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Autore LE CHIAVI DI CASA di Gianni Amelio
Newmatrix


Reg.: 19 Set 2004
Messaggi: 62
Da: Monte di Procida (NA)
Inviato: 20-09-2004 21:50  
quote:
In data 2004-09-20 15:01, Cronenberg scrive:

Ma il film da molto a mio giudizio, "Le chiavi di casa" non è struttrato in un modo da rendere le immagini commoventi, o meglio estremamente commoventi come capita spesso di vedere in film di questo genre, bensì fa parlare le immagini, fa sgretolare la percezione più superficiale creando così un velo di drammatico misticismo. E' un film che parla di due naufraghi della vita (Stuart-Rampling) non deve certo contenere ulteriori significati, ci mostra bensì la dura realtà ironizzandola, rendendola poeticamente utile per una società che non sa nemmeno bene cosa cerca in un film, se la convenzionale(?) realtà o l'oltre indefinito (cerchiamo di specificare cosa in più poteva e doveva fare...). Certo è che non mi va nemmeno di commentare il tuo paragone con l'ANFAS...




Non farlo non sei obbligato...
Un film così avrebbe dovuto prendere, coinvolgere, emozionare... con me non lo ha fatto, e ti assicuro che non sono uno che non si commuove...
Poi, se vuoi anche sapere come avrebbe dovuto essere il film, mi dispiace deluderti ma non posso aiutarti altrimenti, probabilmente lo avrei girato io un film... ma purtroppo sono solo un semplice spettatore che da un giudizio (personale ovviamente) a ciò ke guarda! Come stavolta!
_________________
Chi vive senza follia, non è cosi saggio come crede!

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 20-09-2004 21:57  
quote:
In data 2004-09-20 21:50, Newmatrix scrive:
quote:
In data 2004-09-20 15:01, Cronenberg scrive:

Ma il film da molto a mio giudizio, "Le chiavi di casa" non è struttrato in un modo da rendere le immagini commoventi, o meglio estremamente commoventi come capita spesso di vedere in film di questo genre, bensì fa parlare le immagini, fa sgretolare la percezione più superficiale creando così un velo di drammatico misticismo. E' un film che parla di due naufraghi della vita (Stuart-Rampling) non deve certo contenere ulteriori significati, ci mostra bensì la dura realtà ironizzandola, rendendola poeticamente utile per una società che non sa nemmeno bene cosa cerca in un film, se la convenzionale(?) realtà o l'oltre indefinito (cerchiamo di specificare cosa in più poteva e doveva fare...). Certo è che non mi va nemmeno di commentare il tuo paragone con l'ANFAS...




Non farlo non sei obbligato...
Un film così avrebbe dovuto prendere, coinvolgere, emozionare... con me non lo ha fatto, e ti assicuro che non sono uno che non si commuove...
Poi, se vuoi anche sapere come avrebbe dovuto essere il film, mi dispiace deluderti ma non posso aiutarti altrimenti, probabilmente lo avrei girato io un film... ma purtroppo sono solo un semplice spettatore che da un giudizio (personale ovviamente) a ciò ke guarda! Come stavolta!


Si potrebbe comunque argomentare, su ciò che si avrebbe voluto vedere per emozionarsi, su ciò che sarebbe meglio cambiare per emozionarsi... Non si tratta di esser registi o spettatori, si tratta di motivare le proprie personali opinioni, di argomentare una ben che minima idea in proposito, non di paragonare un film ai documentari dell'ANFAS, che tralaltro non ho nemmeno mai visto. Si tratta di sensibilizzare noi stessi, di commuovere noi stessi, non di commuoverci e basta, solo allora ci si potrà emozionare per ciò che si vede, per la semplicità, la realtà, la vita. In caso contrario si spiega perchè non ci si è emozionati, perchè il film non ha dato il "di più"...
_________________
La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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Newmatrix


Reg.: 19 Set 2004
Messaggi: 62
Da: Monte di Procida (NA)
Inviato: 20-09-2004 22:09  
quote:
In data 2004-09-20 21:57, Cronenberg scrive:

Si potrebbe comunque argomentare, su ciò che si avrebbe voluto vedere per emozionarsi, su ciò che sarebbe meglio cambiare per emozionarsi... Non si tratta di esser registi o spettatori, si tratta di motivare le proprie personali opinioni, di argomentare una ben che minima idea in proposito, non di paragonare un film ai documentari dell'ANFAS, che tralaltro non ho nemmeno mai visto. Si tratta di sensibilizzare noi stessi, di commuovere noi stessi, non di commuoverci e basta, solo allora ci si potrà emozionare per ciò che si vede, per la semplicità, la realtà, la vita. In caso contrario si spiega perchè non ci si è emozionati, perchè il film non ha dato il "di più"...




Scusa ma tu sei dell'idea che se ad una persona non piace una cosa basta dirgli "allora falla tu" e tutto finisce?!
A me il film non è piaciuto per i motivi ke ti ho detto! L'ho trovato noioso! E troppo facile! Ora non so cosa si poteva fare per renderlo migliore, ma ciò non significa ke perkè non so come rendere più interessante il film allora la mia opinione riguardo esso non è motivata! Che senso ha?!
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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 21-09-2004 13:38  
quote:
In data 2004-09-20 22:09, Newmatrix scrive:
quote:
In data 2004-09-20 21:57, Cronenberg scrive:

Si potrebbe comunque argomentare, su ciò che si avrebbe voluto vedere per emozionarsi, su ciò che sarebbe meglio cambiare per emozionarsi... Non si tratta di esser registi o spettatori, si tratta di motivare le proprie personali opinioni, di argomentare una ben che minima idea in proposito, non di paragonare un film ai documentari dell'ANFAS, che tralaltro non ho nemmeno mai visto. Si tratta di sensibilizzare noi stessi, di commuovere noi stessi, non di commuoverci e basta, solo allora ci si potrà emozionare per ciò che si vede, per la semplicità, la realtà, la vita. In caso contrario si spiega perchè non ci si è emozionati, perchè il film non ha dato il "di più"...




Scusa ma tu sei dell'idea che se ad una persona non piace una cosa basta dirgli "allora falla tu" e tutto finisce?!
A me il film non è piaciuto per i motivi ke ti ho detto! L'ho trovato noioso! E troppo facile! Ora non so cosa si poteva fare per renderlo migliore, ma ciò non significa ke perkè non so come rendere più interessante il film allora la mia opinione riguardo esso non è motivata! Che senso ha?!


Nessuno... Ad ogni modo torniamo a parlare del film... Qualcuno ha opinioni in riguardo?
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René Descartes

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meltemi

Reg.: 01 Lug 2004
Messaggi: 25
Da: genova (GE)
Inviato: 21-09-2004 23:06  
Un giudizio su "le chiavi di casa" ... be' un bel film, molto ben interpretato, un Kim Rossi Stuart che non mi sarei mai aspettata. Un film che sapientemente non è una fedele trasposizione di nati due volte di Pontiggia, però diventa anche una storia poco probabile. Un padre assente per 15 anni, un uomo che non vuole nemmeno vedere questo figlio appena nato che poi ricostruisce in così poco tempo un rapporto al punto da portare questo ragazzino a vivere con la sua nuova famiglia.
Forse si è voluto mettere un pò troppo in quetso film, forse non era necassario esasperare la figura di questo padre prima completamente assente poi completamente trasformato ...

Insomma a me è piaciuto però posso capire che a Venezia non abbia vinto nulla.
_________________
" .. lentamente muore chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati .. "

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pipooo

Reg.: 04 Set 2004
Messaggi: 20
Da: Recco (GE)
Inviato: 22-09-2004 11:46  
Dico anche la mia.
Il film mi e' piaciuto tantissimo e anche emozionato.Difficilmente verso qualche lacrimuccia per un film..ma questo ha centrato l'obiettivo.
L'avete gia' analizzato in modo splendido..aggiungo quella che secondo me e' la chiaave di volta della pellicola,il tema del viaggio e della scoperta.
Un padre che fa' un viaggio con il figlio,lo scopre poco a poco,tra gioie e dolori,bei momenti e momenti altrettanto difficili.
L'amore che il padre ha nei confronti del figlio,i suoi occhi che brillano alla sola vista di quella creautura..tutto davvero disarmante..ti lascia a bocca aperta

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 22-09-2004 15:08  
quote:
In data 2004-09-21 23:06, meltemi scrive:
Un giudizio su "le chiavi di casa" ... be' un bel film, molto ben interpretato, un Kim Rossi Stuart che non mi sarei mai aspettata. Un film che sapientemente non è una fedele trasposizione di nati due volte di Pontiggia, però diventa anche una storia poco probabile. Un padre assente per 15 anni, un uomo che non vuole nemmeno vedere questo figlio appena nato che poi ricostruisce in così poco tempo un rapporto al punto da portare questo ragazzino a vivere con la sua nuova famiglia.
Forse si è voluto mettere un pò troppo in quetso film, forse non era necassario esasperare la figura di questo padre prima completamente assente poi completamente trasformato ...

Insomma a me è piaciuto però posso capire che a Venezia non abbia vinto nulla.


Potrebbero essere solo parole dettate dal padre, per fare in qualche modo inserire oniricamente il figlio nella realtà. Il ragazzino immagina come potrebbe diventare la sua vita nella nuova famgilia del papà, e alimenta idee, speranze, sogni che lo aiutano a stare sottilmente felice, protetto, indipendente. E il rapporto quasi bugiardo che si instaura tra i due è splendidamente benevolo, si vuole la felicità del noi immaginando il futuro noi, che non sarà sicuramente come pensato nel passato.

Sul non merito di alcun premio a Venezia non sono assolutamente d'accordo, ma come dice giustamente Magrelli in FilmTv di questa settimana "I grandi registi e i grandi film non hanno, ogni volta, bisogno di essere premiati con la fauna e la flora da Festival".
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René Descartes

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 22-09-2004 23:32  
Ci sono film che fanno parlare i personaggi, film che fanno parlare le immagini, film che fanno parlare idee o registi.
E film che parlano e basta.
E' questo il caso dell'ultimo film di Amelio.
E sbaglia chi cerca l'emozione e la commozione nella deformazione fisica di un ragazzo veramente in quelle condizioni. Non chiede pietà a nessuno, non implora, anzi, quasi pretende.
La commozione sta in quel barlume d'infinito che s'accende nello sguardo tra padre e figlio, e che porta ad una disperata tensione della possibilità concreta di felicità, qui, ora, per se.
Ed il rendersi conto del padre, in una delle scene finali meglio scritte degli ultimi anni, dell'effettiva incapacità del ragazzino di nutrire un affetto "mirato", rende ancora più presente e più vivo quel desiderio di felicità, di cui il padre intravede una concreta possibilità di realizzazione oggi, ora, per se.
Ed è vero, tre giorni per ricostruire un rapporto mancato 14 anni sono pochi, ma sono al contempo un'infinita possibilità di recupero della memoria, di recupero di un affetto troppo presto voluto e troppo presto lasciato.
Il tutto girato con un pò di semplicismo, forse, scritto con un pò d'approssimazione. E ben venga se al lido ci sono state cose migliori, di sicuro le andrò a vedere.
Ma è cosa altrettanto sicura che è la domanda di felicità che aveva su di se quel ragazzo, e la realizzazione attraverso l'incontro con un padre vero ma estemporaneo a commuovere, non la presenza, avolte anche ingombrante, sullo schermo di Andrea, ragazzo disabile.
Ed è la risposta filmica allo snodo cruciale del plot ("...a volte spero che mia figlia muoia....") che determina la vittoria di Amelio sulla pochezza e sul nichilismo del panorama cinematografico odierno
_________________
"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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lemona

Reg.: 07 Gen 2002
Messaggi: 819
Da: ferrara (FE)
Inviato: 23-09-2004 20:38  
film sopravvalutato , giustamente non ha vinto a venezia, furbo ,, vuole per forza far diventare simpatico il bambino ad ogni sua battuta8 alla fine stanca) film improntato solo sulla figura del bambinp.. insomma un bel film per la tv quando lo trasmetteranno

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gbgbgb

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 1888
Da: na (NA)
Inviato: 25-09-2004 18:55  
Le chiavi di casa

Breve incontro tra un padre e un figlio disabile. L’ultimo film di Gianni Amelio è la storia di un incontro, di un viaggio, di una presa di coscienza verso un mondo che alla maggior parte della gente, presa sempre di più dai piccoli problemi quotidiani, ignora completamente.
Il film parte molto bene, sviluppandosi come una sorta di documentario, guardando con discrezione l’avvicinamento di un padre a un figlio ignorato per 15 anni. Ed è, in questa fase, estremamente efficace, toccante, assolutamente non retorico e coinvolgente.
Ma, purtroppo, il film non si ferma al primo tempo. Ecco quindi arrivare una inaspettata, brusca e spropositata virata verso la “fiction” più scontata (il padre che dice al figlio “non ti muovere” e puntualmente il figlio si allontana e gira per la città in tram gettando lo sciagurato genitore nel panico). Poi una nuova virata verso il cinema più convenzionale e piatto (i tremendissimi monologhi in sequenza del padre che rivive il momento dell’abbandono del figlio e la madre di un’altra disabile che ci espone l’indicibile sofferenza di vivere accanto ad un figlio diverso). Salvandosi in un pre-finale tenero e in un finale aperto Amelio chiude un film che poteva essere un piccolo capolavoro e che invece resta un discreto film non privo di momenti di noia.
In particolare l’eccessivo indugiare sul viso e il corpo del ragazzino disabile (tenerissimo e , a suo modo, straordinariamente bravo e “tosto”) sfiorano, a lungo andare, tratti patetici e troppo condiscendenti.
A fronte di ciò una buonissima prova di Kim Rossi Stuart che, decisamente cresciuto come attore, ha dimostrato di poter sopperire con grandissimo impegno, umiltà e studio ad una incolpevole mancanza di talento, in effetti il suo monologo (momento per eccellenza “prova d’attore”) e piuttosto fiacco e scontato. Brava anche Charlotte Rampling resa però piuttosto insopportabile da una certa invadenza del personaggio e dal suo altrettanto ridondante monologo.
Quanto più efficaci sarebbero statre le loro confessioni se espresse in un contesto più naturale, più intimo e meno teatrale-plateale.
Infine non posso non rivelare un certo disorientamento di fondo nel sentire pronunciare frasi come “Se vuole stargli vicino si prepari a soffrire”oppure “a volte penso…perché non muore”. Non mi pronuncerò in questa sede sullo spinosissimo problema della fecondazione assistita eppure frasi del genere sembrano incredibilmente far pendere il film da una parte laddove non è fatto cenno all’immenso amore o tenerezza che persone disabili, ma pur sempre persone, possono dare.


[ Questo messaggio è stato modificato da: gbgbgb il 25-09-2004 alle 19:00 ]

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lemona

Reg.: 07 Gen 2002
Messaggi: 819
Da: ferrara (FE)
Inviato: 26-09-2004 01:24  
quote:
In data 2004-09-25 18:55, gbgbgb scrive:
Le chiavi di casa

Breve incontro tra un padre e un figlio disabile. L’ultimo film di Gianni Amelio è la storia di un incontro, di un viaggio, di una presa di coscienza verso un mondo che alla maggior parte della gente, presa sempre di più dai piccoli problemi quotidiani, ignora completamente.
Il film parte molto bene, sviluppandosi come una sorta di documentario, guardando con discrezione l’avvicinamento di un padre a un figlio ignorato per 15 anni. Ed è, in questa fase, estremamente efficace, toccante, assolutamente non retorico e coinvolgente.
Ma, purtroppo, il film non si ferma al primo tempo. Ecco quindi arrivare una inaspettata, brusca e spropositata virata verso la “fiction” più scontata (il padre che dice al figlio “non ti muovere” e puntualmente il figlio si allontana e gira per la città in tram gettando lo sciagurato genitore nel panico). Poi una nuova virata verso il cinema più convenzionale e piatto (i tremendissimi monologhi in sequenza del padre che rivive il momento dell’abbandono del figlio e la madre di un’altra disabile che ci espone l’indicibile sofferenza di vivere accanto ad un figlio diverso). Salvandosi in un pre-finale tenero e in un finale aperto Amelio chiude un film che poteva essere un piccolo capolavoro e che invece resta un discreto film non privo di momenti di noia.
In particolare l’eccessivo indugiare sul viso e il corpo del ragazzino disabile (tenerissimo e , a suo modo, straordinariamente bravo e “tosto”) sfiorano, a lungo andare, tratti patetici e troppo condiscendenti.
A fronte di ciò una buonissima prova di Kim Rossi Stuart che, decisamente cresciuto come attore, ha dimostrato di poter sopperire con grandissimo impegno, umiltà e studio ad una incolpevole mancanza di talento, in effetti il suo monologo (momento per eccellenza “prova d’attore”) e piuttosto fiacco e scontato. Brava anche Charlotte Rampling resa però piuttosto insopportabile da una certa invadenza del personaggio e dal suo altrettanto ridondante monologo.
Quanto più efficaci sarebbero statre le loro confessioni se espresse in un contesto più naturale, più intimo e meno teatrale-plateale.
Infine non posso non rivelare un certo disorientamento di fondo nel sentire pronunciare frasi come “Se vuole stargli vicino si prepari a soffrire”oppure “a volte penso…perché non muore”. Non mi pronuncerò in questa sede sullo spinosissimo problema della fecondazione assistita eppure frasi del genere sembrano incredibilmente far pendere il film da una parte laddove non è fatto cenno all’immenso amore o tenerezza che persone disabili, ma pur sempre persone, possono dare.


[ Questo messaggio è stato modificato da: gbgbgb il 25-09-2004 alle 19:00 ]

parole inutili, come il film e come il protagonista . una domanda a cosa serve il tuo discorso per chi ha gia ' visto il film ? inceramente io lo ritengo inutile e non mi degno di leggerlo

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jack2001

Reg.: 25 Set 2004
Messaggi: 14
Da: frattamaggiore (NA)
Inviato: 26-09-2004 10:23  
permettetemi l'invasione di campo per due ragioni: non amo il cinema, e forse per un disincantato che non interpreta un film a livelli di lettura che quasi sempre esistono solo nella testa di chi si masturba, potrebbe essere il contraltare utile alla causa di un dibattito. Senza aver visto il film di Amelio, ma attraverso le vostre opinioni, ho riscontrato una analogia con il pittore-scultore De Dominici, il quale espose alla biennale di Venezia, nel periodo dell'avanguardia in Italia, un ragazzo portatore di handicap. Il risultato sul piano personale e professionale dell'artista fù ed è stato che ci si ricorda di lui soltanto per quell'evento. Non credo di dover aggiungere altro in un forum di persone capaci di leggere ad un livello più alto.
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jack reaper

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 26-09-2004 10:51  
quote:
In data 2004-09-26 10:23, jack2001 scrive:
permettetemi l'invasione di campo per due ragioni: non amo il cinema, e forse per un disincantato che non interpreta un film a livelli di lettura che quasi sempre esistono solo nella testa di chi si masturba, potrebbe essere il contraltare utile alla causa di un dibattito. Senza aver visto il film di Amelio, ma attraverso le vostre opinioni, ho riscontrato una analogia con il pittore-scultore De Dominici, il quale espose alla biennale di Venezia, nel periodo dell'avanguardia in Italia, un ragazzo portatore di handicap. Il risultato sul piano personale e professionale dell'artista fù ed è stato che ci si ricorda di lui soltanto per quell'evento. Non credo di dover aggiungere altro in un forum di persone capaci di leggere ad un livello più alto.


Certamente il "giocare" sul handicap altrui per trarne proprio il vantaggio è un movimento diffuso, purtroppo. Ma in "Le chiavi di casa" non esiste proprio alcun tipo di apologia nel servirsi di una ragazzo affetto da handicap fisico per davvero. Il film è di certo incentrato sul rapporto padre-figlio, e l'handicap di Andrea prende quasi forme traslate, mai propriamente superficiali. Come il finale, che sembra quasi ribaltare del tutto la situazione esistenziale, fa riflettere su quanto la caratterizzazione dei personaggi di Amelio, sia soltanto maschera dei differenti tipi di persona. Cerca comunque di vederlo il film, si può discutere ancora su questo lato del film e più precisamente dell'uso dei personaggi...
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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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gbgbgb

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 1888
Da: na (NA)
Inviato: 26-09-2004 12:16  
quote:
In data 2004-09-26 01:24, lemona scrive:
parole inutili, come il film e come il protagonista . una domanda a cosa serve il tuo discorso per chi ha gia ' visto il film ? inceramente io lo ritengo inutile e non mi degno di leggerlo



caro lemona se non ti degni di leggerlo come fai a sapere se è inutile?

poi io scrivo per esprimere una mia opinione e ascoltare quelle degli altri perchè mi interessa e quindi è utile almeno per me.
Mi piace il confronto e non sono un ottuso, presuntuoso e sputa-sentenze come te (che dimostra di non capirne granchè di cinema)

infine,
ma tu fai sempre osservazioni cosi stupide e... inutili...?

[ Questo messaggio è stato modificato da: gbgbgb il 26-09-2004 alle 12:18 ]

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 26-09-2004 12:31  
quote:
In data 2004-09-26 12:16, gbgbgb scrive:
quote:
In data 2004-09-26 01:24, lemona scrive:
parole inutili, come il film e come il protagonista . una domanda a cosa serve il tuo discorso per chi ha gia ' visto il film ? inceramente io lo ritengo inutile e non mi degno di leggerlo



caro lemona se non ti degni di leggerlo come fai a sapere se è inutile?

poi io scrivo per esprimere una mia opinione e ascoltare quelle degli altri perchè mi interessa e quindi è utile almeno per me.
Mi piace il confronto e non sono un ottuso, presuntuoso e sputa-sentenze come te (che dimostra di non capirne granchè di cinema)

infine,
ma tu fai sempre osservazioni cosi stupide e... inutili...?

[ Questo messaggio è stato modificato da: gbgbgb il 26-09-2004 alle 12:18 ]

Abbiate pietà, la maggioranza delle volte che apro un topic su di un film finisce con una zuffa tra le opinioni di Lemona e quelle di chi gli risponde. Quando consideriamo in qualche qual modo un opinione offensiva, cerchiamo di risolvere il tutto in privato, evitando così di deviare l'attenzione dal film a il caso personale, in quanto oltretutto risaputo. Pregherei adesso di smetterla immediatamente e di tornare a parlare de "Le chiavi di casa".
Grazie
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René Descartes

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