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Perchè Marienbad odia Kubrick |
Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 15-10-2006 16:26 |
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Abbiamo QUILTY lo SMEMORATO DI COLOGNO numero 2
Ti riporto fedelmente quello che TU QUILTY, e SOLO TU HAI SCRITTO SU AMARCORD:
"Che cosa?
Il film è veramente una merda.
L'ho rivisto di recente ed è quasi imbarazzante.
Anche qui, come per Tutto su Mia Madre di Almodovar, trattasi di una pura esecuzione di sceneggiatura.
La mdp è statica e si limita a inquadrare personaggi che si muovono nello spazio.
Il linguaggio del cinema è completamente assente.
Certo Alvaro Vitali fa ridere con le sue gag, ma se andavo a teatro che cosa cambiava? Avrei visto le stesse identiche cose senza il bisogno di una telecamera,che a questo punto e per l'uso che ne viene fatto in questo "film" è del tutto superflua"
UNO CHE AFFERMA LE COSE CHE HO RIPORTATO QUI SOPRA DOVREBBE QUANTOMENO RICORDARSELE.
E direi che anche questo mio post, come il precedente, è inutile.
La discussione per conto mio, finisce qui.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 15-10-2006 alle 16:28 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 15-10-2006 17:07 |
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quote: In data 2006-10-12 12:44, Quilty scrive:
Chiedi a me cos'è il linguaggio ma sono pagine e pagine che questo concetto è stato argomentato. Piuttosto la domanda dovresti rivolgerla a te stesso. Perchè le mie argomentazioni sono più che evidenti: l'etica del film la si ricava dal suo linguaggio e il linguaggio è l'inquadratura, il movimento di macchina e il montaggio.
..................
E' inutile che AlZayd mi venga a dire che non ha alcuna importanza analizzare le tecniche di Kubrick ma molto di più il suo linguaggio quando tecnica e linguaggio (nelle accezioni usate da questo utente, non da me) rappresentano la stessa identica cosa,come ampiamente argomentato.
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Innanzitutto il linguaggio non determina l'"etica" bensì l'estetica.
Che tu abbia argomentato non significa che ti sia guadagnato la stelletta della "ragione" e dell'"evidenza". Le tue argomentazioni sono confuse e contraddittorie. Leggi troppo, gli altri, e assimili poco, e in maniera confusa. La tecnica è solo un aspetto del linguaggio, tutt'altro che determinante ai fini estetici e del linguaggio, che sono, tali aspetti, la stessa cosa, mas o meno, comunque strettamente correlati tra loro. Non a caso la tecnica più perfetta, spericolata, audace, non è affatto detto che determini l'eccellenza di un film, anzi, spesso finisce - come per il pianista meramente virtuoso che sappia restare in equilibrio sui tasti del suo strumento, quindi a detrimento della "musicalità", ragione prima, pura ed intrinseca della Musica - per creare una potente impalcatura su cui collocare un topolino... Come vedi non basta la tecnica, ma serve il linguaggio. Questa discussione è nata inutile dall'inizio; troppe parole, perdendo di vista ciò che potremmo dire noi semplici forumisti (personalmente ne ho poco voglia, viste le premesse) con le nostre più sentite parole. Alle quali tu seguiti ad oppore la "dispensa" critico-didattica, e dove cerchi di interpretare in proprio ti impappini.
John Coltrane, il grande “profeta” della Black Music, agli inizi degli anni 60, parlando della sua ricerca musicale che tendeva ad esplorare l’inesplorato, affermo: “Lo stile [leggansi anche tecnica - ndr] ed il pensiero sono come il corpo e l’anima. Se lo stile è inferiore al pensiero, si accusa l’autore di impotenza, se è superiore, di menzogna”
Parole sante, meditiamo gente.
A mio avviso in Kubrick coesistevano in mirabile equilibrio stile e "pensiero", al contrario di registi, ad esempio.., come Spielberg che è tutta tecnica e poco linguaggio, tanto stile e scarso pensiero, o, dove se ne ravvisi, di bassa lega.
Forse la prossima volta cercherò di spiegare ancora meglio la mia idea, se non costretto a fare lo slalom gigante tra cataste di parole inutili.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 15-10-2006 19:24 |
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quote: In data 2006-10-15 16:26, Schizobis scrive:
E direi che anche questo mio post, come il precedente, è inutile.
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Esattamente. Tu ti sei limitato a evidenziare un mio giudizio su un film ( e Amarcord dal punto di vista del cinema puro è inesistente-una merda; dal punto di vista della trama è un'ottima storia, il che non lo salva di certo.Un'esecuzione di sceneggiatura, per quello che può valere.)
Ma non c'era bisogno che lo facessi: bastava che mi chiedessi un parere.
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 15-10-2006 19:25 |
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quote: In data 2006-10-15 17:07, AlZayd scrive:
Che tu abbia argomentato non significa che ti sia guadagnato la stelletta della "ragione" e dell'"evidenza". Le tue argomentazioni sono confuse e contraddittorie
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E' possibilissimo.
Ma non c'è problema. Posso ripetere lo stesso concetto cercando di renderlo più chiaro. Se l'interlocutore non è d'accordo ovviamente si confronta sull'argomento proposto e non sulle presunte abitudini delle persone con cui sta parlando. Al contrario vedo che continui a sbattere la testa contro a un muro. Sei ancora qui a dire che sto solamente recitando un copione,ho la mia dispensa e mi limito a leggerla, al contrario di te ovviamente che sei il massimo della spontaneità.
Con quale evidenza tu possa affermare questo, non lo sai nemmeno tu.
E' solamente il classico pregiudizio di chi , impossibilitato a ribattere con le sue ragioni alla discussione proposta , si rifugia ingloriosamente dietro a questo pretesto. E' lo stesso meccanismo di chi si rifiuta di confrontarsi sulle ragioni dell'avversario non tanto perchè non condivide le sue teorie e ne ha altrettante da opporre, ma perchè l'interlocutore non è come lui , bensì è ebreo, o negro o omosessuale.
quote: Questa discussione è nata inutile dall'inizio; troppe parole, perdendo di vista ciò che potremmo dire noi semplici forumisti (personalmente ne ho poco voglia, viste le premesse) con le nostre più sentite parole. Alle quali tu seguiti ad oppore la "dispensa" critico-didattica, e dove cerchi di interpretare in proprio ti impappini.
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E ora, ribadita per la seconda volta l'assurdità totale di questa esternazione ( ma chiamiamola pure con il nome che si merita, cioè una puttanata) si può tornare a parlare dell'argomento in questione.
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 15-10-2006 19:27 |
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Che cos’è il linguaggio? E’ il sistema dei segni con cui poter esprimere i propri concetti, i propri pensieri. Basta dare un’occhiata al proprio dizionario. Non ci possono essere equivoci!
Nel cinema quindi un regista che vuole trasmettere il suo pensiero si trova a dover compiere una scelta: quale linguaggio utilizzo? Per raccontare la mia storia e costruire il mio “messaggio” , faccio ricorso a dei segni meramente cinematografici o cerco di basarmi piuttosto sulla sceneggiatura, sui dialoghi, sulla scenografia , sulla recitazione degli attori?
In breve, utilizzerò un approccio visivo o narrativo per sviluppare la trama?
Non ci sono dubbi su cosa si intenda per approccio narrativo. Il regista cura la sua sceneggiatura alla perfezione e il significato del racconto scaturisce dal dispiegamento di tutte quelle componenti narrative sopra citate , prese a prestito dalla letteratura e dal teatro (sceneggiatura, scenografia, costumi, recitazione degli attori,suoni…). Questo è un tipo di linguaggio.
Per approccio visivo si intende invece la costruzione della storia attraverso le immagini, tramite le inquadrature, i movimenti di macchina e il montaggio. L’esempio portato da Bunch è molto chiaro. Per esprimere un determinato concetto (il tema del labirinto) Kubrick ha in questo caso fatto ricorso a una carrellata. Quindi questo è un altro tipo di linguaggio.
I segni puramente cinematografici sono definiti tali da me perché fanno parte del linguaggio unico del cinema. Il taglio di un’inquadratura, un movimento di macchina o il montaggio sono i tratti distintivi di questa disciplina, quelli che differenziano il cinema dal teatro, per intenderci.
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 15-10-2006 19:28 |
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Per un regista che predilige un approccio narrativo (ad esempio Fellini) , l’immagine finale che vedremo , la sua potenza e il suo conseguente significato, sarà il risultato della prevalenza di un certo tipo di linguaggio,ovvero un preciso lavoro sulla sceneggiatura, sulle scenografie, sui costumi, sulle musiche, sulla recitazione degli attori…
Per un regista che predilige un approccio più visivo (ad esempio Hitchcock), l’immagine finale E IL SUO SIGNIFICATO sarà il derivato della prevalenza di un altro tipo di linguaggio, ovvero l’uso delle inquadrature, dei movimenti di macchina e del montaggio.
Ho evidenziato le parole qui sopra in quanto si tratta di una cosa ben diversa dall’uso di virtuosismi fini a se stessi, i classici e inutili esercizi di stile. Lo stesso Hitchcock
sosteneva di essere contrario ai virtuosismi,nel caso in cui questi non andavano ad arricchire l'azione, non servivano a costruire una storia attraverso il significato delle immagini, sostituendo laddove possibile i dialoghi.
Questa distinzione in queste due categorie di registi è ovviamente molto approssimativa, ma serve per spiegare perché prediligo quel cinema che fa della narrazione visiva la sua parte principale, perché si basa su caratteristiche uniche e irriproducibili di questa disciplina. Naturalmente questa valutazione finale è personale, il che è ben diverso dal venire a raccontare che Fellini appartiene alla seconda categoria piuttosto che alla prima.
Se la morale di un film non la dobbiamo ricavare dal suo linguaggio più puro ,chiedevo invano, da cos’altro la dobbiamo estrapolare? Dalla sceneggiatura , dalla scenografia, ovvero dalla categoria esclusivamente narrativa. Ecco perché non riesco a prediligere un approccio che non si basa propriamente sulle caratteristiche peculiari del cinema.
Per quanto riguarda l’argomento del topic, si discuteva appunto sul fatto se Kubrick appartenesse di più alla prima o alla seconda categoria.
Per quanto riguarda le accuse mosse da Schizo, per esempio, mi contestava il fatto che opero una valutazione per tutti i film con lo stesso metro di giudizio. A questo ho risposto nel terzultimo post della pagina precedente.
Ho semplificato molto, ma spero di aver reso il discorso il più chiaro possibile.
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 15-10-2006 20:15 |
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quote: In data 2006-10-15 19:28, Quilty scrive:
Per un regista che predilige un approccio narrativo (ad esempio Fellini) , l’immagine finale che vedremo , la sua potenza e il suo conseguente significato, sarà il risultato della prevalenza di un certo tipo di linguaggio,ovvero un preciso lavoro sulla sceneggiatura, sulle scenografie, sui costumi, sulle musiche, sulla recitazione degli attori…
Per un regista che predilige un approccio più visivo (ad esempio Hitchcock), l’immagine finale E IL SUO SIGNIFICATO sarà il derivato della prevalenza di un altro tipo di linguaggio, ovvero l’uso delle inquadrature, dei movimenti di macchina e del montaggio.
Ho evidenziato le parole qui sopra in quanto si tratta di una cosa ben diversa dall’uso di virtuosismi fini a se stessi, i classici e inutili esercizi di stile. Lo stesso Hitchcock
sosteneva di essere contrario ai virtuosismi,nel caso in cui questi non andavano ad arricchire l'azione, non servivano a costruire una storia attraverso il significato delle immagini, sostituendo laddove possibile i dialoghi.
Questa distinzione in queste due categorie di registi è ovviamente molto approssimativa, ma serve per spiegare perché prediligo quel cinema che fa della narrazione visiva la sua parte principale, perché si basa su caratteristiche uniche e irriproducibili di questa disciplina. Naturalmente questa valutazione finale è personale, il che è ben diverso dal venire a raccontare che Fellini appartiene alla seconda categoria piuttosto che alla prima.
Se la morale di un film non la dobbiamo ricavare dal suo linguaggio più puro ,chiedevo invano, da cos’altro la dobbiamo estrapolare? Dalla sceneggiatura , dalla scenografia, ovvero dalla categoria esclusivamente narrativa. Ecco perché non riesco a prediligere un approccio che non si basa propriamente sulle caratteristiche peculiari del cinema.
Per quanto riguarda l’argomento del topic, si discuteva appunto sul fatto se Kubrick appartenesse di più alla prima o alla seconda categoria.
Per quanto riguarda le accuse mosse da Schizo, per esempio, mi contestava il fatto che opero una valutazione per tutti i film con lo stesso metro di giudizio. A questo ho risposto nel terzultimo post della pagina precedente.
Ho semplificato molto, ma spero di aver reso il discorso il più chiaro possibile.
| Fellini appartiene alla seconda categotia,ma creare tali categorie è un pò imbarazzante secondo me
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 15-10-2006 20:42 |
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quote: In data 2006-10-15 20:15, bunch311 scrive:
Fellini appartiene alla seconda categotia,ma creare tali categorie è un pò imbarazzante secondo me
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Ahaha! Allora non hai mai visto un suo film: basta guardarsi la Dolce vita, un racconto puramente filmato. Fellini ha un approccio decisamente narrativo, riempie le sue immagini di concetti e significati ancora prima di riprendere.
E c'è anche chi su questo forum (non io)ha sostenuto che questa sua evidente caratteristica non sia stata dettata in realtà da una scelta, ma da pura incapacità di saper fare altro.
_________________
Il terrorismo di Israele
Archivio Chomsky
Guantanamo,Cuba
[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 15-10-2006 alle 20:43 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 15-10-2006 23:39 |
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quote: In data 2006-10-15 19:25, Quilty scrive:
quote: In data 2006-10-15 17:07, AlZayd scrive:
Che tu abbia argomentato non significa che ti sia guadagnato la stelletta della "ragione" e dell'"evidenza". Le tue argomentazioni sono confuse e contraddittorie
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E' possibilissimo.
Ma non c'è problema. Posso ripetere lo stesso concetto cercando di renderlo più chiaro. Se l'interlocutore non è d'accordo ovviamente si confronta sull'argomento proposto e non sulle presunte abitudini delle persone con cui sta parlando. Al contrario vedo che continui a sbattere la testa contro a un muro. Sei ancora qui a dire che sto solamente recitando un copione,ho la mia dispensa e mi limito a leggerla, al contrario di te ovviamente che sei il massimo della spontaneità.
Con quale evidenza tu possa affermare questo, non lo sai nemmeno tu.
E' solamente il classico pregiudizio di chi , impossibilitato a ribattere con le sue ragioni alla discussione proposta , si rifugia ingloriosamente dietro a questo pretesto. E' lo stesso meccanismo di chi si rifiuta di confrontarsi sulle ragioni dell'avversario non tanto perchè non condivide le sue teorie e ne ha altrettante da opporre, ma perchè l'interlocutore non è come lui , bensì è ebreo, o negro o omosessuale.
quote: Questa discussione è nata inutile dall'inizio; troppe parole, perdendo di vista ciò che potremmo dire noi semplici forumisti (personalmente ne ho poco voglia, viste le premesse) con le nostre più sentite parole. Alle quali tu seguiti ad oppore la "dispensa" critico-didattica, e dove cerchi di interpretare in proprio ti impappini.
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E ora, ribadita per la seconda volta l'assurdità totale di questa esternazione ( ma chiamiamola pure con il nome che si merita, cioè una puttanata) si può tornare a parlare dell'argomento in questione.
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Tu sei semplicemente un rincretinito delle parole.
Amen!
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 16-10-2006 00:10 |
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quote: In data 2006-10-15 20:42, Quilty scrive:
quote: In data 2006-10-15 20:15, bunch311 scrive:
Fellini appartiene alla seconda categotia,ma creare tali categorie è un pò imbarazzante secondo me
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Ahaha! Allora non hai mai visto un suo film: basta guardarsi la Dolce vita, un racconto puramente filmato. Fellini ha un approccio decisamente narrativo, riempie le sue immagini di concetti e significati ancora prima di riprendere.
E c'è anche chi su questo forum (non io)ha sostenuto che questa sua evidente caratteristica non sia stata dettata in realtà da una scelta, ma da pura incapacità di saper fare altro.
_________________
Il terrorismo di Israele
Archivio Chomsky
Guantanamo,Cuba
[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 15-10-2006 alle 20:43 ]
| eh infatti in quel film basta che tevedi la soggettiva impossibile che effettua
non è un caso se fellini era l'unico regista italiano adorato da kubrick.
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Pagnotta
 Reg.: 01 Nov 2003 Messaggi: 37 Da: Lungomare (GE)
| Inviato: 16-10-2006 00:36 |
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Perchè Marienbad odia Kubrick?
Perchè? |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 16-10-2006 12:36 |
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quote: In data 2006-10-15 23:39, AlZayd scrive:
Tu sei semplicemente un rincretinito delle parole.
Amen!
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Ottimo.
Non hai fatto altro che dimostrare che della discussione non te ne frega assolutamente nulla.
I tuoi interventi in questo topic si limitano a un giudizio sulle mie presunte caratteristiche.
Potevi allora limitarti a mandarmi un messaggio in privato, piuttosto che scrivere una serie di concetti che nulla hanno a vedere con Kubrick e con il cinema.
E adesso che mi hai inquadrato e che non hai nulla da dire di cinema puoi accomodarti definitivamente fuori da questa discussione. |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 16-10-2006 12:44 |
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quote: In data 2006-10-16 00:10, bunch311 scrive:
non è un caso se fellini era l'unico regista italiano adorato da kubrick.
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Forse perchè Kubrick utilizza il suo stesso metodo (anche se è dotato di molto più talento e di una serie di figure stilistiche evidentissime.
In un'intervista con Michel Ciment egli stesso afferma: "la parte visuale del girare un film mi viene sempre assai facilmente, ecco perchè sto attento a subordinarla alla vicenda e alle performances degli attori."
(Michel Ciment, Kubrick)
E' lo stesso Kubrick che affema quindi di subordinare la parte visiva in funzione di quella narativa. |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 16-10-2006 12:49 |
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no, io credo che intendesse dire che la parte più difficile di un film è tenere sotto controllo il set e gli attori...
e che la parte visuale di girare un film (dal punto di vista tecnico/tecnologico) è una cosa che sa fare con più facilità, essendo quella l'essenza del suo fare...
Fa una cosa Quilty, riporta la risposta per intero, così vediamo... dai...
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 16-10-2006 13:06 |
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I suoi movimenti di macchina sono previsti in anticipo?
Molto raramente. Credo che non sia affatto logico inserire in una sceneggiatura le istruzioni sull'uso della macchina da presa, e solo se mi viene qualche idea davvero importante sulla macchina da presa allora me la scrivo. Quando si prova una scena in genere è meglio non pensare affatto alla macchina da presa. Se lo si fa, ho scoperto che ciò interferisce invariabilmente con la possibilità di esplorare al massimo le idee sulla scena stessa. Quando finalmente succede qualcosa che vale la pena di filmare, quello è il momento per decidere come girarla. E' quasi vero ma non del tutto affermare che quando succede qualcosa di davvero entusiasmante e di valido, allora non importa come lo girate. In ogni caso, non ci metto mai molto a decidere sulle posizioni della macchina da presa, sulle luci o sui movimenti di macchina. La parte visuale del girare un film vi viene sempre assai facile, ecco perchè sto attento a subordinarla alla vicenda ed alle performances degli attori.
Io la leggo come il solito Kubrick che preferisce il che cosa al come e che con tale metodo subordina la parte visiva a quella narrativa. |
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