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Autore Cacciatore di teste
ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 26-02-2006 14:39  
CACCIATORE DI TESTE
di Costantin Costa Gavras

Di fronte al rischio di precipitare nella povertà e nell'irrilevanza sociale, Bruno Davert, manager allontanato dalla ditta per non meglio precisate esigenze di ristrutturazione, non esita, per riconquistare la posizione perduta, a darsi al crimine, eliminando fisicamente uno per uno i possibili concorrenti per il nuovo posto di lavoro a cui ambisce.
Film caustico ed ambizioso in cui Costa Gavras, sotto il pretesto (neanche tanto pretestuoso) dell'analisi sociologica, mette l'uomo contemporaneo davanti alla fragilità della sua identità borghese, identità in cui convivono valori socialmente meritevoli (onestà, lealtà, mitezza) e inconfessabili ma ben più fondanti spirits (ricerca del superfluo, successo, sopraffazione) destinati a prendere il sopravvento allorchè la propria sicurezza (non solo economica) sia messa a repentaglio.
Costa Gavras, il cineasta che aveva saputo sprofondarci nelle atmosfere annichilenti de "La confessione", sceglie inaspettatamente il registro del grottesco per cantare l'inno funebre del "liberalismo dal volto umano", centrando (come già Kubric aveva fatto per la paura atomica) pienamente l'obiettivo. Suicidi ed agguati si succedono con ritmo incalzante, balenano sinistre armi da taglio come neanche in “Grattachecca e Fichetto”, mentre ogni sensualità si esaurisce e deforma in visioni pornografiche e debordanti pubblicità di intimo.
Nessuno spazio è concesso all’ottimismo: anche i figli del protagonista, benchè coinvolti solo marginalmente dalla vicenda, finiranno per assorbire la nuova etica dal genitore secondo la quale il mondo appartiene ai prevaricatori e la morale è un lusso che possono permettersi solo gli egemoni quando i loro privilegi siano divenuti inattaccabili.
Un plauso, in ultimo alla distribuzione, che, oltre a distribuire poco e male il film, ha deciso di sostituire all’efficace titolo originale (Le couperet: la mannaia) un poco sensato calco sull’inglese head hunter, termine qui decisamente fuori luogo.
La fiaba nera, a lieto fine (o quasi), che si aspettava invano da un bel po’ di tempo.
Voto: 5/5



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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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