Autore |
She hate me di Spike Lee |
gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 24-11-2004 22:55 |
|
se si vuol scindere il discorso sulla sceneggiatura (è particolare, può non piacere, ma è "Leeiana", io l'ho trovata ottima) da quello visivo comunque il giudizio rimane positivo.
Anzi prprio in virtù di una capacità registica fuori dal comune la realizzazione è migliore di quanto fosse stato scritto in fase di preproduzione. Lee gioca con le immagini, le fantasie e i paradossi, rimanendo sul tono della commedia spiazzando e non annoiando(nonstante oltre 2h di pellicola).Sarà che sono stufo delle solite storie e che reputo Lee è capace di raccontare con gusto ciò che il 99% degli altri registi renderebbero brutto,però con She Hate me ho appagato le mie positive aspettative.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
|
sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 30-01-2005 21:39 |
|
Già dai primi minuti dell'ultimo lavoro di Spike Lee si capisce che tutto il film vive all'ombra de La 25esima ora, e il regista ne risente, portandosi a riproporre diverse caratteristiche del suo film precedente. Non solo circondandosi di un gruppo di fidati collaboratori che già avevano lavorato con lui ne La 25esima ora (Barry Alexander Brown al montaggio, Terence Blanchard alle musiche, Michael Genet e Isiah Whitlock Jr.tra gli attori), ma anche e soprattutto nei tratti di una regia dinamica, fatta di gru e dolly, di intensi primi piani, di scene di strada e di un linguaggio di strada, fatto di una grammatica ben precisa di spazi, di tempi e di tagli di ripresa.
Il film parte e per la prima mezz'ora si propone sugli schemi del thriller, non ancora un thriller politico ma comunque un thriller insolito, non giocato sul mistero nè sulla suspence.
Verso il 40° minuto di pellicola, però, l'attenzione già si disperde per spostarsi prima sul dramma familiare del protagonista (mantenendo comunque legami con la prima parte della storia, soprattutto nella visione-flashback dell'agente Wills e del Watergate), poi su quella che alla fine risulterà la vera vicenda intorno a cui si sviluppa la narrazione. Qui però il film diventa ridicolo, nel tessuto narrativo come nelle riprese di Lee, che cerca goffamente di ritornare allo stile di quindici anni fa (Fa' la cosa giusta, Mo' better blues, Clockers,...) trascinando tutto il baraccone sul terreno della commedia strampalata. Alla prima apparizione degli spermatozoi, il film diventa irritante, viene voglia di alzarsi e scappare ma poi si resta seduti per curiosità del solito "dove andrà a parare".
Si prova a tornare seri e sereni e a concentrarsi sul film, e ci si accorge che nei frequenti dialoghi l'occhio di Lee si concentra troppo sui volti e sui personaggi, tralasciando l'organizzazione dello spazio, ben curata invece nelle scene interne di movimento (corridoi, ambienti larghi e spostamenti di stanza o di ambiente).
Si prosegue tra cocktail di viagra e Red Bull, e dopo 1.10' si spera che finalmente il tourbillon di trombate finisca, là dov'era iniziato, con Alex (tralaltro si capiva fin dall'inizio che sarebbe andata così).
In effetti la scena dopo volta pagina e sembra chiudere il discorso, ma subito la commedia erotica si trasforma in melodramma romantico con il conflitto tra Fatima e Alex, continuando insomma a vagare di qua e di là senza una meta precisa. Con l'apparizione della Bellucci infatti si torna sulla commedia, in una sorta di parodia dei clichè dei film di mafia italiana; Turturro fa quel che può, ma anche questa parte del film non ha altro effetto che creare fastidio. Il doppiaggio italiano inoltre aumenta questo effetto esprimendosi in un siciliano piuttosto improponibile.
Un polpettone farsesco, intriso di solidarietà per la comunità afroamericana, che distribuisce con scarsa frequenza qua e là momenti di lucidità all'interno di un film che stupisce per la pochezza, la semplicionità e l'esibizionismo pornografico con cui è stato realizzato.
Se c'era qualcosa in più, non è trasparso.
Voto: 4
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
|
fuzzi5
 Reg.: 30 Set 2004 Messaggi: 314 Da: Recco (GE)
| Inviato: 04-02-2005 10:33 |
|
devo dire che avevo qualche remora su questo film: nn ne avevo sentito parlare benissimo così avevo qualche "pregiudizio". poi siccome ieri sera c'era al mio cineclub mi son detto "proviamo" e nn sono rimasto deluso...
certo nn sarà il capolavoro di Spike, ma un buon film, probabilmente un film di passaggio, minore dopo la grande prova de "la 25a ora" (film che sarà ricordato come uno spartiacque nell'opera del regista) ma cmq buono.
i tempi dei vati Do the right thing e Mo'better blues sono lontani certo ma nn è un male.
l'idea della società americana ipocrita e illusa di essere democratica (e poi affonda i suoi eroi "onesti") continua il discorso de La 25a ora e lo fa molto bene (a cominciare dai bellissimi titoli di testa!!!) poi magari la sceneggiatura nn è perfetta (qualche buco: *SPOILER* perchè jack nn mostra subito a tutti ilcd con la confessione del dottor Schiller) e c'è qualcosa d troppo (la mafia...?) e qualche punto inutile (gli spermatozoi con la faccia di jack sono un po' pacchiani e il finale... ) ma nel complesso un buon film.
il rischio è che Spike abbia tentato di mettere troppa carne al fuoco e rischi di dare un'opera "incompiuta".
ottimi gli attori (il protagonista e John Turturro, pessima come al solito la Bellucci, che si doppia - male - pure...) e la colonna sonora.
voto 6/7
_________________ non accettate le provocazioni dei perbenismi |
|
Bullitt
 Reg.: 14 Nov 2005 Messaggi: 23 Da: Nowhere Ladyland, Pitcairn Islands (es)
| Inviato: 20-03-2006 01:02 |
|
bel film, ma con i suoi alti e bassi. la "parabola" sull'omosessualità mi è sembrata un pò forzata, ad esempio. il ruolo di Woody Harrelson invece, il suo discorso con il classico "che dio vi benedica" alla fine, è odioso al punto giusto, detestabile quasi come se fosse un manager vero. molto bravo Anthony Mackie e comunque storia originale che tocca diversi temi e suggerisce molti spunti di riflessione.
_________________ some more blues
mai negare ad un uomo il diritto all'incoscienza |
|
|