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Capitolo 12: Riepilogo e gran finale |
Ipsedixit
Reg.: 10 Gen 2005 Messaggi: 702 Da: Potenza (PZ)
| Inviato: 04-07-2005 21:29 |
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paolo14
Reg.: 16 Giu 2004 Messaggi: 778 Da: Ferrara (FE)
| Inviato: 13-07-2005 00:46 |
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quote: In data 2005-07-01 03:24, Ipsedixit scrive:
Personalmente ritengo (opinione assolutamente e solo mia) che smontare qualcosa che è arte altro non è che svilirla della sua emotività, spogliarla di quel calore intrinseco comunicativo e addobbarla con una fredda e analitica gerarchia. Per quanto mi riguarda, credo semplicemente che, la tecnica cinematografica sia utile solo ed esclusivamente a chi vuole un giorno diventare regista, alla stessa stregua di come conoscere il frasario e l'essenza di Mozart serve a chi vuole fare musica. All'ascoltatore non serve conoscere una semiminima o una croma o biscroma, nè una terza, un 6/9 o qualsiasi altro tempo composto. Questo serve come strumento per esprimere qualcosa. Mozart affermava: ritengo ridicoli quei piccoli personaggi che incapaci di scrivere musica propria si azzardano a criticare la mia musica. Se ritengono di fare meglio prendano una penna e comincino a scrivere, altrimenti che tacciano. L'arte non è criticabile, al massimo interpretabile."
Sciogliere l'arte è come svilire un sogno, perchè alla fine non credo che importi che io sappia come ha fatto l'inquadratura o come ha montato il film, credo che alla fine quello che importi siano fondamentalmente 4 cose:
Mi ha divertito?
Mi ha lasciato un messaggio?
Mi ha arricchito?
Mi ha colpito?
Che poi lo abbia fatto con un primo piano o una dissolvenza cosa importa? Sono felice che la tecnica per esprimersi sia servita a gente come Pabst o Ford, ma ritengo che, come diceva un grande poeta:" Ai posteri l'ardua sentenza". Sempre Mozart sosteneva: se un artista non è riuscito a comunicare ciò che intendeva ha fallito nella sua essenza di artista. Lo spettatore non è tenuto a capire di Musica, noi parliamo alle generazioni di umani, non alle generazioni di critici.
Platone altresì sosteneva che tutto ciò che era arte era rappresentazione estetica e ricerca del bello. Siccome egli stesso riteneva il bello "l'essenza dell'esistenza dipendente dall'esistente" o per dirla seconda Aristotile "il bello risiede negli occhi di chi guarda", credo che la critica sia stato uno dei più grandi e totali spippeggiamenti che mai sia esistito. Ricordo il libro della divina commedia del liceo che era talmente pieno di note da rendere invivibile il contenuto, cose alcune che credo che se Dante leggesse direbbe... MA CHE CAZZO STAI DICENDO? IO NON PENSAVO ASSOLUTAMENTE QUESTA CORBELLERIA. Sono speculazioni e basta. E' proprio questo che allontana la gente dall'arte, è proprio questo che allontana l'uomo dalla cultura e riempi gli stadi di calcio... sapete perchè? Perchè ogni italiano può essere allenatore e dire la propria. Anni dopo ho riletto la divina commedie senza note... magari ho capito una cosa per un'altra, ma ora è mia, l'ho vissuta, sentita, l'ho trovata bellissima, espressiva, immensa, con poche ma grandi parole. Eppure quanto l'odiavo... toglierei tutte quelle note che non sono parafrasi da ogni libro di antologia. Forse sono daccordo con la scena di Dead Poets Society in cui il professore (R. Williams) faceva strappare le pagine di critica agli studenti, chiedendo loro di vivere la poesia, di apprezzarne la melodia, perchè è vero intenditore chi sente e non chi seziona, perchè la poesia, come il cinema, la musica, non è l'area di un quadrato. E' il tentativo di qualcuno di comunicare una sensazione o un disagio interiore o sociale o magari semplicemente testimoniare un evento, per lasciarlo al mondo, affinche venga colto. La ricerca delle parole o note giuste spetta all'autore, suscitare un'emozione è suo compito. Che importa il modo in cui lo ha fatto? Lo ha fatto e basta. Lo ha fatto e basta...
Quanta gente senza capire nulla di Arte ha alzato la testa e visto la volta della cappella Sistina ed è rimasta senza fiato... Magari non capivano nel dettaglio il tratteggio delle linee, ma la sentivano e la sentono ancor oggi come allora. Per questo motivo Michelangelo è immortale e conosciuto da tutti o buona parte, mentre i critici non sono passati e mai passeranno alla storia, perchè il loro ruolo non è di costruire qualcosa dal nulla, ma giudicare il lavoro altrui in un oggettivazione di ciò che non è oggettivabile.
Consapevole di suscitare con questo mio post l'ira di tanti, questo è il mio pensiero. Au revoire.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Ipsedixit il 01-07-2005 alle 03:34 ]
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Ipsedixit sei un povero idiota
_________________ L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass
http://arteonline.blog.excite.it/ |
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8ghtBall
Reg.: 04 Feb 2004 Messaggi: 6807 Da: Cesena (FO)
| Inviato: 08-08-2005 17:03 |
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quote: In data 2005-07-13 00:46, paolo14 scrive:
quote: In data 2005-07-01 03:24, Ipsedixit scrive:
Personalmente ritengo (opinione assolutamente e solo mia) che smontare qualcosa che è arte altro non è che svilirla della sua emotività, spogliarla di quel calore intrinseco comunicativo e addobbarla con una fredda e analitica gerarchia. Per quanto mi riguarda, credo semplicemente che, la tecnica cinematografica sia utile solo ed esclusivamente a chi vuole un giorno diventare regista, alla stessa stregua di come conoscere il frasario e l'essenza di Mozart serve a chi vuole fare musica. All'ascoltatore non serve conoscere una semiminima o una croma o biscroma, nè una terza, un 6/9 o qualsiasi altro tempo composto. Questo serve come strumento per esprimere qualcosa. Mozart affermava: ritengo ridicoli quei piccoli personaggi che incapaci di scrivere musica propria si azzardano a criticare la mia musica. Se ritengono di fare meglio prendano una penna e comincino a scrivere, altrimenti che tacciano. L'arte non è criticabile, al massimo interpretabile."
Sciogliere l'arte è come svilire un sogno, perchè alla fine non credo che importi che io sappia come ha fatto l'inquadratura o come ha montato il film, credo che alla fine quello che importi siano fondamentalmente 4 cose:
Mi ha divertito?
Mi ha lasciato un messaggio?
Mi ha arricchito?
Mi ha colpito?
Che poi lo abbia fatto con un primo piano o una dissolvenza cosa importa? Sono felice che la tecnica per esprimersi sia servita a gente come Pabst o Ford, ma ritengo che, come diceva un grande poeta:" Ai posteri l'ardua sentenza". Sempre Mozart sosteneva: se un artista non è riuscito a comunicare ciò che intendeva ha fallito nella sua essenza di artista. Lo spettatore non è tenuto a capire di Musica, noi parliamo alle generazioni di umani, non alle generazioni di critici.
Platone altresì sosteneva che tutto ciò che era arte era rappresentazione estetica e ricerca del bello. Siccome egli stesso riteneva il bello "l'essenza dell'esistenza dipendente dall'esistente" o per dirla seconda Aristotile "il bello risiede negli occhi di chi guarda", credo che la critica sia stato uno dei più grandi e totali spippeggiamenti che mai sia esistito. Ricordo il libro della divina commedia del liceo che era talmente pieno di note da rendere invivibile il contenuto, cose alcune che credo che se Dante leggesse direbbe... MA CHE CAZZO STAI DICENDO? IO NON PENSAVO ASSOLUTAMENTE QUESTA CORBELLERIA. Sono speculazioni e basta. E' proprio questo che allontana la gente dall'arte, è proprio questo che allontana l'uomo dalla cultura e riempi gli stadi di calcio... sapete perchè? Perchè ogni italiano può essere allenatore e dire la propria. Anni dopo ho riletto la divina commedie senza note... magari ho capito una cosa per un'altra, ma ora è mia, l'ho vissuta, sentita, l'ho trovata bellissima, espressiva, immensa, con poche ma grandi parole. Eppure quanto l'odiavo... toglierei tutte quelle note che non sono parafrasi da ogni libro di antologia. Forse sono daccordo con la scena di Dead Poets Society in cui il professore (R. Williams) faceva strappare le pagine di critica agli studenti, chiedendo loro di vivere la poesia, di apprezzarne la melodia, perchè è vero intenditore chi sente e non chi seziona, perchè la poesia, come il cinema, la musica, non è l'area di un quadrato. E' il tentativo di qualcuno di comunicare una sensazione o un disagio interiore o sociale o magari semplicemente testimoniare un evento, per lasciarlo al mondo, affinche venga colto. La ricerca delle parole o note giuste spetta all'autore, suscitare un'emozione è suo compito. Che importa il modo in cui lo ha fatto? Lo ha fatto e basta. Lo ha fatto e basta...
Quanta gente senza capire nulla di Arte ha alzato la testa e visto la volta della cappella Sistina ed è rimasta senza fiato... Magari non capivano nel dettaglio il tratteggio delle linee, ma la sentivano e la sentono ancor oggi come allora. Per questo motivo Michelangelo è immortale e conosciuto da tutti o buona parte, mentre i critici non sono passati e mai passeranno alla storia, perchè il loro ruolo non è di costruire qualcosa dal nulla, ma giudicare il lavoro altrui in un oggettivazione di ciò che non è oggettivabile.
Consapevole di suscitare con questo mio post l'ira di tanti, questo è il mio pensiero. Au revoire.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Ipsedixit il 01-07-2005 alle 03:34 ]
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Ipsedixit sei un povero idiota
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non del tutto... non secondo me. E' ben lontano da essere idiota...povero , non so.
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 09-08-2005 20:11 |
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ma era proprio necessario?
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Bash84
Reg.: 28 Dic 2005 Messaggi: 446 Da: Ascoli Piceno (AP)
| Inviato: 08-02-2006 03:39 |
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non credo che scontrarsi sfoggiando la propria cultura sia di buon gusto, mi pare un po' un controsenso, ma non voglio criticare e poi non c'entro nulla.
Volevo dire. Secondo me Ipsedixit non ha tutti i torti, credo anch'io che la critica a volte nella sua smania di andare a fondo nelle cose perda un po' di vista l'impatto primo e vigoroso dell'opera, insomma, quando vedo un film non lo faccio certo con il tacquino in mano. Forse è anche vero che alcuni critici a volte tendono a porsi sopra l'artista e a mio parere non ha senso, il critico non esiste senza l'opera d'arte. Questa è in effetti una questione controversa e di attuale dibattito, la critica non può che essere soggettiva, ma il suo scopo e quello di tendere all'oggettività (per non rischiare di diventare opinione). In effetti alcuni raffronti tra l'opera rispetto alla storia e la società possono decretare più o meno oggettivamente se essa sia innovativa o meno, o importane dal punto di vista contenutistico. L'osservazione dell'accuratezza di diversi livelli di comunicazione può avere un valore anch'essa. Oltre questo c'è solo il genio e il suo ineffabile verbo. L'importanza dell'analisi però è, a mio parere, senza prezzo per quanto concerne lo sviluppo della personale capacità di godere dell'arte, infatti sviscerando opera dopo opera (a costo di perdere la prima genuina impressione) acquisiamo una sensibilità che ci permette di leggere i particolari che stanno sotto la facciata, e potremmo riconoscerli in seguito in altri lavori senza sforzo alcuno. In fondo gli artisti che si affidano a questi testi sommersi per trasmettere significato, si riferiscono idealmente a spettatori allenati a coglierne le sfaccettature. A volte la tecnica diventa più espressiva del soggetto (credo in tutte le arti).
Io sono un relativista, soprattutto se si parla d'arte, credo perciò che la critica resti in fondo sempre e inguaribilmente soggettiva, non per questo se un film è una cagata eviterò di dirlo, ma resterà sempre soltanto una mia opinione, di relativo valore, come del resto tutto ciò che ho appena scritto.
Ciao a tutti!
_________________ Cosa puoi perdonare ad un essere perfetto? |
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