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Autore La Preistoria del Cinema
oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 11-04-2005 14:26  
Tratto da “Il CINEMA. Grande storia Illustrata” Istituto Geografico De Agostini

ILLUSIONI OTTICHE

Nella seconda metà del 18° sec. Si manifestò un interesse crescente e del tutto nuovo per gli spettacoli ottici sino all’avvento del cinematografo. Gli spettacoli di ombre cinesi furono di gran moda in tutta Europa. Nel 1780 Philippe-Jacques de Loutherbourg, pittore e scenografo di origine alsaziana, deliziò Londra con uno spettacolo da lui chiamato Eidophusikos. Si trattava di un’esibizione basata su effetti scenici: le scene, in miniatura, venivano animate con giochi di luci e ombre. Negli stessi anni un ritrattista scozzese, Robert Barker, brevettò una sua invenzione che chiamò Panorama: Barker dipingeva vasti paesaggi che faceva ammirare all’interno di un cilindro; l’illusione ottica era emozionanante e l’effetto corrispondeva a un vero “trompe l’oeil”. Nello stesso periodo i londinesi era affascinati dalle mostre dove si esponevano quadri immensi e realistici.
Le rappresentazioni basate sulla pittura come spettacolo raggiunsero il loro punto massimo con il Diorama, lanciato a Parigi nel 1822 da Louis-Jacques-Mandes Da guerre, il cui lavoro in campo fotografico, diciassette anni più tardi, doveva recare un contributo di grande importanza all’evoluzione del cinema. Il Diorama portato a Londra nel 1823 era formato da immensi pannelli dipinti sui quali sottili effetti di illuminazione e quindi di trasformazione dell’immagine venivano ottenuti con l’uso ingegnoso di schermi ed otturatori; in questo modo si graduava la luce proiettata davanti e dietro le immagini, che erano in parte trasparenti. I nomi Panorama e Diorama furono usati per indicare procedimenti differenti che servivano però l’uno e l’altro al tentativo di dare vita alle immagini: un dipinto lungo e continuo veniva fatto passare lentamente davanti a una apertura del proscenio, creando così l’impressione di un paesaggio in continuo cambiamento; un tipo di effetto che anticipava le panoramiche del cinema moderno.



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"C'ha tutto il Barone Liedholm, c'ha il vigneto, l'uliveto, i vini doc, i vini dik, i soldi (seeempre), panchina lunga!"
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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 11-04-2005 14:27  
LA LANTERNA MAGICA

Tra tutti i giochi visivi la lanterna magica era la veterana e quella destinata a durare di più. La sua struttura è la stessa degli attuali proiettori di diapositive e i principi che la regolano sono essenzialmente quelli dei moderni proiettori cinematografici: una potente fonte di luce, concentrata da un condensatore, colpisce l’immagine trasparente e la proietta ingrandita, con tutti i dettagli e i colori, su uno schermo bianco.
La lanterna magica è stata descritta per la prima volta dallo scienziato gesuita Athanasius Kircher nel 1671, ma certamente era conosciuta da tempo. Nella seconda metà del 17° sec. e in tutto il 18° sec. in Europa e anche fuori di essa, numerosi imprenditori girovaghi viaggiarono con le loro lanterne magiche. Nel 1790 un impresario belga, Etienne Robertson, ottenne a Parigi un grande e durevole successo con la sua Phantasmagopria. Gli scenari del suo teatro rappresentavano una cappella gotica; sullo schermo venivano proiettati fantasmi, streghe e diavoli. Robertson aveva montato la sua lanterna magica su un carrello a ruote sistemato al di là dello schermo trasparente: operando sulla messa a fuoco le immagini si ingrandiva e si rimpicciolivano con effetti sorprendenti. Altri impresari rivaleggiarono come ad esempio Henry Langdon Childe che riusciva a far dissolvere immagini proiettate da due lanterne diverse.
Nella seconda metà del 19° sec. la lanterna magica raggiunse a Londra il suo massimo grado di raffinatezza. Vennero progettate lanterne magiche sempre più sofisticate: facendo scorrere una lastra nel proiettore si riusciva a dare l’impressione assai convincente di una processione di figure in movimento. Leve e rotelle ingegnosamente sistemate permettevano di agire sulle lenti circolari: le immagini parevano agire meccanicamente, le pupille degli occhi ruotavano da un lato all’altro, gambe e braccia si animavano.


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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 11-04-2005 14:27  
PHENAKISTISCOPE E ZOETROPE

Tra il 1860 e il 1870 e negli ultimi anni immediatamente successivi, nasceva una nuova tecnica, più precisa ed elaborata, per creare l’illusione del movimento per le immagini proiettate su uno scermo. Nella prima metà del secolo alcuni fisici, tra i quali Micheal Faraday e Peter Mark Roget, avevano studiato un fenomeno già nota fin dall’antichità: la persistenza dell’immagine. La retina trattiene l’immagine una frazione di secondo dopo che l’immagine stessa è scomparsa. Nel 1833, completamente l’uno all’insaputa dell’altro, Joseph Plateau a Bruxelles e Simon Stampfer a Vienna, inventarono un giocattolo che si basava proprio su tale principio. Dipinsero sulla circonferenza esterna di un cilindro una serie di figure che rappresentavano fasi successiva di un movimento continuo. Tra una figura e l’altra praticarono delle fessure. Girando velocemente il cilindro di fronte allo specchio, le immagini apparivano tra una fessura e l’altra dando l’impressione che si trattasse di un movimento continuo e non di una serie di disegni.
Questa invenzione fu commercializzata con il nome di Phenakistiscope, e col tempo fu modificata e migliorata. Lo Zoetrope, che sarebbe andato di moda negli anni successivia l 1860. sostituì il cilindro accoppiato allo specchio con una specie di tamburo profondo, aperto dal lato superiore; intorno ai bordi venivano incise delle fessure e nell’interno venivano sistemati i rotoli di carta dove erano dipinte le figure nella varie fasi del movimento.
Nel 1877 il francese Emile Reynaud avrebbe sostituito le fessure(equivalenti all’otturatore di un moderno proiettore cinematografico) con un prisma di specchi sistemato nel centro.
Quando, tra il 1850 e il 1860, il cilindro rotante del Phenakistiscope venne adattato alla lanterna magica, le prime vacillanti immagini si mossero sullo schermo.
Nel 1892 il Théatre Optique di Reynaud adoperò, modificandoli, i principi del Praxinoscope, un’altra invenzione di Reynaud, per proiettare sullo schermo quelli che in teoria furono i primi disegni animati.


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Ladyanne
ex "ladyann2"

Reg.: 02 Lug 2004
Messaggi: 8834
Da: vicenza (VI)
Inviato: 11-04-2005 14:34  
cacchio, per una volta non mi trovo completamente ignorante in materia, tutta roba che ho studiato per l'esame di storia della fotgrafia (che secondo il mio parere, senza di essa il cinema avrebbe fato parecchia fatica a nascere) aspè che rispolvero un pò di appunti
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Tzè

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 11-04-2005 15:02  
LA NASCITA DELLA FOTOGRAFIA

Mancava però ancora un elemento. Queste prime invenzioni sul movimento dell’immagine richiedevano tempi lunghissimi per la realizzazione dei disegni. Ma nel 1839, col perfezionamento del metodo dagherrotipico inventato da Da guerre in Francia e del metodo calotipico(in seguito talbotipico) di Henry Fox Talbot in Inghilterra, la fotografia fu in grado di agevolare notevolmente la produzione di immagini.
Nei primissimi anni dell’era fotografica, Plateau scoprì che si potevano combinare insieme il dagherrotipico e il Phenakistiscope; nel periodo compreso tra il 1860 e il 1870 e begli anni seguenti vengono registrati un certo numero di brevetti che si riferiscono al campo della fotografia.
Il Phasmatrope inventato da Henry R. Heyl, ad esempio, esposto a Filadelfia nel 1870, metteva in movimento una serie di fotografie ottenute facendo posare modelli per ogni singola fase di un ipotetico movimento. Il problema che più di ogni altro ostacolava tale primi tentativi era costituito dalla difficoltà di fotografare precisamente ogni singola fase del movimento.
Eadweard Muybridge, un fotografo inglese che lavorò soprattutto negli Stati Uniti, concepì nel 1878 una brillante idea: una serie di apparecchi fotografici che scattavano automaticamente al passaggio di una persona o di un animale. Lo scatto fu ottenuto all’inizio in modo meccanico ed in seguito elettricamente. Muybridge migliorò i sui risultati nel 1879: riuscì a proiettare una serie di disegni, ripresi da immagini fotografiche, che ricostruivano un movimento riproducendo sullo schermo un film d’animazione. Le immagini potevano venir rallentate per mostrare i dettagli di ogni movimento. Questa nuova invenzione fu conosciuta come lo Zoopraxiscope.
In Europa, Muybridge incontrò Etienne Marey, un fisiologo che aveva a lungo cercato il modo di registrare graficamente i movimenti degli animali e degli uccelli in particolaree che, come Muybridge, usava la fotografia come strumento di lavoro. L’attenzione di Marey era stata attratta da un esperimento fatto da un astronomo, Jules Jannes, che nel 1874 era riuscito a registrare il passaggio di Venere sulla faccia del Sole usando un “revolver” fotografico. Questa ingegnosa macchina fotografica a forma di pistola faceva uso di una lastra circolare che avanzava ad ogni apertura dell’obbiettivo, in modo da esporre una piccola parte alla volta della sua superficie sensibile.
Su questa scia Marey nel 1882 costruì un “fucile” fotografico capace di scattare 12 fotografie al secondo. Nel 1885, negli Stati Uniti, Gorge Eastman perfezionò la sua pellicola fotografica a rulli che ebbe gran successo per le istantanee, soprattutto con l’avvento del nuovo apparecchio fotografico Kodak che egli lanciò nel 1888.
Furono le prime tappe verso la cinepresa. Il Chronophotographe inventato da Marey nel 1888 si serviva di una strisci continua di pellicola per registrare una sequenza di fotografie. Quando nel 1889. apparve sul mercato la pellicola di celluloide di Eastman, Etienne Marey l’adottò prontamente.
Nel 1893 suggerì infine la costruzione di un proiettore con cui poter mostrare, in azione continua, le immagini da lui registrate.
Un assistente di Marey, Georges Demeny, brevettò nel 1892 il suo Phonoscope che si valeva di un tipo particolare di Phenakistiscope per proiettare sullo schermo un ritratto fotografico dal vero.


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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
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Da: camerino (MC)
Inviato: 11-04-2005 15:04  
quote:
In data 2005-04-11 14:34, Ladyanne scrive:
aspè che rispolvero un pò di appunti




vai...vai.
Io...piano piano...posterò parti di questa enciclopedia da me scoperta di recente nei meandri di una polverosa cantina.

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Davil89

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Inviato: 12-04-2005 12:32  
interessante datti da fare e continua a postare
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oronzocana

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Da: camerino (MC)
Inviato: 12-04-2005 12:37  
quote:
In data 2005-04-12 12:32, Davil89 scrive:
interessante datti da fare e continua a postare



piano..piano...leggo è posto quello che secondo me è più interessante...
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Davil89

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Inviato: 12-04-2005 13:00  
quote:
In data 2005-04-12 12:37, oronzocana scrive:
quote:
In data 2005-04-12 12:32, Davil89 scrive:
interessante datti da fare e continua a postare



piano..piano...leggo è posto quello che secondo me è più interessante...




si si fai pure come vuoi
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RickBlaine

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Inviato: 13-04-2005 12:17  
Il tuo avatar è preso da "Dall Terra allal Luna" Georges Mélièr, vero, Oronzocana?
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oronzocana

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Da: camerino (MC)
Inviato: 13-04-2005 13:44  
quote:
In data 2005-04-13 12:17, RickBlaine scrive:
Il tuo avatar è preso da "Dall Terra allal Luna" Georges Mélièr, vero, Oronzocana?




(Le)Voyage dans la Lune di Georges Melies.

Dalla Terra alla Luna è il romanzo di J. Verne da cui è tratto il film inseme a First Men in the Moon di H. G. Wells.
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