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Autore Capitolo 4: Fissità e movimento della mdp
Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 18-12-2003 12:24  
4. Fissità o movimento.


[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 21-08-2007 alle 01:19 ]



4. Fissità o movimento.
Spesso all’interno e quindi nella porzione di spazio-tempo può essere in movimento o alternare i due momenti. È importante definire dove si muova perché anche il movimento esprime sempre. Spesso solo di una correzione di campo, per contenere i personaggi, a volte invece ci troviamo carrelli o le cose nei loro improvvisi movimenti a stringere o ad allargare i ruoli psicologici e narrativi dei personaggi e della storia. Muovere la macchina è una scelta. Perché si fa Descrivere aiuta a capire, perché nomina gli oggetti e le azioni.
improvvisamente assistiamo ad un movimento fatto di inquadrature fisse l’intenzione del regista nel fare questa scelta.

4.1. Movimenti di macchina.
quali possano essere i diversi movimenti.
si tratta qui di elencare le categorie principali con cui la macchina da presa come un corpo umano dove gli occhi sono il cavalletto.
Panoramica: è un movimento compiuto lungo la direzione orizzontale o obliquo. La macchina da presa si muove nello spazio, solamente da quel posto. Nel nostro parallelo del collo in tutte le possibili direzioni senza nemmeno un passo.
Travelling o carrellata: la macchina da presa presa compie con il carrello la figura umana l’uomo avanza camminando.
Zoom: si tratta di un vero e proprio movimento reale, ottico. Meglio dire focale delle lenti della macchina da presa si sposta la sensazione del movimento. Funziona solo a stringere.
Dolly: il nome di questo movimento di macchina deriva dalla macchina da presa questo movimento. Tendenzialmente il jolly è una macchina verso l’alto o verso il basso. la macchina da presa si stacca dal terreno o è già staccata o avanza.
Vi ricordo che tutti questi movimenti possono essere utilizzati tutti contemporaneamente nella stessa inquadratura. Si può partire da una panoramica verso sinistra seguito da panoramica verso sinistra, la macchina da presa compie un dolly in panoramica verso il basso per poi stringere con un zoom.
Basti analizzare l’inizio de “L’infernale Quinlan” (Touch of Evil, 1958) di Orson Welles per capire quanto complesso possa essere.

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 12-02-2008 alle 13:52 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 06-03-2008 alle 14:27 ]

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aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 23-04-2005 22:37  
La macchina a mano e la Staedy?
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"Se io non ci fossi
mi mancherei un casino"
Aguy

http://ondedinchiostro.splinder.com/

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 24-04-2005 13:42  
Quelli sono due modi di approcciarsi alla ripresa. La steady, poi, è solo uno strumento. Comunque, si. E' anche giusto segnalare dove e quando le riprese sono fatte con la macchina a mano.
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 27-04-2005 16:13  
quote:
In data 2003-12-18 12:24, Tristam scrive:

Basti analizzare l’inizio de “L’infernale Quinlan” (Touch of Evil, 1958) di Orson Welles per capire quanto complesso possa essere un movimento.





Che poi è quello della bomba che è messa nell'auto e che scoppia quando la coppia per strada si bacia, vero?
Ma, più o meno (o sbaglio), non è una "tecnica" ripresa anche nell'interrogatorio?

E, visto che ci sono, mi sai spiegare qualcosa riguardo "l'effetto Vertigo"?

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 14-05-2005 20:53  
quote:

mi sai spiegare qualcosa riguardo "l'effetto Vertigo"?



L'effetto Vertigo non è altro che la combinazione di uno zooming in avanti e di una carrellata indietro, o di uno zooming reverse e una carrellata in avanti. Deriva il suo nome dal fatto che Hitchcock sfruttò quest'effetto nel suo capolavoro "Vertigo", per creare il senso di vertigine del protagonista affetto da acrofobia.

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