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Apocalisse nel deserto |
Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 17-04-2005 13:29 |
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Un pò di tempo fa scrivevo a proposito de "Il muro", di Simone Bitton (a chi interessasse è recuperabile qui ) sottolineando come la "soluzione all'americana" del documentario, portata in auge dai documentari di Moore e affermatasi ultimamente con "The Corporation" ma soprattutto con il recente "Supersize Me di Spurlock".
A questa tendenza, che io definirei "di montaggio", si contrappone una diversa linea, di stampo europeo, che chiamerei "d'immagine". E' questa dicotomia, che spinge i documentari di primo genere a far uso a man bassa dei mezzi del montaggio nel costruire una tesi e quelli di secondo tipo a far lavorare di più la telecamera, le immagini, a caratterizzare oggi il mondo del documentario d'impronta "cinematografica". E paradigmatico del secondo genere, che mi affascina sicuramente di più per "filmicità", coerenza e onestà intellettuale, è "Apocalisse nel deserto", di Werner Herzog.
L'idea, carica di un'ironia drammatica, è quella di spacciare lo scenario di guerra irakeno come la superfice butterata di un qualche pianeta lontano. E' la metafora di uno scenario "dell'altro mondo" a reggere tutta la pellicola. E mai come in questo film si lascia parlare le immagini. La struttura di tutta la pellicola è costituita da piani e piani sequenza a volo d'uccello sui villaggi devastati, sulle colonne di fumo del petrolio. I contatti con il suolo sono ridotti al minimo indispensabile, così come anche le interviste a persone del posto. Anche il commento audio si limita a sottotitolare qua e là, a fornire una discreta chiave di lettura per poi ritrarsi in disparte.
La potenza delle immagini è sorprendente, così come anche l'intelligenza registica nel farle parlare. E in un certo senso c'è più cinema in "Apocalisse nel deserto" che in una buona metà del cinema recente
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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willoz
 Reg.: 08 Mar 2004 Messaggi: 3701 Da: trento (TN)
| Inviato: 17-04-2005 15:48 |
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quote: In data 2005-04-17 13:29, Petrus scrive:
..e in un certo senso c'è più cinema in "Apocalisse nel deserto" che in una buona metà del cinema recente
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..una verità incontestabile quella raccolta nella tua frase di chiusura.
non c'è bisogno di continuare a raccogliere prove riguardo al fatto che Herzog sia uno dei cineasti piu grandi dell'era moderna..
certo è che Herzog ancora una volta ci insegna che il cinema aldilà di tutto ha una sua ben chiara ed individuata finalità che è quella di "trasportare" lo spettatore senza imposizioni o finalità sociologico/pedagogiche..in una dimensione che è quella della personale ricerca interiore.
La cosa incredibile è che riesce a farlo anche con un documentario..
Apocalisse nel deserto piu che fare da monito fine a se stesso ci trasporta idealmente ad assistere,
ad essere spettatori
piu che mai attivi ad un funerale che è quello del paese mediorientale...senza inutili sermoni o frasi di circostanza,la poesia dell'immagini abilmente montate basta ed avanza per partecipare al lutto del popolo iracheno e della sua terra.
Naturalmente lo fa con la coscienza di una sensibilità fuori dal comune e con la maestrìa che da sempre contraddistingue ogni sua opera.
Null'altro da dire se non vedetelo e rivedetelo.
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