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Autore the new wolrd-terrence malick
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 11:15  
kubrick, ritengo i tuoi appunti assolutamente validi
tant'è che, rispondendo a domanda di amico, ho sottolineato come questo fosse il primo non capolavoro di malick, e che come questa definizione lo rendesse comunque un ottimo film.
Al contrario di quel che dice alzayd (peppuzzo, dovresti rivederlo una seconda volta il film!) sono presenti delle vere e proprie falle nel montaggio, che a volte "apre" sequenze senza poi chiuderle, o che inserisce tre secondi di girato in mezzo a un fluire narrativo e temporale consequenziale.
Ci sono dunque dei momenti in cui la solidità del tutto vacilla, ma il ragionare su quel che sarebbe potuto non esserci, mi sembra ozioso. Il film parte da un'unità di soggetto e di tempo per la quale ci si potrebbe affidare semplicemente al gusto personale per sforbiciare un'ora intera come suggerivi tu. A differenza di un film come KK, per esempio, che si connota (anche) per una certa diversificazione degli spazi narrativi, la cui ficcanza e funzionalità è immediatamente rilevabile.
Per questo trovo più utile ragionare su un girato non perfetto, ma oggettivamente inscindibile nelle sue componenti, perchè ne verrebbe a mancare quell'unitarietà d'insieme che ne è fondante.
Di fronte a questo, poi, ci si trova a fare i conti se ai difetti del film sopperisce l'urgenza e la qualità di un film che ha qualcosa di necessario da raccontare, o farsi prendere dalla noia di uno script non certo fruibilissimo e di certo insolito nel dipingere un soggetto del genere
_________________
"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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Madleine

Reg.: 02 Ago 2005
Messaggi: 323
Da: trento (TN)
Inviato: 15-01-2006 14:22  
Tra le varie opinioni date sul film mi trovo daccordo parzialmente con i post di Ayrtonit(dico parzialmente perchè a mio parere la parte finale, dal matrimonio fino alla fine, non era frettolosa, anzi era molto esplicativa e forse la più commovente del film, ma concordo con la "pesantezza" degli stacchi che facevano pensare ogni volta alla parola fine che poi non arrivava mai)
Ho trovato il film molto coinvolgente da un punto di vista visivo, direi perfetto, le immagini dell'america selvaggia e libera, le immagini degli uccelli, dell'acqua, sottolineati sempre da musiche coinvogenti.
L'ho apprezzato anche dal punto di vista tematico, l'amore descritto nel film, non è un'amore comune, è pieno di sfumature, il rapporto tra i due cambia moltissimo con un finale a dir poco insolito, poi c'è la narrazione anche tragedia degli indiani sradicati dalla loro terra e privati della loro cultura, ma allo stesso tempo le vicende dei coloni incapaci di utilizzare le terre che occupavano morendo di fame e di stenti...
L'unica pecca a mio parere (che ha compromesso largamente il mio giudizio sul film) stava nei dialoghi tra smith e l'indiana, fatti di sussurri, pensieri spesso inconcludenti (scritti tra l'altro da un poeta della domenica), frasi sibilline sottolineate da bucoliche corse tra l'erba alta...sinceramente mi è sembrata una strategia per abbindolare le coppiette che vanno al cinema (davanti a me c'era per l'appunto una coppietta che ad ogni "tu sei il fiume dentro di me" oppure "i tuoi occhi..." si limonavano!)
torno a dire che la storia d'amore era estremamente complessa, inusuale, ed ho apprezzato il modo in cui viene orchestrata...ma le effusioni tra loro con annesse voci fuori campo mi facevano veramente cascare le braccia!
Insomma durante la vesione del film ci sono stati momenti in cui ero rapita dalle immagini di una natura perfetta e invincibile e da quelle della vita degli indiani e delle loro usanze, ci sono stati momenti in cui pur di non sentire l'ennesima mielosa frase pseudo poetica e senza senso, mi sono messa a giocare a morra cinese con il mio vicino di posto.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 15:02  
quote:
In data 2006-01-15 11:15, Petrus scrive:
kubrick, ritengo i tuoi appunti assolutamente validi
tant'è che, rispondendo a domanda di amico, ho sottolineato come questo fosse il primo non capolavoro di malick, e che come questa definizione lo rendesse comunque un ottimo film.
Al contrario di quel che dice alzayd (peppuzzo, dovresti rivederlo una seconda volta il film!) sono presenti delle vere e proprie falle nel montaggio, che a volte "apre" sequenze senza poi chiuderle, o che inserisce tre secondi di girato in mezzo a un fluire narrativo e temporale consequenziale.
Ci sono dunque dei momenti in cui la solidità del tutto vacilla, ma il ragionare su quel che sarebbe potuto non esserci, mi sembra ozioso. Il film parte da un'unità di soggetto e di tempo per la quale ci si potrebbe affidare semplicemente al gusto personale per sforbiciare un'ora intera come suggerivi tu. A differenza di un film come KK, per esempio, che si connota (anche) per una certa diversificazione degli spazi narrativi, la cui ficcanza e funzionalità è immediatamente rilevabile.
Per questo trovo più utile ragionare su un girato non perfetto, ma oggettivamente inscindibile nelle sue componenti, perchè ne verrebbe a mancare quell'unitarietà d'insieme che ne è fondante.
Di fronte a questo, poi, ci si trova a fare i conti se ai difetti del film sopperisce l'urgenza e la qualità di un film che ha qualcosa di necessario da raccontare, o farsi prendere dalla noia di uno script non certo fruibilissimo e di certo insolito nel dipingere un soggetto del genere




Pietruzzo, ho intenzione di rivedere il film, e in sala, ma per goderne ancora. Se poi dovessi far caso ai limiti da te evidenziati (di cui un po' ne avevo avuto trascuirabile sentore), beh, credo che questo seguiterebbe a non togliermi una sola oncia di quella potente e solenne emozione provata. E chi se ne frega del limiti, a fronte di un raggio filmico così puro, inteso, teso, religioso e lirico, che a tratti pure vibra ma senza incrinature, e che seguita a fendere sicuro le oscurità dell'inconscio e di questa notte buia in cui precipita il cine pre-costituito, fritto, mangiato e digerito, che cerca di riproporre l'antico mito finendo per anestetizzarlo, ammazzarlo, così come viene prima anestetizzato e poi ammazzato lo scimmione, in una inerme, pretenziosa, involontariamente tagi-comica rappresentazione che si rivela una goffa parodia (di se stesso). Che m'importa di uno sfarfallio del montaggio, o se una sequenza non è stata chiusa bene, ecc (che poi bisogna davvero mettercisi con la lente dell'entomologo per notarlo), quando quella iniziale, quei brevi ma folgoranti minuti ti aprono le viscere e la mente e ti rimandano ad altri universi della poesia appartenenti ad altre espressioni artistiche e pure così strettamente imparentati con il cinema? Ma di questo, qualcuno se ne è forse accorto? Si parla delle musiche, per dire che sono "diegetiche".., ma qualcuno ha capito cosa "significhino" (nel senso di veicolarne tutto il pathos e i significati culturali della nostra antica tradizione), nel film di Malick? Sul bilancino del farmacista ci accorgeremmo di come il piattino su cui avremo posato quei pochi "vizi" sarebbe scaraventato in aria, come in una catapulta, dal potente contrappeso del piattino su cui avremo posato il resto. Ma se andiamo al cinema con strumentazione a seguito, è la fine del sogno; sarebbe come dormire/vedere con un occhio solo. Un grande pianista che si chiamava Nikita Magalof, suonava Chopin come pochi altri grandi pianisti al mondo. Eppure aveva una tecnica "esile", un suono "piccolo", non era esattamente un grande virtuoso: raramente accelerava i tempi già di per se veloci (come facevano tanti altri per far ANCHE vedere quanto erano bravi), a volte qualche passaggio, accordo, sembrava incompiuto, o debole, ma la musicalità che aveva in corpo quel "gran signore del pianoforte" (così veniva chiamato), il modo in cui riuscia a svelare il "mistero" della musica chopiniana, fu raramente uguagliato. Questo solo per dire che ci sono cose molto più importanti della perfezione tecnica e del virtuosismo assoluti. Malick (che peratro è anche un grande virtuoso, ma senza darlo a vedere), non saprei dire perchè, questa volta si sia fatto prendere più dal suo "duende", quello che brucia dentro, magari sporco, imperfetto, piutto che dalla "musa", che ispira, ma restando lontana. Detesto dare voti ai film. Ma dovendolo fare, come non dare 10 a un film del genere? Nell'assurdità della cosa, quale altre voto? 8, è poco, nove, a questo punto è un po' alla cane che non può cagare... (preciso che con questo non intendo dire che mi rimproveri per il voto)

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 15:12  
quote:
In data 2006-01-15 09:10, kubrickfan scrive:
mah, alzayd io ho letto i pareri tuoi e di petrus e li ho trovati molto interessanti,ma sono anche superconvinto che a certe riflessioni
ci potevate arrivare senza che durasse tanto. .... OMISSIS



Ho detto quel che mi sentivo di dire, e a dire il vero mi sono trattenuto...

Per il resto, vabbè, seguito a non concordare, neppure con le tue ultime considerazioni. A mio avviso guardi troppo lontano, o troppo vicino. Il campo visivo è molto più vasto. valgono anche per te le considerazioni di cui al post di risposta a Petrus. Ma sta bene che vi sia una molteplicità di idee, voci e sensazioni.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 15:21  
Ah, il doppiaggio penalizza pesantemente il film, anche con quei pochi dialoghi... più di quel che potrebbe sembrare. Pocahontas ha la voce di una pischelletta girotondina/morettiana.., di quelle un po' radical-ego-trendy, da borghese che si è rifatta il trucco, che abitano in Prati.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 15:32  
quote:
In data 2006-01-15 15:02, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-01-15 11:15, Petrus scrive:
kubrick, ritengo i tuoi appunti assolutamente validi
tant'è che, rispondendo a domanda di amico, ho sottolineato come questo fosse il primo non capolavoro di malick, e che come questa definizione lo rendesse comunque un ottimo film.
Al contrario di quel che dice alzayd (peppuzzo, dovresti rivederlo una seconda volta il film!) sono presenti delle vere e proprie falle nel montaggio, che a volte "apre" sequenze senza poi chiuderle, o che inserisce tre secondi di girato in mezzo a un fluire narrativo e temporale consequenziale.
Ci sono dunque dei momenti in cui la solidità del tutto vacilla, ma il ragionare su quel che sarebbe potuto non esserci, mi sembra ozioso. Il film parte da un'unità di soggetto e di tempo per la quale ci si potrebbe affidare semplicemente al gusto personale per sforbiciare un'ora intera come suggerivi tu. A differenza di un film come KK, per esempio, che si connota (anche) per una certa diversificazione degli spazi narrativi, la cui ficcanza e funzionalità è immediatamente rilevabile.
Per questo trovo più utile ragionare su un girato non perfetto, ma oggettivamente inscindibile nelle sue componenti, perchè ne verrebbe a mancare quell'unitarietà d'insieme che ne è fondante.
Di fronte a questo, poi, ci si trova a fare i conti se ai difetti del film sopperisce l'urgenza e la qualità di un film che ha qualcosa di necessario da raccontare, o farsi prendere dalla noia di uno script non certo fruibilissimo e di certo insolito nel dipingere un soggetto del genere




Pietruzzo, ho intenzione di rivedere il film, e in sala, ma per goderne ancora. Se poi dovessi far caso ai limiti da te evidenziati (di cui un po' ne avevo avuto trascuirabile sentore), beh, credo che questo seguiterebbe a non togliermi una sola oncia di quella potente e solenne emozione provata. E chi se ne frega del limiti, a fronte di un raggio filmico così puro, inteso, teso, religioso e lirico, che a tratti pure vibra ma senza incrinature, e che seguita a fendere sicuro le oscurità dell'inconscio e di questa notte buia in cui precipita il cine pre-costituito, fritto, mangiato e digerito, che cerca di riproporre l'antico mito finendo per anestetizzarlo, ammazzarlo, così come viene prima anestetizzato e poi ammazzato lo scimmione, in una inerme, pretenziosa, involontariamente tagi-comica rappresentazione che si rivela una goffa parodia (di se stesso). Che m'importa di uno sfarfallio del montaggio, o se una sequenza non è stata chiusa bene, ecc (che poi bisogna davvero mettercisi con la lente dell'entomologo per notarlo), quando quella iniziale, quei brevi ma folgoranti minuti ti aprono le viscere e la mente e ti rimandano ad altri universi della poesia appartenenti ad altre espressioni artistiche e pure così strettamente imparentati con il cinema? Ma di questo, qualcuno se ne è forse accorto? Si parla delle musiche, per dire che sono "diegetiche".., ma qualcuno ha capito cosa "significhino" (nel senso di veicolarne tutto il pathos e i significati culturali della nostra antica tradizione), nel film di Malick? Sul bilancino del farmacista ci accorgeremmo di come il piattino su cui avremo posato quei pochi "vizi" sarebbe scaraventato in aria, come in una catapulta, dal potente contrappeso del piattino su cui avremo posato il resto. Ma se andiamo al cinema con strumentazione a seguito, è la fine del sogno; sarebbe come dormire/vedere con un occhio solo. Un grande pianista che si chiamava Nikita Magalof, suonava Chopin come pochi altri grandi pianisti al mondo. Eppure aveva una tecnica "esile", un suono "piccolo", non era esattamente un grande virtuoso: raramente accelerava i tempi già di per se veloci (come facevano tanti altri per far ANCHE vedere quanto erano bravi), a volte qualche passaggio, accordo, sembrava incompiuto, o debole, ma la musicalità che aveva in corpo quel "gran signore del pianoforte" (così veniva chiamato), il modo in cui riuscia a svelare il "mistero" della musica chopiniana, fu raramente uguagliato. Questo solo per dire che ci sono cose molto più importanti della perfezione tecnica e del virtuosismo assoluti. Malick (che peratro è anche un grande virtuoso, ma senza darlo a vedere), non saprei dire perchè, questa volta si sia fatto prendere più dal suo "duende", quello che brucia dentro, magari sporco, imperfetto, piutto che dalla "musa", che ispira, ma restando lontana. Detesto dare voti ai film. Ma dovendolo fare, come non dare 10 a un film del genere? Nell'assurdità della cosa, quale altre voto? 8, è poco, nove, a questo punto è un po' alla cane che non può cagare... (preciso che con questo non intendo dire che mi rimproveri per il voto)



si, ma non ho capito la foga con cui mi hai risposto
sostanzialmente non fai che declinare più a lungo la conclusione del mio post, con il quale rispondevo a kubrik
in sostanza siamo d'accordo
_________________
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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 15-01-2006 18:39  
ho capito cosa intendi alzayd, questo film ti e' entrato giustamente dentro e hai visualizzato oltre al discorso puramente tecnico-stilistico (notevole in alcuni punti e per alcune cose e carente in altri come detto )quell'emozione che ti pervade quando noi esseri umani veniamo trasportati dall'amore,che di logico molte volte nulla ha.purtroppo quell'emozione infinita in me non e' entrata( e dico purtroppo,un film che mi ha fatto quel fortunato effetto a me e'stato barry lindon)e allora quando una persona non viene affascinata dal trasporto entrano in campo anche altre cose, e a quel punto si vede con occhio diverso il film.
perche' il discorso del bilancino entra in campo quando manca lo stupore del fantastico e allora la persona lo applica incosciamente.
e' lo scotto che paga il film che si disaffranca dal coinvolgimento totale.
per quanto riguarda i virtuosismi questo film di malick ne e' pieno e mostra tutta la sua arte, e non sono nascosti,e per potermi essere piaciuto nella completezza avrebbe dovuto essere supportato da chiusure e ritmi
piu' delineati(come diceva petrus),cosa secondo me possibile sforbiciando la temporalita' in alcuni punti.

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8ghtBall

Reg.: 04 Feb 2004
Messaggi: 6807
Da: Cesena (FO)
Inviato: 15-01-2006 19:17  
visto oggi pomeriggio , tutto sommato notevole. Malick è per me una scoperta
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Patsia

Reg.: 04 Gen 2006
Messaggi: 538
Da: Pieve di S. (TV)
Inviato: 15-01-2006 22:20  
Premettendo che non sono esperta, inserisco un commento da spettatrice "ignorante".
Il film mi ha piacevolmente sorpresa, anche perché non conoscendo Malick sono andata a vederlo aspettandomi ben altro. Chi non conosce la storia di Pochaontas? Ma mi ci hanno portata... e meno male, anzi, io alla fine ero la più entusiasta.
Il problema era sentire i commenti degli altri, e non mi riferisco ai commenti dopo film, ma proprio a qualla brutta abitudine (purtroppo)di commentare il film durante il suo svolgimento.
Come faceva notare anche qualcuno che ha già scritto nel topic, alcuni dei pensieri dei due protagonisti rappresentati dalle voci fuori campo (nella prima parte in particolar modo) erano ripetuti tanto da cogliere tra una frase e l'altra un "che palle" tra il pubblico: meglio ancora i piccioncini che limonavano... almeno non disturbavano!!!
Tralasciando il contorno (che comunque condiziona la visione) veniamo al film in sé: io ho apprezzato il connubio tra fotografia e musica, più in generale l'uso del suono che non cambiava con gli stacchi, quasi a seguire più un punto di vista psicologico che reale.
A dare un senso alle immagini sono le voci fuori campo, tanto contestate (parlo dei commenti che ho sentito al cinema). Io quasi quasi avrei eliminato altri dialoghi diretti tra l'indiana e Smith (ma forse in effetti è dipeso dal doppiaggio della ragazza); la parte più bella della loro storia era il gioco di sguardi, molto più delle parole, e l'essere parte di quel mondo silenzioso.
Concordo sulla menzione per la protagonista quindicenne che ha rubato la scena ai due bellocci (in particolare non mi è piaciuto C. Farrel, nonostante in effetti rendesse bene il personaggio non mi ha convinta del tutto).
Credo sia un film che, proprio per le sue peculiarità, si presti a numerose letture, anche se mi pare ci sia sempre meno sensibilità nel pubblico.
Ripensandoci a mente fredda (a caldo ero semplicemente estasiata) però si scorge qualche buco: non avendo consapevolezza tecnica, non riuscivo ad identificarli, ma leggendo i vostri pareri (che considero autorevoli) ci ho ripensato. Credo che la conclusione della recensione di Petrus rappresenti bene anche la mia impressione: "E paradossalmente, un film che identifica i suoi punti deboli negli aspetti che contribuiscono a imprimergli carisma e fascino. Un montaggio non sempre lineare, un uso del voice-off a volte fuori le righe, una musica troppo invasivamente protagonista di molte sequenze. [...] Ma pur sempre enormemente al di sopra della media di qualunque altra cosa si possa trovare in sala."
(scusami se ti ho citato, ma "sono proprio le parola che stavo cercando" )



[ Questo messaggio è stato modificato da: Patsia il 15-01-2006 alle 22:25 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 22:37  
quote:
In data 2006-01-15 15:32, Petrus scrive:

si, ma non ho capito la foga con cui mi hai risposto
sostanzialmente non fai che declinare più a lungo la conclusione del mio post, con il quale rispondevo a kubrik
in sostanza siamo d'accordo




In effetti andavo di corsa è ho risposto al volo quotando te,per fare un discorso generale. Credo - anche se in buona sostanza siamo d'accordo, e già sai che trovo molto equilibrata e giusta la tua recensione - che se ho ribadito qualche concetto, un senso ce l'abbia. Si possono dire le stesse cose, più o meno, ma in modi diversi. Pure in questo, il bello della diretta...

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 23:04  
quote:
In data 2006-01-15 18:39, kubrickfan scrive:
ho capito cosa intendi alzayd, questo film ti e' entrato giustamente dentro e hai visualizzato oltre al discorso puramente tecnico-stilistico (notevole in alcuni punti e per alcune cose e carente in altri come detto )quell'emozione che ti pervade quando noi esseri umani veniamo trasportati dall'amore,che di logico molte volte nulla ha.purtroppo quell'emozione infinita in me non e' entrata( e dico purtroppo,un film che mi ha fatto quel fortunato effetto a me e'stato barry lindon)e allora quando una persona non viene affascinata dal trasporto entrano in campo anche altre cose, e a quel punto si vede con occhio diverso il film.
perche' il discorso del bilancino entra in campo quando manca lo stupore del fantastico e allora la persona lo applica incosciamente.
e' lo scotto che paga il film che si disaffranca dal coinvolgimento totale.
per quanto riguarda i virtuosismi questo film di malick ne e' pieno e mostra tutta la sua arte, e non sono nascosti,e per potermi essere piaciuto nella completezza avrebbe dovuto essere supportato da chiusure e ritmi
piu' delineati(come diceva petrus),cosa secondo me possibile sforbiciando la temporalita' in alcuni punti.



Ora che, procedendo con la discussione, escono fuori altri elementi, un po' più circostanziati, da parte di tutti noi, mi sembra di capire meglio la tua posizione. Il primo post mi era sembrato un po' troppo stringato a fronte di un film così "denso" e stratificato. Scusa per il "superficiale". Ti rispondo prendendola un po' alla larga. Non so se capita anche a te. Vado spesso al cinema a vedere film nuovi. Da qualche anno, ma lustri.., a questa parte, raramente mi capita di uscire dal cinema saltando, con il cuore in gola, con un senso di graditudine per la settima arte e per l'autore di turno. A fronte dell'enorme mole, la stramaggioranza, di cazzatone che, ahinoi! avviliscono il cinema, sono rare le proposte davvero entusiasmanti, o quelle buone, o tutto sommato passabili, che però si conclude col dire: meglio di un dito nell'occhio, piuttosto che una trave ... insomma non solo nell'organo della vista... Ora, capita di vedere un'opera splendida, de sti tempi rara come la parola nei pesci, un'incanto, un sogno, che coinvololge lo spettatore sul piano emozionale ed intellettuale, e uno che fa, si mette a quisquigliare con qualche difettuccio? Ma io mi bevo il film tutto d'un fiato.., approfitto dell'occasione forse unica ed irripetibile (aspettando Lynch.., e poschissimi altri, forse, e soprattutto, quali?).
Giusto tuttavia evidenziare, per chi li ritenga tali, i presunti difetti. Io francamente non li ho visti, e se c'erano, dormivano. Loro.., i difetti, non io che ho tenuto gli occhi sgranati, come non mai, non dico alla Alex, ma poco ci manca E già che abbiamo entrambi citato l'eccelso "maestro", anche a me Barry Lyndon fece , e fa, quel "fortunato effetto", magari d'altro tipo. E possiamo star sicuri che quel film di difetti non è ha, ma manco mezzo.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 23:26  
quote:
In data 2006-01-15 22:20, Patsia scrive:
Il problema era sentire i commenti degli altri, e non mi riferisco ai commenti dopo film, ma proprio a qualla brutta abitudine (purtroppo)di commentare il film durante il suo svolgimento....

tanto da cogliere tra una frase e l'altra un "che palle" tra il pubblico:

Tralasciando il contorno (che comunque condiziona la visione)




Quoto solo in parte, per non appesantire, ma trovo molto interessante il tuo intervento. Mi preme soprattutto dire che trovo davvero triste, oltre che irritante, la maleducazione del pubblico, e, soprattuto la oramai conclamata diseducazione della grande massa di spettatori al cinema che non sia alla mordi e fuggi, usa e getta. O poco ci manca. D'altra parte stiamo da anni subendo la dittatura di un cinema di quel tipo, soprattutto hollywoodiano. Non siamo più in grado di recepire il cinema "lento", della riflessione, dei tempi che ci vogliono, che chiede la partecipazione, con un minimo di conoscenze, di vera passione e di curiosità, dello spettatore. Il quale non è più disposto a riconoscere l'autorialità nel cinema. Si cerca il "prodotto". Critichiamo la critica - una certa critica rampante ed asservita - e a ragione, ma anche lo spettatore si lascia troppo condizionare. Anche lo spettatore non particolarmente sprovveduto. Poi.., la fruizione filmica domestica, spinge verso quella direzione, naturalmente chi fa quasi esclusivamente uso di DVD e VHS. Non è la stessa cose che vedere il film in sala. La magia del cinema è anche nel "rituale" del buio che non ti permette di fare altro, di non pensare ad altro se sei preso dallo spettacolo. Altrimenti, dormi e, basta che non disturbi il prossimo, pure bene va.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-01-2006 23:29  
quote:
In data 2006-01-15 14:22, Madleine scrive:
ci sono stati momenti in cui pur di non sentire l'ennesima mielosa frase pseudo poetica e senza senso, mi sono messa a giocare a morra cinese con il mio vicino di posto.




Quale, ad esempio?
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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
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Da: roma (RM)
Inviato: 16-01-2006 10:10  
Ieri dopo aver visto la magica ROMA battere un milan ridicolo ho coronato la Domenica perfetta vedendo questo film straordinario, struggente, incredibile.

Non ho la forza di leggere tutti i vostri mess. ma a tutti quelli che parlano di errori e lungaggini di sceneggiatura o di montaggio dico solo andatevene a vedere un film di Ron Howard che Malick non è per voi.

Malick ti amo dal profondo del cuore.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 16-01-2006 10:15  
quote:
In data 2006-01-15 23:26, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-01-15 22:20, Patsia scrive:
Il problema era sentire i commenti degli altri, e non mi riferisco ai commenti dopo film, ma proprio a qualla brutta abitudine (purtroppo)di commentare il film durante il suo svolgimento....

tanto da cogliere tra una frase e l'altra un "che palle" tra il pubblico:

Tralasciando il contorno (che comunque condiziona la visione)




Quoto solo in parte, per non appesantire, ma trovo molto interessante il tuo intervento. Mi preme soprattutto dire che trovo davvero triste, oltre che irritante, la maleducazione del pubblico, e, soprattuto la oramai conclamata diseducazione della grande massa di spettatori al cinema che non sia alla mordi e fuggi, usa e getta. O poco ci manca. D'altra parte stiamo da anni subendo la dittatura di un cinema di quel tipo, soprattutto hollywoodiano. Non siamo più in grado di recepire il cinema "lento", della riflessione, dei tempi che ci vogliono, che chiede la partecipazione, con un minimo di conoscenze, di vera passione e di curiosità, dello spettatore. Il quale non è più disposto a riconoscere l'autorialità nel cinema. Si cerca il "prodotto". Critichiamo la critica - una certa critica rampante ed asservita - e a ragione, ma anche lo spettatore si lascia troppo condizionare. Anche lo spettatore non particolarmente sprovveduto. Poi.., la fruizione filmica domestica, spinge verso quella direzione, naturalmente chi fa quasi esclusivamente uso di DVD e VHS. Non è la stessa cose che vedere il film in sala. La magia del cinema è anche nel "rituale" del buio che non ti permette di fare altro, di non pensare ad altro se sei preso dallo spettacolo. Altrimenti, dormi e, basta che non disturbi il prossimo, pure bene va.



ti straquoto
pure io ho visto il film con risatine e commenti che ridicolizzano il commentatore e a me rovinano l'atmosfera.

ancora sto a bestemmià dalla rabbia

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[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 16-01-2006 alle 10:16 ]

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