gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 22-10-2006 11:51 |
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un film che sembra una graphic novel di Frank Miller, un noir che eppure se ci si dovesse fermare all’apparenza, si direbbe che non ha nulla del noir. Si, perché si tratta di film girato in motion capture, l’ambientazione è futuristica e l’azione invece di essere sofferta è dinamica. Questo almeno in superficie, perché poi a vederlo “The renaissance” ci si accorge di come il regista francese Christian Volckman risolva le ipotetiche contraddizioni tra intenti e risultato con accorte scelte registiche.
Nonostante inseguimenti, sparatorie e i cambi di ambienti siano infiniti, quasi inutilizzato è il montaggio: le scene sono sempre fluide e continue: i personaggi sono oppressi nel proprio ambiente, non possono uscire dall’occhio che li guarda, vittime quindi di ciò che succede e non agenti. La scelta di utilizzare solo il bianco e il nero (tranne un paio di scarabocchi colorati) rende indefinite (ma già tendenti al negativo) le espressioni dei protagonisti, che quindi comunicano più che altro con il sonoro: non solo le parole che dicono, ma il tono delle stesse ad essere malinconico. Il ricordo corre ai noir anni ‘30 di Lang a partire da Metropolis.
Da un punto di vista narrativo invece il punto di riferimento è Blade Runner: stavolta non LosAngeles, ma Parigi, ma al centro sempre il tema dell’immortalità (rappresentato da una donna) con un poliziotto non ancora a suo agio con logiche del futuro a cercare di fermare un processo che porterebbe al disfacimento dell’umanità.
Un film che potrebbe sembrare voglia sfruttare la scia del successo di Sin City, ma che in verità ha già sei anni di lavorazione e che comunque dal successo di Rodrguez se ne distanza in uno dei suoi aspetti principali: la violenza. Mentre “Sin city” fa dell’esagerazione del sangue e della morte un elemento visivo per descrivere il degrado di un ambiente basato sulla logica della sopravvivenza (il conflitto avviene verso il basso), in “The renaissance” il percorso è inverso: la morte arriva come unica soluzione per l’esasperata ricerca dell’ “uomo” di essere eterno. Il contrasto avviene quindi in alto: non tutti possono essere immortali, il mondo non lo sosterrebbe.
Grande film.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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