Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 15-01-2005 12:04 |
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Taiwan, oggi. Il padre N.J. lavora in una società di informatica e comincia a chiedersi se la sua vita avrebbe potuto essere diversa. La madre Min-Min sente il vuoto delle sue giornate e si rivolge per avere qualche risposta al santone di un monastero. La figlia adolescente Ting-Ting scopre i primi brividi amorosi. Il piccolo Yang-Yang, il filosofo di casa, fotografa la nuca di ciascuno per aiutarlo a "scoprire l'altra faccia della verità", quella che nessuno riesce a vedere. Nella vita del padre riappare dopo trent'anni una donna di cui era innamorato. La nonna si sente male ed entra in coma. C'è anche un delitto...
Qualche anno fa, il quotidiano francese "Libération" pose ad alcuni registi una semplice domanda: perché fate dei film? Edward Yang rispose con una risposta altrettanto semplice: "Perché fare dei film mi permette di evitare di parlare". "Yi yi" è un film semplice e dolce. È semplice come il suo titolo che significa "uno, uno" ed equivale al nostro "e uno, e due", espressione usata dai musicisti per dare il tempo di un brano. E uno, e due, e via per quasi tre ore di un film da cui Yang vorrebbe che uscissimo "contenti come se fossimo andati a incontrare degli amici". Yang aggiunge: "Se gli spettatori, dopo il film, dicessero invece che hanno incontrato un regista, il mio film sarebbe un fallimento". È vero che la regia non si sente, non pesa. Ma la si vede, e come, nel gusto della composizione di ogni inquadratura, nella limpidezza e naturalezza dello sguardo.
domenica 16
ore 2.10
rai3
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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