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Capitolo 8: Divisione per sequenze e segni di interpunzione |
Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 18-12-2003 12:14 |
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oh?
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 21-08-2007 alle 01:13 ]
8. Le sequenze del film.
Il film parla come un linguaggio e come un linguaggio ha bisogno di articolare le sue pause. Nel cinema le pause si articolano nello spazio e nel tempo, e quindi, di conseguenza, nella narrazione. Come si diceva poco sopra, il film è un condensato di azione e di narrazione. Il tempo del film raramente coincide con il tempo dell’azione. E questo sostanzialmente perché di una vicenda, sia che duri poche ore sia che duri decenni o milioni di anni, il film deve per forza cogliere i momenti più importanti e utili ad offrire la giusta dose di informazione. Anche le sequenze funzionano un po’ come le inquadrature. Ci parlano e sono costruite con certe intenzioni precise e anche queste vivono in una durata. Esistono quindi pochissimi esempi di coincidenza temporale totale, inizia il film inizia la vicenda, finisce la vicenda e finisce il film. L’unico che ora mi viene in mente è Nodo alla gola (Rope, 1947) di Alfred Hitchcock.
Al contrario solitamente invece le singole sequenze a se stanti, di solito quando non sono presenti inquadrature raccordate con salti e soppressioni di spazi e di tempi, possono offrire, con maggiore facilità, una coincidenza tra durata del tempo della finzione e durata del tempo reale.
Quando abbiamo un salto spaziale e/o temporale di solito siamo di fronte ad un ellissi, una soppressione a favore della narrazione più fluida e funzionale.
Un’ellissi di solito è segnata da un segno forte e deciso.
8.1. I segni di interpunzione.
Questi sono:
Dissolvenza in nero: l’inquadratura finisce sfumando nel nero.
Assolvenza dal nero: l’inquadratura si apre progressivamente dal nero.
Dissolvenza incrociata: è più dolce e mette in sovrimpressione (in compresenza nello stesso momento) la fine e l’inizio di un’inquadratura. Non è netta come le dissolvenze in nero e serve quindi spesso a connettere due sequenze in una stessa unità narrativa, segnalando però il passaggio del tempo e/o il cambiamento di spazio. La dissolvenza incrociata si usa molto per i flashback, per i sogni passati e ad occhi aperti. Di solito la dissolvenza incrociata non segna la fine di una sequenza ma soltanto l’inizio di una sottosequenza. Torneremo dopo su questo argomento.
Inserto: come dicevo sopra per Kill Bill, l’inserto consiste in un’inquadratura messa a inizio o a fine sequenza al posto di una dissolvenza per segnalare il passaggio spazio temporale. Di solito in questi casi si tratta di inserti di paesaggi, di luoghi. Inquadrature neutre, fuori dalla narrazione più funzionale.
Stacco netto: a volte il passaggio di tempo o di spazio non è segnalato da nessun segno di interpunzione e si svolge con un semplice stacco, o meglio raccordo, tra un’inquadratura e un’altra.
8.2. La divisione per sequenze.
Questi segni di interpunzione servono quindi a dividere il film in tante parti che si chiamano sequenze vedere dove questi avvengono serve a decostruire il film.
Si potrebbe dire che la sequenza è una parte autonoma del film che ha un suo inizio e una sua fine, una parte completa che si apre e si chiude, che origina un senso e che spinge avanti il racconto. Facendo un paragone con i libri, l’inquadratura sta alla frase come la sequenza sta al capitolo. Inizia con una maiuscola e finisce con un punto e a capo e gira pagina.
Quindi partendo dall’unità-inquadratura abbiamo un’articolazione narrativa che si costruisce per scene e scene che costituiscono sequenze. La somma delle sequenze in successione è il film.
Le sequenze possono essere anche articolate in sottosequenze. La sequenza ha, come detto prima, una forte identità narrativa. È un blocco a se stante. Una sottosequenza di solito è facilmente riconoscibile quando invece di un passaggio spazio-temporale abbiamo solo uno o solo l’altro e quindi quando la sequenza mantiene un’unità narrativa riconoscibile. Di solito come detto poco sopra una sottosequenza è compresa tra due dissolvenze incrociate. Chiari esempi sono appunto, i flashback (di solito compresi tra due dissolvenze), i sogni, i ricordi. Un esempio pratico lo trovate all’inizio di “Cantando sotto la pioggia” (Singin in the rain, 1952) quando Dan Lockwood (Gene Kelly) racconta la sua vita al pubblico. Il problema principale è che spesso le sottosequenza diventano delle vere e proprie sequenze perché riescono ad assumere un’autonomia tale da riuscire a divincolarsi dal loro dipendenza con una macrostruttura. Ma di questo ne parleremo insieme.
Spesso invece la dissolvenza incrociata ha una funzione totalmente diversa e non segnala l’inizio di una sottosequenza. In “Verso la vita” (Les bas-fond, 1936) di Jean Renoir c’è una scena dove il milionario, interpretato da Louis Jouvet, gioca a carte con il ladro Jean Gabin e alcuni suoi ‘colleghi’. Stanno giocando a poker, o a qualche gioco di azzardo, e si trovano tutti seduti intorno ad un tavolo. È notte. La macchina da presa riprende in totale la scena e mentre il gruppo seduto intorno al tavolo continua a giocare inizia a muoversi all’indietro e poi verso sinistra per andare a stringere, sempre con un movimento in avanti, su un orologio a muro sopra la finestra. Veloce dissolvenza incrociata, la finestra buia diventa luminosa, il giorno avanza, le lancette dell’orologio si muovono avanti segnando il passaggio temporale. La macchina da presa inizia a muoversi e compiendo un movimento speculare a quello precedente torna ad inquadrare, nello stesso modo in cui li aveva lasciati, i giocatori intorno al tavolo. La sequenza poi continua e finisce. Questo segno di interpunzione quindi non segna l’inizio di una nuova parte del film, e nemmeno di una sottosequenza, ma è utilizzato per avvertire che il tempo passa.
Riuscire ad individuare le sequenze del film è importante perché è bene a volte, soprattutto nelle analisi complete di un film, riassumere ciò che avviene in esse, segnando il numero di inquadratura di inizio e il numero di inquadratura finale e la durata totale.
[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 12-02-2008 alle 13:58 ] |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 19-12-2003 16:59 |
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Parlando di dissolvenze incrociate,mi viene in mente le molte di cui Coppola fa uso nel secondo capitolo del Padrino,per passare dal "blocco narrativo-Pacino" al "blocco-narrativo De Niro"Non so se hai presente.Volevo chiederti:in questo caso le sequenze introdotte sono sottosequenze o no,perchè non mi è chiara la differrenza.
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 19-12-2003 19:14 |
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Questo e' un film che puo' offrire molte potenzialita'. Perche' seanma non fai l'analisi di questa parte qua...
io non ho il film sottomano, ma se tu iniziassi ad analizzarlo sarebbe tutto piu' facile... |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 19-12-2003 19:23 |
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uao!si ci sto...ma come scelgo la parte?Con che criterio?Facendo a tastoni rischio di prender dentro o troppo o troppo poco....
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 19-12-2003 19:43 |
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[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 21-08-2007 alle 01:13 ] |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 19-12-2003 19:49 |
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quote: In data 2003-12-19 19:43, Tristam scrive:
Guarda il film...
individua una parte che potrebbe mettere a tacere ad esempio il dubbio che hai sulla divisione per sequenze...
un pezzo dove ci sono dissolvenze incrociate.
Descrivi la prima sequenza, poi descrivi le inquadrature che interessano la parte vicino alla dissolvenza incrociata e poi descrivi anche la sequenza successiva...
in questo modo capiremo quello che succede e come succede e se coppola voleva unire sotto la stessa sequenza o dividere in due...
e ricordati.... le cose nascono solo quando ti fermi a guardarle, quando perdi un po' di tempo per trovare le parole per descrivere cio' che sta succedendo...
lo so che all'inizio sembra una follia e una perdita di tempo, ma con un po' di impegno potremmo diventare tutti dei migliori osservatori e quindi dei migliori "critici"...
| Recepito.
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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