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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio   
Autore Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 19-04-2006 13:39  
Davvero un film molto suggestivo, multistrato (come è solito di Bellocchio), secondo me molto riuscito nei suoi intenti.
Per certi versi mi ha ricordato l'ultimo Moretti, questo è più "intimo", ma più per certi versi lineare. Questa la rece che ne ho scritto
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Kobaiashy

Reg.: 16 Apr 2006
Messaggi: 155
Da: Milano (MI)
Inviato: 20-04-2006 13:23  
sbaglio o è girato in digitale?

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 25-04-2006 19:11  
girato quasi tutto in pellicola tranne alcune (poche) scene.
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Kobaiashy

Reg.: 16 Apr 2006
Messaggi: 155
Da: Milano (MI)
Inviato: 25-04-2006 21:30  
cmq non mi è piaciuto....il capolavoro di Bellocchio rimane per me l'ora di religione

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Rixy74

Reg.: 29 Mar 2004
Messaggi: 236
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 26-04-2006 20:21  
A me non è piaciuto, l'ho trovato terribilmente noioso e anche piuttosto sconclusionato.

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ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 27-04-2006 23:26  
Se mi lascio guidare dal cuore il film mi è piaciuto, e l'ho come si dice "sentito" mi ha riempito gli occhi con la bellezza dei luoghi ben fotografati e ho ammirato la bravura sia di Castellito che della Finocchiaro. Se devo invece dare retta al cervello allora sono un pò perplessa:troppi simboli, esercizio di stile? Onestamente alcuni passaggi mi sono parsi quasi incomprensibili. Molto bello il discorso sul cinema dell'amico regista morto.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 28-04-2006 15:26  
quote:
In data 2006-04-25 21:30, Kobaiashy scrive:
cmq non mi è piaciuto....il capolavoro di Bellocchio rimane per me l'ora di religione


beh non è che abbia fatto solo questi due film...mi pare che l'esordio non fosse proprio un film qualsiasi...
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 05-05-2006 09:37  
IL REGISTA DI MATRIMONI di Marco Bellocchio 2006 (il funerale del matrimonio ovvero la negazione del consenso ovvero la solitudine del cineasta eretico)

ATTENZIONE SPOILER

Marco Bellocchio viene dalla grande delusione di Buongiorno, Notte (2003) film che avrebbe dovuto stravincere la Mostra del Cinema di Venezia e che invece si è ritrovato con il solo premio di consolazione per la migliore sceneggiatura. Per non parlare de “L’Ora di Religione” (2002)( che rimane il più bel film italiano degli ultimi dieci anni) che ha raccattato qualche nastro d’argento e qualche misero Globo d’Oro.
Concepibile l’amarezza e anche la crisi del regista (in sella dal 1965!, noi lo immaginiamo cantare rassegnato un “solo me ne vo per la città” ai critici e agli addetti ai lavori che non arrivano a comprendere l’essenza del suo cinema) che sposta la problematica individuale su una feroce e diligente critica all’istituto del matrimonio e a un rovesciamento della gerarchia familiare padre-figlio. Siamo tutti un po’ attori, anche quando viene girato il filmetto amatoriale matrimoniale ma Bellocchio invita i figli attori a contestare i padri registi, a ribellarsi alla oscura regia di persone che non ci vogliono bene ma pensano soltanto al proprio egoismo.

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True love waits...

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 05-05-2006 09:38  
Bellocchio è l’unico oggi in grado di fare cinema alla stato puro, abbandonando le parole, elevandosi di livello tralasciando le misere contingenze della politica e della denuncia civile.
Bellocchio fa del cinema coraggioso, eversivo, scuotente,eretico. Tralascia la coerenza narrativa ma lascia parlare abilmente il flusso di coscienza e ci porta a ragionare su noi stessi. Prendere in mano la propria vita e renderla libera da imposizioni assurde e da convenzioni ormai vetero testamentarie.
Certi dogmi cattolici sono fatti per essere discussi e non subiti passivamente, con occhi tristi e rassegnati (splendidi quelli dell’attrice Donatella Finocchiaro).
Di questi tempi l’istituzione del matrimonio sembra crollare di fronte alla elasticità e duttilità dei sentimenti, il regista piacentino è sadico nel proporre in apertura e in chiusura una visione diametralmente opposta: nel primo tutto lo sposalizio si svolge quasi normalmente e il padre solleva di scatto il velo della figlia quasi a volerla strappare al suo destino, ma poi desiste circondato da parenti minacciosi, nel secondo la dimensione onirica permette l’emergere del subconscio e la possibilità che il padre decida di sparare contro il genero eliminandolo come rivale, riappropriandosi della schiava figlia. Castelletto regge benissimo virate surreali e lunghi primi piani.
Il suo sorriso finale, contagioso perchè investe anche gli altri personaggi, non è il malefico sorriso della madre santa martire ebete ma quello consapevole del padre saggio che fa un passo indietro e lascia libera l’amata. Nella Villa Palagonia di Bagheria (dove Antonioni girò qualche scena de “L’avventura”) si agitano i fantasmi del nostro passato, incatenati dai nostri sensi di colpa.
Forse dovremmo imparare a spezzare le catene e ribellarci a questo stato delle cose. Non è detto che bisogna morire per essere ricordati. Ci si può sedere in riva al mare e immaginare di girare una scena, si può anche pensare alla propria vita come un film e forse il bianco e nero delle riprese sottolinea proprio questo punto di vista interiore. Ci sono immagini forti in questo film che rimangono impresse nella memoria: i due sposi sulla spiaggia, la corsa dei sacchi, la salita al Monastero di Sant’Orsola, i fuochi d’artificio, il finale enigmatico. E poi la musica (dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni fino a Erik Satie passando per Caterina Caselli) sottolinea la linea interiore e lirica dei personaggi. Il cinema è montaggio, ma anche trasfigurazione. Il cinema e la vita si intersecano più volte ed è difficile separarli, si racconta una storia ma spesso è la propria storia. La cosa che causa un abbozzo di sorriso sui nostri visi segnati è che il Director’s cut ce l’abbiamo in mano noi. Si chiama Libero Arbitrio. E allora risuoni in tutta la chiesa alla fatidica domanda del prete di amare nella buona e cattiva sorte, nella salute e nella malattia un rivoluzionario liberatorio NO, NON LO VOGLIO, NO. Un no coerente, morale, alle ipocrisie, alle leggi incivili non scritte, ai matrimoni di convenienza, alle intolleranze religiose e culturali, ai registi postumi, al padre opportunista, alla madre che disprezza gli artisti, a tutto questo falso baraccone di uomini con la maschera, che invocano il cielo sulle loro malefatte. NO, NON LO VOGLIO, NO

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 05-05-2006 13:49  
quote:
In data 2006-04-19 13:39, gatsby scrive:
Davvero un film molto suggestivo, multistrato (come è solito di Bellocchio), secondo me molto riuscito nei suoi intenti.
Per certi versi mi ha ricordato l'ultimo Moretti, questo è più "intimo", ma più per certi versi lineare. Questa la rece che ne ho scritto




Ho letto la tua recensione Gatsby e la condivido per tre quarti.
Non capisco il discorso di pseudo-limite, se è riferito alla vasta fruibilità o alla autoreferenzialità.
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