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Transformers - michael bay |
RICHMOND
 Reg.: 03 Mag 2003 Messaggi: 13089 Da: genova (GE)
| Inviato: 25-08-2007 13:41 |
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La cosa assurda è che un film può essere artisticamente alto ed offrire ottimi spunti analitici e di riflessione, pur essendo una palla dal punto di vista dell'intrattenimento. Un esempio è Uccellacci ed uccellini di P. P. Pasolini.
Poi è ovvio che il regista che riresce a combinare entrambe le cose è migliore degli altri.
Comunque credo, col tempo, di aver capito il discorso di Trisam sulla critica: da come sto imparando ad interpretarne il ruolo io, penso possa trattarsi in certi casi di vero e proprio completamento dell'opera d'arte.
L'artista, specie nel cinema, non può prefissarsi un traguardo ben preciso. Al massimo può ricercarlo. Una volta concluso il lavoro, il risultato è quello che inconsciamente egli ha visualizzato tramite il lavoro suo e dell'equipe.
Sarà la critica, l'attenta analisi interpretativa a completare il lavoro, a dargli un senso e trovarne un significato nascosto, qualora il regista si trovi ancora nell'alto mare delle idee, appena conclusa l'opera.
Intendeva questo Tristam?
_________________
- Ma almeno ha un lieto fine?
- Di quelli che solo la celluloide sa dare...
[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 25-08-2007 alle 13:42 ] |
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Valparaiso
 Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 25-08-2007 20:33 |
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quote: In data 2007-08-25 13:41, RICHMOND scrive:
La cosa assurda è che un film può essere artisticamente alto ed offrire ottimi spunti analitici e di riflessione, pur essendo una palla dal punto di vista dell'intrattenimento. Un esempio è Uccellacci ed uccellini di P. P. Pasolini.
Poi è ovvio che il regista che riresce a combinare entrambe le cose è migliore degli altri.
Comunque credo, col tempo, di aver capito il discorso di Trisam sulla critica: da come sto imparando ad interpretarne il ruolo io, penso possa trattarsi in certi casi di vero e proprio completamento dell'opera d'arte.
L'artista, specie nel cinema, non può prefissarsi un traguardo ben preciso. Al massimo può ricercarlo. Una volta concluso il lavoro, il risultato è quello che inconsciamente egli ha visualizzato tramite il lavoro suo e dell'equipe.
Sarà la critica, l'attenta analisi interpretativa a completare il lavoro, a dargli un senso e trovarne un significato nascosto, qualora il regista si trovi ancora nell'alto mare delle idee, appena conclusa l'opera.
Intendeva questo Tristam?
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- Ma almeno ha un lieto fine?
- Di quelli che solo la celluloide sa dare...
[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 25-08-2007 alle 13:42 ]
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Speriamo di no.
Un film che abbia bisogno di un "completamento" da parte della critica, è semplicemente un film che fa schifo.
La critica può, in molti casi, avere una utile funzione, ma il rapporto che conta è quelo del film con lo spettatore. E sullo sguardo dello spettatore che un buon film va calibrato. Se c'è bisogno di un libretto delle istruzioni nella forma di una critica al film, il film è fallito. Ciò non vuol dire che la critica non abbia una funzione, che è comunque quella di facilitare il pubblico ed insegnargli a rapportarsi alle opere in modo da coglierne il più possibile il valore e la ricchezza. |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 25-08-2007 22:20 |
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non sono d'accordo su mezza parola.
edit: beh oddio su questo sì
quote: In data 2007-08-25 20:33, Valparaiso scrive:
Un film che abbia bisogno di un "completamento" da parte della critica, è semplicemente un film che fa schifo.
Se c'è bisogno di un libretto delle istruzioni nella forma di una critica al film, il film è fallito.
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Murphy era un ottimista.
[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 25-08-2007 alle 22:21 ] |
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-08-2007 19:00 |
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quote: In data 2007-08-25 11:16, Bowman scrive:
quote: In data 2007-07-13 03:39, Tristam scrive:
Chi parla di intrattenimento al cinema è uguale a chi parla di intrattenimento in discoteca (e spesso in discoteca si fa anche teoria!) o sul prato guardando le nuvole nel tempo perso, perchè chi si intrattiene non ha un cazzo da fare se non passare del tempo a vuoto al cinema, a puttane,a giocare a calcio. comunque sia non considera ciò che sta facendo/guardando degno di analisi. Intrattenersi è il contrario di analizzare. CHIARO?!
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Quindi per essere soddisfatti bisognerebbe analizzare ogni azione della propria esistenza... Tu guardi una nuvola e ne analizzi la composizione? Vai a puttane e analizzi la scopata? Intrattenersi non porta dunque alcuna soddisfazione?... Triste, ma ognuno trova la felicità a modo suo, e non credo si possa criticare chi si soddisfa semplicemente intrattenendosi, senza aver bisogno di scavare nel profondo di ogni sua azione o di ogni cosa vista, ascoltata, ecc.
Mi viene da dire: chi sa fare una cosa la fa e chi non la sa fare la analizza e trae gioia dalla sua analisi, che è la sua creazione in un certo senso. Quindi un critico crea in qualche modo. Quindi c'è chi gioisce nella creazione di una cosa, e chi nella creazione della sua critica. Sono due percezioni diverse di soddisfazione... Diverse, cioè una non è migliore dell'altra. Criticare il cinema è una cosa, ma non credo si debba criticare chi va al cinema o che cosa cerca in un film.
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Visto il volto nell'orgasmo ne hai visto l'anima (Christian Troy)
[ Questo messaggio è stato modificato da: Bowman il 25-08-2007 alle 11:18 ]
| m ero perso sto topic fenomenale.magari se uno va a puttane è il caso che una minianalisi se la faccia,forse è un po diverso che guardare la nuvola e non trovarne nessun interesse semantico.
se uno cerca solo l intrattenimento nella vita è un gran mediocre e purtroppo il cinema da un po di tempo sta facendo di tutto per soddisfare il bisogno di nulla della gente
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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RICHMOND
 Reg.: 03 Mag 2003 Messaggi: 13089 Da: genova (GE)
| Inviato: 27-08-2007 11:07 |
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quote: In data 2007-08-25 20:33, Valparaiso scrive:
quote: In data 2007-08-25 13:41, RICHMOND scrive:
La cosa assurda è che un film può essere artisticamente alto ed offrire ottimi spunti analitici e di riflessione, pur essendo una palla dal punto di vista dell'intrattenimento. Un esempio è Uccellacci ed uccellini di P. P. Pasolini.
Poi è ovvio che il regista che riresce a combinare entrambe le cose è migliore degli altri.
Comunque credo, col tempo, di aver capito il discorso di Trisam sulla critica: da come sto imparando ad interpretarne il ruolo io, penso possa trattarsi in certi casi di vero e proprio completamento dell'opera d'arte.
L'artista, specie nel cinema, non può prefissarsi un traguardo ben preciso. Al massimo può ricercarlo. Una volta concluso il lavoro, il risultato è quello che inconsciamente egli ha visualizzato tramite il lavoro suo e dell'equipe.
Sarà la critica, l'attenta analisi interpretativa a completare il lavoro, a dargli un senso e trovarne un significato nascosto, qualora il regista si trovi ancora nell'alto mare delle idee, appena conclusa l'opera.
Intendeva questo Tristam?
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- Ma almeno ha un lieto fine?
- Di quelli che solo la celluloide sa dare...
[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 25-08-2007 alle 13:42 ]
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Speriamo di no.
Un film che abbia bisogno di un "completamento" da parte della critica, è semplicemente un film che fa schifo.
La critica può, in molti casi, avere una utile funzione, ma il rapporto che conta è quelo del film con lo spettatore. E sullo sguardo dello spettatore che un buon film va calibrato. Se c'è bisogno di un libretto delle istruzioni nella forma di una critica al film, il film è fallito. Ciò non vuol dire che la critica non abbia una funzione, che è comunque quella di facilitare il pubblico ed insegnargli a rapportarsi alle opere in modo da coglierne il più possibile il valore e la ricchezza.
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Non credo. Quando Tristam si riferiva alla capacità del critico di vedere più lontano del regista stesso, non credo intendesse vantare una volotnà di rubare la scena a chi l'arte la fa, ma semplicemente un tentativo di focalizzare davvero ciò che il regista ha fatto. "Fare un film" non è come dipingere un quadro (cosa che comunque nessuno vuole sminuire nè far passare come qualcosa di facile): un film richiede tanti passaggi, intrecci di lavori diversi ad opera di diverse mani, che è molto difficile partire con un'idea ben precisa in mente di quello che verrà fuori. Il film è dato dallo studio di ogni inquadratura, poiché oni inquadratura ha il valore simbolico di un quadro. Un film è l'insieme di migliaia, forse milioni di quadri. La critica, allora, forse non fa altro che dare un significato a questo insieme di quadri. Qualcosa che il regista non può fare prima di aver completato l'opera. Penso che Tristam intendesse questo.
_________________ L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post. |
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Valparaiso
 Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 27-08-2007 11:37 |
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quote: In data 2007-08-27 11:07, RICHMOND scrive:
quote: In data 2007-08-25 20:33, Valparaiso scrive:
quote: In data 2007-08-25 13:41, RICHMOND scrive:
La cosa assurda è che un film può essere artisticamente alto ed offrire ottimi spunti analitici e di riflessione, pur essendo una palla dal punto di vista dell'intrattenimento. Un esempio è Uccellacci ed uccellini di P. P. Pasolini.
Poi è ovvio che il regista che riresce a combinare entrambe le cose è migliore degli altri.
Comunque credo, col tempo, di aver capito il discorso di Trisam sulla critica: da come sto imparando ad interpretarne il ruolo io, penso possa trattarsi in certi casi di vero e proprio completamento dell'opera d'arte.
L'artista, specie nel cinema, non può prefissarsi un traguardo ben preciso. Al massimo può ricercarlo. Una volta concluso il lavoro, il risultato è quello che inconsciamente egli ha visualizzato tramite il lavoro suo e dell'equipe.
Sarà la critica, l'attenta analisi interpretativa a completare il lavoro, a dargli un senso e trovarne un significato nascosto, qualora il regista si trovi ancora nell'alto mare delle idee, appena conclusa l'opera.
Intendeva questo Tristam?
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- Ma almeno ha un lieto fine?
- Di quelli che solo la celluloide sa dare...
[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 25-08-2007 alle 13:42 ]
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Speriamo di no.
Un film che abbia bisogno di un "completamento" da parte della critica, è semplicemente un film che fa schifo.
La critica può, in molti casi, avere una utile funzione, ma il rapporto che conta è quelo del film con lo spettatore. E sullo sguardo dello spettatore che un buon film va calibrato. Se c'è bisogno di un libretto delle istruzioni nella forma di una critica al film, il film è fallito. Ciò non vuol dire che la critica non abbia una funzione, che è comunque quella di facilitare il pubblico ed insegnargli a rapportarsi alle opere in modo da coglierne il più possibile il valore e la ricchezza.
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Non credo. Quando Tristam si riferiva alla capacità del critico di vedere più lontano del regista stesso, non credo intendesse vantare una volotnà di rubare la scena a chi l'arte la fa, ma semplicemente un tentativo di focalizzare davvero ciò che il regista ha fatto. "Fare un film" non è come dipingere un quadro (cosa che comunque nessuno vuole sminuire nè far passare come qualcosa di facile): un film richiede tanti passaggi, intrecci di lavori diversi ad opera di diverse mani, che è molto difficile partire con un'idea ben precisa in mente di quello che verrà fuori. Il film è dato dallo studio di ogni inquadratura, poiché oni inquadratura ha il valore simbolico di un quadro. Un film è l'insieme di migliaia, forse milioni di quadri. La critica, allora, forse non fa altro che dare un significato a questo insieme di quadri. Qualcosa che il regista non può fare prima di aver completato l'opera. Penso che Tristam intendesse questo.
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Mi spiace Rich, ma non ha la minima ombra di senso. |
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RICHMOND
 Reg.: 03 Mag 2003 Messaggi: 13089 Da: genova (GE)
| Inviato: 27-08-2007 11:46 |
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Boh...lì per lì ero rimasto più che perplesso anch'io. Comunque questa è più filosofia che altro.
_________________ L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post. |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 28-08-2007 10:56 |
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cito: L'azione del Fare, non comporta che chi Fa conosca il suo Fare meglio
di chi studia quel Fare. Perché chi Fa, studia una vita come Fare, chi
analizza il Fatto, studia una vita come analizzare il Fatto.
Il cinema è una cosa. Chi analizza il cinema è un'altra cosa. Sono due mestieri completamente diversi che non hanno nulla in comune.
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Valparaiso
 Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 28-08-2007 11:21 |
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D'accordissimo che sono due attività diverse e distinte. Anche se un buon regista deve anche essere un po' analista... |
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kagemusha
 Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 28-08-2007 11:21 |
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quote: In data 2007-08-28 10:56, Tristam scrive:
cito: L'azione del Fare, non comporta che chi Fa conosca il suo Fare meglio
di chi studia quel Fare. Perché chi Fa, studia una vita come Fare, chi
analizza il Fatto, studia una vita come analizzare il Fatto.
Il cinema è una cosa. Chi analizza il cinema è un'altra cosa. Sono due mestieri completamente diversi che non hanno nulla in comune.
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insomma "io non so fare un uovo ma giudico il suo gusto meglio di una gallina"
giusto
ma vero anche che chi Fa conosce meglio le difficoltà del Fare e tutti i meccanismi alla sua base e quindi giudica con cognizione di causa e riconosce l'Eccellenza là dove chi non ha mai Fatto non può vederla
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RICHMOND
 Reg.: 03 Mag 2003 Messaggi: 13089 Da: genova (GE)
| Inviato: 28-08-2007 11:31 |
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quote: In data 2007-08-28 10:56, Tristam scrive:
cito: L'azione del Fare, non comporta che chi Fa conosca il suo Fare meglio
di chi studia quel Fare. Perché chi Fa, studia una vita come Fare, chi
analizza il Fatto, studia una vita come analizzare il Fatto.
Il cinema è una cosa. Chi analizza il cinema è un'altra cosa. Sono due mestieri completamente diversi che non hanno nulla in comune.
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Ma Truffaut?
_________________ L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post. |
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Valparaiso
 Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 28-08-2007 11:39 |
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quote: In data 2007-08-28 11:31, RICHMOND scrive:
quote: In data 2007-08-28 10:56, Tristam scrive:
cito: L'azione del Fare, non comporta che chi Fa conosca il suo Fare meglio
di chi studia quel Fare. Perché chi Fa, studia una vita come Fare, chi
analizza il Fatto, studia una vita come analizzare il Fatto.
Il cinema è una cosa. Chi analizza il cinema è un'altra cosa. Sono due mestieri completamente diversi che non hanno nulla in comune.
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Ma Truffaut?
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La dimostrazione più esplicita di quanto si diceva, vista la qualità non eccelsa dei suoi film. |
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RICHMOND
 Reg.: 03 Mag 2003 Messaggi: 13089 Da: genova (GE)
| Inviato: 28-08-2007 11:41 |
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quote: In data 2007-08-28 11:39, Valparaiso scrive:
quote: In data 2007-08-28 11:31, RICHMOND scrive:
quote: In data 2007-08-28 10:56, Tristam scrive:
cito: L'azione del Fare, non comporta che chi Fa conosca il suo Fare meglio
di chi studia quel Fare. Perché chi Fa, studia una vita come Fare, chi
analizza il Fatto, studia una vita come analizzare il Fatto.
Il cinema è una cosa. Chi analizza il cinema è un'altra cosa. Sono due mestieri completamente diversi che non hanno nulla in comune.
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Ma Truffaut?
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La dimostrazione più esplicita di quanto si diceva, vista la qualità non eccelsa dei suoi film.
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E Bogdanovich?
_________________ L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post. |
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Valparaiso
 Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 28-08-2007 11:57 |
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quote: In data 2007-08-28 11:41, RICHMOND scrive:
quote: In data 2007-08-28 11:39, Valparaiso scrive:
quote: In data 2007-08-28 11:31, RICHMOND scrive:
quote: In data 2007-08-28 10:56, Tristam scrive:
cito: L'azione del Fare, non comporta che chi Fa conosca il suo Fare meglio
di chi studia quel Fare. Perché chi Fa, studia una vita come Fare, chi
analizza il Fatto, studia una vita come analizzare il Fatto.
Il cinema è una cosa. Chi analizza il cinema è un'altra cosa. Sono due mestieri completamente diversi che non hanno nulla in comune.
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Ma Truffaut?
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La dimostrazione più esplicita di quanto si diceva, vista la qualità non eccelsa dei suoi film.
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E Bogdanovich?
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eheh, io scherzavo, anche se non sono un grande sostenitore di Truffaut... d'altra parte ho detto poco sopra che il regista deve essere anche un po' critico e analista... il fatto che tantissimi siano passati da un campo all'altro rafforza ancora di più questa convinzione. |
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kagemusha
 Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 28-08-2007 12:25 |
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quote: In data 2007-08-28 11:39, Valparaiso scrive:
quote: In data 2007-08-28 11:31, RICHMOND scrive:
quote: In data 2007-08-28 10:56, Tristam scrive:
cito: L'azione del Fare, non comporta che chi Fa conosca il suo Fare meglio
di chi studia quel Fare. Perché chi Fa, studia una vita come Fare, chi
analizza il Fatto, studia una vita come analizzare il Fatto.
Il cinema è una cosa. Chi analizza il cinema è un'altra cosa. Sono due mestieri completamente diversi che non hanno nulla in comune.
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Ma Truffaut?
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La dimostrazione più esplicita di quanto si diceva, vista la qualità non eccelsa dei suoi film.
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qualità non eccelsa in che senso?? |
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