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Autore Come inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e Ciccio
parret

Reg.: 14 Set 2004
Messaggi: 446
Da: milano (MI)
Inviato: 21-10-2004 08:52  
Netta preferenza del documentario a favore della comicità di Franco, smorfiosa e piazzaiola, rispetto a quella lunare, sottotono, preverbale di Ciccio. Dispiace un pochino che la rivalutazione odierna dei comici, come è stato dagli anni ’60 per Totò, si accompagni all’amore e alla devozione per quelle forme spontanee, naturali, quasi ingenue di spettacolo popolare dei tempi che furono. Tanto culto e nostalgia per i beniamini del sorriso dei poveri, perdendo così in forza corrosiva, sguaiata, malevola della risata. Eroi buoni, autentici, umani, piuttosto che "brutti", ridicoli, miserrimi, deformi. Un accento qui troppo posto sulla purezza, l’innocenza, la genuinità popolare del duo piuttosto che sul "degrado", l’incapacità atavica, l’emarginazione dalla contemporaneità, la repellenza fisica, la frustrazione materiale deformante (fame, voglia sessuale, ecc.), concreto sottofondo di una risata allora necessaria, finalmente ludica, liberatoria, anarchica, surreale.
Troppo paternalismo, indulgenza, volontà di farli apparire "degni". Non sarebbe guastata una maggiore cattiveria

[ Questo messaggio è stato modificato da: parret il 07-06-2005 alle 12:27 ]

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parret

Reg.: 14 Set 2004
Messaggi: 446
Da: milano (MI)
Inviato: 24-10-2004 01:12  
ha avuto nelle sale una distribuzione ridottissima

[ Questo messaggio è stato modificato da: parret il 25-03-2005 alle 13:31 ]

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 24-10-2004 08:25  
esta è la mia recensione in merito( non mi va di riscriver, scusatemi)

Fare una biografia di due personaggi recentemente scomparsi,sempre osteggiati dalla critica e ipocritamente dalla stessa rivalutati e rimpianti solo per l’epitaffio,

La biografia di una coppia. La storia di due uomini nati poveri e morti ricchi. Il cieco ostracismo di una critica snob che come sempre aspetta gli epitaffi per rimangiarsi tutto, e mostrare le lacrime.
Il rischio nel realizzare questo film era quello di fare un’apologia (tipico prodotto televisivo) di una delle coppie più cinematografiche della storia del nostro spettacolo. Molti ci sarebbero cascati, molti avrebbero ceduto ad uno stampo più melodrammatico che cercasse di sentenziare sul travagliato mondo dei due artisti siculi. Ciprì e Maresco, per nostra fortuna no, anzi…
Conterranei dei due comici, e come loro “coppia”, gli autori di film più chiacchierati che visti(Totò che visse due volte, Lo zio di Brooklyn) hanno optato per una narrazione a documentario. L’impagabile materiale di repertorio viene sapientemente guidato da vari e improbabili conduttori, che per involontaria comicità non sfigurano affatto accanto ai certamente più professionali Franco e Ciccio. Una scelta che si rivela anche e soprattutto la chiave della riuscita del film: la riproposizione di una comicità spontanea e surreale che continua a divertire chiunque, e che finalmente al servizio di un filo narrativo valido (la loro vita) non può che divertire sempre e comunque.
Un postumo riscatto quindi per Franco e Ciccio, che per loro stessa ammissione raramente ebbero sceneggiature valide visto il facile accomodarsi dei produttori sul loro continuo e innegabile genio.
Tutto ciò non ha comunque impedito che le loro capacità venissero apprezzate da registi più impegnati come di Pasolini e Comencini, e che loro fossero i prescelti come partner per un’operazione, tanto affascinante quanto poi deludente, come la produzione di un film italiano con una star mondiale della comicità, Buster Keaton.
Il taglio umoristico dato al racconto della loro storia (già il titolo è una parafrasi del loro celebre film:”Come inguaiammo l’esercito”)si impreziosisce poi delle interviste a Lucio Fulci, il regista che più li valorizzò, Bernardo Bertolucci (geloso all’epoca del successo di Ultimo tango a Zagarolo), Mario Monicelli, Pippo Baudo, Lino Banfi e tanti altri…..
L’esito è uno dei più riusciti che il panorama del cinema comico italiano ricordi, una vera e propria storia da cui trarre sia fragorose risate che importanti riflessioni sul mondo del cinema.

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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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bellantoni

Reg.: 21 Nov 2004
Messaggi: 249
Da: Roma (RM)
Inviato: 22-05-2005 22:34  
Il titolo non tragga in inganno. Non si tratta di un documentario sui distributori cinematografici italiani, ma una gustosa, precisa e dissacrante biografia di Franco e Ciccio, quelle che credo siano le più grandi maschere del cinema e dello spettacolo italiano - dopo Totò, come dice nel film un fan siciliano del duo.
Il film di Ciprì e Maresco ha un taglio documentaristico, più vicino ai Viaggi nel cinema di Scorsese che alle invettive scooparole di Moore, con quel pizzico di ironia e surrealismo che contraddistingue i due cineasti siciliani. Il film è pieno di documenti filmati televisivi e cinematografici e testimonianze di amici e parenti dei due artisti e preziosissime dichiarazioni degli addetti ai lavori che hanno conosciuto e amato/odiato Franco e Ciccio, come Monicelli, Baudo, Cosulich e Lucio Fulci.
Il film racconta con rigore storiografico la storia dei die attori, i loro approcci all'arte e l'incontro che segnò il resto della loro vita, la storia della loro amicizia dei loro rapporti burrascosi fino alla malattia di Franco.
Ben dosati i sipariertti non sense tipici di Ciprì e Maresco (Cinico TV, Il ritorno di Cagliostro).
Un film, tra gli altri, ha anche il merito di documentare un periodo dello spettacolo italiano che ha dato grandissimi frutti, l'avanspettacolo e il teatro di strada degli anni '40, e il cinema comico degli anni '50 e '60 al quale apparteneva anche Totò ma non solo lui, cinema troppo spesso dimenticato perchè offuscato dalla grandissima commedia (colta) all'italiana.

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