FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - Il Boyfriend (Ken Russell)
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Il Boyfriend (Ken Russell)   
Autore Il Boyfriend (Ken Russell)
Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 03-02-2006 22:31  
Era da molto che la mia mente non riceveva un così ben cadenzato balletto di immagini e suoni estremamente godibili. Goduria si, nell'ammirare un mondo nel mondo, la commedia nella commedia, che si contorce e si evolve indipendetemente da tutto il resto nell'arco di due orette scarse. Ancora una volta (dico ancora perchè è uno dei suoi ultimi film che ho visto, in realtà è cronologicamente tra i primi) Ken Russell ci presenta il concetto principale, in questo caso la messinscena teatrale di un musical (The Boyfriend appunto, che sappiamo essere ispirato da uno spettacolo di Sandy Wilson Russell) per poi discostarsi sempre di più, pur rimanendo costantemente in tema, attraverso snodamenti concettuali e visivo-figurativi di una grazia filmica superba. Con il susseguirsi degli atti che compongono la rappresentazione ci passa davanti un treno parallelo i cui vagoni sono in realtà gli elementi per cui posso affermare in tutta tranquillità che questo film è un capolavoro. La scelta dei personaggi, la loro accurata descrizione, uno degli obiettivi fondamentali che si pone il regista, è un elemento importante per legare le vicende narrative: scorgiamo una goffa ed impacciata Polly, l'attrice protagonista del film (e dell'opera teatrale), sbocciare nella più elegante delle interpreti, la cui classe ,se pur accostata alla propria semplicità emotiva, supera di gran lunga il profilo della grande esclusa, la EX figura dominante dello spettacolo. Quest'ultima è accantonata sui seggiolini, è ormai parte del pubblico, e se prima mostra indifferenza riguardo alla sua "rivale", la vedremo poi commuoversi davanti a una prova tanto struggente e significativa. Altro punto chiave di questo film (discorso anche questo estendibile all'opera omnia di Russell) sono i magnifici primi piani in cui costumi e trucco affrescano lettaralmente la pellicola. Le smorfie, i gesti, gli atteggiamenti di questa piccola compagnia locale di attori sottolinea i tratti umani tanto cari all'autore, che ha sempre evidenziato anche nei suoi film biografici, accantonando le sfaccettature tipiche dei grandi personaggi lasciando posto ai sentimenti, comuni a tutte le persone. Sono questi meticolosi disegni di sguardi imbronciati, degli occhi socchiusi di Polly o di quelli spalancati di chi non può fare a meno di ammirare tanta dolcezza espressiva, del compiacimento del pubblico (e di un particolare spettatore) a strapparci un sorriso lungo tutto il film.
Ulteriore piacere si può trovare poi nel continuo gioco di luci,forme e colori, tutti richiami teatrali abilmente giostrati da Russell, tutti tasselli che interagiscono perfettamente con la scenografia parallela dello spettacolo sul palco (che vediamo sia soffice, con tratti tendenzialmente morbidi, che marcata, spigolosa nella sua plasticità).
Il motivo, però, che mi ha spinto ad amare follemente questa opera pur avendola vista una sola volta è stato la capacità del regista di creare sub-dimensioni alternative alla storia principale. Contempliamo dissolvenze o stacchi netti, i quali permettono di porre all'interno di una moltitudine di scatole (composte "dal materiale di cui son fatti i sogni") i caratteri irreali del film, adagiandoli nel nulla e nel tutto, in episodi distaccati da quello vero e proprio. Scorgiamo quindi scenari impossibili da rappresentare realmente, una lunga galleria composta dalle gambe delle intepreti, il metafisico incontro con il reale Boyfriend in un lindo giardino paradisaco, e altre stucchevoli creazioni che paiono essere frutto di una fantasia filmica senza eguali.
Infine la lunga inquadratura, geniale, della strada, così simmetrica, così ordinata, così azzeccatamente accompagnata dal sottofondo musicale, che non vorremmo più distogliervi lo sguardo,anche dopo che i nostri BoyfriendS hanno lasciato, in lontananza, il campo visivo. Geniale perchè effettivamente l'occhio della macchina da presa non si discosta, per qualche minuto, da quel dipinto filmico, dalla sensazione (nostra) di grande soddisfazione che pervade la nostra testa.
Si potrebbe poi parlare della figura del regista che assiste dal palchetto, della classica ironia che contraddistingue Ken Russell, del fatto che tutte queste parole possono essere riassunte nel sorriso che ho tenuto dall'inizio alla fine, ma questi sono argomenti che sarò felice di approfondire a una seconda visione,a una terza revisione, che saranno certamente accontentate nel mio prossimo futuro.
_________________

  Visualizza il profilo di Kieslowski  Invia un messaggio privato a Kieslowski    Rispondi riportando il messaggio originario
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 04-02-2006 00:26  
quote:
In data 2006-02-03 22:31, Kieslowski scrive:
Era da molto che la mia mente non riceveva un così ben cadenzato balletto di immagini e suoni estremamente godibili. Goduria si...




Altro che "quoto", mi tolgo tanto di cappello di fronte a questo scritto! Ottimo davvero, Kies! Vorrei aggiungere qualcosa, visto che si tratta di uno dei film della mia vita, ma mi lasci ben poco da dire. Non dubitavo che avresti apprezzato questa autentica perla cinematografica, purtroppo misconosciuta e all'epoca, non riconosciuta come tale dalla critica, quindi dal pubblico... Lo vidi per caso, in un cinemino di periferia; ero ancora ragazzo e fu amore a prima vista, per la vita! proprio per quel "sorriso che ho tenuto dall'inizio alla fine", come è capitato a te. D'altra parte adoro Russel. Resto piacevolmente sorpreso dalla tua analisi, che, come sempre, mette insieme le ragioni del cuore e della mente.
Mi lancio, per improvvisare qualche banalità, e concordo col definire Il boy friend un capolavoro, un film modernissimo! A mio avviso molto più bello di Tommy, per restare al musical. Lo rivedo spesso e non mi stanco mai di ammirare quelle stupefacendi coreografie, tutte "anlalogiche", manuensi, fatte in set, da vecchio trucco cinematografico, senza effetti speciali, eppure: che fascino, ritmo, armonia di movimenti, forme, suoni, colori! Inventiva di quando si avevano pochi soldi e molto ingegno, intelligenza, cuore, arte nelle vene. Come i vecchi guitti. E Russel ha lo spirito del guitto: esagerato, debordante, granguignolesco, barocco, kitsck... evidentemente innamorato del teatro, che tuttavia nel suo cinema, pura arte dell'immagine, c'entra per essere prontamente trasfigurato, riadattato alle ragioni del suo esclusivo linguaggio. Si capisce pertanto come egli abbia saputo ben scegliere e dirigere i suoi attori; come il suo cinema, e questo film in particolare, sia sempre attraversato da uno strisciante, sottile, calibrato raggio di ironia che fa sorridere, dentro... Gran cast, protagonisti e tutta la banda dei caratteristi. Piccola, stavolta, la parte dell'immensa Glenda Jackson, ma in quelle poche inquadrature fa il triplo delle cose che solitamente fanno le mille dive e divette micette e "nicolette" che ronfano de 'sti tempi nei set... Ora, mi sento un po' meno "mosca bianca"...

Una curiosià (molto a latere): l'esimio MerDAghetti ha avuto l'insano (s)cor(re)aggio di affibiargli due sole bullette, più una mezza di scorta.., dicendo, nell'argomentare, un mucchio di stronzate. Il Morandini invece stavolta mi è piaciuto: gli da il massimo dei voti e parla di capolavoro...

  Visualizza il profilo di AlZayd  Invia un messaggio privato a AlZayd  Vai al sito web di AlZayd    Rispondi riportando il messaggio originario
  
0.004173 seconds.






© 2025 Film Is Now group. Tutti i diritti riservati
Film Is Now group non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Fin Network ltd