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Dancer in the Dark di Lars Von Trier |
Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-10-2004 14:04 |
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philipcat
 Reg.: 08 Feb 2004 Messaggi: 1372 Da: Roma (RM)
| Inviato: 10-10-2004 14:35 |
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Per Petrus e Hawke.
Anch'io sono una spettatrice media. Anzi sono la classica spectator in fabula.
Tant'è vero che ho subito tutti i meccanismi, Von Trier mi ha scelta, colpita e affondata. Soprattutto in Ditd, in breaking the waves gli è riuscito poco.
Lucidamente però, senza passione.
Mi ha fatto piangere nei momenti giusti e non la ritengo una meschina furbizia, ma una grande abilità manipolatoria. Personalmente preferisco un cinema che mi comunichi la necessità di dire quello che dice o viceversa affidi il suo messaggio a un cerebralismo meno travestito.
Ho preferito di gran lunga Dogville, dove per fortuna non voleva commuovermi ma al contrario faceva appello alla mia lucidità e mi rendeva complice del suo sguardo analitico sull'uomo e la sua pochezza. E lì ho anche apprezzato il rigore, coraggioso non c'è che dire, del suo esercizio di stile.
_________________ Don't dream it, be it. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-10-2004 18:57 |
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quote: In data 2004-10-10 14:35, philipcat scrive:
Per Petrus e Hawke.
Anch'io sono una spettatrice media. Anzi sono la classica spectator in fabula.
Tant'è vero che ho subito tutti i meccanismi, Von Trier mi ha scelta, colpita e affondata. Soprattutto in Ditd, in breaking the waves gli è riuscito poco.
Lucidamente però, senza passione.
Mi ha fatto piangere nei momenti giusti e non la ritengo una meschina furbizia, ma una grande abilità manipolatoria. Personalmente preferisco un cinema che mi comunichi la necessità di dire quello che dice o viceversa affidi il suo messaggio a un cerebralismo meno travestito.
Ho preferito di gran lunga Dogville, dove per fortuna non voleva commuovermi ma al contrario faceva appello alla mia lucidità e mi rendeva complice del suo sguardo analitico sull'uomo e la sua pochezza. E lì ho anche apprezzato il rigore, coraggioso non c'è che dire, del suo esercizio di stile.
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Ma abbiamo bisogno di esercizi di stile, per quanto eleganti e misurati, nel momento in cui il cinema avrebbe bisogno di rilanciarsi nella sostanza? Magari con sistemi e mezzi un po' più "rozzi", ma più autenticamente creativi?
Sarò orbo, e spettatore mediocre e distratto, ma, a parte qualche imitazione di inqudratura dreyeriana, non vedo nessuna affinità profondamente filmica tra LVT e l'immenso regista di Ordet. La macchina a mano cosa c'entra in tutto questo. Lo chiedo a Petrus.
"Personalmente preferisco un cinema che mi comunichi la necessità di dire quello che dice o viceversa affidi il suo messaggio a un cerebralismo meno travestito."
Mi sembra molto sensato.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-10-2004 20:52 |
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Puntualizzo una volta per tutte sta storia della macchina a mano. Poi ognuno si tenga le sue opinioni (leggo con piacere la tenace passione nel visto di phil).
La macchina a mano nasce dalla storia di Lars von Trier come cineasta.
Poniamo subito il fatto che non voglio difendere nè giustificare l'uso o i tentativi di documentarizzazione o meno del girato.
Voglio solo dire che l'esigenza e la voglia di girare a mano nascono da più lontano.
Affascinato da Dryer, dalle sue inquadrature studiate per ore, e infarinato di "dottrina" del girato alla scuola di cinema, un giovane von trier parte con Images of relief e prosegue con Europa, Epidemic e L'elemento del crimine cercando le soluzioni più ardite con i meccanismi più complicati. Basti vedere le scene nei sotterranei di Epidemic (che visivamente traggono a piene mani dall'intoccabile Dryer), o il particolarissimo dolly della cnclusione di Images of relief.
Un von Trier alla continua ricerca della bellezza nel girare, oltre che nel girato.
Tutto ciò gli provoca quasi una crisi di rigetto, una personalissima critica a se stesso(non scordiamo l'ipocondria del personaggio) nella modestia e nell'inconpiutezza della sua opera.
Da qui, con l'amico Thomas Vitenberg, nasce l'esperienza del Dogma95( il cui testo riportai in tecniche cinematografiche un pò di tempo fa), che segnò profondamente l'opera successiva del danese.
Idioti poteva essere un clamoroso successo o una schifezza assurda. Non c'erano mezze misure. E prevalse la seconda.
Ma fu un importante punto di partenza per tutta la produzione successiva(non da ultimo Dogville).
Ma la tensione nel girare a spalla nasce da una teorizzazione(discutibilissima, ma interessante, concedetemelo) sulla modalità migliore per far emergere il genio dall'artista, dal cineasta. Non, quindi, l'assoluta libertà espressiva(della quale lo stesso Lars aveva "goduto" nei suoi film precedenti), ma stretti vincoli costrittivi, che ti costringono a metterti in gioco in condizioni quasi proibitive, delineano l'eccellere e l'emergere del vero genio(continuo qui a consigliare "The five obstruction", vera guida alla visione del cinema di LvT).
Terminata l'esperienza del dogma, al quale si ascrivono solo un paio di film, il citato Idioti e Festen, di Vitenberg, non può terminare il modo di vedere la pellicola, l'idea di cinema di LvT. Ed è per questo che la macchina a spalla si ritrova successivamente dappertutto.
E che i vincoli che masochisticamente si pone arrivano quasi all'esasperazione(penso al teatro di posa d Dogville).
Per questo posso sostenere con una certa sicurezza, che l'intento nell'utilizzo di un certo tipo di inquadratura esuli del tutto da una tensione furbettamente documentaristica, ma rientri piuttosto nel vissuto produttivo e intellettivo di un cineasta un pò sui generis.
Che poi ognuno si tenga la sua idea.
Ma dopotutto il danese volante è bello anche per questo.
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 10-10-2004 21:34 |
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Troppe pippe mentali ragazzi.
Le cose stanno in modo diverso, molto più semplice...
Von Trier è un buon regista, ma si ostina a fare della critica teorica, che purtroppo non si concretizza mai nel suo cinema.
Personalmente nutro grande stima per Lars Von Trier, e lo stimo in quanto regista, e non per altri futili motivi che aleggiano come fantasmi dietro le sue opere.
Dancer in the dark è certamente il suo film peggiore, soprattutto perchè è un film sacrificato dietro alla brama dell'emulazione dreyeriana. Lì dove il Dogma95 ha messo in mostra le grandi capacità di questo regista, ha anche talvolta impedito al cineasta di mettersi totalmente in gioco. Fortunatamente Von Trier non è rigoroso quanto Dreyer, altrimenti ciò che un tempo contraddistinse il famoso regista, oggi avrebbe penalizzato irreversibilmente il lavoro di Von Trier...
Von Trier ti amo.
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-10-2004 21:47 |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 10-10-2004 21:48 |
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quote: In data 2004-10-10 21:47, Petrus scrive:
forse non ci siamo capiti
o forse ci siamo capiti troppo
io amo von Trier esclusivamente come regista
ed è una conseguenza forzata della passione che mette il danese nelle "cose" del cinema
amen
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Non mi riferivo a te Petrus...
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-10-2004 21:50 |
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Claymore
 Reg.: 29 Ago 2003 Messaggi: 1129 Da: detroit (es)
| Inviato: 28-02-2005 00:53 |
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un film duro, come un pugno nello stomaco, o meglio come un calcio nei coglioni perchè dopo un pò ti rompi i coglioni a vederlo.
_________________
We shall dive down through black abysses and in that lair of the deep ones we shall dwell amidst wonder and glory forever |
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Ladyanne ex "ladyann2"
 Reg.: 02 Lug 2004 Messaggi: 8834 Da: vicenza (VI)
| Inviato: 08-03-2005 11:15 |
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Ecco la spettatrice mediocre per antonomiasia....
Non conosco la filmografia del danese volante ma ho alcuni suoi film in programma come dogville e the kingdom.
All'inizio ho subito pensato "cazzo, ma questo film è girato malissimo, oppure sono io che ho una versione ciofeca?" leggendo il topic vedo che è un artificio voluto dal regista, francamente non ne vedo l'utilità, ma non me ne intendo percui glie lo passo.
Leggendo e sentendo in giro questo film era bellissimo, emozionante e che metteva un sacco di rabbia, a me è sembrato un film molto furbo invece come ne ho visti di molti strappalacrime nulla più nulla meno. personalmente sono rimasta un pò delusa, anche perchè dopo un pò mi stavo annoiando a morte. Nel mondo ci sono persone come Selma, quello non lo metto sicuramente in dubbio, ma personalmente il comportamento della protagonista al processo è qualcosa che non penso si vedrà mai nella realtà. Il processo non è certamente la parte centrale del film ma comunque un passaggio obbligato per me affrontato così così a livello di sceneggiarura.
Se è un musical non lo so, questa etichettatura la lascio a persone ben più esperte ma stà di fatto che a me in generale i musical non piacciono e di consegenza non mi possono nemmeno piacere questi inserti.
Comunque c'è da dire che bjork ha dato prova di un ottima interpretazione nonostante non sia il suo mestiere e non mi risulta che abbia interpretato altre parti
conscia di aver sparato un sacco di cazzate e non potendo tanto intervenire nella diatriba mi dileguo
_________________ Tzè |
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Poisonidea
 Reg.: 27 Ago 2003 Messaggi: 134 Da: Torino (TO)
| Inviato: 08-03-2005 16:25 |
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Non capisco tutta questa ostilità verso le parti cantate,io stesso detesto i classici "musical" ma qui la faccenda è diversa, il fatto che Selma di punto in bianco si metta a cantare e a ballare è più che motivato..non riesco neanche a capire perchè vi riteniate manipolati..ogni regista non vi da forse il proprio punto di vista sulle cose, facendovi vedere quello che lui vuole farvi vedere e come farvelo vedere? e allora perchè Von Trier non può raccontare col suo stile una storia basata sul sentimentale...poi al di là del dramma, c'è un discorso esteso sull'essere artista (certo,al modo di Bjork) che non mi era capitato di vedere per altri film..il dogma per questo film serve più che ad altri suoi, una ballerina nell'oscurità, una voglia di essere artisti che scaturisce da quanto di meno artificioso dalla realtà, uno sguardo (da mdp a spalla) che potrebbe essere di qualsiasi individuo che osservi da vicino spettatore invisibile le vicende di Selma camminandole di fianco..qui spiegata la telecamera a mano secondo un punto di vista personale..com'è inevitablie
_________________ La verità dentro le persone è cosa tanto fragile da cambiare totalmente nel solo modo di riceverla.
once you SurpOp you can't stop |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 16-08-2006 12:26 |
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DANCER IN THE DARK di Lars Von Trier 2000 (la negazione del Dogma ovvero intorno al musical post moderno)
Osannato, adulato, ultra premiato a Cannes e ai Golden Globe, questo musical post moderno del furbo regista danese nasce con tutte le stimmate del capolavoro.
Ed effettivamente, per almeno due terzi del film, la compenetrazione tra cinema non dogmatico e musiche azzeccate di Bjork produce dei bellissimi momenti audiovisivi. La storia è quella della operaia ceca (emigrante negli stati uniti) Selma che portatrice di una malattia progressiva degli occhi che la sta portando alla totale cecità, cerca di mettere da parte dei soldi per potere pagare l’operazione che eviterà al proprio figlio lo stesso destino di danzatore nel buio. Buio che apre il film con tre minuti e mezzo che ricordano un altro inizio nero, quello prima della creazione di 2001 A Space Odissey.
Selma sa che tra poco l’oscurità la avvolgerà per sempre, quello che vede, anzi intravede, perde i connotati della realtà miserevole e della quotidianità triste e si trasforma in sogno musicale. Così è la realtà uditiva, fatta dei suoni asettici della fabbrica o dell’incessante ritmo di una locomotiva, a dare il là per una fantasia musicale che serve alla povera Selma ad evadere e riscattarsi. Le canzoni scritte da Bjork riproducono suoni e rumori e fanno il verso ai vari musical citati, da quelli di Fred Astaire e Ginger Rogers a quelli di Gene Kelly. Su tutte “I Have seen it all” scritta con Thom Yorke dei Radiohead che rappresenta la rinuncia alla vista e il volontario sacrificio di Selma sull’altare della misoginia del regista danese. Regista danese che si fa prendere la mano e immerge il film nella melma melodrammatica della spinta autolesionistica, che arriva al culmine nella insopportabile scena del cappuccio e delle urla strazianti, sintomo di un sadismo autocompiaciuto. Un gran peccato perché proprio i pezzi musicali nella parte conclusiva potevano togliere un po’ di melassa colante e mitigare le onde travolgenti di un destino cinico e baro. Finale secco e terribile, come una ghigliottina, ma molto efficace. Niente campane, fortunatamente, questa volta.
Lars è così prendere o lasciare: geniale in alcuni momenti, superbo e inutilmente provocatorio in altri, sadico (soprattutto verso le figure femminili) e spocchiosamente melodrammatico in altri. L’unico film in cui raggiunge un discreto equilibrio è Dogville.
Ottima interpretazione di Bjork (giustamente premiata).
Catherine Denevue un po’ spaesata.
Se si togliessero trenta minuti (quelli della prigione per intenderci) sarebbe perfetto.
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Verme87
 Reg.: 01 Set 2006 Messaggi: 2564 Da: catanzaro (CZ)
| Inviato: 10-09-2006 21:51 |
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Dancer in the Dark è un film a tratti noioso e ripetitivo, frutto delle numerosi canzoni interpretate dall'eccentrica Bjork..Lars von Trier è davvero un genio ma riesce a rendere i tutte le sue opere inevitabilmente seccanti..ottimo il cast con la partecipazione di David Morse e di Catherine Denevue.. |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 10-09-2006 21:57 |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 10-09-2006 21:59 |
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ma no, perché il Dogma... ok basta
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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