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Autore Rosemary's baby
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 24-12-2006 18:42  
quote:
In data 2006-12-24 15:43, AlZayd scrive:
Forse no ma l'ho detto meglio.

ecco allora posso anche essere d'accordo
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 25-12-2006 19:13  
Non è un horror, non si potrebbe trovare definizione meno appropriata.E' comunque un film che fa davvero paura, paura nel senso pieno del termine, perchè crea un senso di inquietudine che raramente si trova in altre pellicole,il tutto senza far ricorso a mostriciattoli digitali,squartamenti,esserei con gli occhi verdi e via dicendo.Polanski è Polanski.

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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 27-12-2006 18:02  
quote:
In data 2006-12-25 19:13, eltonjohn scrive:
Non è un horror, non si potrebbe trovare definizione meno appropriata.E' comunque un film che fa davvero paura, paura nel senso pieno del termine, perchè crea un senso di inquietudine che raramente si trova in altre pellicole,il tutto senza far ricorso a mostriciattoli digitali,squartamenti,esserei con gli occhi verdi e via dicendo.Polanski è Polanski.



Non posso darti torto anche se poteva essere un tantino meno lento.

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ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 29-12-2006 00:06  
Ogni tanto lo rivedo nella vecchia cassetta registrata e sempre mi piace. E' proprio necessario acqusitare il dvd e gustarlo in in lingua originale.

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Moreschi


Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 2038
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-08-2010 18:55  
La sua lentezza è un punto di forza;
caso raro di thriller che non si lascia andare a sensazionalismi da quattro soldi.
L' ambiguità tenuta fino ad un quarto d' ora dalla fine, l' inserimento totalmente metropolitano della setta, la normalità quotidiana che esclude ambienti tetri stereotipati rende ancor più angosciante il film.
8 1/2
_________________
“Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida ... ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima” (I. Bergman).

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Auguste

Reg.: 02 Apr 2010
Messaggi: 48
Da: Torre del Greco (NA)
Inviato: 26-08-2010 20:28  
Tanto per cominciare, Rosemary's Baby non è un vero e proprio horror, ma più un thriller con risolti psicologici.
Nel caso di Shining è vero che è riduttivo parlarne in termini di genere, ma questo vale per quasi tutti i film di Kubrick... nonostante le innumerevoli tematiche rilevabili(non necessariamente presenti, si legga tra le righe...)nel capolavoro di Kubrick, resta infatti indubbio che si tratta di uno dei film più complessi del maestro ed al tempo stesso più di "genere".
E' stato concepito come film horror e resta tale, a prescindere dal suo prestarsi ad innumerevoli chiavi di lettura - più di ogni altro horror nella storia del cinema, insieme a Nosferatu di Murnau, forse -, del suo essere film "sull'interpretazione", parafrasando Ghezzi.
Come è stato giustamente notato, Rosemary's Baby è un film bunueliano. E non mi riferisco solo alla famosa scena del sogno, gioiello del surrealismo, ma mi riferisco in particolar modo alla politica del film, spiccatamente pessimista sul mondo borghese.
Ma in Polanski manca quell'ironia di fondo che caratterizzava l'ultima parte della carriera del grande regista spagnolo.
Per analizzare il film sarebbe sufficiente soffermarsi sulle inquadrature iniziali e di chiusura del film, sul quartiere Dakota(si chiamava così, giusto?). Esse segnano l'impossibilità di un affrancamento da quel piccolo mondo borghese, mondo all'apparenza fin troppo ordinato(come il condominio del successivo The Tenant), ma incredibilmente oscuro e grottesco nella sua biechezza.
A differenza del successivo The Tenant(forse il mio preferito di Polanski, un vero e proprio gioiello), il Cul-De-Sac dell'individuo è convalidato dalla presenza del Male, laddove nell'altro lavoro il Male è assoggettato all'individuo stesso, alle proprie fobie personali, che invece in Rosemary's Baby trovano conferma.
Non è comunque da scartare l'ambiguità di fondo che caratterizza l'opera: alcuni hanno visto in Rosemary's Baby - tesi tra l'altro interessantissima - una sorta di metafora dell'essere madri, del terrore di divenire madri, che si manifesta in quella percezione di un ambiente apparentemente familiare che si rivela ostile, quasi complottisticamente mosso al fine di perseguire i propri sporchi obiettivi.
Ciò che resta senza dubbio a livello tematico è la resa di un mondo borghese sporco nella sua ritualità, colto nella sua dimensione più intima e grottesca: non è caricatura come in Bunuel... è - come nel primo Bunuel, in un certo senso - quasi documentaristico, è quasi una presa per i fondelli realistica, senza forzature. Neanche il satanismo è reso con grandi pretese metafisiche - per fortuna, aggiungerei - per rendere il film sgombro da incanalamenti troppo ristretti in ambito interpretativo.
L'horror di Polanski deriva pienamente da quello dell'ossessione di Bunuel, resa qui in un modo molto particolare.
L'altra tematica dominante è quella della donna subordinata al marito, ai propri vicini, alla società, alla propria condizione di essere donna, moglie e madre al tempo stesso.
La congiura ordita contro Rosemary - immaginaria o meno che sia - è emblematica di un sistema solo all'apparenza in grado di integrare tutti... il mondo borghese è responsabile di questa illusione di un sistema giusto e accogliente.
I sogni di Rosemary sono banali nella loro semplicità: consistono nell'essere madre, nel vivere sicura nel suo nido, che alla fine si rivelerà una trappola dal quale non sarà possibile uscire.
La claustrofobia del film è più simbolica che nel surreale The tenant o che nel finale di Cul-de-sac, o ancora che nella follia della Deneuve in Repulsion.
E' claustrofobia intesa come impossibilità di uscire dal proprio mondo, quello borghese, quello per cui si è combattuto, del quale si voleva in un primo momento divenire parte.
Altra tematica è quella del Male, come già evidenziato da altri utenti, prima respinto, poi accolto...
Il fascino discreto del Male, dunque.
A livello ancora più banale si può poi dire che un figlio è pur sempre un figlio e una madre lo accetterà sempre e comunque per quello che è.
Polanski denuncia poi la politica del cinema, del mondo dello spettacolo, spietato e pronto ad ogni mezzo, lecito od illecito che sia(ecco cosa significa letteralmente "vendersi al diavolo"), come farà il marito di Rosemary.
Non si parla di mafia come in Chinatown, ma di satanismo... poco conta.
E come in Chinatown una possibilità di riscatto è impossibile.
Si tratta di uno dei capisaldi del cinema di tutti i tempi a mio avviso e tra i migliori di Polanski.
Molti lo considerano il suo capolavoro, ma io mi asterrei dall'esprimere un giudizio... insomma, Polanski è Polanski. Punto.
Voto: Dal 9 in su(personale)
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"In una sala di specchi non c'è modo di voltare le spalle a se stessi"(H.M.)

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