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Autore Arlington Road-l'inganno
seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 10-09-2003 14:01  
Si potrebbe pensare che questo film sia uno di quelli che vivono unicamente in funzione del finale(come mi è parso evidente a una seconda visione de "Il sesto senso")ma in questo caso non è così.Il finale è solo la conclusione a una riflessione di fondo che ben si mischia con una ottimamente congegnata atmosfera da thriller.Ma più che dello scontato consiglio:"Attento al tuo vicino perchè potrebbe nascondere incoofessabili segreti" ciò che si nota è una neanche troppo velata denuncia al sistema di vita attuale che gli americani son costretti a subire,il che in seconda battuta fa scaturire poi il pericolo sopra esposto.Si parla ovvero del clima di psicosi e terrore, che ogni americano,alla parola "terrorismo"si sentirebbe gorgogliare nello stomaco,spesso però esagerato.Certo,i tragici fatti di cui tutti siamo testimoni farebbe pensare il contrario,ma è proprio qui che sta il meglio di questo film:il regista,con una notevole abilità premonitrice(col senno di poi)è riuscito a prefigurare uno scenario quantomai realistico ed efficace.Il problema non è tanto,come già detto,la singola persona,ma piuttosto le incongruenze e i vicoli ciechi di un sistema che finisce per immolare innocenti all'interno d'una battaglia combattuta con gli bende agli occhi.Le esagerazioni visive(la corsa finale di Bridges sfiora il comico tanto è irreale)e di sceneggiatura(coincidenze troppo spesso forzate)non diminuiscono però la forza di amara denuncia e triste consapevolezza che inevitabilmente alla fine,siamo costretti a portarci dietro,almeno per un po'.
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sono un bugiardo e un ipocrita

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 11-09-2003 03:16  
quote:
In data 2003-09-10 14:01, seanma scrive:
Si potrebbe pensare che questo film sia uno di quelli che vivono unicamente in funzione del finale(come mi è parso evidente a una seconda visione de "Il sesto senso")ma in questo caso non è così.



Tralascio la discussione su Arlington Rd che non mi è sembrato nulla di più che un piccolo film senza infamia ne gloria.
Mi ha colpito invece la tua considerazione sul Sesto Senso.
Quello che a te pare evidente in fondo non è altro che una presa di coscienza diversa dell'oggetto film in questione.
E una volta per me era molto simile.
Basta vedere l'evoluzione del regista americano per capire quali siano state le sue intenzioni.
Se tra Il Sesto Senso e The Unbreakable possiamo trovare analogie narrative e di ricerca registica non si può non constatare che con Signs certe modalità siano cambiate.
L’effetto a sorpresa del finale si è andato nel tempo a spostare sempre di più verso la fine dei film, fino a sparire; e appunto in “Signs” non esiste. In questo senso il film assume una forma più aperta. È quindi sicuramente un film più maturo e ricercato, con intenti di ampio e di maggior respiro e lo stesso soggetto si distende su tutta la durata del film. Shyamalan si incentra maggiormente su un racconto lineare che ha un suo inizio, uno suo svolgimento, nessun improvviso cambio di prospettiva, una fine.
Però questa mia considerazione vale se come punto centrale si considera la sceneggiatura del film.
Eppure anche il sesto senso più degli altri due film successivi ha un potere visivo e una costruzione registica di forte impatto.
Le scelte sono precise e ben mantenute per tutto il film. Esiste in poche parole una struttura stabile e concreta su cui il fil si appoggia. Sotto corre la storia e il suo effettistico finale. Che seppure di certo influenzi la valutazione finale dello sviluppo della storia da un altro punto di vista, forse anche più importante, spinge a rivedere tutta la costruzione delle scelte visive fortemente condizionate da un preciso intento elittico. Questo intento è poi anche un modus operandi della macchina da presa e della divisione che questa fa del campo e del fuori campo, della costruzione narrativa, della sopressione del tempo e della sua rappresentazione attraverso scelte di sequenze.
E' vero che il finale riformula il significato del film e da questo è difficile scappare ma è anche vero che il film ad una seconda e terza e quarta visione evidenzia altre componenti ben più importanti.
D'altra parte è anche questa attenzione al visivo che permette di potersi rivedere il sesto senso più e più volte dimentichi dei trucchi più banali e di grido che trasformano la storia in un piccolo esercizio di stile narrativo.
Trovo invece che il sesto senso, in sostanza, sia un film migliore dopo averlo visto una prima volta. Dimenticarsi che forse esiste per darti uno schiaffo finale ti permette di focalizzare l'attenzione sullo stile del regista. L'instabilità delle riprese, la macchina quasi semppre a spalle e l'accurattezza delle scelte delle posizioni e dei raccordi, nonchè ovviamente la capacità di rendere con pochi tratti una narrazione serrata e a tutti gli effetti costruita bene...


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"Io è un altro"
e
"Non parlate al conducente"

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 11-09-2003 alle 03:17 ]

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 11-09-2003 09:26  
Concordo con Tristam, ho rivisto il sesto senso molte volte e l'ho apprezzato ancora di più nelle successive visioni perché ci si accorge come tutti i tasselli si incastrino perfettamente e come la struttura del film sia ben studiata.
Mi fa ridere leggere le critiche di quelli che dicono "ma com'è possibile che Malcom non parli mai con nessuno", "com'è possibile che la moglie non si accorga di lui" solo dopo aver scoperto il finale. Ed invece è proprio qui la bellezza del film, perché alla prima visione nessuno se n'è accorto, dunque non ha senso notarlo quando ormai si sa già il finale, ma anzi io dico che è ancora più belllo perché tutto è verosimile. Un altro particolare su cui ci si può concentrare alla seconda visione è ad esempio l'utilizzo del colore rosso, cosa che sfugge alla prima visione. Ci sono poi molti altri particolari del film che ci è possibile apprezzare solo successivamente.
Una volta svelato il finale, il sesto senso continua ad avere una sua struttura solida anche nelle visioni successive ed è questo il suo vero valore.

P.S. Mi scuso con Seanma, questo non c'entra nulla con Arlington Road, che non ho nemmeno visto.
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Io sono grande. E' il cinema che è diventato piccolo.
I miei dvd

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 11-09-2003 13:32  
quote:
In data 2003-09-11 03:16, Tristam scrive:
quote:
In data 2003-09-10 14:01, seanma scrive:
Si potrebbe pensare che questo film sia uno di quelli che vivono unicamente in funzione del finale(come mi è parso evidente a una seconda visione de "Il sesto senso")ma in questo caso non è così.



Tralascio la discussione su Arlington Rd che non mi è sembrato nulla di più che un piccolo film senza infamia ne gloria.
Mi ha colpito invece la tua considerazione sul Sesto Senso.
Quello che a te pare evidente in fondo non è altro che una presa di coscienza diversa dell'oggetto film in questione.
E una volta per me era molto simile.
Basta vedere l'evoluzione del regista americano per capire quali siano state le sue intenzioni.
Se tra Il Sesto Senso e The Unbreakable possiamo trovare analogie narrative e di ricerca registica non si può non constatare che con Signs certe modalità siano cambiate.
L’effetto a sorpresa del finale si è andato nel tempo a spostare sempre di più verso la fine dei film, fino a sparire; e appunto in “Signs” non esiste. In questo senso il film assume una forma più aperta. È quindi sicuramente un film più maturo e ricercato, con intenti di ampio e di maggior respiro e lo stesso soggetto si distende su tutta la durata del film. Shyamalan si incentra maggiormente su un racconto lineare che ha un suo inizio, uno suo svolgimento, nessun improvviso cambio di prospettiva, una fine.
Però questa mia considerazione vale se come punto centrale si considera la sceneggiatura del film.
Eppure anche il sesto senso più degli altri due film successivi ha un potere visivo e una costruzione registica di forte impatto.
Le scelte sono precise e ben mantenute per tutto il film. Esiste in poche parole una struttura stabile e concreta su cui il fil si appoggia. Sotto corre la storia e il suo effettistico finale. Che seppure di certo influenzi la valutazione finale dello sviluppo della storia da un altro punto di vista, forse anche più importante, spinge a rivedere tutta la costruzione delle scelte visive fortemente condizionate da un preciso intento elittico. Questo intento è poi anche un modus operandi della macchina da presa e della divisione che questa fa del campo e del fuori campo, della costruzione narrativa, della sopressione del tempo e della sua rappresentazione attraverso scelte di sequenze.
E' vero che il finale riformula il significato del film e da questo è difficile scappare ma è anche vero che il film ad una seconda e terza e quarta visione evidenzia altre componenti ben più importanti.
D'altra parte è anche questa attenzione al visivo che permette di potersi rivedere il sesto senso più e più volte dimentichi dei trucchi più banali e di grido che trasformano la storia in un piccolo esercizio di stile narrativo.
Trovo invece che il sesto senso, in sostanza, sia un film migliore dopo averlo visto una prima volta. Dimenticarsi che forse esiste per darti uno schiaffo finale ti permette di focalizzare l'attenzione sullo stile del regista. L'instabilità delle riprese, la macchina quasi semppre a spalle e l'accurattezza delle scelte delle posizioni e dei raccordi, nonchè ovviamente la capacità di rendere con pochi tratti una narrazione serrata e a tutti gli effetti costruita bene...


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[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 11-09-2003 alle 03:17 ]

tutto condivisibile...peccato che io non ho mai detto che il Sesto senso perda qualcosa o sia meno bello una volta scoperto il finale.Questo io non l'ho mai detto,ribadisco..al di là del "twist"finale"si può scovare un primo,forse banale rimando alla vità nell'aldilà...giusto evocata dato che parliamo di "fantasmi".Poi questo sentimento apre la strada a tutta una serie di altre riflessioni:iil diverso nella società "appiattita"che viene considerato appunto come "alieno",il rapporto madre-figlio,ecc...
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sono un bugiardo e un ipocrita

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