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CANE DI PAGLIA di Sam Packinpah |
pkdick
 Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 30-01-2005 02:17 |
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quote: In data 2005-01-30 01:45, liliangish scrive:
ho appena scoperto che la mia è la versione tagliuzzata... macchemmerda...
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ma io t'avevo avvertito, nel topic degli acquisti...
_________________ Quattro galìne dodicimila |
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liliangish
 Reg.: 23 Giu 2002 Messaggi: 10879 Da: Matera (MT)
| Inviato: 30-01-2005 16:13 |
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quote: In data 2005-01-30 02:17, pkdick scrive:
quote: In data 2005-01-30 01:45, liliangish scrive:
ho appena scoperto che la mia è la versione tagliuzzata... macchemmerda...
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ma io t'avevo avvertito, nel topic degli acquisti...
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vabbè tanto ormai già l'avevo comprato...
cmq grazie per la dritta, anche se era storta...
_________________ ...You could be the next. |
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NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 30-01-2005 23:59 |
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quote: In data 2005-01-30 01:56, liliangish scrive:
quote: In data 2005-01-28 21:47, NancyKid scrive:
La prima parte è però sviluppata in maniera poco marcata. Packinpah non riesce (o non vuole) creare un clima di attesa, un climax ascendente che ci faccia vedere la trasformazione radicale del suo protagonista. Si limita a darci qua e là dei segni, degli scatti di rabbia che ci fanno capire, in modo più o meno vago, che qualcosa sta per cambiare nella mente del protagonista.
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vero. Nella prima parte c'è un'attesa continua di qualcosa che sembra stia per accadere e invece viene rimandata... e rimandata... la dilatazione diventa esasperante perché gira sempre intorno alle stesse cose, senza approfondirle granché.
non parliamo dello scempio operato dai tagli, in questo caso il film è veramente dilaniato, si attende per un'ora il climax narrativo che poi viene liquidato in due scene scarsamente drammatiche e per giunta letteralmente mozzate.
quote: In data 2005-01-28 21:47, NancyKid scrive:
Il difetto di questo film è che la prima parte è tutta quiete, mentre la seconda tutta tempesta, non c'è per così dire l'intermezzo che ci dia segnali più evidenziati di ciò che sta per accadere, l'aria glaciale che segna il confine tra la quiete e la tempesta.
Così la trasformazione psicologica del protagonista non è delineata come dovrebbe essere: da un giorno all'altro cambia radicalmente, non c'è il passaggio sospeso tra il prima e il dopo, ma c'è un completo salto mentale.
L'opera si avvale comunque di scene molto forti, di violenza (mai gratuita) esplicita resa in modo molto potente. La scena dello stupro è quasi totalmente sviluppato in primi piani di Susan George. E' nelle sue urla, nelle sue lacrime che percepiamo il dolore, sia fisico che mentale.
Molto buona l'interpretazione di Dustin Hoffman, che ci offre il ritratto di un nerd che diventa aggressivo e soldato.
Bellissimo il dialogo finale, metafora dell'uomo ormai incapace di capire il giusto e lo sbagliato, dell'uomo perso in sè stesso:
"Non conosco la via giusta"
"Non fa niente... Neanch'io"
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anche qui ti dò ragione, il cambiamento di Hoffman è repentino quanto immotivato, anche perché si evince dal film che lui non sia a conoscenza della violenza subita dalla donna. Si impunta su una questione di mero principio e a partire da quella scatena l'inferno.
Inoltre i rapporti tra i due non sono sviscerati se non superficialmente: lei è quasi macchiettistica nella sua sensualità ferina che esibisce con spudoratezza pur temendone le conseguenze.
Lui d'altro canto è freddo e concentrato interamente su se stesso, quasi che la moglie non fosse che una bambola divertente e graziosa.
Solo il finale ci ripaga di un'ora di attesa estenuante, con uno scoppio di violenza tanto inaspettato quanto privo di logica, che ci spinge ad apprezzare il film nonostante la sua sostanziale inorganicità.
Questo almeno è quello che mi resta a pelle, da una prima visione.
Probabilmente sviscerandolo meglio si potrebbero fare considerazioni più appropriate, ma in sostanza, sarà stato per i tagli, mi aspettavo di più da questo film.
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Si, ripensandoci lucidamente questo film è na mezzamerda.
_________________ eh? |
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DottorDio
 Reg.: 12 Lug 2004 Messaggi: 7645 Da: Abbadia S.S. (SI)
| Inviato: 14-02-2005 09:46 |
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quote: In data 2005-01-30 23:59, NancyKid scrive:
quote: In data 2005-01-30 01:56, liliangish scrive:
quote: In data 2005-01-28 21:47, NancyKid scrive:
La prima parte è però sviluppata in maniera poco marcata. Packinpah non riesce (o non vuole) creare un clima di attesa, un climax ascendente che ci faccia vedere la trasformazione radicale del suo protagonista. Si limita a darci qua e là dei segni, degli scatti di rabbia che ci fanno capire, in modo più o meno vago, che qualcosa sta per cambiare nella mente del protagonista.
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vero. Nella prima parte c'è un'attesa continua di qualcosa che sembra stia per accadere e invece viene rimandata... e rimandata... la dilatazione diventa esasperante perché gira sempre intorno alle stesse cose, senza approfondirle granché.
non parliamo dello scempio operato dai tagli, in questo caso il film è veramente dilaniato, si attende per un'ora il climax narrativo che poi viene liquidato in due scene scarsamente drammatiche e per giunta letteralmente mozzate.
quote: In data 2005-01-28 21:47, NancyKid scrive:
Il difetto di questo film è che la prima parte è tutta quiete, mentre la seconda tutta tempesta, non c'è per così dire l'intermezzo che ci dia segnali più evidenziati di ciò che sta per accadere, l'aria glaciale che segna il confine tra la quiete e la tempesta.
Così la trasformazione psicologica del protagonista non è delineata come dovrebbe essere: da un giorno all'altro cambia radicalmente, non c'è il passaggio sospeso tra il prima e il dopo, ma c'è un completo salto mentale.
L'opera si avvale comunque di scene molto forti, di violenza (mai gratuita) esplicita resa in modo molto potente. La scena dello stupro è quasi totalmente sviluppato in primi piani di Susan George. E' nelle sue urla, nelle sue lacrime che percepiamo il dolore, sia fisico che mentale.
Molto buona l'interpretazione di Dustin Hoffman, che ci offre il ritratto di un nerd che diventa aggressivo e soldato.
Bellissimo il dialogo finale, metafora dell'uomo ormai incapace di capire il giusto e lo sbagliato, dell'uomo perso in sè stesso:
"Non conosco la via giusta"
"Non fa niente... Neanch'io"
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anche qui ti dò ragione, il cambiamento di Hoffman è repentino quanto immotivato, anche perché si evince dal film che lui non sia a conoscenza della violenza subita dalla donna. Si impunta su una questione di mero principio e a partire da quella scatena l'inferno.
Inoltre i rapporti tra i due non sono sviscerati se non superficialmente: lei è quasi macchiettistica nella sua sensualità ferina che esibisce con spudoratezza pur temendone le conseguenze.
Lui d'altro canto è freddo e concentrato interamente su se stesso, quasi che la moglie non fosse che una bambola divertente e graziosa.
Solo il finale ci ripaga di un'ora di attesa estenuante, con uno scoppio di violenza tanto inaspettato quanto privo di logica, che ci spinge ad apprezzare il film nonostante la sua sostanziale inorganicità.
Questo almeno è quello che mi resta a pelle, da una prima visione.
Probabilmente sviscerandolo meglio si potrebbero fare considerazioni più appropriate, ma in sostanza, sarà stato per i tagli, mi aspettavo di più da questo film.
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Si, ripensandoci lucidamente questo film è na mezzamerda.
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Cosa?????????????????????????????????
L'ho visto ieri e mi è piaciuto una cifra, è veramente bello!!!
_________________ Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega
Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout! |
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FreddyK

 Reg.: 16 Ott 2003 Messaggi: 1205 Da: Dorgali (NU)
| Inviato: 14-02-2005 16:43 |
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Io l'ho visto qualche anno fa, l'avevano dato su RaiTre a Fuori Orario, insieme a Rollerball (che non ero riuscito a vedere, maledizione!),penso in versione integrale, e mi era piaciuto tantissimo. Adesso vorrei rivederlo, ma se veramente il dvd è una truffa, mi toccherà cercarlo in videocassetta. E' un po' più difficile ma penso di poterci riuscire...
_________________ umber whunnnn
yerrrn umber whunnnn
fayunnnn
Questi suoni: nonostante la nebbia. |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 25-02-2005 12:52 |
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quote: In data 2005-01-28 21:47, NancyKid scrive:
Innanzitutto tendo ad avvisarvi che ho visto il film non proprio in un momento di lucidità effervescente, quindi prendete pure le mie parole come quelle di un qualsiasi pseudo cinefilo che ha alternato la visione filmica con lattine di birra e dell'erba.
Non avevo mai visto un film di Sam Packinpah prima d'ora, seppur sento spesso nominare il suo nome, soprattutto tra i Western. L'altro giorno, parlando con MaratSafin, è saltato fuori il nome di Clint Eastwood e de Gli Spietati. Marat mi disse che Gli Spietati prende molto dal Cinema western di Sam Packinpah, così, alla ricerca di un'opera del regista, mi ritrovai si un film di Sam Packinpah, ma non un western. Forse sono io che sono allucinato, eppure ho trovato lo stesso molte connessioni tra Gli Spietati e Cane di Paglia. Punto numero 1) Il pessimismo dinanzi all'umanità, Sam ci presenta un mondo che non è proprio quella ideale, fin troppo realista se così vogliamo dirla, fatta di scene esplicite e indagini psicologiche che porta l'uomo ad azioni disperate e violente.
Punto numero 2) Ho trovato una certa somiglianza anche nell'analisi introspettiva del personaggio principale: Clint Eastwood nel caso de Gli Spietati e Dustin Hoffman in Cane di Paglia.
In entrambi le pellicole ci è mostrata come gli avvenimenti tragici riescano a portare un uomo inzialmente mite e tranquillo, a tirare fuori il peggio di sè, la parte più aggressiva, più spietata e violenta del proprio io interiore. E' come se la cattiveria sia sempre e comunque dentro l'essere umano, solo che è custodito dentro una corrazza. Gli avvenimenti e il caso possono dare dei colpi a questa corrazza, rompendola pian piano, e una volta rotta, si scatena l'alter ego, l'altra faccia dell'uomo, la sua parte più selvaggia.
Ed è per questo che Cane di paglia potrebbe essere diviso in 2 parti: Il protagonista mite che tiene ancora "protetto" la sua corrazza d'odio, e come secondo tempo, Il Protagonista che pian piano rompe questa corrazza per liberare il suo lato più feroce.
La prima parte è però sviluppata in maniera poco marcata. Packinpah non riesce (o non vuole) creare un clima di attesa, un climax ascendente che ci faccia vedere la trasformazione radicale del suo protagonista. Si limita a darci qua e là dei segni, degli scatti di rabbia che ci fanno capire, in modo più o meno vago, che qualcosa sta per cambiare nella mente del protagonista. Il difetto di questo film è che la prima parte è tutta quiete, mentre la seconda tutta tempesta, non c'è per così dire l'intermezzo che ci dia segnali più evidenziati di ciò che sta per accadere, l'aria glaciale che segna il confine tra la quiete e la tempesta.
Così la trasformazione psicologica del protagonista non è delineata come dovrebbe essere: da un giorno all'altro cambia radicalmente, non c'è il passaggio sospeso tra il prima e il dopo, ma c'è un completo salto mentale.
L'opera si avvale comunque di scene molto forti, di violenza (mai gratuita) esplicita resa in modo molto potente. La scena dello stupro è quasi totalmente sviluppato in primi piani di Susan George. E' nelle sue urla, nelle sue lacrime che percepiamo il dolore, sia fisico che mentale.
Molto buona l'interpretazione di Dustin Hoffman, che ci offre il ritratto di un nerd che diventa aggressivo e soldato.
Bellissimo il dialogo finale, metafora dell'uomo ormai incapace di capire il giusto e lo sbagliato, dell'uomo perso in sè stesso:
"Non conosco la via giusta"
"Non fa niente... Neanch'io"
| Cane di Paglia" non è un "one man film" nè tantomeno una ricerca sociologica sulla violenza repressa di un solo uomo,con ammiccamenti magari a Kubrick.Si configura piuttosto come un grande,universale,assolutamente irredimibile affresco di violenza,perchè questa non viene dall'interno delle singole persone ma aleggia+sull'ambiente triste e desolato della campagna inglese,contagiando anche chi,come David/Hoffmann ha formato sè stesso negli anni grazie al rigore razionale(gli piacciono gli scacchi,ha una fama come matematico) e ancor di più chi un determinato equilibrio interiore sembra possederlo,ma che in realtà cova torbide e scioccanti inquietudini(la ex contadina Amy strappata alla rozzezza dal matrimonio con David e la sua classe sociale).Una violenza serpeggiante negli angoli delle taverne,nei baschi sgualciti di operai insoddisfatti e annoiati,nel furore alcolico di vecchi imbolsiti(nonchè nel bigottismo stolido e di facciata di una "classe ecclesiale" anch'essa irrimediabilmente contaminata)e in un ignoranza razzista così estrema da risultare vera.Una violenza che come detto s'insinua nell'animo di David a gradi,subdolamente.E proprio a questo riguardo,contrariamente a quanto dice Nancy,Peckinpah è abilissimo nel guidarci sulla strada con l'aiuto di "briciole" lasciate a spizzichi e bocconi,facendoci a un tempo capire l'animalità dei paesani e l'ambiguità da questa fatta emergere nel rapporto David/Amy.Un rapporto che è insieme carnale e freddo,sospinto e insoddisfatto,così da causare moti di reazione tipicamente femminili.La risposta alla domanda "Ma ci hai fatto la civetta?" è esplicitamente negativa ma implicitamente positiva,nonchè segnali di desideri nascosti mai realizzati.L'anima di Amy,in precario equilibrio tra la fedeltà civile e il tradimento ribelle,si spezza al primo serio colpo.Da questo punto di vista,la scena dello stupro,condotta non casualmente con inaudita eleganza e rarefazione,è un vero capolavoro.I primi piani di Amy esprimono si dolore ma anche e soprattutto tacita approvazione e godimento inconfessato.Un peccato in fondo voluto,che la donna si affretta a espiare poco dopo quando si confessa tacendo,declamando le proprie debolezze.E al "razionale" David basta un'occhiata.E se l'opprimente rimorso soffoca la tranquillità della donna,un'inconfessato disgusto entra in David,non tanto verso Amy quanto verso quel mondo cosi diverso da sè,così brutalmente istintivo.Ed è proprio l'estremo tentativo di difendere il suo per tutti insignificante vessillo,che David lo straccia e lo rinnega.La violenza di David non è banale,non è "parapsicologica";prende anzi le mosse da un'ideologia,ancorchè opposta al suo effetto.Peckinpah cosi facendo non giustifica tuttavia nè il suo protagonistà nè l'uomo in genere:una violenza fredda,calcolata,crudele nella sua lucida follia non è migliore dell'aggressività data dalla paura on del furore cieco e incontrollato.In una deflagrazione di orrore non c'è posto nè per vincitori nè per vinti.L'innocua pazzia dice al raziocinio stuprato:"Siamo sulla stessa barca"..
Un film intenso,di rara bellezza che scava con ardimento raffinato gli angoli più nascosti della psiche umana.
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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SmoKing

 Reg.: 22 Feb 2005 Messaggi: 53 Da: giubiasco TI CH (es)
| Inviato: 25-02-2005 14:04 |
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il fatto che Sam Packinpah sia uno dei maestri ispiratori del genio di Quentin Tarantino la dice lunga sulla bravura di questo regista!
_________________ Diffidate SEMPRE da chi si appropria della parola LIBERTA' |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 25-02-2005 17:45 |
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A giudicare dai precedenti interventi,mi sa che sono l'unico che trova che il finale,seppur esagerato,sia la logica conseguenza di tutto ciò che viene prima.Amy non è una baldracca nè una tigrotta senza morale,è una donna dai nervi poco resistenti,dalla psiche complessa.Si spoglia e esibisce non per incuria,ma per un inconfessato desiderio di ciò un "non potrei ma eccovi,vi dò il mio corpo".E David è davvero troppo perso in sè stesso,nel suo astrattismo di scienziato,ma non è che quando diventa il giustiziere si risvegli da questo torpore...anzi paradossalmente ne è cosi pervaso da diventarne pazzo.Solo di fronte alla incomunicatività naturale e spontanea della "bestia sana"(Henry,lo scemotto)forse riacquista la sanità mentale(senza troppe certezze lo dico però)
Secondo me questo film è praticamente perfetto.
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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