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Autore THE WRESTLER
liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 14-03-2009 16:33  
quote:
In data 2009-03-14 13:16, HaroldKid scrive:

J, questa è una tua acuta interpretazione del film, il mio era un giudizio di valore a partire da esso. Parliamo di due cose diverse;io posso essere d'accordo con te su questa analisi (e lo sono) però non toglie che suddetta storia americana e il modo preudoinnovativo attraverso cui ci viene propinata non mi ha lasciato nulla fuorchè un'insopportabile irritazione subepidermica; vedi, pur avendo visto un fottio di film o forse proprio a causa di ciò, vivo ogni nuova visione in modo profondamente superficiale, emotivo, epidermico per l'appunto. Come accade a tutti, penso, ci deve essere qualcosa nel film che mi convinca del fatto di trovarmi davanti a una bellezza artistica, e non a un mero prodotto industriale. Solo che la mia soglia discriminante è molto più alta, più schizzinosa forse, rispetto alla media degli spettatori, anche solo filmuppiani.



probabilmente è la mia ignoranza cinematografica a farmi concentrare su altri aspetti del film che sono più vicini alla mia formazione.

è vero comunque che se un film non ti entusiasma, perché ami il cinema e non lo reputi cinematograficamente di valore, perdi la voglia di cercare altri significati.

a me è successo con Tony Manero, un film osannato dalla critica che ho trovato pretestuoso e orrendo. probabilmente non sono abbastanza matura cinematograficamente per astrarmi dal coinvolgimento emotivo e dare un valore oggettivo a quello che vedo.

e mi sa che so' pure troppo vecchia per imparare...
_________________
...You could be the next.

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HaroldKid

Reg.: 11 Gen 2009
Messaggi: 4589
Da: milano (MI)
Inviato: 14-03-2009 16:45  
e ma non credere! se si parla di sensazioni emotive, la mia vale quanto la tua, anzi forse nemmeno , data la mia palese immaturità emozionale, che probabilmente mi porterebbe a gridare al miracolo per un prodotto insignificante facendomi restare impassibile davanti a un capolavoro, e questo a prescindere dalla analisi cinematografica che eventualmente posso condurre simultaneamente o quasi alla normale visione. Gli esempi sono stati tanti; IL POSTO DELLE FRAGOLE, FRONTE DEL PORTO, VIALE DEL TRAMONTO sono tre opere di cui non posso negare l'importanza storico-estetica, ma che continuano a non dirmi nulla, al contrario di SEVEN o SLEVIN PATTO CRIMINALE due film oggettivamente inferiori ma che per me sono delle vere gemme.

Per avere la controprova ti basti leggere il mio post fresco fresco nell'agenda dei telefilm dove puoi vedere da te quanto mi sia dilungato a parlare di una sereie televisiva che pochi guardano e pochissimi conoscono, ma che mi fornisce (da) sempre occasioni mimetico-catartiche che difficilmente ormai riesco a ottenere da un film.

Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con il Cinema, e tutto con la psicologia.

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 17-03-2009 21:26  
Film immenso e strepitoso.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 18-03-2009 02:08  
quote:
In data 2009-03-13 10:37, 83Alo83 scrive:
avrà ragione Tristam quando dice che Aronofsky è solo un ruffiano?

certo, questo film non lo smentirà.
però per fortuna io non c'entro nulla col cinema, e questo film mi ha fatto godere.



Visto che mi si cita.
Forse che Aronofsky fosse un ruffiano lo dissi anni fa, ma non so dove.
Però non mi interessa più quel discorso là.
Io di The Wrestler ne parlai già nel topic di Gomorra.
Questo film presenta gli stessi problemi del film di Garrone. C'è set e c'è ripresa del set. Come in Gomorra c'è evocazione di un'atmosfera e, se vogliamo, di un'immagine che sta al di sopra della declinazione in forme e significati. Ovvero la produzione di senso non stà tanto nell'utilizzo e nella disposizione dei segni (anche se questo sembra un paradosso), quanto piuttosto nel dato scenografico, fotografico, attoriale. E quindi performativo.
Aronofsky si comporta più da attore (sia perchè interpreta, sia perchè è "colui che agisce") che da regista. Non "fa" cinema, ci fa solo vedere un'immagine... Di più: percorre lo spazio dove si sarebbe dovuto girare un film che non è mai stato girato.
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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83Alo83

Reg.: 26 Mag 2002
Messaggi: 16507
Da: Palermo (PA)
Inviato: 18-03-2009 09:02  
quote:
In data 2009-03-18 02:08, Tristam scrive:



di the millionaire dove ne hai parlato? (immagino tu l'abbia fatto da qualche parte)
_________________
Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 18-03-2009 09:15  
Tristam, non per rompere le palle, ma un discorso del genere non è in contraddizione con la visione dinamica del cinema. Nel senso, il cinema è il (suo) linguaggio e ha un solo linguaggio? O può manifestarsi in molteplici stilemi?
La tua equazione, e già ne abbiamo discusso un po' per Gomorra, filmico=cinema (semplifico, ovvio) è forse ancorata ad una visione ancestrale, vetusta, del mezzo cinematografico che tu stesso, almeno mi sembra di ricordare, hai spesso aborrito in nome di una naturale evoluzione artistica del linguaggio.
Dicendo che ciò che fa parte del profilmico esiste da sé, senza che il regista crei alcunché, è una forzatura limitante, secondo me. Questa impasse è pericolosa per una maturazione, per un arricchimento del linguaggio cinematografico che ciclicamente compie un salto "artisitico".
In sintesi, ancorare l'oggettività (nel senso di assenza di autorialità) a ciò che sta di fronte alla macchina da presa è pericoloso in quanto potrebbe precludere un'interpretazione autentica del cinema.
Pochi giorni fa, leggendo qualcosa sull'espressionismo tedesco, pensavo proprio a questo. E' cinema quello? O è solo una ripresa di ciò che è profilmico?

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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 18-03-2009 11:09  
quote:
In data 2009-03-12 11:45, oronzocana scrive:
quote:
In data 2009-03-12 11:05, Skizotrois scrive:
non è detto che un film di pancia non possa essere ugualmente emozionante.




Questo non l'ho mai detto, anzi a me è piaciuto assai il film. Non sono però d'accordo quando dici che non è qui possibile un'analisi sul linguaggio. Perché?
Non è forse linguaggio privilegiare un uso della macchina a mano? Non è forse una scelta deliberata e funzionale non montare le scene fuori dal ring (pensiamo a quando riporta a casa la figlia. Il furgone si ferma, lui scende e la mdp in un movimento quasi ondeggiante, lo segue mentre si affanna per aprire la portiera alla figlia)? Non pensi che sia proprio "linguaggio" seguire Robinson? Come se The Ram seguisse il suo alter ego laico, tant'è che sul ring si torna ad un uso più tradizione (classico no) della regia: la macchina a mano c'è sempre, ma va quasi a sbattere con The Ram, quasi si fonde con lui; e il montaggio è bello aggressivo. In più c'è il finale, dove la scelta del fuoricampo è decisiva.
Non è questo (un) linguaggio?



Ma infatti se questo film ha un difetto è che di regia e di messa in scena ce n'è fin troppa, perché di certo non si può parlare di regia invisibile quando si adotta un linguaggio semidocumentaristico. Di certo una regia da cinema-cinema sarebbe stata la scelta più ovvia e immediata.
E però proprio alle scelte di regia quasi estreme adottate da Aronofski si deve probabilmente buona parte del fascino e del grande coinvolgimento dato dal film.

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Skizotrois

Reg.: 12 Nov 2007
Messaggi: 275
Da: Aosta (AO)
Inviato: 19-03-2009 23:55  
Cioè è un film di regia perchè Aronofsky si mette a pedinare Rourke?
Mi sembra una visione riduttiva del concetto di regia.

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 20-03-2009 00:12  
Beh lo stile semidocumentaristico è indubbiamente una scelta linguistica molto forte. Anche molto efficace, senza dubbio, ma è una scelta linguisticamente molto forte.
E anche l'inquadratura finale (che a me è piaciuta meno del resto del film) è regia.
Non che ci sia nulla di male, però in certe scelte avverto che Aronofski è uno che viene da una scuola di cinema...
Comunque senz'altro il film sarebbe stato meno forte senza una scelta di messa in scena così radicale.


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Skizotrois

Reg.: 12 Nov 2007
Messaggi: 275
Da: Aosta (AO)
Inviato: 22-03-2009 20:32  
se vuoi vedere un film di aronofsky in cui la regia risulta fondamentale, ti consiglio pi greco il teorema del delirio, sua opera prima davvero interessante.

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 22-03-2009 21:13  
In effetti i precedenti non li ho visti e so che con questo film ha operato scelte di regia radicalmente diverse rispetto al passato. Pi comunque ce l'ho sull'hard disk, in settimana lo guardo.

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 24-03-2009 20:36  
Trama: Randy "The Ram" Robinson è un lottatore di wrestling che venti anni fa faceva sognare le folle con i suoi numeri funambolici. Negli anni '80 il suo nome era associato a un sicuro successo, oggi fisicamente decaduto si aggira tra le palestre dei licei firmando autografi ai pochi nostalgici fan che gli sono rimasti. Combattimento dopo combattimento (tutti combinati), e con un lavoro part time in un magazzino di alimentari che odia, si accorge di essere sempre più solo e che il ring è la sua unica ragione di vita, che trova consolazione solo nel rapporto con la spogliarellist a Cassidy, mentre il fatto che la figlia lo odia lo riporta a un profondo stato di depressione. ma poi arriva il momento che per Randy "l'ariete" non bastano più solo i ricordi da vecchio wrestler ferito e decaduto perchè purtroppo il destino gli chiede dazio con una brutta sorpresa ...




Recensione: Questo film poteva tranquillament e intitolarsi “La vita di Mickey Rourke”, tanto il (meraviglioso) ritratto disegnato con estrema abilità somiglia a quello dell'attore, con tutti i problemi che hanno percorso l'esistenza dell'ormai quasi dimenticato interprete dell'agente di borsa John che si trastulla con Elizabeth/Kim Basinger in 9 settimane e ½. Vi diciamo subito, prima di ogni altra considerazione, che la prova attoriale di Rourke è a dir poco strepitosa: tutti i premi e i riconoscimenti (tra cui una nomination all'Oscar) sono strameritati, si rimane affascinati da quanto l'uomo senta e conduca il personaggio verso la sublimazione, dove prima che lo sportivo e il personaggio viene fuori alla grande l'uomo. Vorremmo anche spendere due parole di grandi elogi per Marisa ‘il tempo non passa come per le altre’ Tomei (vincitrice di un Oscar come non protagonista per Mio cugino Vincenzo), che nella parte della sentimentale spogliarellist a Cassidy si mostra senza problemi con il suo corpo favoloso di donna matura, sensuale come non mai in bollenti lap dance.
The Wrestler racconta la storia tragica di un eroe del ring, Randy ‘The Ram’ Robinson, che dopo essere stato a lungo in vetta alle cronache sportive negli anni '80 si trova costretto a sbarcare il lunario con incontri combinati di infima categoria e a lavorare part-time in un magazzino di alimentari che fondamentalmen te non sopporta e di cui si vergogna. A complicare i suoi problemi, il fatto che la figlia (Evan Rachel Wood in versione mora) lo odia per le sue assenze. Purtroppo ci saranno altre cose che mineranno la sua vita rendendola ancora più difficile.
Non crediate di andare ad assistere a un film sul wrestling con i suoi colorati e finti combattimenti pieni di odio che non c'è nel vero: qui siamo in zona totalmente diversa, lo sport preso in esame è solo un mezzo per arrivare al vero scopo – raccontare la triste storia di un eroe del ring al tramonto, l'uomo prima che lo sportivo e il personaggio pubblico. In una delle fasi salienti del film (con una scena cardine in cui vediamo come il suo ingresso nel negozio somigli a quello del ring per poi sentire che voci ed applausi si spengono appena entra a servire i prodotti alle persone) Ram viene riconosciuto da un cliente dell'esercizio commerciale dove lavora, un fan del wrestling, mentre non è sul ring: in quel momento capisce che anche con le dovute ragioni, il suo posto non è quello, l'uomo sta vivendo secondo dettami impossibili da accettare, qualunque sorte è migliore del rinnegare. A quel punto ogni volo sul ring (il cosiddetto «Ram Jam») diventa una sorta di canto del cigno, pericoloso quanto volete per il suo fisico ormai minato, ma pur sempre uno sbattere di ali non tarpate che prende vita, che sia una farfalla o un lungimirante volo di rondine questo non conta: vale la poesia del gesto rispetto a un esistere a zero valore.
Aronofsky, autore dell'estetico L'albero della vita del 2006, aiutato da una fotografia dai toni scuri e sporcati, rende esteticamente le spalle del wrestler portatrici di un fardello davvero pesante, compresso da doveri verso i fan, diviso tra il proprio sentire e la necessità di capire quanto valgono le persone accanto a lui e che dovrebbe considerare come un rapporto in cui deve dare qualcosa e non solo una compagnia occasionale senza doveri precisi. Ram porta le sue cicatrici come un trofeo, ma in realtà sono il mostrare fisico della sua anima tormentata – la sua carne subisce i colpi del ring riparata dai dottori, ma le sue pene morali non hanno possibilità simile. Emblematica la scena del taglio alla fronte volontario in un combattimento: lui stesso è colpevole dei suoi dolori, commette degli sbagli che poi non si cura di riparare in profondità, chiedendo per l'ennesima volta solo scusa. Nella vita, diversamente dal combattimento, non c'è nulla da concordare per arrivare al successo e accontentare/accontentarsi: bisogna essere pronti ad affrontare le cose e a non fuggire alla prima difficoltà o spaventarsi di fronte alla necessità di essere duraturi in termini di sicurezza per i tuoi cari.
La scena del Nintendo old style ha un sapore di sconfitta nei tempi odierni e di gloria in quelli passati (ogni cosa ed ognuno è campione nella sua epoca): adesso va Call of Duty 4 e il bambino non riesce a capire il senso di un gioco che graficamente non ha il conforto della bellezza, tanto quanto il corpo di Randy ormai troppo segnato dalle cicatrici e non più glorificato da esse. Il film funziona benissimo perché è un'altalena di emozioni diversificata: si va dal sudore sul ring alla sensualità della Tomei (anche se sembra banale che abbia una versione domestica del tutto acqua e sapone, tanto da condurre lo spaesato Randy in un negozio a prendere un regalo alla figlia), al senso di disgusto per le scene di lotta troppo violenta nonostante che sia tutto un teatro concordato (la scena della pinzatrice e dei vetri); non manca neppure un tocco di poesia con un tenero ballo riappacificato re in un capannone vuoto. Il pubblico che è l'anima della vita di Randy lì non è presente, eppure lui è felice lo stesso – il wrestler non coglie il messaggio e la pagherà duramente.
A cercare un punto debole possiamo trovarlo nel finale, che probabilmente è scontatissimo; ma la scena, per quanto prevedibile, ha una sua perfetta messa in scena, un carico emotivo notevole, per cui non conta nulla la sua facile codifica prima del tempo in quanto estrae comunque quello che deve. In definitiva un film che vi consigliamo ampiamente di vedere, con un'interpretazion e superba di un uomo che conduce se stesso e la sua vita alla pellicola, una donna che non smette mai di stupire per la sua vitalità, un contesto validissimo in cui tuffarsi, dove il ring è il mezzo per raccontare una parabola umana in discesa quanto mai emozionante. «Ram Jam» connessa.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 24-03-2009 20:47  
e basta!
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Michael J. Fox
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rockyeye


Reg.: 31 Gen 2007
Messaggi: 105
Da: catania (CT)
Inviato: 26-03-2009 16:24  
IO LHO TROVATO STRAORDINARIO...E MICKEY ROURKE...BE'...SENZA PAROLE...
INTERPRETAZIONE TOCCANTE...DA OSCAR!!!
NON HO TROVATO GIUSTO CHE NON L' ABBIA VINTO...
SAREBBE STATO DAVVERO MERITATO

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 28-03-2009 03:47  
quote:
In data 2009-03-20 00:12, TheSpirit scrive:
Beh lo stile semidocumentaristico è indubbiamente una scelta linguistica molto forte. Anche molto efficace, senza dubbio, ma è una scelta linguisticamente molto forte.


Appunto per questo sbagli.
Sbagli perchè credi che esista un linguaggio. Che questo sia formato e rigido. E che, nella sua erroneità, questo sia anche forte. Ma questa forza non sta nel film, quanto piuttosto nelle sicurezze , e nelle false certezze, che tu hai bisogno di riscontrare in questo film.
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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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