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Autore Clint Eastwood in generale e The Unforgiven in particolare..
GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 04-07-2003 16:04  
quote:
In data 2002-04-27 13:02, placid scrive:
..... Il tempo passa e John Wayne muore.



Cazzo, ma chi è questo menagramo di tifoso del Manchester ??!!!

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 11-08-2004 02:16  
ah si

[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 28-02-2007 alle 01:14 ]

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stavrogin

Reg.: 24 Lug 2004
Messaggi: 96
Da: cagliari (CA)
Inviato: 11-08-2004 21:58  
Sono un appassionato del genere Western, quello serio.
Gli Spietati è un bel film, ma non il miglior western di Eastwood come regista.
Considero più bello "Lo Straniero senza nome", quasi una lezione di filosofia politica.

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 11-08-2004 22:17  
beh su,se fossi davvero amante del genere,non potresti non riconoscere come gli spietati sia una tappa fondamentale,probabilmente finale,di una delle correnti più importanti e politiche del cinema.gli spietati è un film strepitoso e insuperabile proprio perchè,a differenza di altri,come magari il soladto jonathan o il cavaliere dagli occhi di ghiaccio,comunque notevoli,sa dire qualcosa di personale sull'america,di ieri e di oggi.ripeto,film insuperabile.
ciao!

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stavrogin

Reg.: 24 Lug 2004
Messaggi: 96
Da: cagliari (CA)
Inviato: 11-08-2004 23:53  
Non vedo perchè dovrebbe essere una tappa finale.
A mio avviso il Western ha ancora molto da dire a patto che trovi una strada diversa sia da quella eccessivamente mitizzante che da quella revisionista, entrambe ormai sfruttate.
Gli Spietati lungi dal chiudere ha aperto una nuova via, o meglio, la ha riaperta visto che in passato
un esempio riuscito molto bene è un bellissimo film di Walter Hill, "I cavalieri dalle lunghe ombre", forse poco conosciuto al grande pubblico ma
di grande qualità.


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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 28-02-2007 00:52  
UNFORGIVEN di Clint Eastwood

La grande menzogna dell’epopea western

Tenuto nel cassetto per tanti anni, dopo una prima opzione di Francis Ford Coppola, il progetto passa nelle mani di Clint Eastwood che sorprendentemente, fa un funerale annunciato del western classico, quel genere che per tanto tempo lo ha visto attore monarca incontrastato.
E guarda caso il film si apre e si chiude proprio su un rosso tramonto e su una tomba: chi ha assassinato la grande epopea del western americano, chi è il colpevole del seppellimento del cowboy senza macchia e senza paura, capace di uscire vivo dopo uno scontro con cinque uomini?
Clint Eastwood ci rivela abbastanza presto il responsabile: il biografo scrittore che si accompagna al mitico Bob l’inglese (il leggendario Richard Harris) non fa che amplificare e mistificare la realtà e tramandare ai posteri dei resoconti fasulli che assomigliano a certi moderni falsi scoop giornalistici.
E’ più facile inventarsi duelli all’ultimo sangue e prestazioni straordinarie piuttosto che narrare di pistole che si inceppano e di colpi sparati per errore. Il mito si nutre di racconti che man mano che passano di bocca in bocca si arricchiscono di particolari sempre più minuziosi ma totalmente inventati. Così lo sfregio subito da una prostituta che ha l’ardire di sorridere del pistolino del pistolero, diventa enucleazione delle orbite oculari e mastectomia radicale passando di cowboy in cowboy. Sembra l’antiwestern per eccelenza, i protagonisti hanno l’uccello piccolo, sono mezzi ciechi (ci vedi a 50 yarde?), non riescono a montare su un cavallo, fanno voto di castità e si astengono dall’alcool, convivono con indiane concubine, sono dei pessimi carpentieri, sono tormentati dalle persone che hanno ucciso, al primo scroscio di pioggia si beccano una broncopolmonite e anche se sono sobri non riescono a sparare dritto. Il biografo non sa più che pesci pigliare quando scopre che tre quarti delle leggende tramandate sono bufale: abbandona Bob l’inglese, passa allo sceriffo Gene Hackman poi alla fine si venderebbe pure a Eastwood. La realtà è piuttosto squallida, piena di artrosi e di capelli grigi. Lo sceriffo carpentiere scende in campo con tutta la sua violenza pedatoria (la serie di calci alla figura è impressionante) non per un senso di giustizia ma perché non sopporta che le sue leggi vengano bypassate da un gruppetto di prostitute vendicative. Il problema dello sceriffo non è un problema morale (anzi per lui le prostitute sono rifiuti della società, da montare come cavalli) ma un problema di gestione del potere, di lesa maestà nel suo misero regno con la sua misera casetta piena di buchi e resa fradicia dalla pioggia. Eastwood è bravo e misurato nel raccontare la storia e nel frattempo sfatare ad uno ad uno tutti i luoghi comuni del western classico. Momenti di tensione quando Gene Hackman lascia intendere la possibilità della fuga dalla prigione a Bob l’inglese (che continua decantare le lodi dei suoi regnanti d’Inghilterra mentre in America i presidenti come Abramo Lincoln vengono assassinati) e nel primo duello Eastwood Hackman, anche questo pieno di calcioni nei denti. La mdp si alterna sulle espressioni faciali dei protagonisti creando dei campo-controcampo davvero azzeccati, che hanno fatto la fortuna di tanto cinema classico hollywoddiano. Spassosi i duetti Eastwood -Morgan Freeman che discutono dell’abilità del pistolero cieco e si interrogano sulla labilità dei ricordi di un passato poco glorioso. Sangue chiama sangue e le azioni criminose del terzetto dei vendicatori si ritorcono contro: per potere pareggiare i conti William Munny dovrà tradire il giuramento alla moglie e ritornare schiavo del demone alcolico. Si impara sulla propria pelle che non è facile uccidere un altro uomo e quella borraccia d’acqua concessa al moribondo ha il sapore di un tardivo pentimento. Finale alla Eastwood con duello inverosimile dominato dal fattore c (culo).
Uno dei migliori film del regista Eastwood, mai retorico, anzi provocatorio nella sistematica demolizione dei falsi miti del West, autoironico, senza colpi bassi alla cintura (leggasi sconfinamenti nel melodramma o nel patetico) o superomismi reazionari (leggi i supermachismi con sermoni moraleggianti).Tra le musiche da ricordare il tema musicale che apre e chiude il film scritto dallo stesso Eastwood. Sceneggiatura di ferro di David Webb Peoples.Giustamente premiato con quattro Oscar: miglior film, miglior regia,miglior montaggio e miglior attore non protagonista Gene Hackman.
Dedicato a Sergio Leone e Don Siegel

[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 28-02-2007 alle 00:58 ]

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willis

Reg.: 13 Dic 2006
Messaggi: 119
Da: catania (CT)
Inviato: 28-02-2007 12:25  
Clint Eastwood è semplicemente tra i migliori attori e registi esistenti per quanto mi riguarda.Adoro i suoi film,almeno quelli che ho visto,in particolare trovo un capolavoro i ponti di madison county,è stupendo e mi ha conmmosso,lo segue million dollar baby e fuga da alcatraz...CAPOLAVORI!!!

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 28-02-2007 13:30  
Ha dimostrato di essre un autore sensibile e intelligente. Oltre che Unforgiven, ho amato molto I Ponti di Madison County, Mezzanotte nel giardino.. e su tutti Mystic River.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 01-03-2007 12:05  
Lasciamo perdere MDB e i ponti di Madison County non voglio scendere nuovamente sulla polemica sulla retorica Eastwooddiana

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