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Belle Toujours di Manoel de Oliveira |
AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-10-2006 01:44 |
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Film bellissimo, tra le migliori proposte veneziane, poco cagato a quanto (non) leggo. Apro le danze, sperando di non ritrovarmi a roteare solo come un derviscio...
Chi aveva temuto il 'seguito' di un film sacrale come BELLE DE JOUR di Luis Bunuel può tirare un sospiro di sollievo. Manoel de Oliveira si limita (si fa per dire) ad omaggiare l'illustre collega spagnolo restando fedele allo stile unico, riconoscibile e irripetibile del proprio cinema. Mentre scorrevano i titoli di coda del delizioso BELLE TOUJOURS, in quegli ultimi istanti di “ buio' in cui seguita a realizzarsi la perfetta congiunzione tra la metafisica del sogno e la potenzialità del reale, soggiogati da una summa di tante piccole commozioni incamerate in crescendo durante l'intera visione, ci siamo tra l'altro chiesti a quanto al chilo sarebbero state finalmente svendute certe misere dicerie mediatiche che avvelenano, con la loro pedante e volgare insistenza, il cinema, l'arte, il buon gusto, il buon senso. L'omaggio di de Oliveira a Bunuel è un film commosso, partecipe, ironico, nostalgico, disincantato. Fratello maggiore e fratello minore - entrambi protagonisti eccelsi di quella folgorante traiettoria cinematografica che illuminò e sorprese il ventesimo secolo -, quale altro regista, se non de Oliveira, avrebbe potuto realizzare questa turgida opera della nostalgia priva di rimpianti, dell'esperienza che sfida le mode, le correnti, gli intellettualismi, le 'frivolezze da spiaggia francese'? Ci voleva l’antica sapienza, l'inesauribile bagaglio di memorie vive di un grande vecchio, lucido di mente e giovane di cuore, nonostante l'avanzata età anagrafica, per comporre ed eseguire l'ineffabile partitura filmica che, senza scadere nell’imitazione, nel siparietto occasionale e meramente celebrativo, ripercorre genialmente il solco tracciato dal regista aragonese. In tal senso Michel Piccoli (attore familiare ad entrambi gli autori) giganteggia con la sua misurata ed insieme straripante interpretazione, pur dovendo indossare - con sapienza ed esperienza, con eleganza senile, eppur fel(r)ina, con graffiante, tenero, disarmante umorismo - , i difficili panni non solo del suo personaggio, ma anche di Bunuel e di de Oliveira. BELLE TOUJOURS è difatti un’opera simbiotica che rifugge il simbolismo (molto bunueliano anche tale aspetto), un “espelho màgico” che moltiplica visioni, prospettive, “caratteri”, umori, col semplice e lineare gioco narrativo e figurativo del grande raccontatore di storie che non ha bisogno di contorsioni mentali, né di urlare per poter dire, stupire, commuovere, emozionare. In un film franto da silenzi che hanno voci interiori, e volti, circostante, immagini, atmosfere che parlano più delle parole stesse, alcuni (oscuri) oggetti ed ossessioni dell’universo poetico bunueliano vengono esplicitamente citati: la misteriosa “scatola” del cinese di Belle de jour; la gallina di Los Olvidados, ecc. Ma è nel tracciato narrativo pieno di invenzioni, nell’afflato poetico, nell’affettuoso sarcasmo, che ritroviamo lo spirito di Bunuel, quello aleggiante soprattutto nelle sue ultime opere francesi (esemplare e memorabile la lunga sequenza della cena degli “equivoci”, dei repressi moti tellurici della psiche a cui prestano la loro voce i lunghi silenzi, gli ordinari rumori d’ambiente, il tintinnio di posate, bicchieri e stoviglie, prima di esplodere in un finale all’apparenza scontato ed invero pieno di (non) significati, molto da “fascino discreto della borghesia”). Uno spirito “estremo” forse meno provocatorio, ma tutt'altro che ammansito, in ragione di un grado di maturità artistica ed umana acquisita da Bunuel con l’esperienza, nel corso del tempo, attraverso un percorso di “intimizzazione” dei linguaggi che non inficia né rinnega in alcun modo le più “acerbe” ed ancor più mordaci iconoclastie del passato. Geniale Manoel de Oliveira che riesce a cogliere l’essenza di tale spirito argonauta e di cui si nutre, volente o nolente, tutto il cinema dell’”es” e dei territori del visionarismo più audace che non rinunci al reale. In LOS OLVIDADOS, Luis Bunuel avrebbe voluto introdurre "degli elementi folli..." (come da egli stesso dichiarato in un’ intervista di Bazin per i Cahiers du Cinema, e nel libro di interviste “Bunuel secondo Bunuel” a cura di Turent e de la Colina), “...dopo aver tolto tutto ciò che aveva un interesse unicamente simbolico, che rompessero il realismo convenzionale, in completo contrasto. Per esempio, quando Jabo va a battersi e a uccidere l’altro ragazzo, nel movimento di camera si vede lo scheletro di un grande edificio di undici piani in costruzione: lì io avrei voluto mettere un’orchestra di cento musicisti … Avrei voluto altri elementi di tipo irrazionale, per non seguire letteralmente la sceneggiatura, una realtà ‘fotografica’. Ma Dancigers [il produttore] mi disse: Bunuel, la supplico, non metta queste cose. Sto già facendo dei sacrifici per questo film: si vedono cose brutte, non ci sono attori conosciuti, eccetera…“. BELLE TOUJOURS apre con una lunga sequenza che vede una grande orchestra sinfonica impegnata ad eseguire un brano di Anton Dvorak. Sarà un caso (lo stesso de Oliveira ha negato, nella conferenza stampa veneziana, proprio a noi che avevamo posto la domanda, ancora speranzosi che sia stata correttamente riferita dall’interprete.., un rimando diretto), ma vogliamo seguitare a credere che si sia data voce a quella “creatura” concepita dalla fertile mente bunueliana, dunque mai nata e che tuttavia (ri)vive nell’immaginazione di chi, come noi, ama incondizionatamente Luis Bunuel e il suo cinema. Un cinema fatto di cose visibili e soprattutto di contenuti sotterranei – e si da anche il caso speculare di Manoel de Oliveira - che lo spettatore deve intuire e completare nella sua mente.
http://www.cinemaplus.it/leggi-recensione.asp?id=1974
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 02-10-2006 alle 01:44 ]
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sloberi
 Reg.: 05 Feb 2003 Messaggi: 15093 Da: San Polo d'Enza (RE)
| Inviato: 02-10-2006 02:06 |
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Non ho visto il film.
Ma non ho potuto fare a meno di leggere la tua recensione perchè l'incipit era troppo figo. Anche se non sono un dervisicio.
_________________ E' ok per me! |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-10-2006 02:10 |
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Siamo già in due, se seguita così tra non molto balleremo la quadriaglia...
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-10-2006 02:13 |
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quote: In data 2006-10-02 02:06, sloberi scrive:
Non ho visto il film.
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Vedilo se riuscissi a beccarlo in qualche che sala.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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sloberi
 Reg.: 05 Feb 2003 Messaggi: 15093 Da: San Polo d'Enza (RE)
| Inviato: 02-10-2006 11:23 |
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quote: In data 2006-10-02 02:13, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-10-02 02:06, sloberi scrive:
Non ho visto il film.
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Vedilo se riuscissi a beccarlo in qualche che sala.
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Sarà mooooolto dura qui da queste parti
_________________ E' ok per me! |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-10-2006 11:38 |
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mea culpa, l'hanno dato in cineteca sto weekend ma l'ho perso nel mezzo del cazzeggio selvaggio.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Cronenberg
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 02-10-2006 14:24 |
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Bentornato Peppe
complimenti per la tua articolata e minuziosa recensione, contribuisco con il mio pezzo che si tiene sicuramente più sulle generali
Ormai dal quasi centenario Manoel possiamo attenderci di tutto, ci paventa la possibilità di realizzare un sequel di Bella di giorno e ritorna, per chissà quale volta, alla sessantatreesima Mostra del Cinema di Venezia con sottobraccio il bastone ed una scatola nera, con dentro Bella sempre. Il suo ultimo lungometraggio estende fino all’infinito quel nomignolo divenuto ormai celebre, che Séverine si attribuiva durante le sessioni pomeridiane di espropriazione del proprio corpo in prestito per l’altrui e personale godimento sessuale, amplificando così la durata di una bellezza frigida a quella indeterminata del tempo. Sempre. Toujours. Bella tutti i giorni.
Manoel de Oliveira omaggia Luis Bunuel, la Sèverine invecchiata i ricordi della giovinezza e Husson la possibilità che ha avuto, quella di osservare dall’alto, voyeuristicamente, gli avvicendamenti psicologici e comportamentali di Belle de jour. La verità sul suo passato sembra tenerla in mano lui solo, perché l’aver riferito o meno al marito di lei chi diventava sua moglie durante il pomeriggio cambierebbe molte cose… Manoel lo sa bene, e nel suo film gioca con le emozioni evocative che l’atmosfera di Parigi richiama al presente, ipotizzando i sentimenti e le reazioni che i due personaggi bunueliani potrebbero oggi avere.
L’anzianità non è un limite, questo film ne è una prova schiacciante, quanto un sintomo di estrema sapienza, eleganza del tocco, del movimento e del casquet. Gli anziani Séverine e Husson sono padroni di quell’istintualità addomesticata nel tempo, e quindi ora in grado di essere sobri e brillanti durante la cena delle beffe, verso cui tutto il corpus filmico è rivolto, e il climax destinato a ridiscendere. De Oliveira lavora con moderatezza, realizza un film diviso in scenari narrativi equidistanti: il concerto, le vie del centro, la dimora. Il caso, il ricordo, la riflessione. Fondamentalmente a guidare il racconto del saggio Manoel è proprio il “caso”. Chi ha detto che la vita dei personaggi di un film debba terminare con il THE END, o che debba per forza riprendere da dove era stata interrotta? Trentotto anni dopo, un buco spazio-temporale al centro, e tutto è irrimediabilmente diverso, o forse nemmeno. Ad ogni modo a nessuno dei due interessa sapere nulla dell’altro, di cosa gli sia capitato in tutto questo tempo, perché ciò che realmente importa ad entrambi è Bella di giorno ed il suo docile maritino. Belle de jour come capolavoro cinematografico da omaggiare in ogni momento, come tutte le emozioni che il cinema sa elargire ai nostri animi, e per questo va ringraziato. Un maestro che ringrazia un maestro, due autori destinati ad essere ricordati per sempre nella storia del cinema, per quello che hanno realizzato, con esemplare impegno e dedizione. Uno preferiva il giorno per raccontare le sue storie, l’altro conclude il suo ultimo lavoro con il buio della notte (e della sala) che inghiotte tutti i personaggi (e gli spettatori), in un vortice di emozioni grandi. Come a dire che il loro cinema resterà Bello, per sempre. Toujours.
Bulle Ogier sostituisce egregiamente Catherine Deneuve. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Già pubblicata qui http://viagginellanuovacarne.splinder.com/post/9330538
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-10-2006 17:04 |
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Ciao Davide, ottime considerazioni le tue, mi pare che si sia in buona sostanza sulla stessa lunghezza d'onda.
Mi inchino di fronte a questo tuo dire:
"Uno preferiva il giorno per raccontare le sue storie, l’altro conclude il suo ultimo lavoro con il buio della notte (e della sala) che inghiotte tutti i personaggi (e gli spettatori), in un vortice di emozioni grandi. Come a dire che il loro cinema resterà Bello, per sempre. Toujours."
Meraviglia!
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-10-2006 17:07 |
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quote: In data 2006-10-02 11:38, sandrix81 scrive:
mea culpa, l'hanno dato in cineteca sto weekend ma l'ho perso nel mezzo del cazzeggio selvaggio.
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Pentiti!
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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