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Autore DOPPIA PERSONALITA' di Brian De Palma
Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 06-12-2006 08:43  
RAISING CAIN di Brian De Palma (la parodia del giallo hitchcockiano ovvero non sparate su De Palma)

Su Doppia Personalità la gran parte dei critici ha aperto il fuoco su Brian De Palma, non lasciandogli nemmeno la possibilità dell’ultima sigaretta. Il Plotone di esecuzione è stato trasversale e ad ogni latitudine e rimproverava al Maestro le solite mancanze e smemoratezze: manierismi, autocitazioni, mancanza di verosimiglianza, buchi narrativi e gravi incongruenze della sceneggiatura. In realtà è il solito dannato punto di vista che è sbagliato, quello stesso punto di osservazione critica che ha portato molti critici a giubilare un capolavoro come Black Dahlia.
Vediamo se riesco a convincervi che Raising Cain è un buon film, certo non il capolavoro di De Palma ma sicuramente un’opera densa di spunti e riflessioni.
Il primum movens da cui parte il regista è la totale distruzione del giallo classico alla Hitchcock: la parodia e il rovesciamento delle situazioni citate dai classici (in questo caso è Psyco) gli consentono di fare tabula rasa totale sulle scorie di un cinema neoclassico, smantellando certezze e capisaldi narrativi. Una operazione che qualcuno ha voluto avvicinare alla operazione della Pop Art americana iconoclastica sui classici della pittura rinascimentale (si pensi al Cenacolo Vinciano rifatto da Andy Warhol) ma che in realtà è più vicina alla operazione che fa Picasso con Las Meninas di Velaquez, ovvero la rielaborazione prende spunto dal classico per creare una nuova forma, copia fedele della poetica del suo nuovo autore. Perché a Brian De Palma riesce questa operazione e invece altre decine di registi che fanno la stessa cosa falliscono miseramente? Perché De Palma ha un talento visionario e una cultura cinefila talmente vasta da riuscire a ricostruire una neorealtà autoriale sulla tabula rasa della destrutturazione del genere. De Palma fa in fondo quello che faceva nei primi film sperimentali: il post avanguardista, il rivoluzionario, il sovversivo. La cosa fantastica è che è uno dei pochi che riesce a minare dall’interno l’estabilishment hollywoodiano, rivestendo le sue confezioni di una apparente elegia del genere (il giallo, il noir, la fantascienza, il film bellico) ma ingannando lo spettatore nel corso della narrazione togliendogli i punti di riferimento e ridendo di lui con una smorfia beffarda (come la smorfia de L’Uomo che Ride di Paul Leni).
Allora partiamo dalla distruzione: la storia dello psichiatra Carter Nix che si occupa come il padre (morto suicida anni prima) di fisiopatologia dell’età evolutiva e decide di sperimentare le sue anarchiche teorie sulla propria figlia è parallela alla storia di Jenny Nix, prototipo di moglie insoddisfatta, che si innamora del marito di una sua paziente, e imbastisce una doppia vita (con doppi orologi a fermare un tempo tiranno) con annesso complesso di colpa dai risvolti onirici.
Da un lato uno psichiatra che ipertrofizza la fredda razionalità di teorie educatrici quantomeno bizzarre e determina la nascita di personalità multiple nel figlio, figlio che di fronte all’orrore del tradimento e alla necessità dell’omicidio, si inventa un Caino che si porta sulle spalle tutto il peso della colpa. Dall’altro una dottoressa che ipertrofizza la empatia verso la paziente morente e in maniera irrazionale trasferisce il suo fallimento professionale con una possibile continuità della vita rappresentata dall’innamoramento. Ragione e sentimento elevate al quadrato portano entrambe alla follia. Nel caso di Jenny è la dimensione inconscia che si accolla il rimorso di coscienza del tradimento e le sue divagazioni oniriche che sembrano avvolgersi su sé stesse come in un quadro di Escher, portano alla collisione e all’implosione di passato, presente e futuro: nelle immagini dei suoi incubi vi sono sia tracce premonitrici (la statua equestre con la spada fallica) che dettagli di risoluzione del giallo (l’ombra del marito guardone che la spia mentre fa l’amore con l’amante Jack) che scambi di regali rivelatori di scambi di persona.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 06-12-2006 08:44  
Questa parte onirica che ha fatto storcere il muso a molti è invece a rivederla con calma una grande dimostrazione di bravura registica, una vera e propria sperimentazione con ellissi dei piani temporali che in parte può richiamare le arditezze narrative di L’Anno Scorso a Marienbad di Alain Resnais. Ma il talento visionario di Brian De Palma si rivela in altre scene: quella del parco, mostrata prima dal punto di vista di Jenny e poi dal punto di vista di Carter al momento dell’assassinio della moglie. Qui le immagini non riflettono mai il presente ma i ricordi dei due protagonisti ed è bravissimo John Litgow a tramutarsi da marito distrutto (come il povero Jake Scully in Body Double) in Peeping Tom omicida nello spazio di un carrello laterale.
Altra scena da tramandare ai posteri è il lungo piano sequenza, lungo quasi cinque minuti, con il quale Brian De Palma ci racconta nei dettagli per voce della dottoressa Waldheim la storia del dottor Nix e di suo figlio, scendendo e risalendo i piani dell’edificio del commissariato, guidata dal tenente Terri (il mitico Gregg Henry) che la corregge varie volte nelle sue traiettorie perpatetiche.
L’altra scena da ricordare è il sottofinale giocato in verticale su tre piani, nel quale un ascensore fa da trait d’union di situazioni pronte a trovare l’adatto climax. Jack a piano terra, la carrozzina (ancora la carrozzina!) al primo piano con il tenente Terri incapace di una presa plastica al volo, al secondo piano i tre contendenti con bambina in caduta libera. Un colpo di pistola involontario evita il martirio dell’innocente. Raising Cane (titolo che oltre a ricordare il testo del folle Dr Nix è anche un omaggio al saggio critico di Pauline Kael su Orson Welles dal titolo Raising Kane) non è un thriller, non è un giallo, non è un trattato di psichiatria. Altro tema ricorrente è il trionfo del Voyeurismo: lo schermo televisivo fallace che mostra pianti e respiri della bambina (ma anche un affetto paterno falso e mistificato), del ritorno degli annegati e del bacio degli amanti di happy new year (che ha il sapore amaro di un omicidio colposo) e gli amanti spiati nel prato dell’adulterio. E’ un grande minestrone che a volte assembla pietanze totalmente lontane tra loro, che mette insieme mele e arance, incolla pezzi di un puzzle senza farli coincidere e spiazza lo spettatore con colpi di scena al limite dell’inverosimile. E’ un film sperimentale dove De Palma tenta di accalappiare l’interesse dello spettatore con evidenti richiami al genere cui si ispira (la scena dell’inabissamento della macchina sembra la fotocopia di quella in Psyco ma sono introdotte delle varianti rivelatorie delle sadiche intenzioni di De Palma) ma poi lo abbandona alla incoerenza e gli toglie la pietanza da sotto il naso, come in un coito interrotto. La maggior parte di critici e di spettatori si innervosisce, noi preferiamo abbandonarci alla forza delle immagini e alla girandola di citazioni e sottocitazioni. In Psyco c’era Norman Bates con madre morta e una donna con il complesso di colpa per un furto commesso per coronare il suo sogno d’amore. Pensate alla storia di Raising Cain e non potete fare a meno di avere una smorfia sorridente e ironica, come quella della parruccata Margo nell’agghiacciante finale del film.
Non sparate sul pianista, questa è solo una prova d’orchestra.
Vi ho convinto?

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 06-12-2006 14:42  
molto bravo Schizo, ma per quanto mi riguarda non c'era bisogno di convincermi. questo film è esemplare del cinema di De Palma, criticarlo non ha alcun senso a meno di non farlo anche con tutti gli altri lavori dell'autore. è un film che vedo e rivedo sempre volentieri.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 06-12-2006 18:46  
Eppure se vai a leggere le recensioni di tanti critici "famosi" su questo film, le accuse sono violente e vanno dalla demenza presenile al suicidio filmico in forma di pasticcio.

Purtroppo basta che qualche voce autorevole stabilisca il "pollice verso", che si crea una tendenza negativa che si trasmette in generazioni di critici (il gregge belante).
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paolo17

Reg.: 11 Lug 2007
Messaggi: 3
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 11-07-2007 20:49  
L'ho visto ieri sera e, nonostante la cattiva fama che si porta dietro (a mio parere immotivata), l'ho trovato un buon film, con l'inconfondibile marchio di fabbrica di de Palma (virtuosismi, numerose citazioni e temi a lui cari come il vouyerismo ), a cui forse non giova più di tanto un intrigo il cui svolgimento risulta - volutamente - un po' contorto, a scatole cinesi, in cui non si riesce a distinguere in maniera nitida la realtà dal sogno e dove emergono alcune - perlomeno apparenti - incongruenze narrative. Ma non mancano le scene praticamente magistrali, come il piano-sequenza di cinque minuti su e giù per scale e ascensori, il sotto-finale al ralenti (che però si chiude troppo in fretta, con un sorriso consolatorio della moglie di Carter assolutamente fuori luogo), e la padronanza del mezzo, che permette a De Palma di costruire alcune scene in maniera inappuntabile e inconfondibile. E ottimo è anche l'apporto dell'attore protagonista, John Litghow, che interpreta in maniera tutt'altro che "farsesca" - come ha detto Paolo Mereghetti, penso - un personaggio dalla personalità multipla, riuscendo a rendere in maniera drammaticamente efficace le sue metamorfosi senza mai cadere nel ridicolo.
Sinceramente, non ho colto la parodia, o rivisitazione, o distruzione, del modello del giallo hitchockiano, a cui però le numerose citazioni, di cui il film è zeppo, fanno ritornare, probabilmente non senza una certa logica.

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