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Walk the Line (quando l'amore brucia l'anima), di James Mangold |
Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 08-12-2005 11:50 |
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Ci sono due scene nell'ultimo film di Mangold che esprimono alla perfezione il senso ultimo di questo lavoro....
Lo stretto gioco che si trova alla triangolazione del mito con la una storia da narrare (una sceneggiatura) e il modo in cui raccontarla ha come centro il rapporto che intercorre tra Mangold-Cash e Phoenix-Cash, ovvero come la presenza evocata del grande Johnny Cash possa emergere nel gioco stretto tra interpretazione e direzione. Il film sta tutto qui. E Cash di conseguenza aleggia tra questi due estremi. Estremi che si compenetrano e si completano, sostenendosi a vicenda in un gioco perfetto ed equilibrato delle parti permettendo al film di lavorare dal basso e con semplice efficacia senza affidarsi a sensazionalismi inutili o a evidenti dimostrazioni.
Non si potrebbe chiedere di meglio da un film...
Quindi... si diceva delle due scene...
Queste due scene sono per molti versi simili, se non identiche, eppure estramemente differenti. In comune hanno il risultato: quello di portarti diritto nelle braccia di Johnny Cash e della sua complessa (umanizzata, crudele e rivoluzionaria e arrogante e commuovente) personalità.
La prima scena coincide con l'inizio del film. Poche informazioni su dove siamo e un percorso preciso che ci vuole avvicinare progressivamente verso la fonte del rumore/musica.
Mangold costruisce e mette in sequenza porzioni di spazio anonimi eppure essenziali. Inquadrature fisse, movimenti di macchina, particolare di mani, chiavi, sbarre. Mano a mano che il montaggio si disvela aumenta la musica: ci stiamo avvicinando quindi alla 'fonte' della musica....
... La mdp sfonda il muro, arriva alla musica , ma l'abbandona direttamente e avanza diritta, oltre le persone che suonano, per andare dritta verso una lama circolare, al pollice che la tocca ad una vuoce fuoricampo che chiama un nome, quello di Cash. Siamo in un periodo indefinito del tempo del film... Da qui inizierà un lungo flashback... Siamo arrivati a Cash in pochi istanti, ma siamo solamente all'inizio... E' necessario perderlo per poi ritrovarlo.
La scena è quindi giocata come l'inizio di "Una pallottola per Roy", come le sue prime 8 inquadrature dove vengono messi in gioco le cause e i loro effetti... e dove con il minimo indispensabile e in meno di un minuto viene narrato già moltissimo e senza nessun dialogo. Esattamente come in Walk the Line: si parte da un qualcosa che non si sa, si passa attraverso la musica, si arriva a Cash.
In questa scena è Mangold a trovarlo.
Nella seconda invece è Phoenix...
...Andiamo avanti nel film.
Arriviamo alla prima audizione di Cash da Sam Phillips (quello che poi gli registrerà le prime canzoni). Cash canta dei gospel, Phillips gli fa la tirata sul credere/non credere + vendere/non vendere, su cosa la gente vuole sentire.
Cash inizia a cantare, anzi Phoenix inizia a cantare.
La macchina da presa è leggermente posta in basso, Phoenix si gira, dà istruzioni ai suoi musicisti, poi torna a voltarsi verso di noi.
Ci sta praticamente guardando, Sam Phillips è praticamente i nostri occhi.
Inizia a cantare, la macchina da presa dapprima fissa inizia a muoversi in avanti mentre Cash-che-non-è-ancora-Cash inizia a cantare le prime linee di "Floshom Prison Blues". Mano a mano che la macchina da presa si avvicina al volto di Joaquin Phoenix questo inizia a trasformarsi. La faccia si incupisce, gli occhi si oscurano Cash-che-non-è-ancora-Cash inizia a trasformarsi sotto ai nostri occhi (che sono gli occhi di Sam Philips) in quello che sarebbe stato poi il vero Cash (o quello che Mangold-Phoenix volevano rappresentare di Cash).
La musica avanza e Cash si forma dalla sostanza nebulosa ed informe di questa stessa musica che ha dentro, Phoenix lo segue, gli da corpo (il corpo della finzione) mentre con un gioco di campo e controcampo, esattamente nella linea immaginaria che passa dagli obiettivi della macchina da presa nelle sue due posizioni, noi diventiamo questa stessa incredulità mista a meraviglia ed onnipotenza.
Qualcosa si crea davanti ai nostri occhi... ne siamo davvero testimoni. Il cinema spesso film la morte in un'inquadratura, qui, in questa seconda scena, film la vita, la nascita, con un lento movimento in avanti...
Due avvicinamenti essenziali e necessari a Cash, e alla forma del mito...
Uno all'inizio, quando siamo in quella fase intermedia tra attesa e partenza, e nel momento esatto in cui il vero Cash prende forma. I due momenti più importanti di una storia, scelti ed isolati con estrema cura e attenzione: il momento più importante di un eroe, e la sua nascita.
Due momenti che con riverenza e rispetto (un rispetto che è parte della costruzione filmica) si avvicinano, cercano di rappresentare, di mettere in scena quella sostanza mitologica di cui è fatto il soggetto principale di questa storia e due momenti giocati sui paradigmi principali e autoevidenti che costruiscono questo film...
La regia e l'interpretazione (cantata e parlata) che assieme ai ritmi delle sceneggiatura (che isola e porta avanti il racconto della vita di Johnny Cash) costruiscono quella triangolazione del mito (di cui si accennava all'inizio) che rende alcuni film geniali.
Poi...
Per spendere velocemente due parole si potrebbe dire che "Walk the Line" e' la biografia per immagini (biopic) dell'unico 'men in black' della storia discografica, "il solo e l'unico... Mr. Johnny Cash"... (come diceva June Carter)
E in fondo il film parla proprio di Cash e della sua musica e della sua vita e di tutto il resto...
Eppure a differenza dei tanti e magari bei film dedicati ai musicisti e allo loro solite malefatte la cosa veramente piacevole di questo film e' che la musica diventa il principale filo conduttore di una storia avvolgente e avvincente che si cristalizza sulle voci e sui visi dei due bravvissimi e geniali (e quanti aggettivi perdio! e pero' pero...) attori che danno vita ai personaggi principali, appunto Johnny Cash e June Carter interperati da Joaquin Phoenix e da Reese Whiterspoon (bellissima e bravissima - e via coll'aggettivo, ma sono ancora emozionato) che cantano di loro voce tutte le canzoni...
Va beh, concluso con i convenevoli c'e' da dire una cosa ancora + importante...
Ovvero che a muovere le gesta del Johnny Cash in pellicola c'e' la mano di uno dei piu' grandi registi degli ultimi tempi, uno di quei registi che fa parte di quella schiera silenziosa di uomini che produce e realizza film (che magari la gente non apprezza fino in fondo) e che nascondono tra le inquadrature e i movimenti e le posizioni di macchina i piu' alti momenti di cinema di questi ultimi anni...
Si parla di James Mangold.
Regista di Identity, Copland e Ragazze Interotte tra i film piu' famosi e importanti (ma non ne ha fatti molti di piu' comunque, un paio o qualcosa giu' di li'),,,
Beh Mangold e' uno di quei registi capaci di far esplodere la storia offrendoti un film veramente fatto da piccole e minime sequenze spaziotemporali indipendenti (il tempo e lo spazio cambiano di continuo nel film) cucendole assieme con un'abilita' d'altri tempi.
Non solo non sembra preoccuparsi di definire con precisione millimetrica gli avvenimenti, i tempi e gli spazi di come e dove e quando si consuma la vita del grande Johnny Cash, ma ancora di piu' riesce perfettamente ad isolare quei momenti, i momenti giusti diremmo, di un'epopea in cui sarebbe stato un attimo perdersi, specialmente utilizzando il viso in Primo Piano di Phoenix e poi la musica di Cash.
In quest'ottica allora si puo' benissimo capire come il lavoro minuzioso di un regista sia principlamente quello di scegliere e isolare e trasformare i momenti piu' importanti di una storia, in questo caso di una vista veramente vissuta, e gestirli, temporalizzarli (se necessario) unirli e correlarli come se tutte le piu' piccole parti, anche le sequenze piu' brevi, il dialogo piu' inutile (apparentemente), o l'inquadratura di inserto, facessero veramente parte di un organismo vivente in cui tutto, e dico tutto, deve lavorare assieme e non per un ultimo fine, ma per il semplice motivo che cosi' e solo cosi' si riesce a trsaformare la storia in mitologia.
E questo film per la sua semplicita' e tremenda e chirurgica precisione ritmica (e si parla proprio di progressione delle sequenze) ha la rarissima capacita' di emozionarti ogni volta che lo vedi e di farti entrare sempre piu' profondamente dentro la struttura organizzativa del film.
Solo per questo ribaltamento verso l'esterno del processo di lavorazione del film ci sarebbe da essere contenti del lavoro di Mangold (che comunque si sta affinando sempre di piu') ma "Walk the Line" e' anche uno di quei pochi film (e soprattutto per chi NON conosce la vita e la musica di Johnny Cash) veramente capace di mettere le immagini, che appunto sono semplici e necessarie e di piu' non si sarebbe potuto fare, in quel doppio legame di dipendenza e indipendenza dal contesto che racconta.
In fondo il lavoro di un regista si definisce e si giudica anche in relazione a come si rapporta ad un testo, cosa sceglie di rappresentare, quale stile usare, cosa trasformare e/o trasfigurare, come gestire i personaggi e come intessere un racconto con la Storia... Mangold si dimostra per l'ennesima volta un regista efficace e umile e preciso e essenziale e anche, oserei dire, necessario (per noi e per tanti altri registi). Basti solo vedere come riesce a intessere la musica nelle trame del film, come riesce a trasformare il personaggio di Cash, con lentezza e inesorabilita' attraverso minimi avvenimenti, sequenze che surano un attimo e che pure hanno un peso durissimo su quello che succedera' nel film, che a volte sono solo introduzioni, ammiccamenti e che poi invece si rivelano tasselli necessari per l'imponente affresco e sonoro ed emotivo e mimico del film.
Vorrei e potrei anche dire di piu', ma tanto il film esce nei cinema in Italia il 10 Febbraio 2006... io intanto per non sapere ne leggere e ne scrivere me lo sono gia' visto due volte. E una a S. Francisco e l'altra, appena ora, a Los Angeles, ma questo ve lo dico solo cosi' apposta per dirlo.
_________________
Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 07-03-2006 alle 01:45 ] |
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leonessa
 Reg.: 09 Ago 2002 Messaggi: 5315 Da: Abbiategrasso (MI)
| Inviato: 07-03-2006 00:04 |
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Film biografia musicale del cantante country Johnny Cash e del suo amore per la collega June Carter.
Ottimo Joaquin Phoenix che mette davvero l'anima e il corpo in questa star americana che ha attraversato l'inferno e si è scottato ma grazie alla forza del suo amore è riuscito a ritornare a nuova vita e nuova carriera.
Brava anche Reese Whiterspoon - appena premiata con l'Oscar per questa parte - nei panni di questa donna così forte, determinata e anticonvenzionale.
Colonna sonora ovviamente tutta da sentire!
1bix8
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NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 07-03-2006 00:19 |
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si, ottimo (ottimissimo) Phoenix.
MA STO FILM FA SCHIFO AL CAZZO |
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Leon308
 Reg.: 22 Feb 2006 Messaggi: 5416 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 07-03-2006 00:34 |
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A mio parere questo film deve tutto alle grandi interpretazioni dei 2 protagonisti che peraltro hanno cantato di voce propria, e non è certo una cosa facile. Per Phoenix è una conferma del suo talento, la Witherspoon una bella scoperta (almeno x noi italiani visto che in America è già famosa da tempo) e vittoria meritata agli Academy. |
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leonessa
 Reg.: 09 Ago 2002 Messaggi: 5315 Da: Abbiategrasso (MI)
| Inviato: 07-03-2006 01:07 |
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quote: In data 2006-03-07 00:34, Leon308 scrive:
la Witherspoon una bella scoperta (almeno x noi italiani visto che in America è già famosa da tempo)
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Secondo me aveva già mostrato molto del suo potenziale in film molto diversi fra loro: nella "La rivincita delle bionde" aveva dimostrato la sua vena ironica, in "Cruel Intentions" il suo lato romantico e in "Election" il suo talento nascente! Brava! A presto sui nostri schermi in una nuova commedia romantica con Mark Ruffalo "Se solo fosse vero".
1bix8
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sgamp2003

 Reg.: 21 Ago 2004 Messaggi: 11260 Da: Roma (RM)
| Inviato: 07-03-2006 11:15 |
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Ho visto questo film un paio di settimane fa e devo dire che, seppur non eccezionale, lo reputo un buon film.
Ciò che più mi ha colpito è l'intepretazione di Phoenix: questo ragazzo, dopo l'Imperatore Commodo, ci ha fatto partecipi di un altra sua magistrale interpretazione, dimostrando ancor di più le sue doti recitattive(semmai ve ne fosse ancora bisogno ed inoltre devo aggiungere che ha anche un ottima voce, molto musicale...ha un futuro promettente anche come cantante secondo me!).
Ma la sorpresa è Reese Whiterspoon, bella ragazza che sino ad ora ha recitato in commediole a volte futili(leggi "La rivincita delle bionde) ed in questo film ha dato prova di saper recitare anche ruoli più impegnativi...a mio avviso il suo è un Oscar pienamente meritato.
_________________ tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono...
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leonessa
 Reg.: 09 Ago 2002 Messaggi: 5315 Da: Abbiategrasso (MI)
| Inviato: 07-03-2006 11:31 |
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Non avendo mai modo di sentire Johnny Cash, posso dire che trovo la canzone "Wal the line" molto bella?!? Sto ascoltando la colonna sonora e Joaquin mi stupisce davvero... si sente il suo timbro...è lui!
Complimenti a Tristam per la recesione...
1bix8
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 08-03-2006 22:48 |
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quote: In data 2005-12-08 11:50, Tristam scrive:
Ci sono due scene nell'ultimo film di Mangold che esprimono alla perfezione il senso ultimo di questo lavoro....
Lo stretto gioco che si trova alla triangolazione del mito con la una storia da narrare (una sceneggiatura) e il modo in cui raccontarla ha come centro il rapporto che intercorre tra Mangold-Cash e Phoenix-Cash, ovvero come la presenza evocata del grande Johnny Cash possa emergere nel gioco stretto tra interpretazione e direzione. Il film sta tutto qui. E Cash di conseguenza aleggia tra questi due estremi. Estremi che si compenetrano e si completano, sostenendosi a vicenda in un gioco perfetto ed equilibrato delle parti permettendo al film di lavorare dal basso e con semplice efficacia senza affidarsi a sensazionalismi inutili o a evidenti dimostrazioni.
Non si potrebbe chiedere di meglio da un film...
Quindi... si diceva delle due scene...
Queste due scene sono per molti versi simili, se non identiche, eppure estramemente differenti. In comune hanno il risultato: quello di portarti diritto nelle braccia di Johnny Cash e della sua complessa (umanizzata, crudele e rivoluzionaria e arrogante e commuovente) personalità.
La prima scena coincide con l'inizio del film. Poche informazioni su dove siamo e un percorso preciso che ci vuole avvicinare progressivamente verso la fonte del rumore/musica.
Mangold costruisce e mette in sequenza porzioni di spazio anonimi eppure essenziali. Inquadrature fisse, movimenti di macchina, particolare di mani, chiavi, sbarre. Mano a mano che il montaggio si disvela aumenta la musica: ci stiamo avvicinando quindi alla 'fonte' della musica....
... La mdp sfonda il muro, arriva alla musica , ma l'abbandona direttamente e avanza diritta, oltre le persone che suonano, per andare dritta verso una lama circolare, al pollice che la tocca ad una vuoce fuoricampo che chiama un nome, quello di Cash. Siamo in un periodo indefinito del tempo del film... Da qui inizierà un lungo flashback... Siamo arrivati a Cash in pochi istanti, ma siamo solamente all'inizio... E' necessario perderlo per poi ritrovarlo.
La scena è quindi giocata come l'inizio di "Una pallottola per Roy", come le sue prime 8 inquadrature dove vengono messi in gioco le cause e i loro effetti... e dove con il minimo indispensabile e in meno di un minuto viene narrato già moltissimo e senza nessun dialogo. Esattamente come in Walk the Line: si parte da un qualcosa che non si sa, si passa attraverso la musica, si arriva a Cash.
In questa scena è Mangold a trovarlo.
Nella seconda invece è Phoenix...
...Andiamo avanti nel film.
Arriviamo alla prima audizione di Cash da Sam Phillips (quello che poi gli registrerà le prime canzoni). Cash canta dei gospel, Phillips gli fa la tirata sul credere/non credere + vendere/non vendere, su cosa la gente vuole sentire.
Cash inizia a cantare, anzi Phoenix inizia a cantare.
La macchina da presa è leggermente posta in basso, Phoenix si gira, dà istruzioni ai suoi musicisti, poi torna a voltarsi verso di noi.
Ci sta praticamente guardando, Sam Phillips è praticamente i nostri occhi.
Inizia a cantare, la macchina da presa dapprima fissa inizia a muoversi in avanti mentre Cash-che-non-è-ancora-Cash inizia a cantare le prime linee di "Floshom Prison Blues". Mano a mano che la macchina da presa si avvicina al volto di Joaquin Phoenix questo inizia a trasformarsi. La faccia si incupisce, gli occhi si oscurano Cash-che-non-è-ancora-Cash inizia a trasformarsi sotto ai nostri occhi (che sono gli occhi di Sam Philips) in quello che sarebbe stato poi il vero Cash (o quello che Mangold-Phoenix volevano rappresentare di Cash).
La musica avanza e Cash si forma dalla sostanza nebulosa ed informe di questa stessa musica che ha dentro, Phoenix lo segue, gli da corpo (il corpo della finzione) mentre con un gioco di campo e controcampo, esattamente nella linea immaginaria che passa dagli obiettivi della macchina da presa nelle sue due posizioni, noi diventiamo questa stessa incredulità mista a meraviglia ed onnipotenza.
Qualcosa si crea davanti ai nostri occhi... ne siamo davvero testimoni. Il cinema spesso film la morte in un'inquadratura, qui, in questa seconda scena, film la vita, la nascita, con un lento movimento in avanti...
Due avvicinamenti essenziali e necessari a Cash, e alla forma del mito...
Uno all'inizio, quando siamo in quella fase intermedia tra attesa e partenza, e nel momento esatto in cui il vero Cash prende forma. I due momenti più importanti di una storia, scelti ed isolati con estrema cura e attenzione: il momento più importante di un eroe, e la sua nascita.
Due momenti che con riverenza e rispetto (un rispetto che è parte della costruzione filmica) si avvicinano, cercano di rappresentare, di mettere in scena quella sostanza mitologica di cui è fatto il soggetto principale di questa storia e due momenti giocati sui paradigmi principali e autoevidenti che costruiscono questo film...
La regia e l'interpretazione (cantata e parlata) che assieme ai ritmi delle sceneggiatura (che isola e porta avanti il racconto della vita di Johnny Cash) costruiscono quella triangolazione del mito (di cui si accennava all'inizio) che rende alcuni film geniali.
Poi...
Per spendere velocemente due parole si potrebbe dire che "Walk the Line" e' la biografia per immagini (biopic) dell'unico 'men in black' della storia discografica, "il solo e l'unico... Mr. Johnny Cash"... (come diceva June Carter)
E in fondo il film parla proprio di Cash e della sua musica e della sua vita e di tutto il resto...
Eppure a differenza dei tanti e magari bei film dedicati ai musicisti e allo loro solite malefatte la cosa veramente piacevole di questo film e' che la musica diventa il principale filo conduttore di una storia avvolgente e avvincente che si cristalizza sulle voci e sui visi dei due bravvissimi e geniali (e quanti aggettivi perdio! e pero' pero...) attori che danno vita ai personaggi principali, appunto Johnny Cash e June Carter interperati da Joaquin Phoenix e da Reese Whiterspoon (bellissima e bravissima - e via coll'aggettivo, ma sono ancora emozionato) che cantano di loro voce tutte le canzoni...
Va beh, concluso con i convenevoli c'e' da dire una cosa ancora + importante...
Ovvero che a muovere le gesta del Johnny Cash in pellicola c'e' la mano di uno dei piu' grandi registi degli ultimi tempi, uno di quei registi che fa parte di quella schiera silenziosa di uomini che produce e realizza film (che magari la gente non apprezza fino in fondo) e che nascondono tra le inquadrature e i movimenti e le posizioni di macchina i piu' alti momenti di cinema di questi ultimi anni...
Si parla di James Mangold.
Regista di Identity, Copland e Ragazze Interotte tra i film piu' famosi e importanti (ma non ne ha fatti molti di piu' comunque, un paio o qualcosa giu' di li'),,,
Beh Mangold e' uno di quei registi capaci di far esplodere la storia offrendoti un film veramente fatto da piccole e minime sequenze spaziotemporali indipendenti (il tempo e lo spazio cambiano di continuo nel film) cucendole assieme con un'abilita' d'altri tempi.
Non solo non sembra preoccuparsi di definire con precisione millimetrica gli avvenimenti, i tempi e gli spazi di come e dove e quando si consuma la vita del grande Johnny Cash, ma ancora di piu' riesce perfettamente ad isolare quei momenti, i momenti giusti diremmo, di un'epopea in cui sarebbe stato un attimo perdersi, specialmente utilizzando il viso in Primo Piano di Phoenix e poi la musica di Cash.
In quest'ottica allora si puo' benissimo capire come il lavoro minuzioso di un regista sia principlamente quello di scegliere e isolare e trasformare i momenti piu' importanti di una storia, in questo caso di una vista veramente vissuta, e gestirli, temporalizzarli (se necessario) unirli e correlarli come se tutte le piu' piccole parti, anche le sequenze piu' brevi, il dialogo piu' inutile (apparentemente), o l'inquadratura di inserto, facessero veramente parte di un organismo vivente in cui tutto, e dico tutto, deve lavorare assieme e non per un ultimo fine, ma per il semplice motivo che cosi' e solo cosi' si riesce a trsaformare la storia in mitologia.
E questo film per la sua semplicita' e tremenda e chirurgica precisione ritmica (e si parla proprio di progressione delle sequenze) ha la rarissima capacita' di emozionarti ogni volta che lo vedi e di farti entrare sempre piu' profondamente dentro la struttura organizzativa del film.
Solo per questo ribaltamento verso l'esterno del processo di lavorazione del film ci sarebbe da essere contenti del lavoro di Mangold (che comunque si sta affinando sempre di piu') ma "Walk the Line" e' anche uno di quei pochi film (e soprattutto per chi NON conosce la vita e la musica di Johnny Cash) veramente capace di mettere le immagini, che appunto sono semplici e necessarie e di piu' non si sarebbe potuto fare, in quel doppio legame di dipendenza e indipendenza dal contesto che racconta.
In fondo il lavoro di un regista si definisce e si giudica anche in relazione a come si rapporta ad un testo, cosa sceglie di rappresentare, quale stile usare, cosa trasformare e/o trasfigurare, come gestire i personaggi e come intessere un racconto con la Storia... Mangold si dimostra per l'ennesima volta un regista efficace e umile e preciso e essenziale e anche, oserei dire, necessario (per noi e per tanti altri registi). Basti solo vedere come riesce a intessere la musica nelle trame del film, come riesce a trasformare il personaggio di Cash, con lentezza e inesorabilita' attraverso minimi avvenimenti, sequenze che surano un attimo e che pure hanno un peso durissimo su quello che succedera' nel film, che a volte sono solo introduzioni, ammiccamenti e che poi invece si rivelano tasselli necessari per l'imponente affresco e sonoro ed emotivo e mimico del film.
Vorrei e potrei anche dire di piu', ma tanto il film esce nei cinema in Italia il 10 Febbraio 2006... io intanto per non sapere ne leggere e ne scrivere me lo sono gia' visto due volte. E una a S. Francisco e l'altra, appena ora, a Los Angeles, ma questo ve lo dico solo cosi' apposta per dirlo.
_________________
Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 07-03-2006 alle 01:45 ]
| tutto ciòc he hai scritto è aria fritta
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Plaster
 Reg.: 23 Gen 2006 Messaggi: 1482 Da: Napoli (NO)
| Inviato: 08-03-2006 23:00 |
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Carino da vedere e non annoia!
Ma il sottotitolo "quando l'amore..." in Italia potevano evitarlo, mi sembra una gran puttanata!
_________________ è passat' A nuttata |
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Leon308
 Reg.: 22 Feb 2006 Messaggi: 5416 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 09-03-2006 01:06 |
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quote: In data 2006-03-08 23:00, Plaster scrive:
Carino da vedere e non annoia!
Ma il sottotitolo "quando l'amore..." in Italia potevano evitarlo, mi sembra una gran puttanata!
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Quando capiranno ke è meglio lasciare i titoli originali senza futili aggiunte... |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 09-03-2006 15:19 |
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quote: In data 2006-03-08 22:48, bunch311 scrive:
quote: In data 2005-12-08 11:50, Tristam scrive:
Ci sono due scene nell'ultimo film di Mangold che esprimono alla perfezione il senso ultimo di questo lavoro....
etc etc
]</font>
|
tutto ciòc he hai scritto è aria fritta
|
Eh beh ma tu sei mai riuscito a friggere l'aria?
Ci vuole una certa classe invero...
Comunque a parte tue e mie cazzate, la cosa più interessante della tua affermazione manca del tutto. Cioè è come se io dopo un tuo messaggio scrivessi "bunch sei una testa di cazzo", cosa che potrebbe essere vera, ma senza averlo dimostrato in fondo la testa di cazzo sarei io, no? E questo perchè arriverei soltanto a scrivere il risultato delle mie considerazioni, evitando tutte le ragioni che mi hanno portato ad esprimere un giudizio su quello che hai scritto...
Quindi mi farebbe davvero piacere se tu avessi voglia di scrivere qualcosa e sul film e su perchè quello che dico, a tuo parere, non va. Altrimenti vale sempre la famosa citazione che recita "o lo dimostri o stai zitto"...
_________________
Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 09-03-2006 alle 15:20 ] |
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83Alo83
 Reg.: 26 Mag 2002 Messaggi: 16507 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 09-03-2006 15:26 |
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quote: In data 2006-03-08 22:48, bunch311 scrive:
tutto ciòc he hai scritto è aria fritta
|
Fry the air (quando l'idiozia brucia il cervello).
edit: così è meglio (??)
_________________
Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.
[ Questo messaggio è stato modificato da: 83Alo83 il 09-03-2006 alle 15:30 ] |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 09-03-2006 15:38 |
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Direi perfetto!
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 12-03-2006 12:08 |
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quote: In data 2006-03-09 15:19, Tristam scrive:
quote: In data 2006-03-08 22:48, bunch311 scrive:
quote: In data 2005-12-08 11:50, Tristam scrive:
Ci sono due scene nell'ultimo film di Mangold che esprimono alla perfezione il senso ultimo di questo lavoro....
etc etc
]</font>
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tutto ciòc he hai scritto è aria fritta
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Eh beh ma tu sei mai riuscito a friggere l'aria?
Ci vuole una certa classe invero...
Comunque a parte tue e mie cazzate, la cosa più interessante della tua affermazione manca del tutto. Cioè è come se io dopo un tuo messaggio scrivessi "bunch sei una testa di cazzo", cosa che potrebbe essere vera, ma senza averlo dimostrato in fondo la testa di cazzo sarei io, no? E questo perchè arriverei soltanto a scrivere il risultato delle mie considerazioni, evitando tutte le ragioni che mi hanno portato ad esprimere un giudizio su quello che hai scritto...
Quindi mi farebbe davvero piacere se tu avessi voglia di scrivere qualcosa e sul film e su perchè quello che dico, a tuo parere, non va. Altrimenti vale sempre la famosa citazione che recita "o lo dimostri o stai zitto"...
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Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 09-03-2006 alle 15:20 ]
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secondo me fai letteralmente ridere,perchè sei riuscito a scrivere righe e righe di niente su questo film
Walk the line è un film in sè mediocre salvato solamente dai due protagonisti,esalti mangold quando piano piano si avvicina al viso di phoenix con questa trasformazione facciale in Johnny cash,ma mi sembra che anche un ragazzino di 10 anni poteva avere come idea di fare diversi primi piani in quel momento,non credo che si potesse fare altrimenti.Il film è banale perchè non dice niente di Johnny cash,dalle sue origini indiane,al suo pesante bigottismo,un uomo conservatore,religioso e allo steso tempo bestemmiatore,ribelle,questo nel film non c è.La storia sembra quella di tante persone che hanno avuto solo la fortuna di prendere una chitarra e fare due note,bè è davvero troppo poco per spiegare la grandezza il significato di cash per l'america e non basta l immedesimazione dei carcerati nelle sue canzoni.Cash sembra solo un canta storie,uno dei tanti che si faceva di anfetamine e si trombava qualche groupie.Bè davvero questo non è johnny cash ed è ridicolo come la morte del fratello sia usata pretestuosamente per creare un risvolto psicologico e definire i legami con i suoi genitori.
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Carlus

 Reg.: 08 Mar 2006 Messaggi: 112 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 12-03-2006 12:11 |
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Come è questo film?
_________________ L'uomo è riuscito a conquistare il suo diritto alla sopravvivenza gli alieni sono stati sconfitti dalla natura li dove le armi degli uomini hanno fallito.
(La guerra dei mondi) |
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