martin Freeman. E così lì aprono quello studio che dovrà servire da appoggio ai lavori che intraprenderanno con la propria ditta in tutta la zona. Ma se in un posto così degradato metti un locale pieno di computers nuovi, e tante altre cose luccicanti, che ti vengano a rubare dentro è cosa più che logica....

Partendo da questo spunto, conosciamo il mondo del protagonista. Un uomo che volente o dolente si lancia sempre in situazioni complicate, siano esse lavorative o sentimentali. Un personaggio complesso che sii muove su più direttive e che riesce a far fuggire da qualsiasi catalogazione questo lavoro. Integrazione, l'affetto fortissimo per i propri (e non) figli, l'amore cui si è legati come uno yo-yo, ch anche quando sembra troppo lontano e lento, in qualche modo si può riuscire a ritirare su. Minghella gioca perfettamente con i tempi cinematografici, dando il giusto peso alla metabolizzazioni delle emozioni e di quelloi che ne consegue. Gioca con le analogie affettive (Mamma svedese-figlia malaticcia; Madre bosniaca-figlio delinquente), ma anche metaforiche (l'integrazione ambientale e quella sociale), senza maio perere di vista un molto bravo, e invecchiato (per l'occasione) Jude Law. Scopriamo così una piccola storia, per molti versi simili a quelle spesso raccontate dai cineasti francesi, se non fosse che qui il protagonista prende possesso delle proprie scelte, senza aspettare il destino o abbandonandosi a qualcosa andato male. Un film non solo ben scritto, ma anche girato. Si vedano in tal senso le belle scene casalinghe in cui l'intimità tra i due compagni si percepisce da un'inquadratura da dietro uno specchio o da un'ombra che si avvicina. Piccole scelte che l'occhio può anche non notare, ma che alla lunga fa apparire sincero il tutto. Bravo tutto il cast.


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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 13-02-2007 12:47  
quote:
In data 2007-02-13 11:23, gatsby scrive:

riporto qui quanto già scritto velocemente sul blog .....





Non apritelo, è una subdola trappola. Ancora un po' e venivo sommerso dallo spam.
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L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 13-02-2007 13:13  

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 13-02-2007 14:32  
quote:
In data 2007-02-13 13:13, gatsby scrive:





Giuro: mi si sono aperte non so quante finestre...ma veramente tante....tipo almeno una cinquantina nel giro di una decina di secondi al massimo. Ho dovuto spegnere manualmente il computer per evitare il peggio.
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L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 15-02-2007 05:49  
una volta tanto io e gatsby concordiamo...

Complicità e sospetti (2006)
Trama-----: un architetto subisce dei furti al suo magazzino laboratorio a Londra da parte di una banda di slavi che usa dei quindicenni agilissimi per arrampicarsi sui tetti. Deciso a non subire altre rapine si apposta davanti al magazzino per cogliere in flagrante i ladri. Seguendo uno degli agili ragazzi che ha scoperto, farà un incontro che gli darà nuove prospettive insperate per ridare vigore a una filosofia di convivenza di coppia che sembrava ormai consunta, con la propria convivente e la figliastra che sembrano chiuse in un muro ermetico verso di lui.

Commento---: un bel film veramente questo lavoro del raffinato Anthony Minghella( premio oscar per il "Paziente inglese"), suo terzo film con protagonista o co-protagonista Jude Law("Ritorno a Cold Mountain"e"Il talento di Mr Ripley"), tutto giocato sul filo delle emozioni umane del rapporto di coppia uomo-donna, con una punta minima di azione,con piccoli inseguimenti e acrobazie , e soffuso di erotismo in alcune sfaccettature di trama.
Bellissima la costruzione filmica del rapporto tra il protagonista e la convivente divorziata e che ha una figlia non da lui con delle difficoltà psichiche a dormire, mostrando che mentre ogni cosa sembra degradare verso la completa e totale distruzione di quel poco che rimane, parallelamente si formano insperati e contraddittori germogli per una nuova crescita proprio dove sembrava che ci fosse campo arido.
Il percorso del piccolo ladro si interseca con quello dell'affermato architetto, che con grande pregio Minghella tratteggia senza una facciata pulita e normale, e mentre uno ruba all'altro contemporaneamente tutti e due si donano per vie traverse qualcosa. Film di assoluta corrosione delle sicurezze, di ricerca dei sentimenti e che vuole aggrapparsi a dei valori che si sa che esistono ma non si trovano mai, si avvale della recitazione strepitosa di Juliette Binoche, qui nei panni inconsueti di una madre coraggio bosniaco mussulmana. Espressioni intense, movimenti delicati e misurati, scoppi di rabbia e sguardi sognanti, un autentico carnet di recitazione a ventaglio totale.
Jude Law abbandona i panni del grande amatore bello e conquistatore per interpretare un tipo diverso di uomo che cerca la conquista non della bellezza ma di altri valori per completare la propria anima. Insicuro, maldestro nelle scelte, che fa del fascino che conserva un'ancora per arrivare senza mai però vedere il risultato di qualcosa.
Sarà la semplicità e l'amore per il figlio della donna bosniaca a portarlo verso la ragione e non il suo incedere.
Il film possiede una grande dote, di non voler mai esagerare nei toni per toccare lo spettatore, il ritmo è per lo più molto pacato e riflessivo, anche nei momenti di maggior vivacità il regista non perde il controllo e conduce il tutto verso un discorso di conoscenza delle emozioni per quanto accade e non di mera spettacolarizzazione.
Robin Wright Penn è la madre piena di ansie e di ticchi, preoccupata per la figlia, per nulla affascinante e depressa sia nelle fattezze che nei movimenti, che oppostamente a una mostrata voglia di lavorare chiude a tappo il rapporto con il convivente. Anche lei ottima recitazione, nelle sue ansie e nel suo vivere fatto di aria che manca, polmoni che non respirano come le città con sempre più cemento che soffocano i prati.
Il tema portante del film sono le troppe parole, parole dette dallo psichiatra inutlimente visto che scopriamo noi stessi meglio da soli che con l'aiuto di altri, parole di circostanza dette alla prostituta che beccheggiano senza senso, parole che circonludono i rapporti e impediscono il fulcro come per la Binoche e Law, parole dette alla figlia che non arrivano a nulla se non vogliono essere sentite in partenza, parole da non dire che rivelerebbero cose pericolose. Fiumi di parole diceva una vecchia canzone, fiumi che allontanano, allungano le cose inutilmente e impediscono che le azioni prendano il sopravvento per mostrare il sentimento.
Un gran bel film di sentimenti non edulcorati o zuccherosi, disincantato( tranne leggermente nel finale )girato con classe in una atmosfera semiteatrale, che scava con un coltello nelle coscienze portando alla luce insoddisfazione e difficoltà di riuscire a parlare senza scatenare caos e incomprensioni, che mostra il patrimonio personale di oggetti solo come una personale proprietà che si può tranquillamente perdere perchè i veri valori di ricchezza sono altri.
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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
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