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John Rambo di Sylvester Stallone |
AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-02-2008 00:53 |
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Ho assistito alla conf. stampa con Stallone quando è stato presentato il film in anteprima a Roma. Devo dire che, nonostante sia visibilmente rifatto di brutto di fisico, sembra una specie di Frankenstein uscito da una casa di bellezza.., è persona vivace, spiritosa e intelligente. Ha fornito delle risposte interessanti, tutt'altro che sprovvedute, anche sulla questione guerra, in particolare su quella birmana dalla quale si sente molto coinvolto sul piano civile, astrattamente umanitaristico, meno su quello politico a mio avviso, anche perchè ha dichiarato, contraddittoriamente, che voterà come presidente quel candidato molto conservatore, diciamo legato alle politiche imperialiste e guerrafondaie, quelle che tendono a scatenare guerre civili per poter meglio controllare i territori.., che contribuiscono a questo stato di cose. Mi sfugge il nome di costui, comincia con Mc.., un tipo canuto, basso, ex militare, con la faccia da mericano...
Sta bene la "sincerità" di Stallone, però tra il dire e il fare, ovvero l'intenzione, ci passa il risultato... Il quale a mio avviso c'è, in misura sufficientemente apprezzabile - sempre tenendo conto che si tratta di Rambo - ma sul piano puramente visivo, non su quello ideologico che è molto confuso, contraddittorio e spesso francamente risibile.
E quest'ultimo aspetto Kubrickfan l'ha colto in pieno.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 26-02-2008 alle 00:59 ] |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 26-02-2008 14:04 |
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Ma Stallone proprio non ce la fa a distaccarsi definitivamente da quei due personaggi (Rocky e Rambo)? E pensare che con il bellissimo Copland mi stava cominciando quasi a piacere
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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oronzocana
 Reg.: 30 Mag 2004 Messaggi: 6056 Da: camerino (MC)
| Inviato: 27-02-2008 09:24 |
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questo è un gran film: meglio dell'ultimo Rocky. Appena ho tempo butto giù due cosette.
_________________ Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Marco82
 Reg.: 02 Nov 2003 Messaggi: 924 Da: Lodi (LO)
| Inviato: 27-02-2008 18:19 |
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mentre aspettiamo oronzocana riporto qualcosa di mio
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Nessun filtro, zero. Violenza per rappresentare violenza, immagini di servizi giornalistici per rappresentare la verità. Sembra dire questo l'incipit dell'ultimo film di Stallone; non userò nessun filtro nel rappresentare ciò che accade tutti i giorni in Birmania e non modificherò i reportage girati direttamente in luogo. Se anche la saga di Rambo dopo quella di Rocky deve finire, per lo meno finisca lasciando qualcosa di tangibile oltre che nel personaggio anche nello spettatore.
E non si poteva chiedere di meglio.
IL PERSONAGGIO - "Fanculo il mondo"
Ne sono passati tanti di anni, anche se non si riesce a capire quanti, da quando Rambo è tornato dall'Afghanistan. Il suo disfattismo nei confronti del mondo è peggiorato col passare del tempo e quello che vediamo sul grande schermo è il Rambo più pessimista mai osservato. Rambo non risponde alle domande, Rambo non parla con nessuno. Anche quando dovrebbe, si limita a mandare al diavolo il suo interlocutore o a fare altro mentre qualcuno cerca di instaurare un dialogo con lui. La sua chiusura nei confronti del mondo è totale, la sua sfiducia negli uomini è completa.
In questo contesto l'incontro con il personaggio di Julie Benz, Sarah Miller, ha qualcosa di profetico. C'è bisogno di qualcuno con dei valori completamente opposti ai suoi per scuoterlo dal suo stato e Sarah Miller sembra essere la persona giusta. Il concetto di "cambiamento" è quello che la spinge ad effettuare questo viaggio, la certezza del fatto che "non cambia mai niente" è ciò che ha portato Rambo qui in Birmania. Incontrare una persona come Sarah, una figura quasi angelica verrebbe da dire, riesce a restituire a John quel briciolo di speranza che sembrava ormai aver perso, quella fiducia nel fatto che lottando si possono veramente cambiare le cose, fiducia che il personaggio di Rambo ha sempre avuto ma che con il passare degli eventi aveva imparato ad accantonare. Vale la pena allora rimettersi in gioco, rischiare nuovamente la pelle per credere in qualcosa che, nel profondo del suo animo, Rambo non aveva mai dimenticato.
Quando si scopre che Sarah e company sono stati rapiti può avere inizio la carneficina per andarli a recuperare, ma questa a differenza di tutte le altre viste nei precedenti capitoli della saga, non è fatta per vendetta o per semplice instinto di sopravvavivenza, è eseguita per la difesa di un ideale, di quell'ideale da "possiamo cambiare il mondo" che Sarah persegue e che, come precedente detto, è insito nel personaggio di Rambo. Mai come in questo capitolo infatti viene da sperare fortemente che il nostro berretto verde riesca nel suo intento, poichè quella frase detta in maniera minacciosa al militare americano "Puoi vivere per niente, o morire per qualcosa" la sta dicendo in realtà a se stesso, per convincersi che rimettersi in gioco è più onorevole di mettersi in disparte e mandare "affanculo il mondo".
Tutto questo viene chiarito in maniera splendida durante i minuti successivi al massacro, in cui la mdp passa da un volto all'altro dei superstiti diventati ormai maschere di sangue e di sofferenza, ma con la viva certezza che nessuno di loro smetterà di agire come hanno sempre fatto e che forse, proprio per quanto visto e vissuto, cercheranno in futuro di impegnarsi ancora di più nelle loro missioni di pace.
E questo lo capisce anche Rambo, che dopo aver risolto la questione con Sarah può finalmente concedersi un periodo di speranza, la speranza di tornare in America e di trovare un paese diverso, migliore di quello che ogni notte vede nei suoi incubi.
Rambo torna finalmente a casa, il cerchio con il primo First Blood si chiude, per il nostro eroe alla fine di quella lunga strada ci potrebbe essere la pace.
IL FILM - "Dovete risalire il fiume fin dove?" "In Birmania" "La Birmania è zona di guerra"
Come accennavo all'inizio del mio scritto, nessun filtro anti-violenza è stato applicato all'intero film. Questa scelta, che potrebbe essere motivata con un banale "splatter è cool e attira i teenager di oggi", ha in realtà una spiegazione molto più drammatica. La citazione riportata all'inizio del film da uno studente birmano che ha visto il film è pressapoco questa: "Le immagini di violenza che si vedono in questo film sono nulla al confronto di ciò che succede tutti i giorni in Birmania". Di fatto la guerra civile in quei luoghi, che sarebbe meglio chiamarla genocidio, è la più lunga della storia dell'uomo.
La motivazione della scelta della Birmania non è stata fatta come alcuni dicono per attirare in maniera subdola gente al cinema facendogli credere essere un film "politico", ma per cercare di fare un po' di luce su questa guerra che al contrario di altre non è definibile "popolare".
Per quanto riguarda il film in sè, invece, è stato molto interessante sentire tramite youtube (grazie sentieriselvaggi.it) la conferenza stampa svolta a Roma con Stallone. Alla domanda "Cosa l'ha spinto a scegliere se stesso per la regia?" Sly ha dato un'interessante risposta. La regia dei precedenti capitoli di Rambo, seppur buona, non era mai stata "personalizzata" sulla figura del berretto verde. Come girerebbe un film se al posto di una classica regia si imposterebbero tutte le scene come se fossero gli occhi di Rambo a guardare e non quelli di un semplice regista? La risposta è il film stesso: un insieme di movimenti della mdp a mano, rapidi e "sporchi" nella fotografia, il tutto condito da un gusto splatter nel mostrare le morti dei vari soldati birmani. Questo è esattamente il modo in cui il personaggio Rambo vede la sua vita, ed è proprio per questo motivo che oserei dire che sotto questo aspetto John Rambo è il più riuscito di tutti i film precedenti. Nessun altro capitolo della saga "First Blood" trasuda così tanto dell'essenza del personaggio Rambo e tutto questo grazie a Stallone che ha deciso di non affidare a terzi la regia del film.
Inoltre grazie a lui possiamo finalmente (?) rivedere un film in vecchio stile action-hero movie come purtroppo non se ne vedevano da tempo. Ormai anche il genere d'azione si è dato al postmoderno e se un tempo c'era Rambo, ora c'è il terzo capitolo di Mission Impossible e di Jason Bourne. Per carità, ottimi film di cui sicuramente non voglio parlare male, ma la differenza di uno di quei film con questo Rambo sono enormi. Laddove le opere di J.J Abrams e di Greengrass sono film di effetti speciali e di super-tecnologia all'avanguardia, il cinema di Stallone è ancora un "cinema di corpi", laddove nello specifico il "corpo" che fa emozionare gli spettatori è quello dell'attore che grazie al suo infinito carisma non ha bisogno di armarsi con lanciarazzi ultratecnologici o di usare chissà quale radar per scovare i nemici. E' sufficiente la sua persona proiettata sullo schermo ad emozionare, una sua smorfia a comunicare lo stato d'animo, un suo gesto per far urlare la gente in sala.
E tutto questo è così bello da non sembrare vero.
_________________
"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marco82 il 27-02-2008 alle 18:20 ] |
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SimoneNepo
 Reg.: 12 Gen 2008 Messaggi: 59 Da: TORINO (TO)
| Inviato: 27-02-2008 19:07 |
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Visto oggi...che dire...abbastanza soddisfatto ma mi aspettavo meglio, a livello di sceneggiatura.
Il film è abbastanza corto, ma non è per forza un punto a sfavore, se solo si pensa a film come in linea con l'assassino che dura anche di meno ma che ci regala molto coinvolgimento e suspance non abbiamo problemi.
Il film è ovviamente una denuncia e una critica/operazione commerciale,ho apprezzato la crudezza delle scene, non tanto quelle di sbudellamento ma quelle in cui si vedono i soprusi fatti dai militari sulla popolazione, sia quelli reali che quelli cinematografici, fatti davvero bene e mi hanno toccato nel profondo. L'altro messaggio, oltre alla denuncia è quello che non tutto si risolve con la pace e le parole, ma in certi casi si deve per forza ricorrere alla guerra e alle maniere forti, questo si evidenza dagli intelligenti dialoghi fra Rambo e la dottoressa. Per stallone, come aveva anche rilasciato in un intervista non bastano le parole e quindi qui, di nuovo come in Rocky, si identifica pienamente nel protagonista e nelle sue idee: non esisterà mai la pace nel mondo, forse la pace interiore, identificata dalle scelte che uno fa nella vita.
A prescindere dal messaggio il film è sicuramente meglio del 3°, e almeno questo è un risultato. Approvo la narrazione lenta della prima metà del film, anche se poi disapprovo totalmente il massacro finale, troppo esagerato IMHO.
La recitazione è di buon livello anche se nulla di eccezionale, alcuni personaggi sono più caratterizzati di altri anche se quasi tutti sono stra stra stra stereotipati (soprattutto i mercenari). Inesistente il cattivo di turno, avrebbero dovuto approfondirlo di più. Stallone non sfigura dopotutto anche se in effetti si fa qualche corsetta di troppo...
La storia è abbastanza leggerina, molto di più dei primi due film, non mi ha coinvolto e da metà in poi è sparita completamente senza lasciare traccia.
Le tanto citate scene splatter le trovo realistiche, quelle armi hanno un calibro allucinante ed è normalissimo che ti spezzino in mille pezzi, gli effeti speciali sono fatti bene, soprattutto quello che riguarda la morte del "cattivo".
Regia e fotografia classiche, senza infamia e senza lode.
In definitiva un film vedibile, che non dovrebbe deludere i fans, purchè non si aspettino un Rambo 1 oppure un film all'altezza di Rocky Balboa. Se fosse stato approfondito di più e se si fosse gestito meglio il salvataggio finale, a dir poco assurdo (come anche in altri momenti, casualmente i protagonisti non muoiono ma tutti gli altri ci lasciano le penne..), sarebbe stato sicuramente migliore.
Voto 1-6 = 3
Nene
_________________ Laggiù c'è qualcosa in agguato, e non è un uomo....moriremo tutti. |
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oronzocana
 Reg.: 30 Mag 2004 Messaggi: 6056 Da: camerino (MC)
| Inviato: 29-02-2008 16:35 |
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Sarebbe difficile, se non impossibile, parafrasare con “caratteri mobili” il motivetto che ha accompagnato le gesta di un’icona del cinema: John Rambo. E’ un po’ come scrivere Rocky Balboa: due nomi pesanti, due nomi che fai fatica a digitare senza emozione. Soprattutto per chi è cresciuto nel periodo di tensione più greve che la tv abbia mai mostrato (salvo prossimi venturi sviluppi), la figura dell’eroe fisico, mascolino, poco incline a romanticismi o a compassionevoli gesti (salvo rari casi), è un punto focale; un orizzonte che rimane immutabile nell’immaginario cinematografico nonostante il trascorrere degli anni.
Nel quarto capitolo c’è un grossa evoluzione. Il protagonista, dismessi ormai i panni del combattente, attraversa un fase di redenzione. L’espiazione di quello che ha vissuto negli anni trascorsi tra Vietnam, Afghanistan e madre patria, trova terreno fertile tra la fauna della terra di confine tra Thailandia e Birmania. Una terra martoriata da chissà quali atrocità che costantemente, salvo rarissime eccezioni, vengono glissate dai maggiori mezzi di informazione. L’eroe reganiano è ormai sopito, morto forse, sicuramente trasformato.
Se nel primo Rambo era manifesta una forte conflittualità emotiva del protagonista, qui passa in secondo piano, diventa latente. Il nuovo John diventa violento per necessità, ma per una immanente necessità, nuova e diversa dalle precedenti. La violenza e giustificabile, ma non giustificata. La schematicità, trasmutata in semplicità, degli altri capitoli, soprattutto il secondo e il terzo, era sviluppata secondo una collaudata concatenazione di eventi per certi versi anche banale. La vivacità e freschezza dell’ultima opera di Stallone sta nell’assenza della causa ideologica. C’è sempre un Perché, ma molto meno ideologizzato ed individuabile in un preciso destinatario. Si parla di Birmania, è vero, ma in modo assolutamente universalizzabile tanto da far scomparire simboli ed icone accostabili ad un determinato nemico. Non c’è il film politicizzato, ma c’è un film sviluppato per far riflettere lo spettatore sul divenire della violenza tout court: siamo in mezzi ad una foresta dove c’è un esercito che si diverte a dispensare atrocità in modo arbitrario.
I due blocchi URSS e Usa scompaiono e vengono rimpiazzati dalla dicotomia omografica violenza - violenza: solo per una pura contingenza di fatti. Il «Quando sei costretto, uccidere è facile come respirare» è sintomatico della volontà di Stallone di mostrare quanto appena detto, con una precisa e necessaria scelta registica, e cioè quella di mostrare realisticamente la violenza, il colpo, il proiettile che devasta la carne, la mina che smembra gli arti. Non c’è immaginazione e la fisicità, mitizzata dal cinema reganiano e non solo, scompare di fronte alla cruda e violenta realtà. La stessa figura dei pastori è ridicolizzata e stigmatizzata con cognizione di causa. Non vengono dipinti pacifisti femminei e drogati, ma persone mosse da nobili intenti che devono arrendersi di fronte ad una violenza incomprensibile.
Un film maturo che poco ha a che vedere con il miope proselitismo hollywoodiano di qualche anno fa.
_________________ Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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oronzocana
 Reg.: 30 Mag 2004 Messaggi: 6056 Da: camerino (MC)
| Inviato: 29-02-2008 16:49 |
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quote: In data 2008-02-23 13:55, kubrickfan scrive:
nzomma ...
dove i pensieri vengono velocemente accantonati e tutto parte presto e velocemente, in una gara a chi tira il colpo più forte.
La trama è di una semplicità disarmante,
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questo è proprio il centro del film. Tu lo interpreti dandogli un'accezione negativa, non cogliendo la sua vera forza.
_________________ Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 01-03-2008 11:40 |
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Visto giovedì...A parte il doppiaggio (Amendola resuscita, please) terrificante di John, come in Rocky Balboa, l'ho trovato proprio triste, troppo breve e patetico, nell'accezione peggiore del termine.
Tra i due ritorni, se proprio dovessi scegliere, molto meglio Rocky.
_________________
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Marcos
 Reg.: 10 Lug 2003 Messaggi: 3463 Da: Tarquinia (VT)
| Inviato: 01-03-2008 12:14 |
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quote: In data 2008-03-01 11:40, TomThom scrive:
Visto giovedì...A parte il doppiaggio (Amendola resuscita, please) terrificante di John, come in Rocky Balboa, l'ho trovato proprio triste, troppo breve e patetico, nell'accezione peggiore del termine.
Tra i due ritorni, se proprio dovessi scegliere, molto meglio Rocky.
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Rocky l'ho sempre trovato migliore di Rambo. Amendola resusciuta ? Io mi chiedo perché Gigi Proitti non si è ripreso Sylvester Stallone, d'altronde il primo "ROCKY" lo aveva doppiato lui e mille volte meglio di Ferreccio Amendola!
Marcos
_________________
Salve, sono Marcos.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marcos il 01-03-2008 alle 12:14 ] |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 01-03-2008 18:35 |
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quote: In data 2008-03-01 12:14, Marcos scrive:
quote: In data 2008-03-01 11:40, TomThom scrive:
Visto giovedì...A parte il doppiaggio (Amendola resuscita, please) terrificante di John, come in Rocky Balboa, l'ho trovato proprio triste, troppo breve e patetico, nell'accezione peggiore del termine.
Tra i due ritorni, se proprio dovessi scegliere, molto meglio Rocky.
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Rocky l'ho sempre trovato migliore di Rambo. Amendola resusciuta ? Io mi chiedo perché Gigi Proitti non si è ripreso Sylvester Stallone, d'altronde il primo "ROCKY" lo aveva doppiato lui e mille volte meglio di Ferreccio Amendola!
Marcos
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[ Questo messaggio è stato modificato da: Marcos il 01-03-2008 alle 12:14 ]
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Seee, pensa che bello, Rambo all'ammatriciana
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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Marcos
 Reg.: 10 Lug 2003 Messaggi: 3463 Da: Tarquinia (VT)
| Inviato: 01-03-2008 19:33 |
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quote: In data 2008-03-01 18:35, eltonjohn scrive:
quote: In data 2008-03-01 12:14, Marcos scrive:
quote: In data 2008-03-01 11:40, TomThom scrive:
Visto giovedì...A parte il doppiaggio (Amendola resuscita, please) terrificante di John, come in Rocky Balboa, l'ho trovato proprio triste, troppo breve e patetico, nell'accezione peggiore del termine.
Tra i due ritorni, se proprio dovessi scegliere, molto meglio Rocky.
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Rocky l'ho sempre trovato migliore di Rambo. Amendola resusciuta ? Io mi chiedo perché Gigi Proitti non si è ripreso Sylvester Stallone, d'altronde il primo "ROCKY" lo aveva doppiato lui e mille volte meglio di Ferreccio Amendola!
Marcos
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Salve, sono Marcos.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marcos il 01-03-2008 alle 12:14 ]
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Seee, pensa che bello, Rambo all'ammatriciana
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Anche il compianto Ferruccio Amendola era troppo romano nei suoi doppiaggi. Ma io sono di parte, a me Anmendola che doppia Stallone ha sempre fatto schifo!
Marcos
_________________ Salve, sono Marcos. |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 01-03-2008 20:42 |
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Comunque c'è poco da fare, i migliori doppiatori sono quasi tutti romani, ma Proietti che doppia Stallone non ce lo vedo...anzi non ce lo sento
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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squatt
 Reg.: 08 Gen 2004 Messaggi: 683 Da: xczzcxczx (AP)
| Inviato: 02-03-2008 21:26 |
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io ce lo sento:" ....a crepate a gran fiji de na mignotta, ve sfonno er culo, sti burini..." |
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Marco82
 Reg.: 02 Nov 2003 Messaggi: 924 Da: Lodi (LO)
| Inviato: 02-03-2008 22:36 |
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sul fatto che Stallone sia stato doppiato male sono d'accordo (basta anche solo sentire i trailer originali per capire la differente intonazione delle battute), ma sul fatto che Amendola fosse un bravo doppiatore...
doppiava tutti uguali, se ne fregava del personaggio e del suo modo di fare e dava a tutti la stessa intonazione di voce...a me sinceramente non è mai piaciuto
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marco82 il 02-03-2008 alle 22:38 ] |
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lollylolly
 Reg.: 03 Mar 2008 Messaggi: 58 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-03-2008 15:32 |
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quote: In data 2008-03-02 21:26, squatt scrive:
io ce lo sento:" ....a crepate a gran fiji de na mignotta, ve sfonno er culo, sti burini..."
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ahahahahahahahah!
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