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Autore the milion dollar hotel
DannyBoy

Reg.: 03 Nov 2003
Messaggi: 175
Da: Roma (RM)
Inviato: 08-11-2003 15:17  
cavolo! non l'ho visto...con chi è?
chi è il regista?
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http:\\cic.135.it
Carrello in Curva...oltre i confini dell'idiozia...

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macina


Reg.: 29 Ott 2003
Messaggi: 123
Da: gattico (NO)
Inviato: 08-11-2003 15:25  
quote:
In data 2003-11-08 15:17, DannyBoy scrive:
cavolo! non l'ho visto...con chi è?
chi è il regista?




Allora, il regista è W.Wenders.
Nel cast Mel Gibson, Milla Jovovich,J.Davies.
_________________
Macina - Amministratore forum FilmManiaNet
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tabris74

Reg.: 29 Mag 2002
Messaggi: 623
Da: vicenza (VI)
Inviato: 08-11-2003 15:28  
L'unico motivo (in senso letterale) che rende interessante il film è "The Ground Beneath Her Feet".
Ma si fa prima ad ascoltare il cd...


Ciao,

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"L'arte è una menzogna che ci permette di comprendere la verità" (Pablo Picasso)

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Squall

Reg.: 25 Dic 2002
Messaggi: 3315
Da: Selargius (CA)
Inviato: 08-11-2003 17:10  
quote:
In data 2003-11-08 15:10, macina scrive:

C' è qwalcuno che mi dà dei motivi x rivalutare qwesto film????




Sì, Milla Jovovich!

Scherzo (seeeeee ), non l'ho ancora visto...
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danysil

Reg.: 29 Ott 2003
Messaggi: 864
Da: roma (RM)
Inviato: 08-11-2003 21:06  
è vero, anche a me deluse come film,da wenders mi aspettavo un pò di più..sarà stato lo zampino di bono che partecipò alla sceneggiatura???la colonna sonora però è molto molto bella.
cmq ho visto di peggio, alla fine dal cinema non ero uscita poi così male...
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LeLLa
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Sandrino

Reg.: 17 Mag 2004
Messaggi: 612
Da: Gavi (AL)
Inviato: 31-05-2004 16:25  
Ho visto pochi giorni fa il film avendolo acquistato in DVD. A parte la scarsa prova di Gibson ho apprezzato molto l'attore protagonista e la storia in generale.Un idea particolare e profonda.
Un film che fa riflettere!!Quella gabbia di matti racchiude temi molto forti reali quali l'emarginazione, i sentimenti dei meno fortunati, rapporti interpersonali, ecc...)

In complesso do un giudizio più che positivo al film!!

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Hias84

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 1262
Da: Serravalle Pistoiese (PT)
Inviato: 02-04-2007 12:06  
Non mi sembra che Wenders con questo lavoro abbia abdicato al suo cinema, anzi: le tematiche care al regista tedesco restano tutte. Non lo paragono a un'opera come "Il Cielo Sopra Berlino", decisamente più riuscita, eppure trovo sia un film intensamente poetico. E' quasi un Wenders all'ennesima potenza: c'è l'uso ossessivo dei mezzi di comunicazione, che ci allontano dagli altri invece di avvicinarci (vedi il cellulare del detective Skinner, attraverso il quale egli comunica col mondo, e che è il mediatore della sua separazione dalla fidanzata); c'è la "leggerezza" del protagonista, quasi angelica, mediata dall'amore per quella musa dell'amor- fou che è Eloise; c'è tutta un'umanita nascosta che torna a mostrarsi; c'è la riflessione sul tema della verità e sul mercanteggiare televisivo; c'è il tipico intreccio giallo dei film di Wenders, intreccio che si manifesta allorchè i protagonisti delle sue storie non riescono più a decifrare e tenere in mano la realtà che li circonda e nella quale si muovono (altrimenti perchè quando Damiel diviene umano ad attenderlo c'è una storia d'amore, e quando invece è Cassiel a cadere a terra quello che lo aspetta è un intrigo giallo di commerci d'armi, prostituzione, droga? E' un topos di Wenders anche questo, a mio avviso); c'è quel metodo narrativo del tutto anti- diegetico, che parte da un antefatto mai mostrato sulla cui scorta sviluppare una storia della quale gli autori possano verosimilmente essere i personaggi stessi; c'è quel senso di vita reale, di quotidianità (mirabile la scena in cui Tom Tom porta la colazione a letto ad Eloise in una stanza inondata dal sole, voglia di normalità, di cose semplici e quotidiane, appunto); c'è un'attenta riflessione sulla vita e la morte. Wenders è un acuto osservatore: la storia di MDH è quella di un ragazzo folle (che si suppone non possa provare che sentimenti folli) e di una ragazza che si sente "inventata", "irreale", come se fosse qualcuno a tirarne i fili; l'amore saprà liberarla, come suggerisce (a chi è attento) la scena finale di Eloise sul davanzale della finestra della stanza di Tom. Questa folle, che per tutto il film ha viaggiato scalza sentendosi una sorta di "spiritello" senza profondità, sentendosi vuota e senza valore, ora porta un paio di scarpe: anch'ella è cambiata, ed è stato l'amore di Tom a salvarla, così com'è l'amore di Damiel a salvare in qualche modo Marion ne "Il Cielo Sopra Berlino", e quello di Marion a trasformare Damiel, permettendogli di vedere, per la prima volta, i colori del mondo (e non un mondo in bianco e nero) e di ammirare un pò quella "leggerezza dell'essere" che suggeriscono le ultime immagini, dove Marion diviene l'angelo e Damiel colui che la guarda incantato. La prospettiva si ribalta (serve un salto a Tom Tom, perchè ciò accada), ed il mondo si rovescia, il tutto grazie ad un gesto "umano, troppo umano": donare amore.
Sarà anche banale e stucchevole, ma di certo due spanne meglio di tante altre cose trattate come capolavori e che invece il lirismo di questo film permette di collocare nella dimensione che più compete loro.
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Formula della mia felicità: un sì, un no, una linea retta, una meta... (F.W.Nietzsche)

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